Andrea R. Staffa 67 Forme di abitato altomedievale in Abruzzo Un approccio etnoarcheologico 1. Introduzione E) case realizzate con basamento in muro a secco ed alzato in terra (Pescara, Penne, Giulia- Le ricerche archeologiche condotte in Abruz- nova); zo negli ultimi anni hanno per la prima volta F) case realizzate con muri in pietre legate consentito l’esplorazione dei resti di varie strut- solo da terra o argilla (Colle S.Giovanni, Penne, ture insediative sia urbane che rurali riferibili Monti della Laga, Pacile di Colle Mitra a Sul- ad età altomedievale (secc.VI-XI). mona ed altri insediamenti di montagna localiz- Trattasi in particolare degli scavi urbani di zati da E. Mattiocco); Pescara (Ostia Aterni), Penne (Pinna) e Lancia- Varie fra queste tecniche riprendono sistemi no (Anxanum), delle ricerche che hanno esplora- costruttivi di origine ben più antica che affonda- to le fasi tardoantiche ed altomedievali della no le loro origini nella protostoria abruzzese, e città abbandonata di Truentum (Martinsicuro), che, utilizzate anche in età romana, sono poi ri- e delle indagini che hanno consentito la localiz- maste in uso molto a lungo anche nella successi- zazione e la parziale indagine di vari abitati ru- va età medievale e moderna. rali, fra cui in particolare quelli di Colle S.Gio- È stato dunque possibile procedere all’esame vanni d’Atri e della Badia di Corropoli (Tera- di alcuni esempi ancor oggi disponibili ed al suc- mo), nonché l’analisi di vari insediamenti loca- cessivo confronto con i dati archeologici, rica- lizzati nella Val Pescara (STAFFA 1992c, vandone elementi per una ricostruzione com- STAFFA 1993a). plessiva delle tecniche impiegate. Pur sovente danneggiati e talvolta quasi In particolare è stato possibile procedere completamente asportati, in ambito urbano all’esame di una vasta panoramica di case di dall’impianto delle successive strutture murate terra costruite fra la seconda metà del secolo di piena età medievale e da successivi lavori di scorso ed i primi decenni di questo, ancor oggi vario genere ed in ambito rurale dai lavori agri- esistenti seppur ormai quasi tutte in rovina, e coli meccanizzati d’epoca recente, questi resti per lo più localizzate nel Teramano (Teramo, forniscono non di meno importanti testimonian- Valli del Salinello e della Vibrata: Civitella del ze sulle forme dell’abitato altomedievale, Tronto, Controguerra, Tortoreto, S.Omero, Cor- consentendo la ricostruzione delle tecniche im- ropoli), nel Pescarese (Loreto Aprutino, Penne) piegate e delle relative tipologie insediative. e nel Chietino (Casalincontrada, S.Giovanni in Dalle indagini sembrano così emergere con Venere), ed all’analisi di varie case con alzato in evidenza sei tipologie costruttive: pietre legate da terra identificate nell’ambito di A) case realizzate riutilizzando come basa- una serie di insediamenti medievali abbando- mento strutture antiche ed alzato probabilmen- nati localizzati sui Monti della Laga, e nell’am- te in legno (Martinsicuro, Pescara); bito di alcuni abitati pastorali della Majella1. B) case realizzate interamente in legno Da quello che si propone a tutti gli effetti co- (Martinsicuro, Pescara); me un approccio etnoarcheologico al problema C) case realizzate interamente in terra della ricostruzione delle forme d’abitato altome- (Colle S.Giovanni, Corropoli); dievale nella regione sono emerse una serie di D) case realizzate in terra con telaio ligneo considerazioni che sembrano consentire di supporto (Pescara). un’esauriente focalizzazione delle principali for- 1 Prezioso nella raccolta dei dati è stato il collaboratore ed stente sig. Osvaldo Corneli, a cui si deve con Franca Nesto- amico Dario Corda, alla cui maestria grafica sono dovuti i ri- re anche la documentazione fotografica. lievi presentati in questa sede, assistito dal valente assi- 68 EDILIZIA RESIDENZIALE TRA V E VIII SECOLO me dell’edilizia residenziale altomedievale in disorganiche, realizzate con il riutilizzo di mate- Abruzzo. riali d’età precedente, posti in opera a definire rozze murature vittate o listate in cui sovente i 2. Le origini antiche delle tecniche costrutti - piani di posa definiti da ricorsi di laterizi si pre- ve altomedievali sentano fortemente irregolari, o murature addi- rittura con materiali posti in opera a spina di pe- Nell’Abruzzo pre-protostorico ed italico gli sce, per favorire il reimpiego di materiali disomo- abitati erano realizzati con strutture in legno e genei (laterizi, scaglie di travertino, marmo, sca- terra, capanne-case più o meno articolate, ma poli di calcare e materiali tufacei), tecnica utiliz- comunque riferibili a quelle tipologie co- zata anche altrove, ad esempio nelle mura di età struttive che in più avanzata età romana Vitru- bizantina di Luni ed in altri contesti della Ligu- vio venne a definire opus craticium, e che pre- ria (CAGNANA, in questo volume). sentano amplissima diffusione in ambito medi- Con queste tecniche costruttive appaiono terraneo e continentale. realizzati gli ultimi interventi di una certa con- Il recentissimo rinvenimento di resti di due sistenza all’interno dei centri antichi della co- strutture del genere riferibili alla tarda età re- sta, alcuni dei quali correlabili a vasti interventi pubblicana (II-inizi I sec.a.C), a Penne con pavi- di ristrutturazione e fortificazione ad opera dei mentazione scutulata e muri in terra intonaca- Bizantini di centri quali Pescara, Lanciano, e ta (Fig. 1), e a Lanciano con basamento in gran- Vasto (STAFFA in I Bizantini in Abruzzo, pp. di pietre destinato a supportare un alzato in ter- 16-21). ra cruda (Fig. 2; STAFFA 1992b, p.13, fig. a Accanto a queste più tarde opere murarie va p.11), evidenzia chiaramente come queste forme diffondendosi già nella tarda antichità anche costruttive di ben più antica origine fossero allo- all’interno dei centri urbani, non diversamente ra diffuse in Abruzzo finanche all’interno dei da quanto noto per l’Italia settentrionale, l’uso centri urbani, oltre che naturalmente nell’ambi- di materiali deperibili. to degli abitati rurali. Un complesso antico forse riconoscibile come Nelle campagne antiche la loro diffusione do- magazzino presso la città romana di Truentum veva essere ampia se non addirittura prevalen- (Martinsicuro) presenta infatti dal IV-V secolo te, come evidenziato dalla recentissima esplora- un uso apparentemente parcellizzato con zione di strutture con basamento in ciotoloni ed realizzazione di rozzi focolari a terra e deposito alzato in terra, oppure in semplice terra riferibi- di livelli di terre nere connesse alla successione li ad un abitato occupato dalla tarda Età del dei fuochi ed al conseguente innalzamento dei Ferro all’età repubblicana (secc.V-II a.C) nella livelli di vita (Fig. 3) . Tali livelli vanno ad in- località Piane di Valle S.Giovanni di Teramo, globare parzialmente anche le strutture mura- ove l’uso di costruire case di terra si è perpetua- rie antiche che li delimitavano, deducendosene to sino agli inizi di questo secolo (STAFFA il fatto che all’epoca tali strutture erano ormai 1991b, p.190, Fig. 109) ,e dal rinvenimento di utilizzate, non diversamente dal complesso di resti di un villaggio d’età romana con strutture S.Giulia a Brescia, esclusivamente come basa- in terra, pavimenti battuti e copertura in argil- mento di un alzato realizzato in legno (BRO- la spalmata su graticcio, in località Marrocchi- GIOLO 1991, p.183) . S.Giovanni e Battaglia-Il Colle di Campli L’intervento non appare molto dissimile (STAFFA 1993b c.s.) ed in località Colle Pignot- dall’analogo recupero improvvisato di una d o - to di Controguerra. mus d’età precedente, con parcellizzazione degli Come evidenziato chiaramente da questo ed spazi interni e finanche del peristilio, messa in altri analoghi casi, accertati nelle valli del Sali- luce negli scavi di via Alberto Mario, ancora a nello e della Vibrata, tali tecniche andarono Brescia (BROGIOLO, in questo volume). conservandosi anche in età imperiale, sia pur in Sempre a Martinsicuro, e nello stesso ambito situazioni marginali, per poi riemergere prepo- sopra descritto, ad un muro in laterizio realizza- tentemente alla fine del mondo antico. to lungo un tracciato viario tardoantico (Fig. 4, n. 377) va probabilmente a sovrapporsi, dopo la 3. Le tecniche costruttive altomedievali in sua parziale demolizione (sec.V), un alzato li- Abruzzo gneo (Fig. 4, n. 355), a definire un complesso in- sediativo poi del tutto sostituito da una casa in A) Il riutilizzo dell’edilizia antica legno in età di poco successiva (sec.VI). Il degrado delle tecniche murarie risalenti al- Una situazione analoga può supporsi per le la prima età imperiale può dirsi ormai avviato fra strutture antiche rimaste in uso a fianco di IV e V secolo d.C., quando all’interno di comples- strutture del tutto lignee nell’area del Bagno si di epoca più antica a Pescara e Tr u e n t u m (M a r - Borbonico a Pescara, fra VII ed VIII (STAFFA tinsicuro) inizia l’uso di murature fortemente 1991a, p.215, fig. 10, strutt.3-4) . Andrea R. Staffa 69 Fig. 1 - Penne (Pinna, PE): annesso di una domus ur- Fig. 2 - Lanciano (Anxanum, CH): casa con muro (a bana con strutture in terra e pavimento scutulato (fi- sin.) in pietroni a reggere un alzato di pietre e terra, ne II-prima metà I sec.a.C; foto. Franca Nestore). con pavimento in terra battuta su cui si notano vari buchi di palo ed una piccola cisterna (a sin.); è taglia- ta dalla successiva casa d’età medievale (sec.XIV; fo- to F.Nestore). Fig. 3 - Martinsicuro (TE), Truentum: planimetria generale del quartiere commerciale della città. Sono indi- cate le aree in cui si sviluppa fra V e VI secolo un tessuto insediativo costituito da case di legno, nonché le zo- ne interessate dagli imponenti depositi di terre nere (ril. Dario Corda, dis. autore). 70 EDILIZIA RESIDENZIALE TRA V E VIII SECOLO Anche a Teramo i resti di una domus localiz- zata a corso de Michetti sono oggetto di un riuso non compiutamente definibile, ma che contem- pla lo scavo di una fossa granaria su un pavi- mento in cocciopesto, forse nell’ambito del reim- piego di parte delle strutture antiche con ag- giunta di superfetazioni lignee (STAFFA 1990, p.26; per Teramo altomedievale vedi STAFFA 1992c, pp.829- 31).
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