Allegoria71-72 © G

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per uno studio materialistico della letteratura allegoria71-72 © G. B. Palumbo & C. Editore S.p.A. Palermo • Direttore responsabile • Redattori all’estero Franco Petroni International Editorial Board Christian Rivoletti • Direttore Gigliola Sulis Editor Romano Luperini • Redazione Facoltà di Lettere e Filosofia, Editorial Assistants via Roma 56, 53100 Siena Anna Baldini Università per Stranieri di Siena • Comitato direttivo p.za Carlo Rosselli 27/28, 53100 Siena Executive Editors e-mail: [email protected] Pietro Cataldi Valeria Cavalloro Raffaele Donnarumma Università di Siena via Roma 56, 53100 Siena • Redattori e-mail: [email protected] Editorial Board Valentino Baldi • Responsabile delle recensioni Alessio Baldini Book Review Editor Anna Baldini Daniela Brogi Daniele Balicco Università per Stranieri di Siena Daniela Brogi p.za Carlo Rosselli 27/28, 53100 Siena Riccardo Castellana e-mail: [email protected] Valeria Cavalloro Giuseppe Corlito • Amministrazione e pubblicità Tiziana de Rogatis Managing and Marketing Damiano Frasca via B. Ricasoli 59, 90139 Palermo, Margherita Ganeri tel. 091 588850 Alessandra Nucifora fax 091 6111848 Franco Petroni e-mail: [email protected] Guglielmo Pianigiani Gilda Policastro Felice Rappazzo Cristina Savettieri Michele Sisto progetto grafico Federica Giovannini Massimiliano Tortora impaginazione Fotocomp - Palermo Emanuele Zinato stampa Luxograph s.r.l. - Palermo Abbonamento annuo: Italia: E 35,00; Estero: E 35,00 + spese di spedizione Rivista semestrale Prezzo di un singolo fascicolo: Autorizzazione del Tribunale di Palermo n. 2 del 4 febbraio 1993 Italia: E 19,00; Estero: E 19,00 + spese di spedizione ISSN 1122-1887 [email protected] ISSN elettronico 2037-6499 www.allegoriaonline.it per uno studio materialistico della letteratura allegoria71-72 rivista semestrale anno XXVII terza serie numero 71-72 gennaio/dicembre 2015 G. B. PALUMBO EDITORE Il tema: Teoria e critica Il presente Forme del realismo nella letteratura italiana tra modernismo e contemporaneità a cura di Christian Rivoletti e Massimiliano Tortora • 7 • 117 • 175 Christian Rivoletti, Massimiliano Tortora Carla Sclarandis Gianluigi Simonetti Presentazione Il personaggio di Lucia Vent’anni dopo. nell’antropologia Il dio impossibile • 10 manzoniana di Walter Siti Massimiliano Tortora 1929: Gli indifferenti e la nuova stagione del realismo • 141 Martina Mengoni • 24 Primo Levi, Alessio Baldini autoritratti periodici Il Gattopardo di Lampedusa come saga familiare: realismo modernista ed erosione dell’orizzonte • 165 della famiglia patriarcale Cecilia Cruccolini La resistenza abita • 67 ai margini. Il riuso dei Riccardo Castellana rifiuti in Underworld La biofiction. Teoria, storia, problemi • 98 Christian Rivoletti Forma ibrida e logica poetica: il realismo in Gomorra di Roberto Saviano sommario gennaio/dicembre 2015 Il libro in questione Canone contemporaneo Tremila battute Thomas Piketty, Roberto Bolaño, Le Capital au XXI siècle 2666 • 183 • 208 • 310 • 318 Charles Walton Antonio Coiro Letteratura e arti Saggi Piketty’s Provocative I critici e i chincuales: i Milo De Angelis Thomas Pavel Contradiction: Economic personaggi in fuga di 2666 Incontri e agguati Le vite del romanzo. Una Determinism versus (Arianna Marelli) storia (Francesca Lorandini) Historical Contigency • 216 Antonio Moresco Carlo Rovelli in Capital in the Raffaele Donnarumma Gli increati Sette brevi lezioni di fisica Twenty-First Century La macchina dell’oscurità (Luca Cristiano) (Giuseppe Corlito) Uwe Johnson Niccolò Scaffai • 195 • 230 La maturità del 1953 Il lavoro del poeta Francesco Bogliacino Guido Mazzoni (Paola Quadrelli) (Tiziana de Rogatis) Capital is back, Totalità e frammenti. 2666 Elena Ferrante Daniela La Penna without Marx e la narrativa di Bolaño L’amica geniale «La promessa d’un (Tiziana de Rogatis) semplice linguaggio». Emmanuel Carrère Lingua e stile nella poesia Paolo Volponi, Il Regno (Marco Mongelli) di Amelia Rosselli Le mosche del capitale Nicola Lagioia (Damiano Frasca) La ferocia (Daniela Brogi) Claudia Crocco • 238 Mario Luzi La poesia italiana Emanuele Zinato Prose (Daniele Lo Vetere) del Novecento. Il canone Ripartire da Tecraso Alejandro González e le interpretazioni Iñàrritu (Alberto Comparini) • 250 Birdman o (L’imprevedibile Silvia Contarini, Tiziano Toracca virtù dell’ignoranza) Monica Jansen, Stefania Unico protagonista è il (Fabio Andreazza) Ricciardi (a cura di) potere: allegorie, Le culture del precariato personaggi e (Tiziano Toracca) straniamento nelle Maurizio Ferraris Mosche del capitale Mobilitazione totale di Paolo Volponi (Angela Condello) Marco Mondini • 284 La guerra italiana. Felice Rappazzo Partire, raccontare, Accumulo, costruzione, tornare. 1914-18 visionarietà in Le mosche (Anna Baldini) del capitale Anna Boschetti Ismes. Du réalisme • 301 au postmodernisme Maurizio Ferraris (Anna Baldini) Maurizio Ferraris editor e Stefania Parigi interprete delle Mosche Neorealismo. Il nuovo del capitale (intervista a cinema del dopoguerra cura di Tiziano Toracca) (Stefania Carpiceci) allegoria71-72 Maurizio Ferraris Maurizio Ferraris editor e interprete delle Mosche del capitale (intervista a cura di Tiziano Toracca)* Tiziano Toracca: Innanzitutto, puoi dirmi dove e quando hai conosciuto Paolo Volponi, perché e come lo hai conosciuto? Puoi farne un ritratto? Tu, allora, eri redattore di «Alfabeta», una rivista che proprio Volponi aveva contribuito a fondare alla fine del 1978 con Leonetti, Balestrini, Eco, Rovatti, Spinella, Sassi, Corti, Porta. Che ruolo aveva Volponi in quella rivista? Maurizio Ferraris: Ho conosciuto Volponi nell’autunno del 1979. Mi ero laureato da pochi mesi e lavoravo come redattore ad «Alfabeta». Consi- Paolo Volponi, Le mosche dero quell’esperienza come una delle più importanti della mia vita intellet- del capitale tuale anche se all’epoca la ritenevo una iattura, perché pensavo che il mio dovere fosse stare in una biblioteca tedesca invece che in una redazione milanese. Non so quale fosse il mio dovere di aspirante filosofo, ma sicura- mente è stato meglio per me trovarmi in una redazione milanese. Anzitutto per le varie figure intellettuali che ho conosciuto da vicino in una situazione non formale e rivelativa, quella appunto di un lavoro comune. Allora avevo ventitre anni, e ricordo che ognuno di quei personaggi (è il caso di dirlo) fungeva un po’ da ideale dell’io. Con una netta prevalenza di Eco, che già allora era celebre, e lo sarebbe diventato ancora di più con Il nome della rosa uscito di lì a poco. Volponi era divertentissimo e appassionato. Aveva il pro- blema di non essere un professore in quel contesto prevalentemente di accademici, e lo diceva in continuazione, con quella che in parte era una civetteria, in parte invece una preoccupazione reale – ovviamente, immoti- vata. Volponi portava una grandissima conoscenza letteraria, ma anche arti- stica (era un conoscitore e collezionista di arte antica), ed economica – non si era dimenticato il passato di manager, e questo interesse sarebbe cresciuto nel corso della esperienza politica come senatore di Rifondazione Comuni- sta. Umanamente era simpaticissimo e bipolare: a volte euforico, a volte depresso (lo si vedeva persino sul viso, che diventava più pallido). Con voce tuonante, sembrava che si accingesse a fare delle prediche umanistiche e poi se ne usciva con scherzi, rime e ironie, quelle che ritroviamo nei perso- naggi dei suoi libri, ma anche in pezzi usciti su «Alfabeta», tra cui ricordo una satira del riporto sulla testa di Francesco Alberoni. T.T.: Per ammissione dell’autore stesso,1 i primi appunti relativi alla stesura delle Mosche risalgono al 1975. Il romanzo sarà pubblicato nel * Ringrazio moltissimo Maurizio Ferraris per la disponibilità e la gentilezza, nonché per la chia- rezza e l’onestà delle sue risposte. (T.T.) 1 P. Volponi, Il peccato capitale, intervista a cura di G. Raboni, in «L’Europeo», 16-21 aprile 1989. 301 Canone contemporaneo 1989. Sappiamo inoltre che nelle Mosche sono confluiti due grandi pro- getti narrativi (la storia di un dirigente industriale e quella di un operaio). Volponi parlava di due progetti distinti (di due romanzi) ancora nel 1986.2 Hai vissuto la loro iniziale e sperimentale confluenza? Quale dei due pro- getti era preminente nel romanzo? Che cosa erano Le mosche del capitale quando Volponi ti chiese di aiutarlo? M.F.: Essenzialmente due romanzi. Uno era la trasfigurazione della esperienza di Volponi in Fiat e in Olivetti. Un altro era la storia di un ope- raio che fiancheggia il terrorismo (intitolato, se non ricordo male,La Zat- tera). Insomma, il capitale visto dai due lati, e credo che fosse proprio que- Felice Rappazzo sto il motivo di questa doppia vicenda che ovviamente Paolo faceva fatica ad armonizzare, perché l’unione era costituita, in definitiva, da lui, dal fatto di sentirsi a metà strada tra Nasàpeti, il manager colto e megalomane (oltre che protervo esponente della razza padrona), e l’operaio, riottoso esponente dell’Italia rurale di Pasolini. C’è un passo nelle Mosche, se non ricordo troppo male, che porta a tema la faccenda, parlando di quelli che vengono dal Centro Italia, e che non sono né settentrionali né meridio- nali, che esprime bene questa duplicità. Dunque, mettere insieme queste due storie non era facile non solo per ragioni materiali, ma anzitutto per ragioni concettuali. Come dare unità a una vicenda vista da polarità oppo- ste, il jet di Agnelli e l’operaio, e unite solo dalla figura di Saraccini – un nome che evoca il meridione

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