CAMILO CASTELO BRANCO TRADUTTORE Introduzione

CAMILO CASTELO BRANCO TRADUTTORE Introduzione

AMBROGIO RASO CAMILO CASTELO BRANCO TRADUTTORE Introduzione Scrittore poligrafo e universalmente riconosciuto autore di una opera va­ sta \ Camilo Castelo Branco (1825-1890), o semplicemente Camilo, ha coltiva­ to durante tutto l'arco della sua carriera letteraria ogni genere: romanzi e rac­ conti, teatro e storiografia, critica letteraria e storica, poesia satirica, lirica e polemica, epistolografia e cronaca. Tanto feconda e fluente è stata la sua vis scribendi, che ci pare difficile immaginare lo scrittore fuori dalle frontiere del­ la sua patria: quella lingua portoghese che lo renderà famoso per averla fre­ quentata come pochi, nella sua dimensione più letteraria e colloquiale, nei neologismi impeccabili o nelle migliori e più inattese soluzioni del tradurre. È infatti anche nella sua attività di traduttore che Camilo lascia trasparire molta della sua personale e naturale creazione, "colorindo com seu estilo as obras que venia" 2. Una tale veemenza scritturale è inevitabilmente frutto di una buona forma­ zione culturale; ma Camilo non aveva alle spalle studi tradizionali. Jacinto do Prado Coelho a tale proposito annota che os seus estudos regulares tiveram sempre um cankter acidental e capri­ choso; e a cultura do novelista formou-se, na melhòr parte, longe dos mestres, à força de leitura, ao sabor de solicitaç6es fntimas. la muito à Biblioteca Municipal do Porto, ler cronicas de frades, para estudar o milagre e a lingua, e encher-se de historia, de fé, e de vernaculidade. Por 1850, começou a alardear saber nos folhetins das gazetas. Dez anos depois, na cadeia, alinhou na sua estante Shakespeare, Plutarco, Senan­ 1 Per una informazione biobibliografica generale, ma precisa e puntuale, rimandiamo al Diciona­ ria de Camila Castelo Branco per le cure di Alexandre CabraI, Usboa, Editoria! Caminho, 1988. 2 Esther de Lemos, (introd. de), Camilo Castelo Branco, Amor de Perdiçaa, s.I., Biblioteca Ulisseia de Autores Portugueses, 1988, p. 26. 55 cour, Frei Luis de Sousa, Heitor Pinto, Francisco dc Sousa, as Mem6rias da Acaclcmia, etc. Mas nao esquecia os moclernos 3. Sregolate sono sempre state pure le circostanze della sua scrittura, che ob­ bediscono, come per la maggior parte degli intellettuali coevi, a compromessi editoriali simultanei, alla propria sussistenza spirituale e soprattutto economi­ ca, anche se in Camilo esse assumevano frequentemente un tono ludico, ca­ tartico e a volte pure di sfogo. E se il rapporto tra Camilo e la sua scrittura va puntualmente approfondito in altra sede, in questa ci pare di poter affermare con una certa sicurezza che è proprio in tale incrocio che si innesta la sua at­ tività di traduttore 4. Per una metodologia della traduzione in Portogallo nella seconda metà del sec. XIX Durante tutto il secolo diciannovesimo, soprattutto nella seconda metà, grazie al consolidamento di un corposo pubblico di lettori e al formarsi di un circuito letterario commerciale, la divulgazione del romanzo, come pure la conseguente domanda di testi tradotti, si allargano enormemente anche in Portogallo, unitamente alla diffusione dei folbetins 5 contenuti all'interno dei giornali del tempo. E se nel secolo precedente la traduzione è stata essen­ zialmente una attività frutto di scrittori di fama largamente riconosciuta e ap­ prezzata, è proprio la letteratura di consumo del secolo diciannovesimo, ad essa strettamente legata, a divenire presupposto imprescindibile per la na­ scita di traduttori di professione. E a partire dalla seconda metà dell'otto­ l Jacinto do Prado Coelho, Introduçao ao Estudo da Novela Camiliana, lisboa, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, 3a ed., 2001, pp. 109-110. 4 Per una analisi esaustiva dei titoli tradotti, abbiamo utilizzato la voce "Tradutor", in A. CabraL Diciondrio de Camila Castelo Branco, op. cit., pp. 634-635. 5 "Folhetim". Do frances feuilleton. Inicialmente com o valor de encadernador, isto é, "pe­ queno caderno composto de oito paginas", adquiriu o sentido de "artigo de literatura, de critica ou cronica, inserido na parte inferior de qualquer jornal". Desta acepçao passou para a de ro­ mance-folhetim, inaugurado em 1836 nos diarios parisienses La Presse e Le Siècle. Nos finais do segundo quartel do século XIX, desenvolveu-se, também em Portugal, a publicaçao, em jornais e revistas, de romances em séries, ou romances em folhetim. Entre outros exemplos: Alexandre Herculano incluiu, desde 1838, no jornal "O Panorama". algumas das futuras Lendas e Narrati­ vas; Almeida Garret oferece as Viagens na Minha Terra à "Revista Universal lisbonense" (1843); Camilo Castelo Branco estreia o romance Anatema na revista '~'" Semana" (1850). "No dominio da ficçao, o processo criador entreve-se à luz de uma particular relaçao com o destinatario, com exigencias ao autor ou sentidos pelo administrador da publica~'ao, diferente, afinal, do receptor em estado-de-livro». CV la voce "Folhetim" a cura di Ernesto Rodrigues, in, Biblos. Enciclopédia Verho das Literaturas de Lingua Portuguesa, voI. 2, Lisboa/Sao Paulo, Ed. Verbo, 1997, p. 642). 56 cento, infatti, alcuni di loro fondano quasi esclusivamente su tale attività i lo­ ro proventi. Le lingue dalle quali maggiormente si traduce sono evidentemente il fran­ cese e l'inglese; ma sono le condizioni del tradurre ad essere infelici, rima­ nendo ancora sostanzialmente eguali al secolo precedente. Spesso il tradutto­ re non conosce la lingua fonte, - è questo un caso che esamineremo in modo particolareggiato, per aver generato in Portogallo una querelle nota con il no­ me di "questao jaustiana" e alla quale il nostro autore prenderà attivamente parte -, e si serve di traduzioni già circolanti; inoltre, egli è costretto ad ope­ rare in tempi editoriali ristretti, con la conseguenza di non poter sottoporre il testo ad alcuna revisione finale. La presenza di frequenti mutilazioni, interpo­ lazioni, scambio di nomi, ed "errori" di varia natura sono quasi inevitabili e ri­ scontrabili di continuo. Riassume così, Maria de Lourdes Costa Lima Santos, la triste condizione del tradurre, ad esempio, testi teatrali: AB traduç6es das obras que entravam no circuito popular eram tao mas como as que os empresirios teatrais encomendavam para as peças que pretendiam montar em Portugal. Geralmente eram o resultado do tra­ balho de tradutores an6nimos, às vezes, dos pr6prios editores que, desta forma, contribuiam para minorar os custos da publicaçao (o papel de qualidade inferior e a apresentaçao gcifica grosseiras permitiriam, também vender barato e obter mais lucro) 6. Camila e il suo intervento nella "questao jaustiana" Emblematica, a questo proposito, ci sembra la posizione assunta da Ant6­ nio Feliciano de Castilho (1800-1875), scrittore, traduttore e teorico della tra­ duzione 7, nel difendersi dalle dure critiche ricevute in occasione della pubbli­ cazione, nel 1872, della sua traduzione del Fausto di Goethe, polemica alla quale Camilo prese parte in qualità di difensore dello stesso Castilho, insieme ad alcuni esponenti più in vista della intellighenzia portoghese. Il traduttore era accusato di aver deturpato l'opera di Goethe, reo di aver "nazionalizzato" il Fausto, tradendo il senso originale del testo. Castilho, non conoscendo il te­ desco, si era avvalso di traduzioni francesi, come pure di una traduzione por­ toghese approntata da suo fratello durante "a sua estada em Hamburgo, ha. 6 M. de Lourdes Costa Lima Santos, Intelectuais portugueses na primeira metade de oito­ centos, Lisboa, Editorial Presença, 1985, p. 174. 7 Cfr. Carlos Casti/ho Pais, Ant6nio Feliciano de Casti/bo, O Tradutor e a Teoria da Traduçiio, COimbra, Quarteto Editora, 2000. 57 hoje o melhor de trinta anos" 8. Nella traduzione allestita da suo fratello, Ca­ stilho vi aveva scorto delle maculas das que o Horacio perdoava C...); e sobretudo reconheci [Cas­ tilho] que a pressa e fogo do trabalho deixara por muitas partes menos clareza, e em algumas outras menos vernaculidades, do que fora para desejar em obra destinada por sua natureza a estudo e meditaçao de muita e boa gente 9. E aggiunge: Para melhor explicar ao tradutor [suo fratello l todas estas minucias, ou porventura impertinencias, comecei traduzindo a sua traduçao mais achegada e conchegadamente à indole ponuguesa. C.....) Nesta Iuta fra­ ternal entre o Fausto portugues improvisado c o Fausto portugues reconsiderado e reconstruido de frase a frase c de palavra a palavra, se consumiu inteiro o ano que la vai dc 1870. o como de tao prolixo tra­ balho, se a algum curioso importar porventura conhece-Io, aqui vai fran­ camente declarado lO. In conclusione egli dichiara: por aqui me cerro, ponderando s6 que me parece questao ociosa esta de se perquirir se um tradutor sabe ou nao a lingua do seu originai; o que importa, e muito, é se expressou bem na sua, isto é, com vernacu­ lidade, clareza, acerto e a elegancia possivel, as ideias c afectos do seu autor 11 La posizione sostenuta da Castilho è netta: il traduttore non ha bisogno di conoscere la lingua originale dell'opera che traduce, ma deve sapersi espri­ mere bene in quella di arrivo, con "vernaculidade", cioè senza barbarismi, aspetto quest'ultimo difeso anche da Camilo e sul quale interverrà a più ri­ prese nel corso della sua lunga carriera di letterato 12. In una nota lasciata' a 8 Ant6nio Feliciano de Castilhos, Adverténcia à traduçao do Fausto, in C. Castilho Pais, op. cit., pp. 201-202. 9 Ihi, p. 203. lO Ibi, p. 204. li Ihi, pp. 205-206. 12 Con queste parole Castilho commenta l'opera di Camilo: "Que infinita colheita que tenho feito para o Dicionario portugues nestes seus ultimos livros. Se se predessem todos os nossos classicos ficando 56 as obras de V. Ex. a a vernaculidade nada tinha perdido". In Alexandre Cabrai, Camilo Castelo Branco. Roteiro Dramatico dum Profissional das Letras, Lisboa, Terra Livre, 1980, p. 13. E ancora Cabrai nel paragrafo seguente aggiunge: Castilho, neste pomo, referia-se em 58 margine della traduzione del Fausto, Camilo infatti scrive il suo positivo com­ mento, adoperando una efficace metafora culinaria: Faça o leitor de conta que entrau num restaurante e pediu filettes de javati; mas o criado serviu-o de cabeça de porco com grelos.

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