Universita' Degli Studi Di Urbino Carlo Bo Una Crepa

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View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Archivio istituzionale della ricerca - Università di Urbino UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI URBINO CARLO BO Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali: Storia, Culture, Lingue, Letterature, Arti, Media (DISCUI) Corso di Dottorato di ricerca in Storia dei partiti e dei movimenti politici Ciclo XXVIII UNA CREPA NEL MURO: STORIA POLITICA DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA P2, 1981-1984 Settore Scientifico Disciplinare: M-STO/04. Relatore: Dottorando: Chiar. ma Prof.ssa Monica Galfré Dott. Lorenzo Tombaresi Anno Accademico 2014/2015 1 2 INDICE Introduzione pag. 5 1. Verso la Commissione. 21 1.1. La perquisizione della GioLe. 21 1.2. 4 luglio 1981: il sequestro di Fiumicino e il “PRD”. 26 1.3. La legge istitutiva. 31 1.4. La gestione politica nel quadro nazionale. 43 2. In principio era il caos. 49 2.1. Notizie in fuga: prassi e realtà. 49 2.2. La composizione. 58 2.3. Quadri tematici. 64 2.4. Gelli: io sono colui che mi si crede. 69 3. Sui lavori della Commissione: politica e giustizia. 78 3.1.La legge 25 gennaio 1982, n.17. 78 3.2.Dei diritti e delle pene. 85 3.3.Sequestriamo tutto. 93 3.4.La requisitoria della procura di Roma. 104 4. L’indagine parlamentare. 111 4.1. Il “branco” Ambrosiano. 117 4.2. Servizi e segreti. 128 4.3. Il “Corriere della Sera”: tra informazione, politica e politica dell’informazione. 138 4.4. “Non è una commissione, ma un magistrato inappellabile”. 148 4.5. Un varco per la classe politica. 155 4.6. Giulio canta, sapendo di avere le ali. 161 3 5. La conclusione dell’inchiesta. 170 5.1. Considerazioni e proteste. 173 5.2. La Relazione Anselmi. 179 5.3. Le fase propositiva. 186 Epilogo 193 Appendice 197 Legge 23 settembre 1981, n. 527: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2”. Legge 25 gennaio 1982, n. 17: “Norme di attuazione dell’art. 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete e scioglimento della associazione denominata Loggia P2. Risoluzione in Assemblea n. 6/00075: “Per impegnare il governo ad utilizzare le risultanze dei lavori della Commissione d’inchiesta sulla Loggia P2 e adottare misure finalizzate a realizzare la piena trasparenza della proprietà nell’editoria, il controllo sul sistema bancario e finanziario, sulla gestione dei servizi di sicurezza, sulle nomine nella pubblica amministrazione”. BIBLIOGRAFIA 205 4 Introduzione. La Commissione d’inchiesta parlamentare sulla Loggia massonica P2, oggetto di questo studio, fu rapidamente istituita nel dicembre 1981 durante l’VIII Legislatura all’indomani dell’elezione di Giovanni Spadolini come presidente del Consiglio nel cosiddetto “primo governo laico” della storia repubblicana. Essa concluse i suoi lavori nel luglio 1984 attraversando 2 Legislature, l’VIII e la IX, tre governi e suscitando moltissime polemiche. Fu presieduta, per concorde decisione di tutti i partiti, dalla deputata democristiana Tina Anselmi, cattolica antifascista e partigiana, che rivestì molti incarichi parlamentari e ministeriali, firmataria di proposte di legge che avevano trovato unanime consenso 1. La Commissione parlamentare, chiamata ad affrontare un fenomeno complesso e frastagliato come quello piduista, insieme al confronto suscitò anche un conflitto politico straordinariamente intenso per durata, intensità e numero di persone coinvolte. Il 17 marzo 1981, su mandato dei giudici istruttori della Procura di Milano Giuliano Turone e Gherardo Colombo, furono rinvenute nell’ufficio del Venerabile Maestro Licio Gelli a Castiglion Fibocchi un insieme eterogeneo di informative riservate riguardanti la vita politica ed economica del paese. Nella cassaforte dell’ufficio, inoltre, vennero ritrovati l’organigramma di una loggia massonica “coperta”, la Propaganda 2, la sua suddivisione in 17 sottogruppi, l’elenco degli iscritti, il pagamento delle quote associative, e gli originali delle richieste di iscrizione. Nell’elenco degli iscritti, in tutto 962, figuravano 3 ministri, 67 uomini politici di cui 44 parlamentari, 52 dirigenti amministrativi, 208 ufficiali delle forze armate, 18 alti magistrati, 49 banchieri e 27 giornalisti, che sembravano disegnare lo scheletro di un vero Stato nello Stato. La scoperta della lista di 962 nomi pose fine immediatamente al fenomeno criminoso della Loggia, ma la Commissione si trovò a doversi necessariamente occupare di problemi che coinvolgevano tutte le istituzioni e l’equilibrio politico nazionale: i finanziamenti illeciti del conto “Protezione” riferiti al Partito socialista italiano; la copia di accordi commerciali tra la Democrazia Cristiana e il Gruppo Rizzoli; la trattativa riservata Eni - Petromin2 e le tangenti ad essa connesse; gli aumenti di capitale operati dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La Commissione compì uno sforzo notevole per rimuovere lo scandalo, oltreché per comprenderlo, cercando di superare i conflitti al suo interno fra i diversi gruppi politici. L’analisi rigorosa e oggettiva del problema P2, che coinvolse emotivamente gli italiani e 1 Camera dei Deputati, Atti e Documenti, V Legislatura, Legge n. 1204, del 30 dicembre 1971, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 1972 n. 14 “Tutela delle lavoratrici madri”. 2 Vd. L. Cipriani, “Alla conquista del Psi dal 1976 al governo Craxi”, in “Democrazia proletaria”, n. 4, 1985. 5 provocò un’intensa attività nella stampa, fu spesso resa più difficile se non ostacolata proprio da tale profondo interesse. Infatti, l’istituzione della Commissione rappresentò la risposta estrema ad una richiesta di moralizzazione da parte del paese nei confronti soprattutto della classe politica. In quel periodo, infatti, con l’abbandono del progetto di solidarietà nazionale il Partito comunista aveva alimentato la “questione morale” provocando una vera e propria lacerazione tra esso e il Partito socialista di Bettino Craxi. Tale scontro non era più bilanciato dalla Democrazia Cristiana, che dopo l’assassinio di Moro si trovava ad affrontare una profonda crisi interna. Non a caso la Commissione parlamentare fu istituita sotto il governo del repubblicano Giovanni Spadolini. Egli, nel luglio 1981, pose al primo punto del programma di governo la lotta alla P2 e al malaffare, con l’obiettivo di rendere “l’aria della Repubblica irrespirabile per ogni tipo di intrigante fazioso che voglia tendere, mediante la creazione di centri di potere occulto, a svuotare di contenuto gli istituti della democrazia”3. Lo stesso Giovanni Spadolini, all’inizio dei lavori della Commissione presentò subito un progetto di legge, approvato poi nel gennaio 1982, che sanciva la fine della Loggia P2 dichiarandola “segreta” e anticipando in sede legislativa il giudizio della Commissione d’inchiesta. La legge che determinava lo “scioglimento dell’associazione denominata P2” fu provocata dal bisogno di far recuperare agli occhi degli italiani credibilità alla classe politica la cui immagine etica e operativa era stata fortemente deteriorata, oltreché dallo scandalo P2, dalla corruzione dei partiti e dal dilagare del terrorismo rosso che nell’estate del 1981 decise l’assassinio dell’ingegnere Giuseppe Taliercio e dell’operaio Roberto Peci. Gli anni Ottanta, in cui la Commissione ha operato, sono stati interpretati quasi sempre come riflusso o restaurazione dopo il decennio precedente con la sua libertà, con le sue conquiste, con la sua politicizzazione, ma anche con i suoi orrori ed errori. Gli anni Ottanta si presentavano con l’ottimismo di un nuovo “miracolo economico” e anche per il sollievo di fronte alla fine del terrorismo e all’ingresso nel Sistema Monetario Europeo. In questo contesto si possono anche comprendere i contrasti e le polemiche sulla Commissione P2. L’obiettivo della Commissione, pur essendo chiaramente definito, coinvolgeva fatalmente diversi temi, come dimostrava il primo articolo della legge che istituiva la Commissione, nel settembre 1981: 3 G. Spadolini, Senato della Repubblica, 304° seduta pubblica, VIII Legislatura, Resoconto stenografico della seduta pomeridiana, mercoledì 5 agosto 1981. 6 E’ istituita una Commissione parlamentare d’inchiesta per accertare l’origine, la natura, l’organizzazione e la consistenza dell’associazione massonica denominata Loggia P2, le finalità perseguite, le attività svolte, i mezzi impiegati per lo svolgimento di dette attività e per la penetrazione negli apparati pubblici e in quelli di interesse pubblico, gli eventuali collegamenti interni ed internazionali, le influenze tentate o esercitate sullo svolgimento di funzioni pubbliche, di interesse pubblico e di attività comunque rilevanti per l’interesse della collettività, nonché le eventuali deviazioni dall’esercizio delle competenze istituzionali di organi dello Stato, di enti pubblici e di enti sottoposti al controllo dello Stato4. L’elaborazione di un documento tecnico che interpretasse politicamente il fenomeno piduista fu determinata da un compromesso raggiunto rapidamente tra le forze politiche, che avevano l’interesse primario di cancellare i sospetti sulla loro storia passata e “ripulire” la loro immagine nella memoria collettiva degli italiani. Proprio per valutare la qualità e la quantità delle cause che portarono alla stesura del documento istitutivo l’inchiesta parlamentare, la presente ricerca si apre con un primo capitolo, Verso la Commissione. Il capitolo tratta della perquisizione degli uffici di Licio Gelli e del sequestro di tutte le carte ritrovate a Castiglion Fibocchi il 17 marzo 1981 seguiti dalla scoperta,

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