“Greenreport soc.coop.” "Rassegne stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibili" Il Tirreno, Cronaca di Livorno Le Reazioni GIOVANNI PARDINI (CISL) Esprimo cordoglio e solidarietà alle famiglie colpite da un così grave lutto. La Cisl dice "basta" a quanto sta avvenendo nel territorio livornese. Non vogliamo addentrarci in un una mera analisi statistica, il nostro pensiero è rivolto principalmente alla perdita di vite umane, ma in questo inizio di 2018 si sono già registrate tre morti, a fronte delle due registrate nei primi cinque mesi dell'anno precedente, un trend pericoloso ed inaccettabile. Lo vogliamo respingere con tutte le nostre forze, così come l'automatismo secondo il quale ad una ripresa dell'occupazione, o delle ore lavorate, corrisponda un aumento del rischio per i lavoratori. Bisogna assolutamente evitare il ritorno ai primi anni 2000, quando furono purtroppo registrate troppe morti bianche nel nostro territorio. Occorre assolutamente rivitalizzare il tavolo regionale sulla sicurezza, concentrandosi sui lavori ad alto rischio, a partire dalle lavorazioni legate ai silos, perché in quest'ambito si stanno verificando troppi incidenti, anche a livello nazionale. POTERE AL POPOLO E' immediatamente necessaria la convocazione da parte dell'Autorità Portuale di un tavolo che si occupi di effettuare una ricognizione dello stato di sicurezza del porto e degli impianti industriali: oltre alle istituzioni, agli organi competenti e alle organizzazioni datoriali, è opportuno siano presenti anche i lavoratori, sia nelle figure dei rappresentanti per la sicurezza, che nelle loro rappresentanze sindacali elette. Tanti sono i discorsi di circostanza che abbiamo sentito dopo gli incidenti mortali avvenuti nel nostro porto a Dasonor e Francesco nel 2010, Angelo e Elson nel 2011, Priscillano e Gabriele nel 2015 e Mauro l'anno successivo. Niente è stato fatto per provvedere a una reale messa in sicurezza degli impianti. Mentre continuano, invece, i tripli turni degli autisti, la minor specializzazione dovuta alla discesa a terra degli armatori, il lavoro a chiamata spezzato, gli straordinari e il lavoro nero. Autorità Portuale, Capitaneria, Asl e Direzione territoriale del lavoro devono togliersi le bende dagli occhi. Devono essere garantiti maggiori finanziamenti e poteri alle Rls in tutti i luoghi di lavoro, a scapito degli enti bilaterali tra imprese e sindacati. Devono essere installati dispositivi adeguati, che garantiscano l'incolumità del lavoratore e impediscano il cosiddetto errore umano, che troppe volte abbiamo sentito utilizzare per scaricare la responsabilità sul lavoratore. Se un errore umano può mettere a rischio la vita del lavoratore vuol dire che "il sistema sicurezza" di quell'azienda non ha funzionato, o si è dimostrato colpevolmente carente o, peggio, non è stato fatto rispettare. Rete Civica contro la Nuova Normalità della Guerra Solo attraverso un reale sforzo collaborativo di tutti i soggetti coinvolti, sarà possibile dare risposte soddisfacenti ai problemi che la morte di Mazzoni e Viola, hanno posto in modo così drammatico all'attenzione della città. Per questo siamo convinti che ogni intervento volto a illuminare a vari livelli le tante criticità del nostro sistema produttivo debba essere vagliato e discusso apertamente. Un esempio ci è offerto da "Il Tirreno" - al quale va il nostro plauso - che oltre a dare giustamente spazio ai sentimenti e alle emozioni suscitate dalla tragedia, mostra come l'area interessata dall'esplosione sia costellata di "stabilimenti a rischio di incidente rilevante" in una concentrazione con pochi eguali su tutto il territorio nazionale. Sempre "Il Tirreno" ci offre inoltre una cronologia agghiacciante dei morti sul lavoro avvenuti nei pressi del porto di Livorno negli ultimi trenta anni - alla quale riteniamo doveroso aggiungere le 140 vittime del Moby Prince - ricordandoci che l'idea di un'apocalisse di fuoco non sia così peregrina. Già nel 1987 tre operai morirono arsi vivi durante l'esplosione dell'Italso: prima di morire riuscirono a chiudere le valvole dei depositi di esano salvando la nostra amata città. Livorno si trova a pochi chilometri dal più grande deposito di armi e munizioni d'Europa sul quale nessuna istituzione locale o nazionale ha alcun controllo: Camp Darby. Tutto questo materiale non solo è stoccato nelle vicinanze dell'area in cui è avvenuta l'esplosione del 28 marzo, ma da circa un anno tale materiale transita da e per il porto di Livorno con una frequenza mai vista prima, come testimonia lo scalo mensile delle navi Indipendence II, Liberty Passion, Liberty Peace, Liberty Promise e Liberty Pride coinvolte dal Dipartimento della difesa Usa in un programma per il trasporto di materiale bellico sui teatri operativi delle forze armate statunitensi. Sandro Simoncini (Sogeea, esperto sicurezza) Ci siamo ormai assuefatti a contare le vittime e a snocciolare dati senza coglierne la drammaticità: in Italia si verificano almeno 1.000 morti all'anno, con un tasso spaventoso di 2,6 decessi ogni 100.000 lavoratori. La crisi economica ha sicuramente contribuito ad abbassare la guardia. Il sistema, almeno fino ad oggi, non ha tratto alcun beneficio dalla creazione dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, nato più di un anno fa per armonizzare le attività di tutti i soggetti incaricati di azioni di controllo. Non essendo stato predisposto un piano finanziario ad hoc, il nuovo soggetto ha finito per drenare risorse destinate all'Inps e all'Inail, pregiudicandone l'operatività. Molte sigle sindacali hanno più volte denunciato un calo sostanziale nel corso degli ultimi anni sia del numero degli addetti alle “Greenreport – quotidiano per un’economia ecologica” Via Martin Luther King, 21 - 57128 Livorno P.Iva 01884590496 e-mail [email protected] www.greenreport.it “Greenreport soc.coop.” verifiche sul fronte della sicurezza sia della quantità di ispezioni effettuate. L'agenzia unica nazionale, tra l'altro, sconta anche un sistema molto meno collaudato rispetto a quello degli enti che ad essa fanno capo e ha contribuito a un appesantimento burocratico delle procedure. In Italia abbiamo una legislazione di alto profilo sul fronte della sicurezza, ma senza adeguati strumenti operativi e uno scatto culturale non si riusciranno ad ottenere risultati significativi nel breve-medio periodo. SINISTRA ITALIANA Abbiamo condiviso la scelta di Cgil Cisl e Uil di indire 8 ore di sciopero e abbiamo aderito alla fiaccolata. Crediamo convintamente che tutta la città debba essere unita in questo momento così difficile, piangere i morti e pretendere un'indagine approfondita è essenziale così come la presa di coscienza dei rischi connessi alle attività interne al Porto di Livorno. Pertanto auspichiamo che la manifestazione non resti circoscritta ad un atto di solidarietà momentaneo, ma dia corpo ad una riflessione collettiva sul destino dell'area portuale che comprenda la sicurezza come obiettivo principale da rispettare, per i lavoratori e per la città intera. ALBERTO CARRARESI (CONFCOMMERCIO) Ci uniamo al coro di cordoglio sulle due morti sul lavoro. Stavamo preparando un comunicato sui consumi della Pasqua a Livorno e provincia, perché è di questo che Confcommercio si occupa: economia, commercio, turismo, servizi. In questo momento di tragedia ci sembra però più opportuno tralasciare ogni riferimento alla festività e stringerci nel lutto cittadino attorno alle famiglie di Lorenzo e di Nunzio, ai loro amici, ai colleghi, per la irreparabile perdita. Oltre a ribadire il nostro impegno per la sicurezza sui luoghi di lavoro quale elemento fondante delle nostre imprese. ANPI La morte dei due lavoratori al porto industriale ci lascia sgomenti. Non si può andare a lavorare la mattina con il rischio di non tornare a casa la sera. Siamo vicini alle famiglie di Nunzio Viola e Lorenzo Mazzoni, aderiamo alla giornata di lutto nel giorno dei funerali e alla fiaccolata indetta da Cgil Cisl Uil. Ma ci sembra incredibile che dopo anni e anni di battaglie sindacali per avere tutte le garanzie di sicurezza sui luoghi di lavoro, siamo ancora qui a piangere due operai morti in una situazione che gli stessi inquirenti non sanno ancora spiegare. Ed è davvero inquietante sapere che il comitato sicurezza non sia mai stato convocato dall'Autorità portuale. Ci chiediamo allora quanti passi indietro siano stati fatti in questi anni sulla sicurezza dei lavoratori. Ci chiediamo quante garanzie sono venute meno con la scusa di questi lunghi anni di crisi economica che non sono certo finiti. E chiediamo più sicurezza. Chiediamo più garanzie per i lavoratori. Perché l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Lo dice l'articolo 1 della Costituzione. E i partigiani hanno combattuto anche per questo. Ma non c'è mai lavoro senza sicurezza. UNIONE SINDACALE DI BASE Abbiamo aderito allo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil e alla fiaccolata per denunciare l'ennesima strage su un luogo di lavoro. I morti sul lavoro nel 2018 sono più di 120. Una strage continua dovuta al non rispetto delle norme di sicurezza e ad un mondo del lavoro basato su precarietà ricatto e sfruttamento. Negli ultimi 10 anni nel porto di Livorno sono stati già 5 gli incidenti mortali. Chiediamo a tutte le istituzioni di fare immediatamente il punto sullo stato di sicurezza degli impianti industriali del porto. Denunciamo l'episodio gravissimo avvenuto su alcune banchine del porto a proposito di minacce verso gli operai che avrebbero voluto immediatamente fermarsi in sciopero in solidarietà ai due colleghi deceduti. Un atto vergognoso che mette il profitto davanti alle vite di due lavoratori che stasera non torneranno dalle loro famiglie. FEDERAZIONE ANARCHICA Il deposito costiero Neri, impianto di cui si prospetta un ulteriore ampliamento, è composto di numerosi serbatoi, soggetti a frequenti cambi dei prodotti stoccati e questi cambiamenti comportano una serie di manovre ad alto rischio perché i prodotti sono altamente infiammabili, esplosivi, etc. Questo deposito è in una zona dove ci sono altre attività industriali ad alto rischio, vicino a una raffineria e in una zona di passaggio anche per chi si reca al mare. E' in ballo la sicurezza di un'intera area della città.
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