DOCUMENTO PRELIMINARE DEFINITIVO COMUNITÀ DELLA VALLE DEI LAGHI COMUNITA' DELLA VALLE DEI LAGHI Documento Preliminare Definitivo della Comunità della Valle dei Laghi (Redatto ai fini della formulazione del Piano Territoriale della Comunità) Ottobre 2013 Approvato dal Tavolo Territoriale di Confronto e Consultazione in data 05/11/2013 Comunità della Valle dei Laghi Documento Preliminare Definitivo A cura di Giuliana Spagnolo Testi di Giuliana Spagnolo Sergio Remi Alessandro Franceschini Attività di analisi ed elaborazione grafici e tabelle Giuliana Spagnolo Facilitatore della PAT Lucia Gasperetti Per il Progetto speciale di attuazione della riforma istituzionale della PAT Luca Paolazzi Hanno contribuito in diversa misura alla realizzazione di questo documento Luca Sommadossi Luca Paolazzi Lucia Gasperetti Roberto Albertini Alessandro Franceschini Stefano Portolan Cinzia Mattevi Michele Tabarelli de Fatis Tavolo Territoriale di Confronto e Consultazione Gruppo consigliare di maggioranza SOMMARIO PRESENTAZIONE V Note Introduttive 5 PARTE PRIMA - IL SISTEMA VALLIVO: LA STRUTTURA TERRITORIALE, SOCIO-ECONOMICA E INSEDIATIVA DELLA COMUNITÀ DELLA VALLE DEI LAGHI 9 di Giuliana Spagnolo Introduzione 11 I presupposti per un'analisi paesaggistica e ambientale del territorio della Comunità della Valle dei Laghi 11 L'assetto paesistico ambientale: il quadro conoscitivo 12 1. Caratteri geomorfologici e idrogeologici 12 2. Caratteri del sistema della fruizione territoriale 13 2.1. La carta dell'assetto storico 13 3. Le dinamiche demografiche 14 4. Analisi dell'uso e consumo del suolo 16 5. Densità della popolazione in rapporto alla superficie utilizzabile 20 6. Produzione edilizia 22 7. Alcune osservazioni trasversali 24 8. Agricoltura nella Provincia di Trento 25 9. L'agricoltura nella Valle dei Laghi 26 9.1. Indice di Pressione Zootecnica 28 9.2. Il lavoro in agricoltura 29 9.3. "Aree Agricole" e "Agricole di Pregio" 31 9.4. Le aziende agricole di qualità 32 10. Superfici boscate, alcune considerazioni 33 10.1. Le superfici boscate nella Valle dei Laghi 34 11. Le aree Protette 36 12. Il rischio idrogeologico 37 13. La pericolosità idrogeologica 38 14. Gli indicatori di efficienza energetica della P.A. locale 39 15. La carta dell'assetto naturale 43 16. La carta delle criticità ambientali 44 17. La carta dell'assetto identitario 46 18. I conti economici: il contesto macroeconomico provinciale 47 19. L’apporto settoriale alla formazione del prodotto: le attività produttive e industriali nella Provincia Autonoma di Trento 51 20. Analisi di contesto specifiche: il sistema economico della Valle dei Laghi 52 21. Gli indicatori relativi al numero degli addetti e degli occupati e all'incidenza delle unità economiche nel territorio della Comunità 58 22. Indice di specializzazione economica (ISP) normalizzato 59 23. Il turismo nella Valle dei Laghi 60 23.1. Impatti ambientali in relazione al turismo 64 24. Il lavoro e gli indicatori di consistenza e qualità del bacino locale di manodopera della Valle dei Laghi 65 25. Gli indicatori sulla sanità e qualità della vita nella Comunità 71 26. L'accessibilità: le Infrastrutture e le reti immateriali 73 Valutazioni di sintesi finali 77 1. Fabbisogni specifici del sistema Territoriale 77 2. Fabbisogni di sistema e la necessità di una crescita generalizzata della competitività 77 3. Fabbisogni del sistema rurale 78 4. Fabbisogni specifici del sistema artigianale 78 5. Indicatori sintetici delle performances della Comunità della Valle dei Laghi 78 Quadro sinottico degli indici 80 PARTE SECONDA - UN PERCORSO DI USCITA DALLA CRISI: QUALI POSSIBILI INDIRIZZI PER IL PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITÀ VALLE DEI LAGHI? 85 di Sergio Remi La declinazione territoriale del concetto di green economy 87 Le strategie vocazionali della Valle dei Laghi 87 1. La multifunzionalità di uno spazio che è al contempo rurale e urbano 88 2. Agire per un progetto complessivo di agricoltura sostenibile 89 2.1. La tutela del territorio agricolo 89 2.2. ll marketing territoriale 89 2.3. L’integrazione delle filiere agroalimentari 90 2.4. La valorizzazione dei prodotti tipici locali 91 2.5. La multifunzionalità dell’impresa agricola 92 3. Valorizzare l’economia dell’esperienza 93 3.1. La promozione un modello d’ospitalità diffusa 94 3.2. L’infrastrutturazione turistica del territorio 94 4. Il governo delle dinamiche insediative 94 4.1. Le funzioni territoriali e la dotazione di servizi 95 4.2. La sostenibilità ambientale e sociale dell’abitare 96 4.3.Il sociale come progetto di sviluppo 98 5. Politiche temporali e welfare mix 98 5.1. Un modello di sviluppo a base culturale 99 5.2. La promozione dell’autoimprenditorialità 101 PARTE TERZA - IL SISTEMA VALLIVO: GLI OBIETTIVI E LE STRATEGIE 103 di Giuliana Spagnolo Obiettivi generali di lungo periodo della politica di sviluppo della Provincia Autonoma di Trento: il macrobiettivo di crescita 105 1. La coerenza con gli obiettivi della politica di coesione 105 2. Gli indirizzi strategici definiti nel PUP per la Comunità della Valle dei Laghi 105 Gli strumenti della partecipazione per la formazione degli obiettivi e delle strategie. Il rapporto di ricerca-azione per l’elaborazione del documento preliminare di programmazione: i contenuti sintetici 106 Strategie del PUP e linee di azione strategica del documento 107 Questionario somministrato al gruppo consigliare di maggioranza della Comunità della Valle dei Laghi: Percorsi e scenari per uno Sviluppo Sostenibile 110 SITOGRAFIA 111 ALLEGATO - L PROCESSO DI URBANIZZAZIONE NELLA COMUNITÀ DELLA VALLE DEI LAGHI (1865-2010) 113 di Alessandro Franceschini PRESENTAZIONE Per le Comunità la pianificazione urbanistica è una competenza prevista dalla L.P. 1 del 2008 (”Ordinamento urbanistico e governo del territorio”, meglio conosciuta come legge urbanistica provinciale), e rappresenta, per i territori, un'importante occasione per rafforzare il ruolo da protagonista nelle scelte strategiche sul proprio futuro, pur all'interno di una cornice e di una prospettiva più ampia determinata dal livello provinciale, nazionale ed europeo. Quando parliamo di pianificazione urbanistica troppo spesso siamo portati a pensare all'organizzazione e alla gestione del territorio sostanzialmente relativa al cambio d’uso dei suoli finalizzati all’edificabilità. In realtà “fare” urbanistica significa molto di più e di molto più articolato e importante. Per usare le parole di un importante urbanista trentino, recentemente scomparso, Fulvio Forrer, l'urbanistica «interessa visioni e gestioni che vanno ben oltre l'edilizia (…) e non riguardano solo la costruzione di edifici, ma sono l'insieme delle attività che vanno sotto il nome di Governo delle trasformazioni territoriali»1. La pianificazione urbanistica infatti ha a che fare con un'idea di sviluppo e di organizzazione economica, sociale e culturale di una comunità. L’utilizzo del territorio diventa una conseguenza della visione che una comunità ha di se e del proprio futuro, delle proprie risorse e delle proprie criticità. Sempre per citare Forrer pianificare «vuol dire conoscere, interpretare, trovare soluzioni, programmare, organizzare, prevedere e confermare strutture, prevederne di nuove, stimare risorse e bisogni, concordarle, concertarle, definire metodologie, scegliere soluzioni, fissare obiettivi»2. I territori, quindi, sono chiamati ad essere protagonisti del proprio sviluppo, del proprio futuro, della gestione del proprio territorio dentro un quadro di riferimento più ampio delineato dal Piano Urbanistico Provinciale e della Legge provinciale. Forse può essere utile richiamare alcuni aspetti di questo quadro generale più ampio perché non sempre si tiene in dovuta considerazione l'importanza degli strumenti per la tutela e la valorizzazione delle potenzialità di un territorio. Soprattutto di quegli strumenti particolarmente adatti allo sviluppo strategico di un territorio, perché legati ad una scala né troppo piccola da apparire asfittica, né troppo grande da essere inefficace: il piano a scala sovracomunale legato alla suddivisione amministrativa della provincia in enti collocati tra la Provincia ed i Comuni. Già il primo Piano Urbanistico Provinciale (1967) prevedeva la necessità di un livello intermedio di programmazione fra la Provincia e i Comuni al fine di garantire un protagonismo delle Valli nel loro sviluppo. I Comprensori nell'ottica del primo Piano Urbanistico rispondevano allo scopo di fare in modo che «i gruppi sociali si coordinino in nuclei più vasti e siano in grado di partecipare allo sviluppo dei programmi di pianificazione e di decentramento strutturale ed economico con sufficiente autorità»3. Oggi, a distanza di quasi cinquant’anni dall'approvazione di quel piano, le cose sono molto cambiate e la storia ci permette di fare ulteriori riflessioni e considerazioni frutto dell'esperienza e delle nuove scoperte e conoscenze acquisite ma rimane tuttavia valido il principio che non si può pensare ad una pianificazione equilibrata e organica senza tener conto di un livello intermedio, oggi rappresentato dalle Comunità di Valle. L'ultimo Piano Urbanistico Provinciale (2008) riprende infatti questo aspetto esplicitando nella relazione illustrativa che la «riforma è ispirata all'obiettivo di assecondare il protagonismo dei territori, valorizzandone le vocazioni e specificità e di promuovere lo sviluppo del capitale sociale, nel quadro del governo a livello centrale degli interventi di rilevanza provinciale»4. Ecco allora che ciò che stiamo oggi avviando non è fine a se stesso ma si inserisce in un percorso
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