COMUNE DI SIRTORI Provincia di Lecco [Aggiornamento del 19/01/2017 ] PIANO TRIENNALE - 2017/2018/2019 PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA (Redatto dal Responsabile per la Prevenzione della Corruzione, Dott. Marco Redaelli, tale nominato con Decreto Sindacale n. 1 del 10/01/2017 Approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 9 del 24/01/2017) INTRODUZIONE E ANALISI DEL CONTESTO Il presente piano costituisce adeguamento del Piano Triennale per la prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza del Comune di Sirtori alle novità normative introdotte dal D.Lgs. n. 97/2016 e dalle indicazioni fornite dall'ANAC, in particolare con l’aggiornamento al PNA 2015 e col PNA 2016. Nella redazione del presente Piano si è tenuto conto anche degli indirizzi strategici espressi dalla Giunta Comunale con propria deliberazione n. 5 del 10/01/2017. 1. Le fonti normative principali restano la Legge n. 190/2012 ed i relativi decreti attuativi, il Piano Nazionale Anticorruzione approvato dalla CIVIT, ora ANAC, con Deliberazione n. 72 dell'11 settembre 2013, le Deliberazioni ANAC n. 6/2015, n. 8/2015, n. 12/2015, n. 831/2016, l'intesa raggiunta in sede di conferenza unificata il 24 luglio 2013 ai sensi dell'art. 1, commi 60 e 61 della Legge n. 190/2012, il D.Lgs. n. 33/2016, il D.Lgs. n. 39/2013, il D.P.R. n. 62/2013, il D.Lgs. n. 97/2016. 2. Analisi del Contesto esterno. Il Comune di Sirtori si trova in provincia di Lecco e si estende per una superficie di 4,29 km². Il territorio è caratterizzato da un profilo geometrico irregolare con variazioni altimetriche modeste che vanno da una quota minima di 303 metri s.l.m. ad una massima di 555 metri di altitudine s.l.m. L'andamento plano-altimetrico del capoluogo comunale risulta collinare, adeguandosi alle caratteristiche orografiche del restante territorio. Ha 2.819 abitanti (01/01/2016) e parte del territorio comunale è ricompresso nel perimetro del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Confina con i comuni di Viganò, Barzago, Barzanò, Castello di Brianza, La Valletta Brianza e Missaglia. E’ un Comune collinare di origine romana, la cui economia abbraccia attività agricole e industriali. I sirtoresi presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media; si distribuiscono, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Bevera di Sirtori, Cappelletta, Ceregallo, Industrie, 1 Travecchia e Villa. Il comune ha attraversato una fase di forte espansione edilizia. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del 1980, sono tre spighe di grano (a ricordo dell'attività agricola predominante nel luogo) un'aquila e una collina, che ricorda l'altitudine del comprensorio. Per quanto maggiormente attiene ai profili legati alla prevenzione della corruzione e quindi del fenomeno corruttivo, si deve fare riferimento ai dati della provincia di Lecco e della Regione Lombardia ricavabili dalla " Relazione sull'attività delle forze di polizia sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata - anno 2014 ", presentata dal Ministro dell'Interno alla Camera dei Deputati (trasmessa alla presidenza il 14/01/2016), ed alla " Relazione sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (secondo semestre 2015) ". Dal secondo documento citato si rileva la presenza di " indizi di collegamento con la 'ndrangheta, con il settore movimento terra ". Esso, prosegue la relazione, è " un settore in Lombardia storicamente appannaggio delle cosche, il cui processo di consolidamento è passato - senza tuttavia mai rinunciarvi - dal controllo delle tipiche attività mafiose [...] al radicamento nell'economia lombarda, risultata in molti casi permeabile grazie alla disponibilità di esponenti della Pubblica Amministrazione corrotti e di imprenditori senza scrupoli, desiderosi di ottenere un imprimatur mafioso per scardinare la concorrenza. Non a caso, volendo eleggere una regione, esclusa ovviamente la Calabria, a più alta incidenza 'ndranghetista non può che farsi rimando alla Lombardia, dove molteplici e disseminati sostanzialmente su tutte le province sono i locali che la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nella sua più recente Relazione Annuale, riepiloga tenendo conto degli esiti giudiziari degli ultimi anni: Bollate, Cormano, Milano, Pavia, Corsico, Mariano Comense, Seregno-Giussano, Desio, Rho, Pioltello, Legnano, Erba, Bresso, Limbiate, Canzo e Solaro, Fino Mornasco, Cermenate e Calolziocorte, tutti facenti capo ad un organismo di coordinamento stabile in rapporto con la Calabria, denominato la Lombardia. " Dalla dalla " Relazione sull'attività delle forze di polizia sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata - anno 2014 ", si estraggono i seguenti passaggi: Regione Lombardia, pag. 309 e ss. "La regione Lombardia, nonostante non sia rimasta immune agli effetti della crisi economica pluriennale che ha investito il territorio italiano, è caratterizzata da un tessuto economico-produttivo vitale e rappresenta una importante piazza finanziaria nazionale. Con una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti essa è anche la regione italiana più popolosa ed attrae consistenti flussi migratori. Difatti, in quest'area risiedono regolarmente oltre 1,1 milioni di stranieri, il 23% di quelli censiti sull'intero territorio nazionale, incidendo per circa l' 11,5% sulla popolazione della regione. La stessa, anche in ragione della sua estensione e collocazione geografica, è interessata da molteplici manifestazioni di criminalità ben distinte tra loro, con caratteristiche e modus operandi che variano in funzione delle province e dei settori illeciti; la diversificazione per territorio scaturisce dalla presenza, consolidata nel corso degli anni, di sodalizi criminali di tipo mafioso (il cui radicamento in questa regione rappresenta - almeno per la 'Ndrangheta - la massima espressione per l'intero nord-Italia) cui si affiancano gruppi criminali stranieri ed altre associazioni criminali, che affondano le proprie radici nei più remunerativi traffici illeciti. Le varie compagini adeguano in questa regione gli strumenti di penetrazione dell'economia legale, orientandole allo sfruttamento delle opportunità offerte dal tessuto socio-economico locale (che contemplano il condizionamento e/o l'infiltrazione di settori dell'imprenditoria e soggetti politico-istituzionali), nell'ottica dell'ottimizzazione delle opportunità di sviluppo e lucro e del rapporto tra costi e benefici, costituendo dei veri e propri "sistemi" o "imprese" criminali. La Lombardia può difatti costituire per le matrici mafiose un solido bacino d'investimenti, funzionali alla penetrazione sul territorio, evidenziando interesse per il tessuto imprenditoriale locale, rimanendo collegate alle famiglie criminali d'origine e disponendo di cospicui capitali, in buona parte derivanti dal narcotraffico, da reimpiegare (attraverso complesse attività di riciclaggio) in imprese commerciali (grande distribuzione, bar, ristorazione, turistico-alberghiere e di intrattenimento, concessionarie d'auto e compro oro), immobiliari ed edili, di movimento terra, di giochi e 2 scommesse, gli impianti sportivi, la gestione/smaltimento dei rifiuti, i servizi e le bonifiche ambientali, società finanziarie, cooperative, servizi di logistica, forniture e trasporti, nel settore metallurgico, energetico, nautico, ecc .. , tanto mediante l'intimidazione quanto, anche, creando legami d'interesse con gli operatori economici. Le modalità di reimpiego denotano caratteri sempre più articolati, che contemplano anche il ricorso a società o strutture finanziarie e bancarie (talora pure abusive) sammarinesi, elvetiche o dei cosiddetti "paradisi fiscali", senza dimenticare le classiche acquisizioni immobiliari o, come già detto, il finanziamento di svariati settori imprenditoriali. Per la movimentazione illecita di valuta e titoli di credito, la criminalità organizzata può anche contare sulla collaborazione di esperti in ambito tributario e finanziario. L'infiltrazione nel sistema imprenditoriale appare attualmente più marcata da parte dei sodalizi 'ndranghetisti (ma ciò non fa venire meno la stessa minaccia da parte dei gruppi mafiosi di estrazione siciliana e campana) e si vanno talvolta palesando anche segnali, da parte dei sodalizi di tipo mafioso (soprattutto calabresi e, marginalmente, campani), di comunanza d'interessi con soggetti all'interno della Pubblica Amministrazione e nell'aggiudicazione di lavori pubblici (tanto che la corruzione sta progressivamente divenendo strumento per acquisire e consolidare potere), riproponendo assetti di mercificazione dell'interesse pubblico e situazioni di connivenza tipici nell'area d'origine. E' da segnalare come le risultanze investigative abbiano evidenziato una certa permeabilità del tessuto economico ed imprenditoriale lombardo ad infiltrazioni criminali (ove a volte gli stessi imprenditori divengono parte attiva in accordi che permettono, alle organizzazioni mafiose, di inserirsi nel settore d'interesse e ad imprese "amiche" di ottenere appalti e commesse), cui si vanno ad affiancare altre attività di indagine che fanno emergere casi di corruzione, nell'ambito delle proprie attribuzioni, da parte di Amministratori/dipendenti e dirigenti di strutture pubbliche (a beneficio di imprenditori scorretti che mirano ad accaparrarsi appalti ed erogazioni), in ordine all'esecuzione di importanti lavori pubblici o anche afferenti settori sensibili per la comunità, denotando casi di vulnerabilità dell'imparzialità, buon
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