
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO 2) Codice di accreditamento: R01-NZ00346 3) Albo e classe di iscrizione: Regione Piemonte Prima classe CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Passeggiate in collina 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: D Patrimonio Artistico e Culturale Area: D3 Valorizzazione storie e culture locali 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Il Servizio Civile e la CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO La legge 64/2001 ha permesso alla Provincia di Torino, ora Città Metropolitana di Torino, di dare valore progettuale al bisogno di un inserimento di nuove e giovani risorse all’interno degli enti locali e del no-profit, attraverso la forma del “Servizio Civile Nazionale ”. A tal fine la Provincia di Torino sin dal 2004 si è accreditata come Ente di prima classe per: a) promuovere e favorire lo sviluppo delle Politiche giovanili sul territorio , sostenendo gli Enti in accordo di partenariato nella gestione dei progetti di servizio civile; b) definire una strategia di Servizio Civile degli Enti comune e condivisa, che sapesse progettare servizi utili ai giovani e al territorio, e realizzasse criteri omogenei di qualità e strumenti efficaci di controllo e monitoraggio dell’attività; c) far convergere sull’attività le migliori Risorse umane disponibili quali selettori, formatori e progettisti senza che l’intero staff di progetto dovesse essere a carico del singolo ente. In un’ottica di promozione del sistema Servizio Civile e di creazione di sinergie significative con altri territori regionali la Provincia di Torino, ora Città Metropolitana di Torino, ha siglato accordi con Enti delle province di Biella e di Alessandria. La figura del Responsabile Locale di Ente Accreditato (RLEA) nel processo di valutazione: Ogni RLEA rappresenta l’interfaccia per i volontari e per questo ha il compito di contestualizzare 1 il servizio di ciascun volontario, facendo emergere cioè quali siano i compiti del volontario, il ruolo all’interno del progetto, le mansioni richieste. Questo esercizio aiuta il volontario a porsi in un contesto definito, chiarendo e differenziando le proprie attese e aspirazioni da ciò che è effettivamente chiamato a fare. Il sistema di coordinamento e supporto agli RLEA è stato accreditato con il Sistema di Monitoraggio e Valutazione nel 2009 e confermato nel 2013. Tale sistema è stato codificato basandosi sulla positiva esperienza del Sistema di Tutoraggio, applicata fino al bando straordinario di Aprile 2010. Il sistema di coordinamento degli RLEA è stato sperimentato con successo nei progetti dei bandi dal 2010 al 2017. Descrizione e dati del contesto territoriale Lessolo viene citato per la prima volta in un documento del 1044. Nella zona, però, sono stati rinvenuti indizi che fanno pensare alla presenza di insediamenti salassi, romani e poi longobardi. Il centro abitato sorge sulle pendici di un rilievo originato dalla frana staccatasi anticamente dalla collina morenica. La morena di Brosso sovrastante il paese è la prima morena del versante destro dell'Anfiteatro Morenico d'Ivrea, alle falde della Cima Cavallaria, omologa della Serra d'Ivrea sul versante opposto Il comune risale all’anno Mille e su di esso esercitarono possesso prima i vescovi eporediesi, poi alcune famiglie nobili come i conti di Castellamonte e i San Martino di Baldissero. L’influenza di queste casate si riscontra tuttora nelle architetture del luogo: numerose abitazioni signorili recano portali in pietra, stemmi e blasoni d’antico lignaggio. Il Castello, ancora abitato e di proprietà dei Cagnis, è situato su un’altura e conta due torri massicce, una quadrata e l’altra cilindrica. Questo è stato ricostruito sulla riva opposta del torrente Riò dopo la distruzione del precedente da parte dei tuchini nel 1386. In questo anno scoppia nelle Valli del Canavese la rivolta dei Tuchini , che ebbe proprio nell'attuale Val Chiusella uno dei suoi centri. Il movimento popolare, durato circa 4 anni, aveva come obiettivo la limitazione dei poteri della nobiltà locale, ed ebbe momenti di grande vitalità specie nelle valli Orco, Soana e Chiusella. Durante la sommossa furono distrutti o danneggiati un grande numero di castelli, tra cui quello di Lessolo. La parrocchia è dedicata a San Giorgio Martire e fu istituita nel 1305. Fu eretta in posizione dominante l'abitato tra il ‘500 e il ‘600 vicino ad altre piccole cappelle preesistenti. Alla fine del Seicento e all’inizio del Settecento vennero eseguiti lavori strutturali di completamento e abbellimento, che portarono alla costruzione del campanile, della sacrestia e del portico. Nel periodo successivo il comune andò incontro ad una notevole espansione urbanistica, perfezionando il palazzo municipale e la ristrutturazione della Cappella di San Rocco. Nei primi anni dell'ottocento, quando il Piemonte era sotto il dominio francese, il governo Napoleonico fece costruire una strada mulattiera tra Lessolo e Vico allo scopo di migliorare la viabilità ed il trasporto delle merci: minerali di ferro della miniera di Traversella, formaggi e latticini ai mercati di Ivrea e dintorni. Il tratto a monte del centro abitato di Lessolo, oggi denominato Strada Comunale della Costa, compreso tra l'ultima casa di Via Valle di Brosso ed il guado del torrente Riò ha pavimentazione e muretti laterali con grossi ciottoli di pietra a vista benché attualmente sepolti sotto una bassa vegetazione selvatica che lo rende impraticabile. Attraversato il guado il sentiero prosegue in direzione di Vico e passa accanto alle sorgenti delle storiche fontane di Lessolo dove si possono visitare i manufatti degli edifici raccoglitori e del serbatoio. Questo tratto è molto frequentato da ciclisti di mountain bike (anche stranieri!) ed è incluso nel percorso FIDAL della gara podistica Calea Brosso organizzata dalla Sportiva Caleese che fa il giro delle miniere. A valle del centro abitato di Lessolo il sentiero proseguiva fino all'abitato di Fiorano costeggiando la base del "Monte" accanto alle due cappelle votive del sito che fu adibito a Lazzaretto in occasione della peste del 1630. In questa zona sono stati rinvenuti reperti di insediamenti attribuibili all'età del bronzo: una pietra incisa con coppelle, e ad alcuni resti di un probabile forno 2 per la lavorazione di metalli. Nella stessa zona sono state pure rinvenuti frammenti di ceramica e mattoni di probabile età romana. Proseguendo poi da Fiorano e passando da Salerano e Banchette si raggiungeva Ivrea, in via Miniere appunto, chiamata così non per caso. La sede della attuale viabilità per Ivrea probabilmente non era praticabile perché l'area più bassa era paludosa e bonificata solo all'inizio del novecento. Dopo la caduta del governo napoleonico e la successiva restaurazione del regno sabaudo fu ricostituito, sotto il nome di "Genio Civile", il "Corp des Ponts et Chaussées" con l'incarico della realizzazione di nuove infrastrutture di collegamento a scala territoriale (ponti e strade) o nelle questioni delle acque, spesso mantenendo gli stessi personaggi e gli stessi compiti. Per Ivrea e tutto il Circondario fu un periodo molto fertile sotto il profilo architettonico in cui furono eretti il teatro e la maggior parte dei palazzi storici della città e fu costruita la ferrovia. In questo contesto anche Lessolo ha avuto le sue grandi opportunità. Ha beneficiato per la costruzione delle fontane di ingegneri ed architetti di alto livello che si sono occupati anche dell'innalzamento del palazzo comunale e della chiesa di San Rocco, della costruzione delle scuole comunali e della strada per Alice. Per la costruzione delle storiche fontane nella seconda metà dell’Ottocento furono realizzate, a monte del centro abitato, anche grandi opere di presa e di condotta d’acqua; il primo vero acquedotto comunale. Prima di allora nei documenti dell’archivio storico comunale sono citati diversi interventi più o meno fortunati per fornire l’acqua alla popolazione. In quel periodo ad Ivrea il vescovo Luigi Moreno volle costruire la nuova facciata della Cattedrale e per la realizzazione delle statue di ornamento l'ingegnere Giuseppe Melchioni reclutò un grande scultore, Giuseppe Argenti, novarese come lui. È ragionevole pensare che sia stata quella l'occasione di ottenere due statue per decorare le nostre fontane. Nel 2015, con il progetto FONTANE STORICHE A LESSOLO, queste fontane sono state restaurate ed istituito un evento annuale, LA PASSEGGIATA DELLE FONTANE, che coinvolgendo tutte le associazioni locali, ha visto una grande partecipazione sia di residenti che di turisti. Nella frazione Calea, sul territorio di Lessolo, si trova l'ingresso principale della miniera di Brosso, che ha origini probabilmente pre-romane. L’attività estrattiva e di lavorazione del materiale ferroso, protrattasi per tutto il Medio Evo, incontra una fase di accresciuto dinamismo a partire dalla fine del secolo XVIII e prosegue per tutto il secolo successivo, principalmente ad opera della famiglia Sclopis. L’attività estrattiva è stata interrotta negli anni ‘60. Nel XIX secolo a Lessolo esistevano alcune cave di calce carbonata e forni in cui cuocere il minerale: il materiale ottenuto era ideale per la produzione della malta necessaria a erigere vari edifici.
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