Liguria E Umbria

Liguria E Umbria

FRUTTI DIMENTICATI E BIODIVERSITÀ RECUPERATA Il germoplasma frutticolo e viticolo delle agricolture tradizionali italiane Casi studio: Umbria e Liguria Quaderni - Natura e Biodiversità 14/2020 Informazioni legali L’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), insieme alle 21 Agenzie Regionali (ARPA) e Provinciali (APPA) per la protezione dell'ambiente, a partire dal 14 gennaio 2017 fa parte del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), istituito con la Legge 28 giugno 2016, n.132. Le persone che agiscono per conto dell’Istituto non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo quaderno. ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 Roma www.isprambiente.it ISPRA, Quaderni Natura e Biodiversità n. 14/2020 ISBN : 978-88-448-1015-3 Riproduzione autorizzata citando la fonte Elaborazione grafica Grafica di copertina: Franco Iozzoli ISPRA – Area Comunicazione In copertina: acquarello di Giampiero Pierini (per gentile concessione - http://www.pieriniacquerelli.com) Coordinamento tipografico: Daria Mazzella ISPRA – Area Comunicazione Impaginazione: Gabriele Piazzoli ARPAE (FC) Stampa: La Pieve Imprint Via Dell’Artigianato 23 47826, Villa Verucchio (RN) Stampato con il contributo di: Fondi del P.S.R. Umbria 2014-2020, Misura 10 – Servizio di attuazione dell’Interven- to 10.2.1 “Salvaguardia della Biodiversità Regionale di Interesse Agrario”; Regione Liguria (Assessore all'Agricoltura, Sviluppo dell'entroterra e delle zone rurali, Stefano Mai); Ente Parco di Portofino (Direttore, Federico Marenco); Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (Direttore Generale, Carlo Emanuele Pepe). Finito di stampare nel mese di novembre 2020 2 A cura di: Sergio GUIDI (ARPAE Emilia Romagna), Valeria GIACANELLI (ISPRA), Vanna FORCONI (Associazione Patriarchi della Natura in Italia). Con il coordinamento per l’Umbria di Mauro GRAMACCIA (Parco 3A Pantalla) e per la Liguria di Daniela CARACCIOLO (ARPAL). Autori: Paolo ARICE (storico del territorio Amerino), Dino BIONDI (Regione Liguria), Alessandro CARASSALE (DAFIST - Università Genova), Sergio CARLINI (ricercatore), Angela COMENALE PINTO (Istituto Agrario Marsano), Luciano CONCEZZI (Parco 3A Pantalla), Isabella DALLA RAGIONE (Fondazione Archoeologia Arborea), Franco FAMIANI (Università Perugia), Daniela FARINELLI (Università Perugia), Riccardo FAVERO (Regione Liguria), Giovanni GHIGLIONE (CNR - IRCrES), Alberto GIRANI (già Parco Naturale Regionale di Portofino), Mauro GRAMACCIA (Parco 3A Pantalla), Antonietta LOREFICE (Università Perugia), Marcello MAIMONE (Istituto Agrario Marsano), Domenico MANNA (Comunità Montana Spoleto), Mauro MARIOTTI (DISTAV & GBH - Università Genova), Daniela MINETTI (Regione Liguria), Francesca MORETTI (Parco 3A Pantalla), Alberto PALLIOTTI (Università Perugia), Matteo PERRONE (Parco Nazionale delle Cinque Terre), Livia POLEGRI (Parco 3A Pantalla), Primo PROIETTI (Università Perugia), Luca REGNI (Università Perugia), Alessandro ROSSETTI (Parco Nazionale dei Monti Sibillini), Franco RUBUANO (Regione Liguria), Gilberto SANTUCCI (Istituto Agrario “Ciuffelli” Todi), Maria Grazia SBARBORO (Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici), Aldo SCORZONI (Comune di Valbreven- na), Maurizio SERVILI (Università Perugia), Anna SCHNEIDER (CNR – IPSP Torino), Agnese TATICCHI (Università Perugia), Stefania URBANI (Università Perugia), Elena ZAPPA (GBH - Università Genova). Per il caso studio della Liguria hanno inoltre collaborato: Lisa DEMARTINI (esperta di storia locale), Federico FEMMINELLA (ARPAL), Andrea GIACCHINO (viticoltore) Federico GRASSO (ARPAL), Davide MICHELINI (vivai Michelini), Daniela ANDREIS MONTINA (vivai Montina), Benedetto MORTOLA (Parco Naturale Regionale di Portofino), Mario MALATESTA (Parco Naturale Regionale di Portofino), Mauro Valerio PASTORINO (Gruppo speleologico ligure A. Isse), Stefano RAIMONDI (CNR-IPSP Torino), Annalisa ROTONDI (IBE Bologna). Tutta la nostra gratitudine va agli agricoltori che hanno conservato le vecchie varietà dell’Umbria: le persone, alcune delle quali non più tra noi, che nel corso degli anni ci hanno accolto con generosità e calore nelle loro case e nei loro campi segnalandoci piante, raccontandoci storie e aneddoti sono davvero tante. Abbiamo deciso di non elencarne i nomi soprattutto per non rischiare di dimenticar- ne colpevolmente qualcuno. A tutti loro, contadini e contadine, amatori e appassionati della biodiversità, rivolgiamo un sentito e sincero, oltre che doveroso, ringraziamento con la consapevolezza che senza il loro fondamentale contributo il nostro lavoro sarebbe 3 stato non solo più difficile e ai limiti dell’impossibile, ma anche umanamente assai più povero e assai meno piacevole di quanto invece non sia stato. Si ringrazia per aver concesso la riproduzione delle immagini conservate nei rispettivi Archivi: l’Archivio Storico del Comune di Todi, nella persona del Dr. Filippo Orsini; l'Azienda Pubblica "Veralli-Cortesi" di Todi nella persona del Dr. Costantino Santucci; l’Assemblea Legislativa della Regione Umbria per la raccolta di diapositive di Henri Desplanques, nelle persone del Dr. Stefano Cardinali e della Dr.ssa Silvia Faloci. e della Liguria: un ringraziamento infinito va alle persone che con la quotidiana cura della terra e con un amore incondizionato per il territorio ligure mantengono vive le colture - e le culture – antiche, ma soprattutto il rispetto vero per una tradizione basata sullo stretto legame uomo-natura, di cui mai come oggi si riscopre l’importan- za. Tra essi ci sono persone uniche, come l’ottantenne Piero Cafferata, che dopo essere stato allievo dell'Istituto Marsano a S. Ilario, ha dedicato la sua vita alla coltiva- zione delle piante del vivaio comunale di Genova e, sulla collina di Polanesi, nei terreni di famiglia, ha conservato la biodiversità di numerose cultivar tradizionali liguri. Ci sono produttori di vini come Eros Mammoliti, studiosi delle varietà agricole come Claudio Littardi. E ancora, tra gli agricoltori, Irene Perazzo, Livia Podestà, Stefano Massa, Attilio Ferretti, alcuni di essi ormai pensionati ma animati ancora da grande forza e passione. Ci sono anche tutti i dipendenti dell’Università di Genova che presta- no servizio presso i Giardini Botanici Hanbury (gestiti dall’Università di Genova) e che da decenni svolgono un’attività fondamentale per il mantenimento delle varietà, consistente nella raccolta di semi, sia dalle collezioni vive dell’Area Protetta Regionale sia in campagna, e nella conservazione degli stessi presso la banca del germoplasma. Si ringraziano inoltre, Fabio ed Ettore Macera figli della poetessa scomparsa Maria Melioli Macera, per aver concesso l’utilizzo della poesia della madre; la Libreria antiquaria Scripta Manent di Gerry e Diego Delfino, che ha messo a disposizione testi antichi rivelatisi preziosi per la ricerca di informazioni su varietà storiche; Fiorenzo Gimelli per il prezioso lavoro svolto nella ricerca degli autori e delle aziende da coinvolgere nella selezione delle specie e delle varietà. 4 INDICE Presentazione 6 Introduzione 7 1 . Caso di studio: Umbria 8 1.1 Storia della frutticoltura in Umbria 9 1.2 La peculiarità del territorio amerino 26 1.3 Il paesaggio della vite 32 1.4 Il paesaggio dell’olivo 42 1.5 Il paesaggio del Castagno 48 1.6 Le iniziative regionali per la conservazione e la valorizzazione della 54 biodiversità domesticata 1.7 Normativa regionale a tutela dell’ agrobiodiversità 72 1.8 Alcuni frutti rappresentativi dell’Umbria con schede descrittive 74 2. Caso di studio: Liguria 105 2.1 Storia della frutticoltura in Liguria 106 2.2 Gallesio e la Liguria 116 2.3 Il paesaggio agrario ligure 120 2.4 Le azioni mirate alla conservazione della agrobiodiversità 143 2.5 Alcuni frutti rappresentativi della Liguria con schede descrittive 159 Glossario 193 Bibliografia Umbria 196 Bibliografia Liguria 199 5 PRESENTAZIONE La collana dei quaderni ISPRA “Frutti dimenticati e biodiversità recuperata” giunge al nono volume, dedicato ai casi studio di Umbria e Liguria. Il progetto nasce nel 2010 dalla collaborazione tra ISPRA e ARPAE Emilia Romagna e prosegue dal 2017 come attività del Sistema nazionale per la prote- zione dell’ambiente (SNPA), con l’obiettivo principale di promuovere la conoscenza e la tutela dell’agrobiodiversità del nostro Paese. Sin dall’origine, e poi negli anni a seguire, l’iniziativa si è posta in coerenza con gli indirizzi stabiliti a livello internazionale in tema di conservazione della biodiversità, dalla Convenzione sulla Diversità Biologica dell’ONU al Trattato Internazionale sulle risorse fitogenetiche vegetali per l'alimentazione e l'agricoltura della FAO, fino alla Strategia UE per la protezione della biodiversità e alla Politica Agricola Comune per il periodo 2014 - 2020. Anche la recentissima Strategia Europea per la Biodiversità per il 2030, ripropone in maniera chiara l’importanza della tutela delle cultivar tradizionali, quale azione di contenimento del declino della diversità genetica delle piante di interesse agrario. Il patrimonio varietale del nostro Paese è di straordinaria ricchezza e con esso tutto l’insieme di tecniche e saperi legati alle singole varietà, alle loro carat- teristiche, agli usi e alla conservazione, ai luoghi e ai climi a cui si adattano. Un patrimonio troppo spesso “dimenticato”, che rischia di scomparire, ma che costituisce una risorsa fondamentale per affrontare i cambiamenti ambientali in atto e garantire la sicurezza alimentare

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