VOLUME 3a I classici • Giovanni Pascoli Il secondo Ottocento Sintesi svolta GIovannI pascoLI PERCHÉ PASCOLI quindi a Massa e infine a Livorno. Nel 1892 vinse per la prima volta il prestigioso premio internazionale di È UN CLASSICO? composizione poetica in lingua latina indetto dalla Re- gia accademia di Amsterdam; passato alla carriera 1. Perché è il maggiore rappresentante italiano della accademica, insegnò prima a Bologna, poi a Messina, poesia simbolista. quindi a Pisa. Nel 1905 fu infine chiamato dall’univer- 2. Perché come nessun altro ha saputo cogliere e far sità di Bologna a succedere a Giosue Carducci nella percepire il mistero della vita. cattedra di letteratura italiana. L’ossessione di rico- 3. Perché la sua ispirazione poetica è stata sorretta da stituire il nucleo familiare lo spinse a riunire attorno una sensibilità sottile, capace di leggere le voci del- a sé le sorelle Ida e Maria (detta Mariù) rinunciando a la natura come un libro segreto, dove sono riposte le sposarsi; visse pertanto il matrimonio di Ida come un grandi verità dell’esistenza umana. tradimento. Nel 1895 a Castelvecchio di Barga (Luc- 4. poeta evocativo e visionario Perché, , ha saputo ca) prese in affitto una casa che in seguito acquistò, guardare al di là della superficie del mondo fisico per facendone il suo nido definitivo assieme alla sorella afferrare l’essenza delle cose. Mariù. In questi anni travagliati nacquero le raccolte 5. Perché il suo occhio penetrante, guardando gli og- poetiche più celebri: Myricae, Poemetti, Canti di Ca- getti più umili con lo stupore incantato di un fanciullo, stelvecchio, Poemi conviviali. raggiunge sempre verità eterne e universali. Gli ultimi anni Assunto il ruolo di poeta ufficiale impegnato a cele- LA VITA [1855-1912] brare la patria, pubblicò le raccolte Odi e inni, Poemi italici, Poemi del Risorgimento, Canzoni di Re Enzio. Infanzia e giovinezza Nel 1911 tenne un discorso pubblico (La grande pro- Giovanni Pascoli nacque nel 1855 a San Mauro di letaria s’è mossa) celebrando la guerra coloniale di Romagna (Forlì), quarto di dieci figli. Il padre am- Libia. Morì di cancro nel 1912, dopo avere vinto per la ministrava una tenuta agricola e Giovanni crebbe in tredicesima volta il premio dell’Accademia olandese. campagna, in una famiglia patriarcale e agiata. A otto anni entrò nel collegio dei padri scolopi a Urbino, dove frequentava la prima liceo quando, nel 1867, il padre venne assassinato in circostanze misteriose; fu un LE COSTANTI LETTERARIE delitto destinato a rimanere impunito e che sconvol- Pascoli fu uomo dai molteplici interessi e poeta assai se il sereno nido familiare: la madre morì l’anno se- versatile, eppure tutti i suoi testi hanno un’impronta guente e il fratello maggiore Giacomo si trasferì con il inconfondibilmente unitaria. resto della famiglia a Rimini. Giovanni riuscì a termi- nare il liceo e, grazie a una borsa di studio, a iscriver- La morte del padre si a Bologna alla facoltà di lettere. Partecipò alla vita La morte del padre è l’episodio che ha segnato la vita culturale bolognese e venne a contatto con i circoli di Pascoli e sta alla base della sua vocazione poetica. socialisti, sposando la causa della giustizia sociale; L’ elaborazione del lutto conferisce una nota domi- la partecipazione a una manifestazione di protesta lo nante a tutta la sua produzione. L’evento traumatico, privò della borsa di studio e Pascoli dovette abbando- spezzando la sua vita in un “prima” spensierato e in nare gli studi. Intensificò il suo attivismo politico dopo un “poi” drammatico, ha generato in lui un meccani- aver conosciuto l’anarchico Andrea Costa; si impegnò smo regressivo che attira il suo immaginario poetico nella propaganda in favore della Prima internazionale verso quel “prima” rivissuto come un tempo edenico. e conobbe la prigione. Scarcerato, abbandonò la po- litica attiva temperando i suoi ideali in un umanita- La regressione rismo interclassista di stampo contadino, contrario Tale regressione, che si manifesta nel simbolo ricor- allo scontro sociale e venato di sensibilità evangelica. rente del «nido» (luogo al riparo dalle insidie del mon- Ripresi gli studi, nel 1882 si laureò con una tesi sul do sotto la protezione degli affetti familiari), prende poeta greco Alceo. tre diverse direzioni: 1. una regressione anagrafica (la fanciullezza, stagione dell’innocenza, della fantasia e Gli anni della maturità della spontaneità, come alternativa al mondo adulto Dedicatosi all’insegnamento del latino e del greco dominato dal calcolo, dall’egoismo, dall’insensibilità); nelle scuole superiori, fu assegnato prima a Matera, 2. una regressione sociale (il mondo arcaico e armo- G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta letteraturait Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori 1 Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A. sint_pascoli.indd 1 05/06/14 10:55 VOLUME 3a I classici • Giovanni Pascoli Il secondo Ottocento Sintesi svolta nico della campagna, regolato dalle eterne leggi di strutture mentali, ma le elegge a maestre, osservan- natura, come alternativa all’universo alienante della dole con la meraviglia di chi vede per la prima volta; modernità tecnologica e cittadina); 3. una regressione il nuovo, infatti, non si inventa (si inventa ciò che non storico-culturale (il mondo classico, ai primordi della esiste), ma si scopre. Per conoscere il fanciullino sfo- civiltà occidentale, come alternativa alla cultura bor- glia il libro aperto della natura, di cui bisogna saper ghese contemporanea). decifrare l’alfabeto: nel libro della natura è infatti già scritta la verità. Il linguaggio: onomatopea e fonosimbolismo LE OPERE La natura, oltre che una foresta di simboli, è per Pa- scoli un’orchestra di suoni; la natura ci parla, ma solo Il fanciullino [1897-1903] il fanciullino è in grado di comprenderne la lingua. Tradotte in parole, le voci della natura diventano ono- Un autore sincronico matopee, il cui scopo tuttavia non è una resa realisti- Pascoli fu autore sincronico: portava cioè avanti più ca: a Pascoli interessa decrittare il messaggio in esse opere contemporaneamente, sicché la sua produzio- implicito, rendere comprensibili le verità che esse ne può essere ricondotta a una medesima poetica, oscuramente affermano; si tratta di un «linguaggio che egli stesso ha illustrato nella prosa del Fanciulli- pre-grammaticale» (Contini). Oltre all’onomatopea no. L’opera ebbe una lunga gestazione: uscita in ante- Pascoli utilizza molte figure di suono (allitterazioni, prima parziale nel 1897 (con il titolo Pensieri sull’arte assonanze) e mediante un uso peculiare di metro e poetica), solo nel 1903 fu pubblicata in forma integrale fonosimbolico (in 20 capitoli), anche se non definitiva (Pascoli pensa- rima costruisce un linguaggio . va a ulteriori ampliamenti). Il fanciullino come nuovo adamo Il fanciullino e il poeta Pascoli definisce il fanciullino come «l’Adamo che La riflessione di Pascoli ruota tutta attorno alla fi- mette il nome a tutto ciò che vede e sente»; dare un gura cardine del «fanciullo eterno», la parte infanti- nome alle cose significa dare un nome alle verità in le dell’uomo che ha un approccio conoscitivo con la esse celate; ma l’atto poetico del nominare è un atto realtà basato sull’intuizione e la spontaneità. Il fan- di conoscenza, in quanto dare un nome significa rico- ciullino riassume la nostra essenza in un tratto della noscere un senso. nostra esistenza, ma il formarsi in noi di un io adulto Le verità scoperte dalla poesia simbolista sono di or- non comporta la sua scomparsa: pur messo a tace- dine ontologico, riguardano cioè l’essere in sé; esisto- re, il fanciullino rimane parte integrante della nostra no dunque indipendentemente dall’uomo (e dal fan- personalità, quella che ci consente di stupirci e di so- ciullino che le scopre). Come non si può modificare gnare. il senso ontologico delle cose, così l’atto di chiamarle Pur albergando nel cuore di ciascuno, chi lo ascol- per nome – cioè di dichiarare la verità riguardo al loro ta più volentieri è il poeta, simile in questo a Omero, essere – non ammette arbitri. Perciò Pascoli quando il poeta cieco che si fa guidare per mano proprio da deve designare un oggetto sceglie di usare non un un fanciullo. Il fanciullino è dunque l’anima poetica nome generico ma il nome proprio (Contini parla di dell’uomo. Riprendendo la celebre definzione dante- «linguaggio post-grammaticale» in relazione ai nu- sca, Pascoli considera poeta chi accetta di scrivere ciò merosi termini tecnici anche derivati dal dialetto o dal che il fanciullino gli «detta dentro». lessico contadino presenti nella poesia pascoliana): questo non in ossequio a uno scrupolo scientifico di La visione poetica del mondo classificazione, ma per religioso rispetto della verità Il fanciullino per Pascoli designa la sfera irrazionale, della cosa, di cui il nome proprio è garante. Al nuovo dominata da fantasie ed emozioni: la visione poetica Adamo spetta dunque il compito di introdurre per la del mondo è diversa da quella elaborata dalla ragione prima volta in poesia quei termini, anche tecnici, so- o dalla scienza. Il poeta è un «veggente» il cui sguar- vente poco diffusi anche nella lingua comune. do non considera l’utilità pratica o l’impatto sociale di oggetti e fenomeni, ma «ci trasporta nell’abisso della L’analogia verità» celato spesso nelle cose più umili. La cono- Lo sguardo del fanciullino non si ferma però mai alla scenza poetica è dunque una conoscenza metafisi- singola cosa: ogni oggetto è parte di un tutto ed egli sa ca che avviene per via immediata e intuitiva; il poeta scoprire «le somiglianze e relazioni più ingegnose». possiede una facoltà divinatoria grazie alla quale può A esprimere queste relazioni è deputata l’analogia, vedere la rete di somiglianze e relazioni fra le cose figura che mette in relazione gli aspetti comuni fra che sfugge all’approccio analitico della ragione e della le cose, in particolare nella forma della sineddoche: scienza.
Details
-
File Typepdf
-
Upload Time-
-
Content LanguagesEnglish
-
Upload UserAnonymous/Not logged-in
-
File Pages5 Page
-
File Size-