
ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE NOTARILE MODERNO TESTAMENTI SEGRETI PUBBLICATI 1571-1888 INVENTARIO a cura di Paola Conti supervisione di Giuseppe Biscione Firenze, 29.11.2004 INDICE AVVERTENZE PER LE RICHIESTE pag. 2 INTRODUZIONE pag. 3 INVENTARIO SOMMARIO pag. 6 INVENTARIO ANALITICO pag. 10 INDICE ALFABETICO pag. 130 1 AVVERTENZA PER LA RICHIESTA DEI DOCUMENTI FONDO: NOTARILE MODERNO SERIE: TESTAMENTI SEGRETI PUBBLICATI (1571-1888) Inventario valido per le richieste Per le richieste è necessario indicare il nome del fondo, della serie e il numero della filza; non è necessario scrivere il numero dell’inserto perché le filze sono legate. Il numero della filza compare: 1) Nell’inventario sommario nella prima colonna. 2) Nell’inventario analitico all’inizio di ogni sezione. 3) Nell’indice alfabetico nella penultima colonna. Pezzi mancanti: 44bis (anno 1868) ULTIMA REVISIONE: ottobre 2020 2 Premessa I “testamenti segreti pubblicati” del fondo Notarile moderno sono una serie particolare che comprende 57 filze legate, ordinate sulla base della data di pubblicazione dei testamenti stessi contenutivi, che vanno dal 1571 al 1888; di queste filze una è andata dispersa prima del versamento all’Archivio di Stato e, precisamente, quella relativa all’anno 1868. Questa serie si avvaleva fino ad ora, come unico strumento di consultazione, dei repertori alfabetici dei testatori, conservati per lo più all’inizio di ogni singola filza. Due soli sono i casi in cui questo non avviene: le filze n° 1 e n° 2 hanno un’unica continua numerazione dei fascicoli ed un solo repertorio comune, contenuto nella prima delle due; così le filze n° 20 e n° 21; tale sistema quindi è stato utilizzato al momento della costituzione del fondo e immediatamente dopo la fine del governo francese. Per l’elaborazione di questo indice è stato perciò necessario esaminare tutte le filze che compongono la serie, fascicolo per fascicolo, e i relativi repertori iniziali. Il testamento in scriptis, o segreto, o mistico è un tipo particolare di testamento che trova la sua origine nel codice di Giustiniano e del quale viene ripreso l’uso nel diritto intermedio. Il testamento nella tradizione può essere di due tipi: olografo, cioè scritto per mano dello stesso testatore, oppure rogato per atto di notaio; in quest’ultimo caso può essere pubblico o segreto1. Il testamento segreto costituisce una forma intermedia tra il testamento olografo e il testamento pubblico e ha il vantaggio, rispetto all’olografo, della maggior sicurezza, garantita dalle forme di consegna al notaio e dalla custodia da parte di costui; rispetto al testamento pubblico, della 1 Giustiniano (C, 6, 23): regola con la costituzione definitivamente il testamento privato scritto. Sono richiesti sette testimoni; può essere sia autografo, nel qual caso non deve essere sottoscritto dal testatore, che allografo, nel qual caso il testatore deve scrivere di suo pugno il nome e la quota (in lettere) dell’istituito e sottoscrivere; se non sa scrivere è necessario un ottavo testimone che operi per lui. Secondo il Codice Napoleonico ottocentesco ed il successivo Codice Civile Italiano il testamento segreto deve avere queste caratteristiche: può essere scritto dal testatore o da un terzo e deve portare la sottoscrizione del testatore. Il testatore che sappia leggere ma non scrivere o che, per qualche ragione, non abbia potuto apporre la sottoscrizione al momento della stesura delle sue disposizioni, deve dichiarare al notaio che riceve il testamento di averlo letto e aggiungere la causa che gli ha impedito di sottoscriverlo; di tutto ciò si fa menzione nell’atto di ricevimento. Il testamento, una volta chiuso in modo che non siano visibili le disposizioni in esso contenute, viene controfirmato e sigillato dai testimoni, di regola sette, otto solo se il testatore, pur sapendo leggere, non sa o non può scrivere (Code Civil des Français, artt. 976 e 977); due soli in Codice Civile, artt. 604 e 605. Per esempio il testamento di Carlo di Oddo Gaetani, filza 1, fascicolo 1, pubblicato il 19 gennaio 1571, fu scritto e sottoscritto da Don Orosio Soderi, monaco di Vallombrosa, alla presenza di sette testimoni: fu fatta quindi la ricognizione di tutti e otto i presenti all’atto. Quanto alla capacità di disporre con testamento segreto essa è limitata solo per coloro che non sanno o non possono leggere. 3 segretezza delle disposizioni, che restano ignote a tutti, compreso il notaio che lo riceve in consegna. Le parti che compongono il testamento segreto constano di due elementi distinti: la scheda testamentaria chiusa2, sottoscritta dal testatore medesimo e dai testimoni e, quindi, da tutti sigillata, e l’atto di ricevimento compilato dal notaio al momento della consegna e alla presenza del testatore e dei testimoni (detto anche “di conservazione”, “di sovrapposizione” o “soprascrizione”). L’originale dell’atto di ricevimento rimaneva inserito nei protocolli del notaio, mentre la copia di questo era allegata al testamento sigillato. Mancando l’atto di ricevimento il testamento non è giuridicamente perfetto e non può valere – avendone però i requisiti di legge – che come olografo. A partire dal 1571, con la creazione per volontà di Cosimo I3 del Pubblico Generale Archivio dei Contratti4, perché un testamento in scriptis avesse valore e le disposizioni in esso contenute potessero avere esecuzione, era necessario che lo stesso fosse pubblicato, cosa che veniva fatta dal Cancelliere dell’Archivio, dietro istanza degli interessati e per decreto dei Conservatori, oppure, qualora il testamento non fosse stato custodito in Archivio, ma ritrovato tra le carte del defunto, se aveva le caratteristiche legali del testamento olografo, poteva essere pubblicato da un notaio che poi provvedeva ad inviarlo in Archivio5. Il testamento originale ed in allegato l’atto di ricevimento, il certificato di morte6 e, inizialmente, anche la ricognizione dei testimoni7, fatta dall’Archivio medesimo, venivano allegati quindi al verbale di pubblicazione e formavano il fascicolo del testamento segreto, che poi veniva legato in filze ordinate cronologicamente sulla base della data di pubblicazione dei testamenti. Nel 1782 iniziarono nel Pubblico Archivio le operazioni di riordino e repertoriazione dei testamenti. 2 Il testamento è inserito normalmente all’interno di un involto ed è su questo che vengono poste le firme e i sigilli dei testimoni. 3 Provvisione del 14 dicembre 1569. 4 Sull’Archivio dei Contratti di Firenze, sulla sua struttura, il suo funzionamento e i suoi compiti si veda: A. PANELLA, Le origini dell’Archivio Notarile di Firenze, in “Archivio storico italiano”, XCII (1934), pagg. 57-92, ora in ID., Scritti archivistici, Roma 1955, pagg. 163-191; G. BISCIONE, Gli ordinamenti e gli strumenti di ricerca elaborati nel pubblico generale archivio dei contratti di Firenze alla fine del ‘700, in “Archivi per la storia”, anno VI (1993) n. 1-2, Firenze, Le Monnier, pagg.149- 221; G. BISCIONE, Il pubblico generale archivio dei contratti di Firenze: istituzione ed organizzazione, in “Istituzioni e società in Toscana nell’Età Moderna”, a cura di C. Lamioni, MBCA, Uff. Cent. per i beni archivistici, Roma 1994, pagg.806-861. 5 Nel testamento di Michele Vinta da Volterra, filza 1, fascicolo 2, Francesco di Alessandro Cechi, facendo menzione di una legge che rende obbligatorio l’invio all’Archivio entro quaranta giorni dalla sua compilazione, pur avendo ricevuto l’incarico dal testatore di conservarlo presso di sé, lo invia immediatamente. 6 Salvo pochi casi in cui questo è assente. Da segnalare la particolarità del caso di Angiola Cipriani, filza 34, fasc. 9, in cui il certificato è sostituito dalla ricognizione del cadavere. 7 Nel fasc. 24 della filza 17 vi è allegato il certificato di morte di uno dei testimoni. 4 Alla fine, a coronamento dell’opera, nel 1798, l’aiuto del soprintendente, dottor Bernardino Sciarelli, chiese di procedere “alla riordinazione delle disposizioni solenni in scriptis pubblicate e non pubblicate”8. Nell’ambito di tale riordino fu anche fatta la copia di una parte dei testamenti segreti pubblicati, a tutt’oggi conservata presso l’Archivio di Stato: tredici filze di duplicati che arrivano fino al 1806. Per quanto riguarda quelli non pubblicati, all’epoca, fu elaborato un inventario parziale che copre gli anni dal 1808 al 18759. Fu così che i testamenti in scriptis furono riordinati e prendendo a modello il codice allora vigente, ossia quello napoleonico, presero inizialmente il nome di “testamenti mistici”10. Nel 1835 la serie cambia nome e da “testamenti mistici” prende il nome di “testamenti solenni”; nel 1853 di “testamenti solenni segreti pubblicati nel loro originale” e, infine, nel 1866 di “testamenti segreti”. Il presente inventario si compone di tre parti: un inventario sommario, un inventario analitico, filza per filza, ed un indice alfabetico di tutti i cognomi dei testatori. Le date riportate sono quelle originali del testamento, quindi fino al 1749 (anno in cui, con una disposizione del Magistrato Supremo, subentra il computo secondo l’anno solare) seguono lo stile del luogo di emissione. I cognomi sono stati riportati nella forma moderna o, comunque, nella più usata; così anche i luoghi citati sono nella forma moderna; quelli scritti in corsivo mantengono la forma originaria. P. Conti 8 ASFI, Segreteria di Stato (1765-1808), filza 673, prot. 22, n 16, G, dell’anno 1798: G. BISCIONE, Gli ordinamenti e gli strumenti di ricerca elaborati nel pubblico generale archivio dei contratti di Firenze alla fine del ‘700, in “Archivi per la storia”, anno VI (1993) n. 1-2, Firenze, Le Monnier, pagg.149-221. 9 Nello stesso periodo venne fatto anche quello dei testamenti olografi inediti. 10 Code Civil des Français art. 976 : «Lorsque le testateur voudra faire un testament mystique où secret...». 5 INVENTARIO SOMMARIO 6 FILZA pag. 1 Testamenti pubblicati dal 1571 al 1599. 11 Testamenti pubblicati dal 1601 al 1610. La filza continua la 2 numerazione della precedente; la rubrica è unica ed inserita in 13 quella.
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