Dottorato di ricerca in Architettura, Arti e Pianificazione Indirizzo Storia dell’Arte e dell’Architettura Dipartimento di Architettura SSD: ICAR/18 IL RINNOVAMENTO DEI CAMPANILI NEL CINQUECENTO: I CASI DI VENEZIA, SIVIGLIA, MESSINA IL DOTTORE IL COORDINATORE ALESSIA GAROZZO PROF. MARCO ROSARIO NOBILE IL TUTOR CO TUTOR PROF. MARCO ROSARIO NOBILE PROF. ALFREDO J. MORALES CICLO XIX ANNO CONSEGUIMENTO TITOLO - 2017 a mio padre INDICE INTRODUZIONE 3 PRIMO CAPITOLO IL CAMPANIEL DI SAN MARCO A VENEZIA Il campanile e la piazza nel XVI secolo 7 Crolli e ricostruzioni tra XV e XVI secolo 13 San Pietro di Castello: il campanile della cattedrale di Venezia 23 SECONDO CAPITOLO L’ANTICO MINARETO DELLA CATTEDRALE DI SIVIGLIA La Giralda: da alminar a campanile 31 Il cantiere cinquecentesco della Giralda 39 Hernán Ruiz el joven: architetto specializzato nella ridefinizione di torri medievali 46 TERZO CAPITOLO IL CAMPANILE DI MESSINA Il campanile della cattedrale nel Cinquecento 55 Il rinnovamento della cuspide: procedure, vicende costruttive, ruoli e gerarchie nel cantiere 65 Andrea Calamech. Scheda biografica 82 Documenti 85 Interventi di ricostruzione dei campanili siciliani 107 Schede documenti 116 CONCLUSIONI 135 BIBLIOGRAFIA 139 RINGRAZIAMENTI 153 Archivi consultati . Biblioteca Nazionale Marciana. Venezia . Biblioteca e Archivio Ateneo Veneto. Venezia . Biblioteca de Humanidades. Area de Historia del Arte. Universidad de Sevilla . Biblioteca de Arquitectura. Universidad de Sevilla . Biblioteca de Bellas Arte. Uiversidad de Sevilla . Biblioteca Regionale Universitaria Giacomo Longo. Messina . Archivio di Stato di Messina . Archivio del Capitolo della Cattedrale di Messina . Archivio Fundación Casa Ducal de Medinaceli. Toledo . Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale. Catania . Biblioteca Centrale della Regione Siciliana Alberto Bombace. Palermo . Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Sezione Beni Bibliografici . Archivio di Stato di Palermo. Sezione di Termini Imerese . Archivio di Stato di Ragusa. Sezione di Modica 1 INTRODUZIONE Nel corso del Cinquecento in tre grandi città del Mediterraneo si avviarono importanti e documentate operazioni di “restauro” e ricostruzione dei campanili delle rispettive cattedrali. Sono apparentemente labili i motivi che potrebbero indurre a uno studio comparato di quanto accade in città come Venezia, Siviglia, Messina. Eppure un filo conduttore lega questi singolari episodi geograficamente distanti. Si tratta di città “marittime” o comunque legate a una condizione di approdo dal mare (o dal fiume nel caso di Siviglia) che può avere costituito un incentivo a caratterizzare e modernizzare le strutture verticali visibili a distanza. Come gli antichi fari, i nuovi campanili disegnano e monumentalizzano lo skyline urbano, ne diventano parte integrante. A Venezia, come a Siviglia o a Messina, il campanile della cattedrale è un’opera pubblica, soggetta a finanziamenti comunali e non strettamente dipendente dal vescovo o dal capitolo. Le ragioni per sottolineare una evidente funzione di propaganda civica ne escono rafforzate se si pensa al modo come la Giralda o il campanile di Venezia siano nel tempo diventate delle vere e proprie icone del potere comunale, continuamente raffigurate e rappresentate in ogni immagine urbana, sino a diventare (in tempi anche lontani) identificabili souvenir da trasportare e trasmettere. Tutte e tre le fabbriche risalivano al passato medievale, erano strutture da risemantizzare o da rinnovare con moderne terminazioni. La discontinuità tra la base e il completamento “moderno” costituisce quindi un ulteriore aspetto di valutazione. A differenza dei molteplici completamenti di fabbriche medievali, attuate tra XV e XVI secolo, dove si prediligono la conformità e la convenienza, evitando scarti linguistici improvvisi e dissonanti, nel caso dei campanili quest’approccio risulta molto meno evidente. Le ragioni risiedono certamente nel problema compositivo che tollera la possibilità di attuare uno scarto proprio in corrispondenza di stadi funzionali diversi: la cella campanaria e la cuspide. Le modalità esecutive di natura statica e gli accorgimenti per connettere il preesistente con il nuovo faranno parte dei ragionamenti da seguire. L’indagine1 parte quindi da un’ipotesi di lavoro, su un territorio che presenta oggettive convergenze, e probabilmente l’approssimativa ma evidente comparabilità dei programmi cela persino l’emulazione e la diretta conoscenza di quanto avvenuto nelle città che avevano già affrontato un tema analogo. A Messina era noto quanto già prodotto nelle altre città, a Siviglia era probabilmente giunto l’eco del nuovo svettante e moderno fastigio realizzato nel campanile di 1. L’indagine di seguito illustrata aderisce alle tematiche investigate dal programma di ricerca COSMED. Dalla stereotomia ai criteri antisismici: crocevia di sperimentazioni progettuali. Sicilia e Mediterraneo ( XII- XVIII secolo ), ERC grant agreement n. 295960.Il programma mira ad esplorare le esperienze costruttive nel Mediterraneo dal Medioevo all'età moderna con il fine di verificare la circolazione delle idee, tra tradizione e sperimentazione, nel campo dell'architettura in pietra e delle tecnologie legate all'uso delle strutture leggere connesse alle problematiche antisismiche. 3 Venezia; vivere in città mercantili e governarle comportava questo continuo interscambio. Per quanto concerne le questioni di natura strutturale, si analizzeranno le risposte che i tecnici fornirono alle problematiche costruttive e si proverà a comprendere se è possibile individuare procedure e modi condivisi. Approfondimenti specifici su differenti aspetti delle ricostruzioni consentiranno di chiarire diversi interrogativi tra i quali: esistevano professionalità specializzate in questo tipo d’interventi? Con che modalità avviene la gestione del cantiere e quali sono le gerarchie esistenti tra gli operatori? Lo studio comparato comporta dei vantaggi; aiuta a comprendere in maggior misura quanto in un semplice episodio può apparire oscuro o ambiguo. Tuttavia esiste anche il rischio in qualche modo di forzare l’interpretazione, cioè di stendere legami con esperienze lontane e in qualche modo ridimensionare o dimenticare il contesto in cui le esperienze si compiono. Si è pertanto costruito un indice che possa riequilibrare l’accento posto sulle relazioni tra i casi individuati. Ogni singolo episodio è stato analizzato storiograficamente e in dettaglio, a partire dai medesimi quesiti e con una base comune di tappe da indagare: i dati della vicenda, le motivazioni e i programmi della committenza, la risposta degli architetti e del cantiere. A ognuna di queste “storie” se n’è affiancata un’altra parallela che rilegge vicende simili, attraverso casi tratti dal contesto più immediato. Nel caso di Venezia ad esempio, gli episodi riguardanti il campanile della basilica di San Marco, chiesa palatina, saranno affiancati al quasi contemporaneo recupero del vicino campanile della chiesa di San Pietro di Castello, prima cattedrale di Venezia e sede patriarcale sino al 1807. Nel corso del XVI secolo, il dialogo a distanza tra queste due torri, il ruolo dei protagonisti, i contrasti e gli avvicinamenti delle relative committenze, e gli esiti finali di ciascun intervento possono fornire interessanti spunti per una comprensione generale del tema. Il caso del campanile della Giralda di Siviglia, verrà riletto alla luce del particolare ruolo svolto dal suo progettista e costruttore Hernán Ruiz el joven, tanto nel cantiere sivigliano quanto nelle fabbriche di Pedroche, Cordova e Marchena. Infine, per quanto concerne lo studio del campanile di Messina, meno noto e meno studiato, si cercheranno invece nell’intero contesto isolano circostanze ed episodi che possono chiarirne la genesi. 4 IL CAMPANIEL DI SAN MARCO A VENEZIA 5 IL CAMPANILE E LA PIAZZA NEL XVI SECOLO Si racconta che nel XVI secolo duecento campanili animassero il profilo della città di Venezia 2 caratterizzandone considerevolmente la sua immagine; nel corso dei secoli molti di essi furono demoliti per ragioni di sicurezza o inglobati per necessità di ampliamento nelle costruzioni adiacenti, altri ricostruiti nella loro terminazione. Il campanile del sestiere di San Marco rappresenta a Venezia la vetta più nota e carica di significati. La sua storia è intimamente connessa con quella della città in cui sorge; le vicende costruttive che lo coinvolsero furono correlate alle aspirazioni e alle scelte di singoli uomini, e il suo valore di torre-simbolo venne unanimemente condiviso, non solo dalla cittadinanza. La piazza di San Marco3 era l’unica a Venezia, tra le numerose calli, dove potessero avvenire adunanze e assemblee di vario tipo. Nei secoli ebbe una grande varietà di funzioni, in essa si svolgevano processioni religiose ma anche cortei laici, di festeggiamento a seguito delle vittorie conseguite nei conflitti bellici, e al contempo fu lo scenario per attività civili e commerciali quali mercati e fiere. La presenza simultanea delle funzioni governative e mercantili, la coesistenza del palazzo e della cappella del Doge accanto a una moltitudine di botteghe e banchi, concorrevano a definire il carattere plurivalente della piazza. Il cospicuo numero di contributi storiografici avente come oggetto di studio l’evoluzione morfologica della piazza San Marco e lo sviluppo della conformazione architettonica degli edifici prospicienti, denota la particolare attenzione rivolta dagli studiosi a questo tema di ricerca in merito al quale,
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