Corrispondenze Archeologiche Vercellesi

Corrispondenze Archeologiche Vercellesi

1 2 MATERIALI E PROBLEMI 1 3 Giovanni Sommo Corrispondenze archeologiche vercellesi Documenti per una lettura storica e territoriale delle collezioni archeologiche locali del Museo C. Leone Edizione di riferimento: Ex tipis cardi Edizioni del Gruppo Archeologico Vercellese Vercelli 1994 4 Materiali e problemi 1 1994 «Edizioni del Cardo» © Gruppo Archeologico Vercellese www.archeovercelli.it Pubblicazioni cedute prevalentemente ai propri soci. Riguardo alle illustrazioni la redazione si è curata delle relative autorizzazioni degli aventi diritto. Nei casi in cui ciò non è stato possibile, resta comunque a disposizione per regolare eventuali spettanze o per eventuali adempimenti burocratici. In ogni caso si sono indicate le fonti. 5 A Giulia, Sylva, Mariuccia e Laura Incisione dal volume: Discorso sopra Vibio Crispo, Vercelli 1846. 6 Altorilievo raffigurante un sacrificio compiuto alla presenza dei magistrati municipali (I-II sec. d. C.). Proveniente da Dorzano (San Secondo), l'antica Victimulae, era conservato, già nel 1840, nel palazzo civico di Vercelli e fu pubblicato dal Bruzza nel suo «Discorso sopra Vibio Crispo». Si tratta di una delle poche sculture di epoca romana rinvenute nel Vercellese. Ora al Museo Leone (Foto G. Peluffo). 7 INDICE SOMMARIO p. 9 Premessa e ringraziamenti 15 Capitolo I Un' incomparabile presenza 16 Luigi Bruzza a Vercelli 23 Il primo allettamento degli animi 25 I fastidi 31 Capitolo II Un precursore 32 Ritorno in Piemonte 33 Roma e la formazione dell'archeologo 35 Le iscrizioni antiche vercellesi 38 Gli ultimi anni e l'archeologia cristiana 43 Capitolo III Dal Lapidario al Museo 44 La formazione del Lapidario Bruzza 48 Lo schema espositivo 52 Fortuna delle istituzioni bruzziane 54 L'allestimento del Museo Leone 63 Per una lettura storica dei materiali 66 Capitolo IV Le corrispondenze: un metodo di lavoro 68 I fondi archivistici 70 I corrispondenti del P. Bruzza 74 Scopo, criteri e limiti dell'edizione 79 Capitolo V I documenti 82 Abbreviazioni e simboli utilizzati 82 Documenti (1855-1883) Indici dei documenti 309 Indice cronologico dei documenti 315 Indice dei nomi 319 Indice dei luoghi 323 Indice delle località e dei ritrovamenti 327 Indice delle illustrazioni dei documenti 331 Elenco delle tavole fuori testo 333 Bibliografia 8 Ara marmorea (II-III sec. d. C.) con colonne tortili e capitelli corinzi. L' iscrizione è erasa. Sulle facce laterali due figure di uomini togati portano nella destra uno stilo e nella sinistra un volumen. Ai piedi delle due figure, forse di magistrati, è una capsa per volumina. L'abrasione dell'epigrafe non si esclude possa essere antica, forse in seguito ad un provvedimento di damnatio memoriae di personaggi compromessi. L'ara serviva da acquasantiera nella cappella del Seminario, da cui pervenne al Museo Lapidario, ora è al Leone. (Foto G. Peluffo) 9 Premessa e ringraziamenti L'idea di raccogliere in volume queste corrispondenze ha origine con la Mostra «Luigi Bruzza: storia, epigrafia, archeologia a Vercelli nell'Ottocento», che ebbi l'occasione e l'onore di allestire nel 1984 al Museo C. Leone, insieme con Rosaldo Ordano e Amedeo Corio e con l'aiuto di molti validissimi collaboratori. Realizzata nel contesto delle celebrazioni e del Convegno internazionale dedicato al Padre Luigi Bruzza nel centenario della sua scomparsa, la mostra ebbe il merito di rendere palpabile l'importanza dei documenti d'archivio per la com- prensione dei processi storici di formazione delle collezioni locali di antichità, solo più tardi accorpate alle collezioni Leone, evidenziando, oltre alla fitta rete di corrispondenze private e municipali sottese al lavoro scientifico del Bruzza, la validità di tali documenti per una lettura storica e topografica, alternativa e profondamente vitale, degli attuali allestimenti. Purtroppo i finanziamenti raccolti per la Mostra e per il Convegno non permisero di sviluppare queste tematiche specifi- che, riducendo forzatamente le risorse destinate per la Guida della Mostra, che uscì infatti in forma ridotta, quale strumento di informazio- ne generale e didattico, grazie al generoso impegno della Cassa di Risparmio di Vercelli. Al Convegno fu tra gli altri presente Padre Virginio Colciago, insuperato biografo del Padre Bruzza ed esperto custode dell'Archivio Generalizio dei PP. Barnabiti di Roma. Dalla sua gentilezza ebbi la conferma dell'esistenza, presso tale Archivio, di numerose corrispon- denze vercellesi di interesse archeologico e, più tardi, le copie dei documenti che ritenevo utili al complemento dei materiali conservati alla Biblioteca Civica, che già avevo ordinati per l'allestimento della Mostra. L'accorpamento dei materiali dei due fondi archivistici rad- doppiò il numero dei documenti da analizzare, rendendo più completa ed interessante la prospettiva di un'edizione che fosse anche occasione di studio delle vicende dei materiali confluiti al Leone nei riallestimenti operati in occasione della Mostra del 1939 e degli stessi acquisti Leone. Tentai allora di interessare al progetto l'Assessorato Cultura della Regione Piemonte, la Direzione del Museo C. Leone e la Soprintenden- 10 Premessa za Archeologica del Piemonte, che diedero la loro adesione. Mancò, tuttavia, il determinante parere favorevole di un altro funzionario di altra Soprintendenza e del progetto multidisciplinare non si fece più nulla. Con gli anni, venuta meno più volte la volontà di terminare convenientemente il lavoro, sia per le difficoltà di carattere economico che comportava, sia per il totale isolamento in cui il progetto originario versava, era però maturato il desiderio profondo di adempiere ad un dovere personale, completando l'analisi iniziata nel 1984. L'occasione per rimettere mano definitivamente alle carte fu l'interesse che dedicò al mio lavoro il Prof. Raymond Chevallier, invitandomi a presentare una relazione dedicata al P. Bruzza al Colloquio di Bourg-en-Bresse. Nello stendere quel breve contributo, teso a dimostrare il carattere pionieristico della produzione scientifica bruzziana, decisi di compie- re, nel modo migliore possibile, il lavoro iniziato, rendendo disponibili agli studiosi, in forma di catalogo ordinato cronologicamente, le notizie riguardanti l'archeologia vercellese contenute nei circa duecento docu- menti conservati a Vercelli ed a Roma. Soltanto avendo ben presente l'importanza determinante della pre- senza a Vercelli del P. Bruzza per lo sviluppo degli studi storici, storico-artistici, epigrafici ed archeologici, è possibile apprezzare l'interesse di una rivisitazione delle corrispondenze a lui dirette dai suoi vari collaboratori locali. Fra essi, oltre ad Edoardo Mella, Camillo Leone, Francesco Marocchino, spicca la figura di Sereno Caccianotti, finanziatore, come apprendiamo dalle corrispondenze, dell'edizione del volume del Bruzza «Iscrizioni antiche vercellesi»,animatore della nascente Biblioteca Civica, cui lasciò un cospicuo fondo bibliografico, e assiduo corrispondente del Bruzza. La presenza a Vercelli di una parte del carteggio bruzziano, dovuta ad una precisa richiesta della Giunta Municipale, permise che per primo si avvalesse delle carte il Ferrero, che pubblicò, circa un decennio dopo la scomparsa del barnabita, gli appunti per l'appendice al lavoro sulle iscrizioni. Nel 1938 del carteggio vercellese fece uso il Guala per la stesura della sua impareggiabile tesi di laurea dedicata a Vercelli romana. Nel 1971 Viale rivisitò, peraltro non in modo esuariente, le corrispondenze vercellesi, identificandovi vari oggetti presenti al riallestito Museo Leone. Anche chi scrive utilizzò alcune parti delle corrispondenze per un lavoro documentario del 1982, dedicato alla storia dell'antichistica locale. Uscirono inoltre alcune mie anticipazioni nel 1987, nell'ambito degli Atti del Convegno Bruzza, in merito ai Premessa 11 ritrovamenti di Clivolo, e nel 1990 sul «Bollettino Storico Vercellese» circa i ritrovamenti, dimenticati, di via G. Ferraris, via Gioberti e del duomo vercellese. Mancava, tuttavia, un compendio organico delle corrispondenze, utilizzabile come fonte per i ritrovamenti archeologici nel territorio della seconda metà del secolo scorso e per la storia delle collezioni archeologiche locali, non escluse le stesse collezioni Leone. Era inoltre sentita la mancanza di un ordinamento stabile delle corrispondenze vercellesi, ormai completamente sconvolte e rimaneggiate. È stato infatti necessario, per la catalogazione, riaccorpare le lettere ai relativi disegni e calchi che un tempo ad esse erano allegate. Salvo rari casi di incertezza, ciò è stato quasi sempre possibile sulla base dei testi dei documenti. Qualche incertezza è emersa anche riguardo la datazione di alcune lettere e riguardo agli autori di alcuni frammenti non firmati, risolte, nel primo caso, inserendo i relativi documenti nell'ordinamento cronologico sulla base dell'argomento trattato o di altri dati caratterizzanti un particolare periodo o anno, nel secondo caso confrontando le rispettive grafie con quelle di documenti autografati. Trattando le corrispondenze soprattutto di trovamenti e di oggetti antichi, per la maggior parte attualmente conservati al Leone, si è posto molto presto il problema dell'identificazione certa di tali oggetti. Per questo, ove possibile, si è fatto riferimento al numero di inventario del Museo. Per quanto concerne le epigrafi si è fatto riferimento ai numeri del Bruzza, ai numeri di catalogo del Lapidario, ai numeri di scheda del Roda. Utilissima è stata, infine, la ricognizione degli anforacei rappor- tata al prezioso lavoro della dottoressa

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