La stipe votiva in località Pantanacci (Genzano di Roma-Lanuvio, Roma) Luca Attenni – Giuseppina Ghini 1. Premessa Inoltre, il contesto topografico circostante è partico- larmente ricco di vestigia archeologiche poste a di- Nel luglio del 2012 l’intervento del Gruppo Tutela stanza ravvicinata: oltre al già citato complesso sacra- Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza le di Giunone Sospita, che si erge a circa m 800 a sud, ha consentito di interrompere uno scavo clandestino a m 60 a est c’erano una cava in peperino di età e di recuperare, in località Pantanacci (attualmente repubblicana e l’antico acquedotto che alimentava la ricadente tra il Comune di Lanuvio e quello di Gen- città di Lanuvium, a m 200 a sud una necropoli di età zano di Roma), una gran mole di materiale votivo de- imperiale5. stinato al mercato antiquario internazionale. Stante Il luogo ha suscitato grande interesse scientifico e la situazione di emergenza legata ai ritrovamenti, uni- notevole riscontro turistico sin dal 2012, anno della tamente all’indubbio interesse archeologico del sito, prima campagna d’indagine archeologica, cui sono è stata tempestivamente avviata una prima campagna immediatamente seguite attività di manutenzione e di scavo1. messa in sicurezza del territorio, pubblicazione dei Il sito, che si identifica come una stipe votiva col- dati, musealizzazione delle migliaia di reperti (sia locata in un antro naturale interessato già in antico all’interno del Museo Nazionale delle Navi Romane da interventi antropici, si colloca nei rigogliosi boschi di Nemi, sia in una nuova sala espositiva all’interno dell’ager Lanuvinus, non lontano dal celebre Santua- del Borgo Medioevale di Lanuvio), attività divulga- rio di Giunone Sospita, di cui potrebbe, il condizio- tive in sedi prestigiose (tra cui la conferenza presso nale è d’obbligo, essere parte integrante2. l’Accademia Nazionale dei Lincei), unitamente a Il costone roccioso accoglie diverse cavità conse- costanti appuntamenti con visite guidate. L’identità cutive3, probabilmente comunicanti, dalle cui pareti locale si è subito riconosciuta in tale contesto arche- di fondo tutt’oggi sgorgano spontaneamente acque ologico, che ha saputo portare a conoscenza di molti sorgive attraverso aperture. L’area era già nota in let- il territorio dell’antico ager Lanuvinus, già noto per la teratura archeologica per un rinvenimento avvenuto presenza del celebre Santuario di Giunone Sospita. nel 1974, a m 70 a est rispetto al sito di Pantanacci Allo stato delle conoscenze attuali, non siamo in e con esso sicuramente in relazione, costituito da un grado di ricostruire, se non in via ipotetica, la reale ricchissimo deposito votivo di età medio-repubblica- conformazione della grotta dalla quale provengono i na, che documenta l’assidua frequentazione in anti- votivi, né tantomeno delle strutture archeologiche a co di un’area esterna all’antica Lanuvium, posta in essa adiacenti, che necessitano ancora di un comple- prossimità dell’Appia antica4 (figg. 1; 10, nn. 14-15). tamento delle indagini archeologiche (fig. 2). 1 L’operazione, coordinata dal Ten. Col. Massimo Rossi, è sta- Galieti, che ha costantemente seguito e supportato i lavori, e al ta condotta dal Lgt. Teresa Grieco, il Lgt. Gianluca Di Stefano, Prof. Fausto Zevi. il Mar. A. Fabio Calabrese, il Mar. A. Gianfranco Portuese, il 2 Ghini – Marimpietri – Rossi 2012. Mar. O. Luca Sigillo. Lo scavo è stato eseguito sotto la direzio- 3 Sono in corso indagini e ispezioni dei cunicoli da parte ne scientifica di Luca Attenni e, in veste di Responsabile Uni- dell’Associazione “Sotterranei di Roma”. co del Procedimento, di Giuseppina Ghini; Responsabile della 4 Sui rinvenimenti cfr. Nardoni 1871; Nardoni 1872; Crescenzi Sicurezza Arch. Stefano Stella. Vi hanno partecipato Fabiana 1978; Ingegneri 2001. Sulla topografia del luogo v. Attenni – Pre- Benetti, Gemma Carafa Jacobini, Consuelo Cecchini, Vittoria mutico 2001; Lilli 2001a, 53-58; Lilli 2001b; Lecce 2006; Attenni Lecce, Ilaria Manzini, Raffaella Marchesini. La documentazio- 2012; Attenni 2013. ne grafica è di Flavio Cecchini, Siro Margottini (posizionamento 5 Questa importante area del territorio dell’antica Lanuvium topografico) e di Carlo Albo (rilievo della grotta). La documen- è stata oggetto d’indagine in un recente contributo in Attenni tazione fotografica è di Gemma Carafa Jacobini. Un doveroso 2014. ringraziamento al Sindaco del Comune di Lanuvio, Dott. Luigi 153 LUCA Attenni – Giuseppina Ghini Fig. 1. Carta archeo- logica con posiziona- mento dei siti d’in- teresse archeologico (elaborazione grafica L. Attenni). 2. Lo scavo dell’antro base di un imponente costone in peperino alto circa m 20 e lungo circa m 60. L’interno della grotta è co- La particolare situazione geo-idrologica del sito in lo- stituito non da peperino, ma da uno strato geologico calità Pantanacci, unitamente alla storia post-deposi- di matrice limo-argillosa molto compatta che, a causa zionale del contesto (ripetute azioni di scavo clande- delle infiltrazioni d’acqua, rischia di staccarsi dalle stino), ha imposto l’adozione di una serie di risposte pareti in scaglioni anche di grandi dimensioni. metodologiche nello scavo archeologico. In partico- Date queste premesse, le strategie di scavo hanno lare, il problema principale è stato rappresentato dal dovuto tenere conto delle esigenze di garanzia del- continuo afflusso di acqua sorgiva, che sgorga tuttora la sicurezza in un contesto complicato e in continua non solo da determinati punti della grotta sotto for- evoluzione. Inizialmente si è operato un tentativo di ma di getto, ma filtra in continuazione dalle pareti. prosciugare l’acqua tramite pompe idrovore posizio- Ciò ha reso molto difficoltoso il controllo dell’afflus- nate all’interno della pozza nell’angolo nord della so d’acqua nella parte nord della grotta, che si trova grotta. Tale metodo è però risultato insufficiente alla a una quota inferiore rispetto al piano dell’antistante risoluzione del problema. La pianificazione originale stradina sterrata moderna (circostanza che ha com- prevedeva di operare direttamente all’interno della plicato il tentativo di incanalare l’acqua verso l’ester- grotta nel settore nord del saggio 4, dove le infor- no). Tale antro doveva essere parte integrante di un mazioni ricevute indicavano la maggiore consistenza più complesso sistema di cavità che si trovano alla dei materiali in deposizione primaria. Si sperava di 154 LA STIPE VOTIVA IN LOCALITÀ PANTANACCI (GENZANO DI ROMA-LANUVIO, ROMA) Fig. 2. Pantanacci, la stipe votiva (elab. grafica di Carlo Albo, posizionamento topo- grafico di Flavio Cecchini e Siro Margottini). riuscire a prosciugare l’acqua e di procedere rapida- IV del saggio 4), il naturale deflusso dell’acqua verso mente, prima di un nuovo accumulo, dato il continuo valle si è interrotto a causa dell’ostruzione della via afflusso dei getti sorgivi e il filtraggio dalle pareti, con spontanea dell’acqua nel quadrante IV (sud) del sag- la documentazione fotografica della deposizione vo- gio 4. Per permettere il proseguimento dello scavo tiva, il suo posizionamento e il rilievo con la tecnica scendendo di quota e per eliminare l’accumulo di della quadrettatura. Tuttavia tale strategia si è rivela- acqua, si è deciso di intervenire nuovamente con il ta inapplicabile a causa del problema idrico e della mezzo meccanico, intercettando il canale di deflus- scarsa accessibilità alla parte più interna della grotta so delle acque verso valle con uno scavo mirato nel nel settore nord del saggio 4, incompatibile con le quadrante IV. Alle spalle dell’antro, nella rupe natu- misure di sicurezza. rale, quindi a ovest, si aprono, scavati nel peperino, In ogni caso materiali di notevole interesse e con- gli imbocchi di due cunicoli. Detti cunicoli sembrano sistenza numerica sono stati rinvenuti e documenta- essere stati destinati alla raccolta d’acqua di superfi- ti durante ogni fase dello scavo, in particolare nella cie e alla captazione di qualche sorgente che doveva porzione nord del saggio 4, a ridosso di USM 4 nella sgorgare nelle vicinanze. L’acqua raccolta viene tut- sezione centrale (US 8) e nella zona di fondo della tora, così come doveva avvenire nell’antichità, fatta porzione centrale (UUSS 1, ø) precipitare all’interno dell’antro, in modo da forma- Mentre proseguiva stratigraficamente lo scavo re al centro dello stesso un piccolo laghetto6. L’acqua nelle parti centrale e sud della grotta (quadranti II- in eccesso si immetteva, a sua volta, in un ulteriore 6 Per confronti si veda: Scapaticci 2010; Ben Abed – Scheid 2003. 155 LUCA Attenni – Giuseppina Ghini cunicolo, sempre scavato nella roccia, ma a maggiore profondità, che passa trasversalmente sotto la mo- derna stradina sterrata. Sembrerebbe, dunque, che i tre cunicoli citati costituissero una sistemazione in fase con l’antro. A sud dell’antro sono stati rinvenuti altri tratti di tre cunicoli di captazione idrica scavati nel peperino, che dovevano costituire un sistema an- cora da definire, in quanto solo parzialmente indaga- ti a causa del riempimento di terra. L’acqua si immetteva dunque all’interno della ca- vità attraverso un sistema di cunicoli scavati nel pe- perino; plausibilmente si riteneva che queste acque avessero proprietà terapeutiche e salutari, favorendo lo sviluppo di un culto a esse strettamente connesso7. Fig. 4. Pantanacci, busti e poliviscerali. 3. I materiali L’aspetto senz’altro più importante di questo rinveni- e femminili (figg. 3-4; per le statuine votive si vedano mento consiste non solo nella
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