FOSSATO DI VICO Storia

FOSSATO DI VICO Storia

FOSSATO DI VICO Storia - Numerose coerenti testimonianze archeologiche suggeriscono con fondamento l’identificazione del sito di Borgo di Fossato con il “Vicus Helvillum”, un villaggio, un luogo di sosta lungo il percorso della via Flaminia. Alla tradizione degli antichi itinerari che menzionano Helvillum come stazione intermedia fra “Nuceria” (Nocera a 15 miglia di distanza) e “ad Aesim” (Scheggia a 10 miglia) fa riscontro un importante e prolungata occupazione dell’area dall’età repubblicana all’età tardo imperiale e cristiana. Un luogo di culto della Dea Cupra in Aja della Croce, strutture murarie e più unità abitative, tombe, una dedica a Marte, menzionante appunto i VICANI ELVILLANTES, un frammento statutario rappresentante Venere, un iscrizione funeraria cristiana, costituiscono le testimonianze archeologiche maggiormente rappresentative di un tessuto di presenze cospicuo, seppure, fino ad oggi, assai poco conosciuto e valorizzato. Testimonianze, forse, delle alterne vicende della guerra Greco Gotica culminata nella battaglia di Tagina del 552, Helvillum sembra già in abbandono in età altomedioevale. Ma l’insediamento, per l’importanza strategica del sito, si ricostituisce assai per tempo, poco discosto, lungo costa e in posizione dominante, molto probabilmente sotto l’influenza greco-bizantina.. Prende il nome di Fossato, toponimo che, non senza qualche incertezza, si suole ricollegare al termine tardo gotico “Fossaton” accampamento, luogo fortificato. Il “Di Vico” è un aggiunta fatta nel 1862, dunque con l’unità d’Italia, per distinguerlo da altri omonimi, in memoria del Conte Vico detto LUPO che nell’anno 996 ne ricevette dall’Imperatore Ottone III il Vicariato. E’ la prima notizia certa del Castello. Nel secolo XII succedettero ai Vico i conti di Marsciano, tra i quali Bulgarello che nel 1187 sottomise il Castello a Gubbio e nel 1208 a Perugia, finchè nel 1251 i suoi eredi lo vendettero a Gubbio. Nel 1259 ritroviamo Fossato di nuovo sotto Perugia. Subito dopo si organizza in libero Comune, dipendente da Perugia ma con proprie magistrature e “STATUTO”, di cui esiste una trascrizione cinquecentesca nell’archivio comunale. Del 1442 è la lotta vittoriosa per impedire a Francesco Sforza e ai suoi duemila fanti e cinquemila cavalli di penetrare nel Castello,, mentre è del 1500 la resistenza, stavolta perdente, all’attaco di Cesare Borgia detto “Il Valentino” (figlio di Papa Alessandro VI), che lo devastò. Del 1517 è una nuova devastazione del Duca d’Urbino, Francesco Maria Della Rovere e del 1540 è il passaggio del Castello nelle mani della Chiesa, che lo terrà fino all’Unità d’Italia, con un posto di dogana ad Osteria del Gatto (allora Osteria Nuova). Arte e monumenti Nell’Antiquarium Comunale di via Mazzini è’ documentata la fase preromana, gli scavi di Aja della Croce, un Dolio di notevoli dimensioni rinvenuto in un contesto tombale. Particolare importanza hanno un frammento statuario rappresentante Venere ed un iscrizione dedicata a Marte. Una preziosa Lamina del II sec. A.C. in lingua Umbra e caratteri latini, con la scritta alla dea Cupra. Ponte di S. Giovanni, situato lungo il percorso della Via Flaminia, si data presumibilmente in età augustea, è situato in prossimità del cimitero comunale. Il Roccaccio è il rudere del primitivo “castrum fossati”, sorto bizantino in funzione antilongobarda a difesa della Flaminia e delle popolazioni. La Torre merlata sovrastante la porta d’ingresso al Castello. Le Rughe, un raro esempio di architettura castellana medievale, contemporaneamente vie interne e sistema difensivo, in parte coperta con volte in pietra a tutto sesto, archi acuti, copertura a tavolato. San Pietro, situata sull’omonima piazza. Abbazia degli inizi del sec. XIII, con volta a botte in pietra a sesto lievemente acuto. San Cristoforo Chiesa camaldolese della fine del sec.XIII dipendente dal Monastero di Fonte Avellana, copertura a capriate lignee e abside poligonale gotica scandita in 5 spazi da profondi costoloni. Recentemente restaurata ha fatto venire alla luce frammenti di affreschi tre-quattrocenteschi. San Benedetto situata appena fuori delle mura. Abbazia benedettina del XIII dall’architettura ben conservata, con due portali ogivali e una monofora trilobata, un iscrizione in numeri romani indicante la data del 1337; l'interno ha una navata centrale a tutto sesto e due cappelle laterali a crocera conserva solo parte degli affreschi tre-quattrocenteschi di scuola eugubina, tra cui quello che è forse il più antico ritratto di Papa (Urbano V). Monastero di S. Maria della Fonte del sec. XIII con un notevole archivio di pergamene e documenti antichi è tuttora comunità di monache benedettine di clausura. La Torre Pubblica, isolata costruzione medievale in pietra sovrastante la piazza centrale e sormontata da arcate a tutto sesto. Nel '500 la famiglia Gricci di Fossato di Vico costruisce l'orologio da torre che resterà funzionante fino agli anni '70, oggi conservato nell'Antiquarium. Vecchio Palazzo Comunale, antica sede del sec. XIII, caratteristico ingresso al piano superiore a forma di porticato con copertura lignea, poggia su una volta a tutto sesto sovrastante via del Forno. Nel piano seminterrato vi sono due antichi forni, attualmente ospita l'Antiquarium Comunale. La Piaggiola antica sede del Monte di Pietà, è un unico ambiente con volta a botte dagli affreschi ben conservati degli inizi del '400 dell'eugubino Ottaviano Nelli e della sua scuola. San Sebastiano, antica chiesa medievale profondamente trasformata ed ampliata nella seconda metà dell'800, vi si trovano un organo a canne settecentesco dai mantici a corde e pregevoli tele del seicento. SIGILLO Lo sviluppo di Sigillo risale al period() romano,come testimonia it ponte sul torrente Scirca. Sigillo lega perchè la sua storia e il suo sviluppo con il commercio che avveniva lungo questa importante via di comunicazione che veniva Roma con l'Adriatico. Con la caduta dell' Impero romano subì continue distruzioni e ricostruzioni fino ad arrivare nel XV secolo a far parte dello Stato Pontificio rimanendoci sino all'Unita d'Italia. Nel cuore del paese si può visitare la chiesa di Sant'Agostino, al cui interno si trova un'Annunciazione eseguita da Ippolito Borghesi nel 1617 e, presso il cimitero la chiesa di Sant'Anna, dove sono visibili affreschi giotteschi e l'antico oratorio, con affreschi votivi di Matteo da Gualdo. Il Palazzo Comunale è del XII sec., con la facciata ricostruita in stile neoclassico nel 1802. Sigillo è dal 1996 sede e punto d'ingresso del Parco naturale regionale del Monte Cucco. Ospita mostre di reperti storico-naturalistici e collezioni d'arte legate al territorio. Parco del Monte Cucco Autentico gioiello naturalistico, collocato nell'area nord orientale della provincia di Perugia (compreso nei comuni di: Sigillo; Scheggia e Pascelupo; Fossato di Vico; Costacciaro) al confine con le Marche, con una superfice protetta di 10.480 ettari, a protezione del Monte Cucco (1566 metri s.l.m.). Tutto il complesso montuoso è costituito dalla stratificazione calcarea di origine sedimentaria marina, ricca di reperti paleontologi. Il patrimonio ambientale e naturalistico del Parco del Monte Cucco ha un notevole indice di biodiversità, sia di vegetazione, con estese faggete nelle quote più alte, che di fauna. Infatti oltre a tutte le specie animali che normalmente si trovano in tutto l'appennino centrale sono presenti anche specie sempre più rare come il lupo, l'aquila reale, il gufo reale. Nelle parti alte dei corsi d'acqua si trova ancora il gambero di fiume e la trota farlo. Il parco, inoltre, offre ai suoi visitatori diverse attività sportive tra cui: l'escursionismo, con circa 120 chilometri di sentieri (tutto il parco è coperto dal Sentiero Italia); mountain bike; equitazione; pesca sportiva; torrentismo; volo libero; e sci da fondo. COSTACCIARO Posto lungo la Flaminia, Costacciaro, nonostante io sviluppo degli ultimi decenni, ha mantenuto inalterata la sua struttura di borgo medievale. A differenza di altri paesi limitrofi, quasi tutti di origine romana, Costacciaro fu costruito nel 1250 dai cittadini di Gubbio come centro fortificato per la difesa del loro territorio ad est. Di notevole rilievo il rosone e il portale che abbelliscono la facciata della chiesa di San Francesco, costruita nel XIV secolo e ampliata nel XVIII, all'interno della quale si possono vedere degli affreschi di Matteo da Gualdo. Di grande interesse sono anche il Palazzo dell'Università, il Rivellino e l'antico frantoio dell'olio. Nel centro storico è ospitato il "Museo Laboratorio del Parco del Monte Cucco", unico nel suo genere, dove si mostra quanto accade nelle masse calcaree di Monte Cucco e dell'Appennino umbro marchigiano, svelando i percorsi che le acque piovane seguono nelle viscere delle montagne prima di rivedere la luce alimentando sorgenti e falde di pianura. E' un percorso pensato soprattutto per i bambini e i ragazzi, dove la scoperta e l'acquisizione delle conoscenze passa attraverso l'intervento manuale mediante macchinari, strumenti e modelli tridimensionali azionati dagli stessi visitatori. Abbinato al Museo-laboratorio vi è il centro di documentazione, il quale combina l'esposizione di testi antichi e di documenti topografici, tutti legati al tema dell'esplorazione delle grotte nell'Appennino umbro marchigiano, a cominciare dai secoli scorsi fino alle più recenti esplorazioni. Grotta di Monte Cucco Complesso sotterraneo profondo 923 metri ed esteso per 30 Km circa, che costituisce, oltre alla sua incredibile bellezza, una palestra naturale per gli appassionati di speleologia. L'accesso principale della grotta si trova nel versante nord-orientale del monte da dove, superato un pozzo profondo 27 metri, si raggiungono i vari saloni ai quali è stato assegnato un nome a seconda dell'immagine che visivamente evocano, con le loro formazioni stalattitiche e stalagmitiche. Da queste sale inoltre partono una serie di cunicoli, corridoi, profondi pozzi, immense gallerie percorse da fiumi sotterranei e depositi di minerali. L' origine del complesso delle grotte è dovuta all'azione delle acque sulla roccia calcarea inziata migliaia di anni fa. Tra queste vi è la "Galleria delle Ossa", terminante in una grande sala, deposito di ossa di antichissimi animali.

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