3.7.3 - Caratterizzazione Dei Materiali Costituenti Le Strutture Verticali Dell’Edilizia Corrente in Muratura

3.7.3 - Caratterizzazione Dei Materiali Costituenti Le Strutture Verticali Dell’Edilizia Corrente in Muratura

REGIONE SICILIA 3.7.3 - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI COSTITUENTI LE STRUTTURE VERTICALI DELL’EDILIZIA CORRENTE IN MURATURA Ing. Antonio Caruso Genio Civile di Siracusa Ing. Chiarina Corallo Genio Civile di Ragusa Dott. Emanuele Lo Giudice GNDT - Catania Ing. Leonardo Santoro Tutor regionale, Genio Civile di Messina 3.7.3.1 - Premessa Dalla elaborazione dei risultati inerenti al censimento dell’edilizia corrente nelle quattro province della Sicilia orientale, si evince in particolare che in tutti gli ambiti territoriali analizzati sono state riscontrate tipologie di edifici in muratura ricorrenti e contemporaneamente caratterizzate da un alto valore dell’indice di vulnerabilità. Si ritiene utile approfondire le caratteristiche costitutive dei materiali utilizzati per la realizzazione delle strutture in elevazione di tali tipologie di edifici in quanto, da tale caratterizzazione, possono scaturire gli indirizzi utili alla esecuzione degli interventi di messa in sicurezza più appropriati. In particolare negli ambiti territoriali analizzati si sono individuate aree omogenee sia per natura litologica che per tessitura ed orditura del tessuto murario. Nel seguito viene riportata a scala di comprensorio provinciale la caratterizzazione litologica e tipologica dei materiali lapidei naturali ed artificiali rilevati come ricorrenti nel campione di edilizia corrente analizzato. Provincia di Messina In provincia di Messina si evidenzia la presenza frequente di mattoni pieni utilizzati per la realizzazione delle strutture verticali degli edifici in muratura. Non si evidenziano ambiti territoriali in cui il mattone costituisca l’unico materiale lapideo utilizzato tranne che nel Comune di Messina e nei centri minori della fascia marittima del versante tirrenico della provincia, (Comuni di Spadafora, Venetico, Villafranca Tirrena, Rometta, Torregrotta). Come sopra detto, comunque, la presenza del mattone pieno si riscontra sempre, anche se in percentuale ridotta, in tutto il comprensorio della provincia. Il mattone pieno è inoltre in tutta la provincia il materiale prevalente, utilizzato di frequente assieme a cocci di tegole per la realizzazione di listature, ringrossi, ammorsature d’angolo, cerchiature e modanature, rattoppi di murature degradate, diatoni, ecc., in edifici in cui il materiale lapideo prevalentemente utilizzato è invece di origine naturale. Per quanto attiene invece alla natura litoide dei blocchi di pietra naturale utilizzata correntemente nell’edilizia privata si evidenzia una grandissima varietà di materiali, causata dalla particolare conformazione del territorio della provincia che presenta affioramenti di caratteristiche e peculiarità estremamente variegate. Pertanto, l’unico dato comune è quello di ritrovare decine di tipi lapidei provenienti o da cave locali o, in forma di ciottoli, dagli alvei dei torrenti, per la realizzazione di una 475 CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI consistente percentuale degli edifici in muratura. Quella che cambia zona per zona, ed in base alla ricchezza del manufatto, è la regola dell’arte per la posa in opera e per la tessitura dell’apparecchio murario. Infine il dato comune è quello di prediligere comunque le formazioni lapidee più consistenti in forma di blocchi semisquadrati o i mattoni pieni per la realizzazione degli stipiti d’angolo e per le ammorsature dei muri ortogonali. Nell’ambito del campione dei Comuni oggetto del rilevamento in provincia di Messina possono, con le premesse sin qui esposte, evidenziarsi una serie di subaree dalle caratteristiche peculiari. Tra queste vi è: L’area Peloritana la cui formazione geologica di base fa riferimento all’unità dell’Aspromonte ed all’unità di Mandanici ed in cui sono stati individuati i Comuni di Alì Terme, Scaletta Zanclea (I cat. sismica), Pagliara, S.Teresa di Riva, caratterizzati da un’edilizia estremamente vulnerabile realizzata utilizzando blocchi lapidei o ciottoli di gneiss, scisti e filladi, non sempre ben ammorsati in una matrice di malta ottenuta dal detrito di tali formazioni e come tale particolarmente degradata. A tale caratteristica si aggiunga il fatto che trattasi, vista l’orografia dei luoghi, di edifici spesso realizzati su più livelli di fondazione e costituiti da più di 2-3 piani. L’area del fiume Alcantara dove sono stati individuati i Comuni di Francavilla di Sicilia, Gaggi, Graniti, Motta Camastra, Taormina, Giardini Naxos, dove prevalente è l’uso delle arenarie locali, delle lave sul versante catanese del fiume Alcantara delle calcareniti e dei calcari. Tale varietà di materiali consente un uso diversificato della pietra con la quale, a seconda delle tipologie edilizie, si realizzano murature semisquadrate o sbozzate, ma più spesso in forma di ciottoli fluviali, ben ammorsati in malte, anch’esse basate su inerti ricavati dal detrito delle formazioni di base, che evidenziano caratteristiche di resistenza migliori delle precedenti. L’area del golfo di Patti in cui ricadono i comuni di S. Piero Patti, Novara di Sicilia, Barcellona, Furnari, Librizzi. In tale area risulta riassunta la vasta casistica litologica presente in provincia di Messina; infatti varie sono le formazioni di base presenti. Tra queste le due suddette unità geologiche dell’Aspromonte e di Mandanici, l’unità Antisicilide, sino all’unità di S. Marco d’Alunzio. I materiali prevalentemente utilizzati nell’edilizia sono le calcareniti di Floresta, la componente arenaria del Flysh di Capo D’Orlando, le dolomie ed i calcari dell’unità di Novara di Sicilia. Tali materiali estratti da cave locali venivano sbozzati o squadrati per la realizzazione degli edifici di maggior pregio dai 2 piani fuori terra sino a picchi di 5-6 piani fuori terra. Negli edifici di minore pregio, tali blocchi venivano attinti in forma di ciottoli o in forma di materiale grossolanamente sbozzato, dall’alveo delle fiumare. Le murature realizzate risultano essere costituite in genere da unico paramento in cui veniva utilizzata malta di calce con funzioni in genere di allettamento. Elemento tipico è l’utilizzo dei mattoni o di blocchi squadrati per le modanature e gli ammorsamenti d’angolo. Nel seguito si riportano i Comuni costitutivi il campione rappresentativo della provincia 476 REGIONE SICILIA con a fianco la tipologia litologica dei blocchi lapidei naturali o artificiali più ricorrentemente riscontrati. Foto 1 Materiale lapideo prevalente Comune Blocchi artificiali Blocchi naturali FURNARI Mattoni pieni Calcareniti LIBRIZZI Mattoni pieni Arenarie NOVARA DI SICILIA Calcari e calcareniti a briozoi S.PIERO PATTI Arenarie BARCELLONA P.G. Mattoni pieni Calcareniti ALI’ TERME Mattoni pieni Filladi SCALETTA ZANCLEA Mattoni pieni Filladi FRANCAVILLA DI SICILIA Arenarie, Lave GAGGI Arenarie, Lave GIARDINI NAXOS Mattoni pieni Calcareniti GRANITI Arenarie MOTTA CAMASTRA Arenarie PAGLIARA Ciottoli di gneiss e scisti, Filladi S.TERESA DI RIVA Mattoni pieni Filladi TAORMINA Calcari e calcari metamorfici 477 CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI Provincia di Catania Nella provincia di Catania si riscontra solo occasionalmente l’utilizzo del mattone per la realizzazione delle strutture verticali di edifici in muratura. Anche qui infatti l’intero patrimonio edilizio degli edifici in muratura è caratterizzato dall’uso delle pietra locale mentre il mattone pieno viene utilizzato per la realizzazione di ricorsi, listature, stipiti. In particolare, nell’ambito del campione dei comuni analizzati si distinguono una serie di Comuni appartenenti all’area Etnea e centri che da questa si discostano anche per tipologie di materiali utilizzati, quali Caltagirone, in cui prevale la muratura sia a sacco che a blocchi in calcarenite da taglio o arenarie provenienti da cave locali (Pietra di Balatazze e di Marfisa) ed appartenenti ad una formazione Pleistocenica (Quaternario inferiore) simile per costituzione e per periodo geologico alla formazione di Lentini. Altro centro analizzato è Raddusa, caratterizzato dall’uso di blocchi arenaci della formazione pleistocenica di Lentini e dall’uso, nell’edilizia più povera rurale, di gessi. Nella chiesa Madre si ritrovano infine materiali pregiati verosimilmente provenienti dalla formazione del vicino Castel di Judica (Calcare ad alobie del Trias). Tornando all’area etnea, questa è caratterizzata dall’uso prevalente di pietra lavica per la struttura muraria e calcareniti della formazione “climiti” per gli elementi ornamentali. La pietra lavica più pregiata “occhio di pernice” era utilizzata correntemente negli edifici di pregio mentre nell’edilizia corrente più povera soltanto per stipiti, architravi, poggioli dei balconi. Infine in tempi più recenti, come sopra accennato, la costosa pietra lavica è stata sostituita per gli stipiti, dai mattoni pieni. In genere la tipologia muraria è caratterizzata da un unico paramento o da due paramenti ben ammorsati con angolate regolari e composte da una apparecchiatura orizzontale di conci squadrati a spigoli non finiti di grandi dimensioni (40-65 cm) o blocchi più piccoli e poco sbozzati, completata in quest’ultimo caso da zeppe in cocci o scaglie di lava. La muratura è spesso listata con ricorsi semplici o doppi in mattoni pieni e talvolta a faccia vista nei prospetti secondari. Foto 2 478 REGIONE SICILIA Infine, nelle costruzioni più povere, sia all’interno dei centri storici che ai margini del centro urbano e soprattutto nell’edilizia sparsa rurale è presente una struttura muraria di qualità inferiore caratterizzata dalla presenza di poca malta o anche a secco, con una apparecchiatura orizzontale

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