MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI ARCHIVIO DI STATO DI GROSSETO AMMINISTRAZIONE DEGLI USI CIVICI DI MONTORSAIO MONTORSAIO E LE SUE FAMIGLIE TAMARA GIGLI SANESI Grosseto, 2007 MADDALENA CORTI : Coordinamento editoriale LUCIA GIUSTARINI : Revisione dell’impaginazione e grafica del testo VINCENZO CORTI : Stampa e rilegatura www.given.it : Realizzazione grafica della copertina Si ringraziano per la concessione del materiale iconografico i signori Aldo Ciabatti, Antonio Tosi e Franco Ballerini. Le immagini riguardanti gli stemmi del paese di Montorsaio sono state gentilmente concesse dall’Archivio di Stato di Siena su autorizzazione del 24 maggio 2007 prot.n. 2122/IX.2. Pr ese ntazione Il Comitato di Gestione della Amministrazione Usi Civici di Montorsaio, nelle persone degli attuali Consiglieri pro-tempore Riccardo Giovannini (Vice-Presidente), Belgrado Quadalti, Claudio Vagheggini, Stefano Ugolini, assistiti dal Tesoriere Rag. Luisa Saloni e dal Segretario Geom. Emilio Santucci, si è sentito onorato di poter fornire un proprio modestissimo contributo alla encomiabile iniziativa di Tamara Gigli Sanesi, che è riuscita con un laborioso e paziente lavoro di ricerca storica e archivistica a far rivivere nel lettore della sua opera antiche sensazioni, ancora più forti, poi, per i “vecchi” montorsaioli. Immagino, ad esempio, come avrebbe fatto piacere a mio padre Arcangelo sapere qualcosa di più di quel suo omonimo, morto nel 1917, di cui vedeva la lapide appesa al muro Est dell’antico Cimitero di Montorsaio e che, curiosità a parte, suscitava sempre in lui un’appena percettibile espressione di turbamento. Lasciandoci poi suggestionare dagli avvenimenti del nostro passato possiamo vedere il presente arricchito di nuovi particolari: forse solo sfumature, ma sempre significative e preziose. Ringraziamo per questo l’Autrice, anche a nome degli attuali abitanti della Frazione di Montorsaio. Rivolgiamo, infine, un ringraziamento particolare all’Archivio di Stato di Grosseto il quale, mettendo a disposizione le proprie strutture e la competenza delle proprie risorse umane, ci ha offerto la preziosa opportunità di valorizzare un aspetto di storia del nostro piccolo paese. Ing. Paolo Migliorini Presidente dell’Amministrazione degli Usi Civici di Montorsaio Introduzione “Ai tempi della mia infanzia i cibi erano molto semplici, sia perché mancavano le materie prime, sia per la invariabilità della cucina stessa…….il cibo che faceva la parte del leone era la polenta. Questa veniva fatta la mattina per la prima colazione, veniva poi crogiata al pranzo o vice versa. Insomma dal mese di ottobre ad aprile, la polenta era il cibo di tutti i pasti…” (Giuseppe Corti) A mio padre Nell’ambito delle discipline ausiliare della storia, la genealogia è definita come “la scienza che studia l’origine e la discendenza di una famiglia o di una stirpe” 1. Attraverso varie tipologie di ricerca, dotate ognuna di particolari tecniche applicate per gli ascendenti, i discendenti e i collaterali di una famiglia, si può giungere a disegnare, volta per volta, i rami di quello che nella sua elaborazione finale viene chiamato “albero genealogico”. Tali indagini non sono mai semplici né brevi, poiché richiedono, oltre ad una preliminare chiarezza d’intenti e di metodo nell’affrontare le varie fasi di lavoro, notevole impiego di tempo ed energie per la consultazione di numerose fonti archivistiche e bibliografiche, dislocate in vari luoghi di conservazione. Quando però la ricerca non è mera esercitazione storica, ma aspirazione insita nell’animo alla scoperta delle proprie radici, quando la curiosità e la passione si coniugano all’esperienza e alla professionalità, quel bisogno intimo di conoscere il proprio passato, attraverso le generazioni che ci hanno preceduto, non solo riesce a raggiungere i risultati sperati, ma travalicando il privato, assume una dimensione comunitaria. Ed ecco che la microstoria di una singola famiglia, con la sua quantità di informazioni, di vicende e di note genealogiche, alimenta un movimento di andata e ritorno dal particolare al gruppo, dall’individuale al collettivo, intrecciandosi con le microstorie di altri nuclei familiari in relazioni reciproche e 1 Sono considerate discipline ausiliarie della storia: l’archivistica, la paleografia, la diplomatica, l’araldica, la sfragistica, la genealogia, la cronologia. complesse, rinsaldate spesso da vincoli di sangue, fino a ricostruire, come in un mosaico, la storia economico-sociale di un piccolo paese medievale come tanti, arroccato su un “cucuzzolo” della Maremma. L’autrice di questo volume, che ho il piacere personale e professionale di presentare, Tamara Gigli, sembra aver raggiunto, forse anche un tantino inconsapevolmente questo risultato, dimostrando come la scienza genealogica, considerata nel passato strumento di indagine per ambienti aristocratici e un po’ snob, finalizzata principalmente all’esigenza di riaffermare e pubblicizzare antiche e nobili origini familiari, dimostri più che mai di essere una disciplina dai significati molto più ampi, coerenti e funzionali ai vari livelli di conoscenza storica. Sul piano concreto, gli obiettivi vengono raggiunti con la definizione di un tracciato archivistico e logistico da seguire, in cui via via si delineano sempre meglio le fonti scritte e orali da consultare ed i luoghi della conservazione e della memoria da visitare. Nel contesto dell’indagine svolta da Tamara Gigli, si sono rivelati luoghi d’eccellenza, gli Archivi di Stato di Grosseto, Firenze e Siena depositari, come tutti gli Archivi di Stato, di documentazione demaniale essenziale ai fini di una ricerca genealogica come quella appartenente allo Stato Civile, Ruoli Matricolari, Estimi, Catasti, Censimenti, Memorie e Relazioni; su tale genere di documentazione mi soffermerò nelle pagine successive. Gli Istituti sopra citati sono dotati, per altro, di biblioteche interne che oltre ad essere specializzate nei settori di competenza, comprendendo, in larga misura, anche opere di storia regionale e locale, possono essere e sono state, in effetti, di prezioso supporto al lavoro. Non meno importanti sono tutti gli altri istituti fiorentini visitati, come la Biblioteca Nazionale, l’Archivio Storico del Comune, gli archivi della Curia Vescovile e del Battistero, mentre a Grosseto non posso non citare l‘Archivio Diocesano e la Biblioteca Comunale Chelliana. Voglio sottolineare come, oltre alle fonti archivistiche e bibliografiche, l’autrice abbia fatto ricorso alle fonti orali, attraverso l’intervista. Gli studiosi della disciplina sono concordi nel dare dovuta rilevanza a quest’ultime, in quanto i ricordi del passato, individuali o collettivi, trasmettono, in modo attendibile, il patrimonio di tradizione e di cultura proprio delle generazioni che ci hanno preceduto. Inoltre, se è vero che ogni ricerca di carattere genealogico dovrebbe avere inizio da un documento certo che può essere un atto di nascita, una pagella scolastica o una vecchia carta d’identità, in alternativa, le memorie storiche di un anziano familiare o conoscente possono essere, in alcuni casi la scintilla, in altri invece, come in questo, il completamento dell’indagine. Ma Tamara Gigli è andata oltre, spulciando tra i giornali ed i periodici dell’epoca, visitando chiese e cimiteri, leggendo lapidi e vecchie cronache, ricercando foto d’epoca ed articoli nel tentativo di cogliere ogni più piccolo indizio con il fiuto di un consumato, esperto investigatore. Ed ogni nuova informazione reperita è servita per andare avanti, scavare ed allargare il campo degli intrecci e dei legami interfamiliari. Per questo mi corre l’obbligo di precisare che l’autrice non ha intenzionalmente voluto escludere dal presente lavoro alcune famiglie e privilegiarne altre, ma ha semplicemente riportato, partendo dal proprio nucleo familiare, le informazioni che involontariamente le fonti le hanno suggerito volta per volta. Non se ne dolgano, pertanto, quei pochi abitanti di Montorsaio che non ritroveranno alcun cenno ai propri antenati, anzi questo per loro potrebbe essere uno stimolo, magari da parte dei più giovani ad avvicinarsi alla ricerca archivistica talvolta dai risvolti sorprendenti ed imparare a frequentare quei luoghi della cultura che mai avrebbero immaginato. Nemmeno la scrivente, ad esempio, era a conoscenza che, più di un secolo prima, l’incarico di Ufficiale di Stato Civile che svolgeva mio padre, era già stato assegnato a Montorsaio, nell’anno 1866, al famoso “nonno Michelone”, il quale era “possidente” e “letterato”, condizione quest’ultima indispen- sabile e rara per quei tempi . Per cui vorrei evidenziare come questo libro possa servire di stimolo ed esempio per ricostruire la storia di mille altre famiglie della nostra terra e come, nello stesso tempo, costituisca uno strumento di lavoro per chi volesse iniziare ad incamminarsi, in alcuni casi con professionalità e competenza, in altri, soltanto con il cuore, lungo i percorsi intricati, affascinanti e talvolta dolorosi della memoria. Un ringraziamento particolare rivolgo a Lucia Giustarini e Vincenzo Corti che hanno reso possibile la realizzazione di questo lavoro nel Laboratorio di Cartotecnica e Stampa dell’Archivio di Stato, mettendo a disposizione impegno, pazienza e le loro speciali competenze tecniche e professionali. Rivolgo, infine, un vivo apprezzamento nei confronti della Amministrazione degli Usi Civici di Montorsaio, nella persona del suo Presidente e di tutti gli Organismi di Gestione, per aver percepito il significato culturale dell’iniziativa, sia per il paese
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