I Have a Dream L'utopia NECESSARIA

I Have a Dream L'utopia NECESSARIA

I have a dream L’UTOPIA NECESSARIA 30/07 > 15/08/2015 bambinidafrica - Lorenzo dell’Uva SimplicityWorks CarloMariotti.it I have a dream L’UTOPIA PNECESSARIAenso che un uomo senza utopia, senza sogno e senza ideali, “ 30/07 > 15/08/2015 vale a dire senza passioni e senza slanci, sarebbe un mostruoso animale “ fatto semplicemente di istinto e di raziocinio: una specie di cinghiale laureato in matematica pura Fabrizio De André Fabrizio De André La XVII edizione del festival Dromos ha per titolo I HAVE A DREAM, l’utopia necessaria: da un lato la fotografia di una condizione contemporanea di crisi, dall’altro la prospettiva di cambiamenti profondi, verso orizzonti apparente- mente utopici ma che, in realtà, proprio perché venati di utopie, ci spingono ad avanzare e a cambiare. Emblematico, in tal senso, è il celebre discorso I have a dream tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963: esso esprimeva il sogno L’UTOPIA NECESSARIAche un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei 30/07 > 15/08/2015 bianchi ma, al contempo, che uno dei più angosciosi problemi della nostra I have a dream umana esperienza è che pochi, se non nessuno di noi, nel corso della propria L’UTOPIA NECESSARIA vita riescono a veder realizzate le proprie più vive speranze. E, infatti, il suo 30/07 > 15/08/2015 sogno, pare essersi trasformato in un’utopia irraggiungibile e si infrange, oggi, contro una realtà che l’America pensava di avere definitivamente archiviato con l’elezione di Barack Obama. Lo stesso Obama, del resto, è stato costret- SAN VERO MILIS to ad ammettere che il dolore della discriminazione si avverte ancora in Ameri- ca. Sia in Obama sia in King vi è la consapevolezza dell’enorme quantità di MOGORO sacrifici che costellano il percorso individuale del singolo ma, in entrambi, lo ORISTANO sguardo è rivolto al futuro, nella ferma convinzione che un giorno tutto possa BAULADU cambiare perché, per dirla con le parole di Oscar Wilde, una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo. BARATILI SAN PIETRO Il “sogno” della XVII edizione del Festival Dromos, ha anch’esso, per orizzon- VILLA VERDE te quell’utopia, magari irraggiungibile, eppure necessaria. Un’utopia che ci induce ad andare avanti, in un intreccio di relazioni tra aree geografiche MORGONGIORI distanti, tra popolazioni e tradizioni culturali diverse che, nel festival, si incon- NURECI trano e si confrontano, per percorrere, insieme, le strade del mondo, nella certezza che nei sogni cominciano le responsabilità (Delmore Schwartz). Ivo Serafino Fenu L’UTOPIA NEGATA L’utopia si trova all’orizzonte. Quando mi avvicino di due passi, arretra di due passi. A cura di: Ivo Serafino Fenu Se avanzi di dieci passi, rapida scivola dieci passi avanti. Per quanto innanzi io mi Collezione: Antonio Manca In collaborazione: Pinacoteca Carlo Contini spinga non potrò mai raggiungerla. Che scopo ha dunque l’utopia? Quella di indurci ad avanzare. (Eduardo Galeano) Eduardo Galeano aveva, dell’utopia, una visione sostanzialmente positiva seppure, a guardar bene, ossimorica: utopia come prospettiva, utopia che anticipa e pone le basi del cambiamento e, tuttavia, in quanto tale, irraggiungibile. Orizzonti venati da utopie che, MOSTRA apparentemente irraggiungibili, ci spingono ad avanzare, seppure si tratti di un avanzare lento, /luglio Start:19:30 faticoso, con cadute e, talvolta, scoraggianti impasse. In lui e in quanti hanno rincorso e 30 percorso le strade polverose dell’utopia, vi era la consapevolezza dell’enorme quantità di PINACOTECA CARLO CONTINI sacrifici che costellano tale percorso e, nonostante tutto, la certezza che un giorno, più o meno ORISTANO lontano, tutto sarebbe potuto cambiare, perché, per dirla con le parole di Oscar Wilde, una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo: Dal 30/07 al 13/09 lun > dom 10:00/13:00 – 17:00/20:45 una visione “utopica” dell’utopia e, pertanto, “necessaria”. Ma l’arte, nel suo farsi specchio di una realtà cupa e asfittica, nella quale la stessa parola “prospettiva” appare quantomeno velleitaria, pare muoversi in un’altra direzione e l’utopia, ancorché necessaria, viene svuotata di tutte le sue potenzialità propulsive e di cambiamento: è l’utopia negata. «In un’opera d’arte cerco il contesto in cui si esprime, il legame con il sociale ma, anche, i richiami, i rimandi ai miei canoni estetici. Posso dire con certezza che la mia collezione non segue un gusto ma, forse, una direzione. Sicuramente ha una propensione multietnica, internazionale, dove convivono decine di artisti di nazionalità diverse e che si esprimono con linguaggi completamente differenti, il cui unico filo conduttore è quello del contemporaneo, con una forte interazione con il futuro.» (Antonio Manca, Flash Art, aprile 2012) Nobuyoshi Araki, Paolo Bianchi, ConiglioViola, Gregory Crewdson, Alberto di Fabio, David LaChapelle, Tatsuo Miyajima, Nino Mustica, Elena Nemkova, Panamarenko, Flavio Piras, Sebastian Piras, Roberto Pugliese, Arash Radpour, Mario Schifano, Ronald Ventura, Entang Wiharso Allora, il luogo dell’utopia, riletta coi codici dell’estetica contemporanea, lascia dietro di sé un’ombra, una sagoma meno luminosa in cui si “ritrae” (nella duplice accezione di celarsi e di palesarsi) quanto di inquietante e di enigmatico gli appartiene e che, in fondo, appartiene alla stessa realtà. Piuttosto un “non luogo”, dunque, per desideri inevasi, per aspirazioni difficilmente raggiungibili, per icone infrante: un non luogo abitato da un angelo ferito al quale pesa il fardello delle proprie ali, custode di un sogno destinato, inevitabilmente, a trasformarsi in incubo. SM SM è il nome del progetto artistico di Egle Picozzi. Un acronimo ambiguo che, tuttavia, una Foto: Egle Picozzi volta sciolto, rivela la sua doppia natura, ironica e drammatica al contempo. Prende il nome, A cura di: Ivo Serafino Fenu infatti, dalla malattia che da circa un anno condiziona i suoi stati d’animo e le sue condizioni In collaborazione: Pinacoteca C. Contini fisiche: la Sclerosi Multipla. L’artista utilizza la fotografia come terapia, attraverso il medium fotografico gioca con la malattia, impara a conoscerla, ad accoglierla, a studiarla e, in una dimensione intrisa di utopia, cerca di guarirla. Egle Picozzi reinterpreta la figura cara a certa avanguardia novecentesca, Joseph Beuys in primis, dell’artista-sciamano, nella fattispecie, sciamano di e per se stessa. Allestisce ironici teatrini nei quali invita la malattia a giocare con MOSTRA /luglio Start:19:30 dolcezza, palesandone icasticamente le evoluzioni che coinvolgono tutte le funzioni del suo 30 sistema nervoso. Ne ripercorrono, in chiave tragicomica, le fasi di ricaduta che, nell’ultimo anno, l’hanno costretta a combattere con una compagna di viaggio imprevedibile e bizzarra PINACOTECA CARLO CONTINI che, di volta in volta, si manifesta in episodi di diplopia, di infiammazione ai nervi facciali, di ORISTANO emiparesi e di iperacusia, di fasi di rigidità o improvvise scosse che, a momenti alterni, Dal 30/07 al 13/09 attraversano il suo corpo dalla testa ai piedi. Più che un’utopia necessaria si tratta, dunque, di lun > dom 10:00/13:00 – 17:00/20:45 un’ironia necessaria, e la fotografia è lo strumento indispensabile per istituire un dialogo silenzioso con questa invadente compagna di viaggio: un esorcismo estetico mediante un rito apotropaico tecnologico e contemporaneo, impertinentemente kitsch. SORRIDERE ALL’UTOPIA Lorenzo dell’Uva è nato quarant’anni fa a Napoli e vive a Bologna. È un “narratore”: lo Foto: Lorenzo dell’Uva fa con le parole, con i post e i tweet, scrivendo articoli per testate cartacee e web e, A cura di: Ivo Serafino Fenu quando viaggia, lo fa con la macchina fotografica e talvolta con lo smartphone. Volti, In collaborazione: Pinacoteca C. Contini panorami e scenari che incontra sulla sua strada divengono veri e propri racconti per immagini, soprattutto in Asia e in Africa. Le sue fotografie sono state pubblicate da EAST, Popoli e Missione, Famiglia Cristiana, Peace Reporter e Inviato Speciale. Collabora con organizzazioni non governative come COOPI, Emergency, Terre des Hommes e Apeiron. Una selezione di questi scatti compongono l’opera MOSTRA Sorridere /luglio Start:19:30 all’utopia: tredici scatti dominati da bambini che sorridono alla vita, da colori saturi, da 30 profumi e sensazioni di terre esotiche lontane eppure così vicine. E allora, l’obbiettivo di Lorenzo dell’Uva, qui artista più che reporter, fa intuire, in queste immagini, nella PINACOTECA CARLO CONTINI poesia di uno sberleffo, nella luminosa freschezza di un viso, nella smagliante tavoloz- ORISTANO za di quei mondi, che dietro ognuna e al di là dell’età bella della vita, si cela una verità Dal 30/07 al 13/09 “altra”, evocata e non descritta, sicuramente meno gioiosa, e dalla quale traspare, in lun > dom 10:00/13:00 – 17:00/20:45 modo più o meno consapevole, l’aspettativa di un futuro meno cupo. È l’utopia in un sorriso o, meglio, il sorridere all’utopia, nonostante tutto. MANCAI BARROSAS Un’intuizione, un’idea, all’inizio una follia incomprensibile e impraticabile, con benevo- A cura di: Ivo Serafino Fenu lenza, un’utopia, per un’isola che, già in tempi remoti, vedeva i suoi abitanti descritti Prodotta da: Cooperativa Allevatrici Sarde come pocos, locos y mal unidos. Ma quel giudizio afferiva a una storia declinata al Direzione artistica: Salvatore Corona maschile, l’intuizione, l’idea, l’utopia della Cooperativa Allevatrice Sarde è stata, Foto: Gianluca Vassallo invece, una storia tutta al femminile. Storia di donne che, a dispetto di una consuetu- Video: Aldo Tanchis Interviste video: Antonello Carboni dine paralizzata e paralizzante, si sono mosse in direzione “ostinata e contraria”, caparbie e testarde, volitive e consapevoli. L’intuizione s’è fatta idea e l’idea da utopia è divenuta parola, ripetuta una, due, tre, infinite volte, di bocca in bocca, in una coralità MOSTRA /luglio Start:19:30 trasformatasi, infine, in azione.

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