Paolo Mantegazza Medico, Antropologo, Viaggiatore

Paolo Mantegazza Medico, Antropologo, Viaggiatore

Paolo Mantegazza Medico, Antropologo, Viaggiatore Selezione di contributi dai convegni di Monza, Firenze, Lerici A cura di Cosimo Chiarelli, Walter Pasini Firenze University Press Paolo Mantegazza: medico, antropologo, viaggiatore / a cura di Cosimo Chiarelli, Walter Pasini. – Firenze: Firenze University Press, 2002. – 227 p. : ill. ; 24 cm. – Selezione di contributi dai convegni di Monza, Firenze, Lerici. Modalità di accesso della versione elettronica: http://epress.unifi.it ISBN 88-8453-039-3 301.092 (ed. 20) 1. Mantegazza, Paolo - Biografie 2. Antropologia - Viaggi I. Titolo II. Chiarelli, Cosimo © 2002 Firenze University Press Proprietà letteraria riservata: Firenze University Press Borgo Albizi, 28, 50122 Firenze, Italy http://www.unifi.it/e-press PAOLO MANTEGAZZA - MEDICO, ANTROPOLOGO, VIAGGIATORE 5 Prefazione Monza Le giornate di studio di Monza, Firenze e Lerici potranno a buon diritto inscriversi fra le iniziative culturali e scientifiche che rimarranno fra i riferimenti necessari per una più ampia e puntuale valutazione delle opere e dei giorni di Paolo Mantegazza. L'ideazione che ha portato ai risultati raccolti nella pubblicazione attuale deve riconoscersi a Walter Pasini. Il progetto gli veniva maturando nelle sue visite alla Biblioteca di Monza dove poteva consultare il manoscritto mantegazziano del "Giornale della mia vita". Allora, nel 1998, Walter Pasini attendeva alla compilazione della biografia del Mantegazza, pubblicata nel 1999, e pensava che da Monza, città natale del medico-scienziato, potesse prendere avvio un percorso di studio sul Mantegazza nei luoghi in cui egli era vissuto e dove aveva operato. La proposta veniva accolta con favore dall'Amministrazione comunale di Monza che avvertiva, nella sensibilità dell'assessore Enrica Galbiati e del direttore della Biblioteca Giuseppe Colombo, il dovere civico di rinnovare la memoria di un concittadino illustre che "col pensiero e con l'azione - come precisava il sindaco Roberto Colombo nell'inaugurare il convegno monzese - aveva portato un contributo positivo all'umanità". Nella cornice del Teatrino di Corte della Villa Reale l'incontro con Paolo Mantegazza rivelava subito un personaggio caratterizzato da aspetti e interessi multiformi e da un'evidente insofferenza ad essere catalogato univocamente: igienista, psicologo, antropologo, romanziere e autobiografo, divulgatore. Peraltro Paolo Mantegazza non veniva considerato dai relatori alla stregua di un erudito ripiegato su stesso, né lo stesso Mantegazza aveva voluto esserlo. Diversamente si rilevava la sua attenzione nel coltivare, dalla cattedra pavese, l'ingegno dei suoi allievi più promettenti; come pure si segnalava la sua dedizione costante nel diffondere tra un pubblico più vasto le moderne cognizioni scientifiche e le proprie personali elaborazioni. I contemporanei videro nel Mantegazza l' "apostolo" della divulgazione scientifica e le sue opere, in particolare igienico- sanitarie, ebbero fortuna in un ambito opportunamente messo in luce in una relazione monzese. Almanacchi e manuali del Mantegazza circolarono numerosi nelle biblioteche postunitarie, promotrici della "coltura popolare" per il progresso intellettuale e materiale degli italiani. Gli interessi coltivati dal Mantegazza simultaneamente e appassionatamente, non meno che metodologicamente, facevano tentare nel convegno monzese una sintesi originale del personaggio riconoscendo in lui "un eclettico dell'800". L'eccletticità rappresentava il segno di un modo di essere del tutto singolare, era l'icona di un uomo coinvolto sinceramente in un momento segnato da entusiasmi scientifici e da ideali patriottici e umanitari. Nei successivi convegni di Firenze e di Lerici, pur se nelle intenzioni originarie si era pensato anche a Pavia e Rimini, l'analisi del "poligamo della scienza" si approfondiva, ma pure si determinava con maggiori dettagli l'uomo Mantegazza: il politico, il patriota, il viaggiatore, il diarista e il suo lessico personale, il fotografo che "scriveva con la luce" le sue osservazioni scientifiche sul campo. A partire da Monza la multiforme personalità di Paolo Mantegazza è stata dunque esaminata in tutte le sue pieghe. Se la cifra del personaggio è quella dell'eccletticità, questa ha imposto, come è avvenuto, l'intervento di voci diverse. Medici, psicologi, antropologi, bibliotecari, storici hanno presentato il contributo delle loro ricerche, ora disciplinarmente collaterali ora tra loro più distanti. I curatori degli Atti delle giornate di Monza, Firenze e Lerici, Walter Pasini e Cosimo Chiarelli, hanno così potuto conservarci il ritratto a trecentosessanta gradi di Paolo Mantegazza nel contesto della temperie culturale del suo tempo. A ben vedere, nel suo complesso, è stata compiuta Cosimo Chiarelli, Walter Pasini (a cura di), Paolo Mantegazza: medico, antropologo, viaggiatore, ISBN 88-8453-039-3, © 2002 Firenze University Press 6 ATTI MANTEGAZZA un'operazione storiografica relativa alla scienza, alla cultura e alla storia di un'anima. Un corpus di contributi utili a prospettare nuove indagini. Giustino Pasciuti Biblioteca Civica di Monza Firenze La memoria degli eventi storici e dei loro attori in genere si mantiene attraverso il racconto parlato o la produzione di monumenti atti a rappresentare l'attore o a simboleggiare l'evento. Lo svolgimento del pensiero e lo sviluppo delle vicende della vita intera di un personaggio come il Mantegazza e le interazioni con il suo tempo non sono tuttavia rappresentabili né con un monumento, che peraltro esiste nel loggiato di Palazzo Non finito a Firenze e nella piazza principale di Rimini, né con il nome di una strada, che già esiste nella toponomastica fiorentina, né con una narrazione ripetitiva e spesso distorta dalla formazione ideologica dello storico. Da qui la scelta di Walter Pasini e di Cosimo Chiarelli di mettere insieme una collezione di scritti per onorare la memoria del fondatore di una disciplina come Paolo Mantegazza. In questa raccolta critica di eventi i vari autori hanno cercato di inquadrare fatti storici, eventi del tempo ed episodi personali di una mente vivace, positiva e volitiva che dalle esperienze della vita di tutti i giorni ha saputo trovare l'impulso per inquadrare la Storia Naturale dell'Uomo, proponendo, sulla scia innovativa dell'evoluzionismo darwiniano e in sintonia con il Broca, la istituzione di cattedre universitarie che trattassero in modo sintetico ma esaustivo la storia naturale dell'intera umanità così come fanno la zoologia e la botanica per gli animali e le piante. Alcuni contributi non mancano di criticare aspetti diversi delle posizioni mantegazziane, altri i pregi talvolta fortunosi delle vicende della sua vita, altri hanno certamente trascurato la documentazione storica precedentemente raccolta. Ma questo fa parte dell'umore di ognuno che si accinge a documentare un evento. Il pregio di questo volume collazionato con passione da Cosimo Chiarelli e Walter Pasini e prodotto con molta cura da Chiara Bullo e colleghi della Firenze University Press è quello di aver prodotto un monumento vero di memorie storiche che si devono conservare per educare i giovani alla libertà di pensiero, libertà della mente umana e tolleranza nella diversità che è l'essenza stessa della disciplina che il Mantegazza ha contribuito a fondare. Brunetto Chiarelli Museo Nazionale di Antropologia e Etnologia di Firenze Lerici Il rapporto di Paolo Mantegazza con i luoghi della sua vita fu estremamente ricco e vitale. Egli assunse fin dalla giovinezza il viaggio come dimensione di vita: il viaggiatore ama i luoghi, oltre agli individui che li animano. I luoghi, esotici o familiari, suscitano sempre emozioni, riflessioni, pensieri in coloro che sono capaci di interrogarli o semplicemente di contemplarli. Il viaggiatore dell'ottocento era un viaggiatore colto, preparato e, a causa dei mezzi di trasporto di allora, il viaggio aveva sempre una durata nettamente superiore a quello di oggi provocando un distacco fisico e mentale dal luogo di partenza. Paolo Mantegazza soggiornò per oltre due anni in America Latina dopo la laurea a Pavia, visitò poi l'India, la Lapponia traendo sempre dai suoi viaggi spunti e suggestioni che influenzeranno le sue scelte personali (scelse la propria sposa in Argentina) e professionali (la scelta dell'antropologia derivò dai suoi primi studi etnologici ed antropologici in America Latina). Il rapporto di Mantegazza con i luoghi non fu solo di tipo culturale, scientifico, intellettuale, ma PAOLO MANTEGAZZA - MEDICO, ANTROPOLOGO, VIAGGIATORE 7 fu anche di carattere emozionale, poetico, personale. Fu attivo frequentatore della vita mondana a Rimini nello Stabilimento Bagni che diresse per undici anni, così come di quella di Firenze, allora capitale d'Italia, dove fondò il Museo di Antropologia ed Etnologia. Come luogo di vita, come fonte di riflessione e di ispirazione per la sua attività di scrittore, saggista e studioso Mantegazza scelse San Terenzo; scelse il meraviglioso Golfo dei Poeti, così chiamato perché frequentato da Byron e dimora di Shelley. Qui, nella sua Villa Serenella concepì e scrisse la maggior parte delle sue opere. Alcune, come "Testa", "Un giorno a Madera" sono ambientate o descrivono accuratamente le bellezze del Golfo, ma il riferimento al luogo prescelto per la sua vita e per la sua attività letteraria e saggistica è molto frequente in tanti altri suoi libri. Nel suo scritto "Le reliquie di Shelley" così si esprime "Nello splendido Golfo della Spezia, si nasconde un piccolo seno e in quel seno si mostra civettuolo e ridente

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