Il Risorgimento a Verona E Nel Veronese

Il Risorgimento a Verona E Nel Veronese

Il Risorgimento a Verona e ne l Veronese provincia di verona FONDAZIONE F IORONI ASSESSORATO CULTURA, IDENTITÀ VENETA E BENI AMBIENTALI MUSEI E B IBLIOTECA P UBBLICA Il Risorgimento a Verona e ne l Veronese Coordinamento provinciale per il 150° anniversario dell’unità d’Italia A cura di Andrea Ferrarese provincia di verona FONDAZIONE F IORONI ASSESSORATO CULTURA, IDENTITÀ VENETA E BENI AMBIENTALI MUSEI E B IBLIOTECA P UBBLICA Coordinamento provinciale Comune di Verona Comune di Bardolino Comune di Comune di Legnago Comune di Pastrengo Castelnuovo del Garda Comune di Peschiera Comune di Rivoli Comune di Comune di Sona Comune di Comune di Villafranca Sommacampagna Valeggio sul Mincio FONDAZIONE F IORONI COMFOTER ISTITUTO STORICO MUSEI E B IBLIOTECA P UBBLICA ARCHITETTURA M ILITARE CON IL PATROCINIO DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO alla primavera del 2010 l’Assessorato alla Cultura e DIdentità Veneta della Provincia di Verona ha promos- so, nell’ambito del 150° anniversario dell’unità d’Italia che corre quest’anno, un progetto di coordinamento tra le prin- cipali realtà territoriali veronesi interessate da momenti ed episodi salienti per la storia del Risorgimento a Verona e nel Veronese. Fin dai primi incontri e confronti nei mesi che hanno scan- dito l’avvicinarsi di ‘Italia 150’, è emersa con chiarezza la necessità di dare vita ad una “rete” di idee tra le ammini- strazioni comunali e gli enti coinvolti nella complessa pro- gettualità dell’evento, una rete in grado di promuovere e coordinare le sinergie culturali ed i programmi dei vari co- muni, per avvicinare il pubblico ai momenti salienti della storia risorgimentale. Una storia che nelle date più significative ha toccato molte volte il territorio veronese, teatro di epiche battaglie rima- ste fortemente radicate nella memoria collettiva, fulcro di quel “Quadrilatero” che per decenni costituì la chiave di volta del sistema difensivo del Lombardo-Veneto. È forse possibile affermare, senza temere di esagerare, che una parte consistente dell’intero Risorgimento, quella pret- tamente militare e strategica, sia stata “scritta” tra le pietre delle fortezze di Verona, di Legnago e di Peschiera, senza di- menticare i paesaggi mossi delle colline moreniche, scenario di combattimenti cruenti e vorticosi passaggi di più eserciti. È quindi in considerazione di questa importante eredità storica che la Provincia di Verona, attraverso l’Assessorato alla Cultura e Identità Veneta, ha ritenuto doveroso patroci- Giovanni Miozzi nare un’intensa attività di organizzazione che ha coinvolto Presidente le amministrazioni comunali di Verona, Bardolino, Castel- della Provincia nuovo del Garda, Legnago, Pastrengo, Peschiera del Gar- di Verona da, Rivoli, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio, Villafranca, affiancate e guidate dalla Fondazione Fioroni di Legnago, capofila dell’intero coordinamento, dal COM - FOTER di Verona (Comando Operativo Forze Terrestri) e dall’ISAM (Istituto Storico Architettura Militare). Alle amministrazioni veronesi e agli enti coinvolti va il nostro ringraziamento per il loro fondamentale contributo che trova in questa preziosa pubblicazione un primo im- portante tassello, in grado di rendere fruibile la dettagliata Marco Ambrosini programmazione di mostre, convegni, rievocazioni stori- Assessore alla che ed itinerari guidati, con cui l’intera provincia di Verona Cultura, Identità Veneta cercherà di interrogarsi sul proprio passato, cercando di e Beni Ambientali della Provincia comprendere meglio le vicende risorgimentali che l’hanno di Verona vista protagonista. l momento della sua istituzione nel 1958, la Fondazio- Ane Fioroni raccolse la preziosa eredità di quello che a tutti gli effetti fu il primo Museo del Risorgimento sorto in provincia di Verona. Una raccolta privata – frutto di anni di pazienti ricerche, di preziose trouvaille , di recuperi inaspet- tati, di passioni forti per la storia della nazione – allestita agli inizi degli anni ’30 tra le sale ottocentesche di palazzo Fioroni, qualche anno prima che venisse inaugurata nel 1938 la più celebre sezione risorgimentale di Castelvecchio, curata da Antonio Avena. Il Risorgimento fu indubbiamente il primo grande “amore” di Maria Fioroni (1877-1970). Ne aveva respirato gli aneliti in una famiglia che tra Milano, Brescia e Legnago aveva partecipato attivamente agli eventi cruciali che avevano fatto nascere l’Italia: il padre Enrico era stato tra i valorosi combattenti di Bezzecca, il prozio Marino Bevilacqua, in- timo del generale Garibaldi e di Giuseppe Mazzini, aveva retto le sorti di molti dei comitati segreti che contribuirono a tenere unite le fila dei fuoriusciti veneti in Lombardia. Senza alcun dubbio, la storia della Fondazione Fioroni fa tutt’uno con un Risorgimento che tra le ampie sale della casa-museo di Legnago rivive nelle suggestive ambienta- zioni di un passato intriso della quotidianità di una bor- ghesia di provincia del secondo Ottocento. È quindi con particolare soddisfazione che la Fondazione Fio- roni ha accettato l’invito della Provincia di Verona a coordina- re nell’ambito delle iniziative previste in occasione di “Italia 150”, il gruppo di amministrazioni comunali e di enti che han- no deciso di mettere in comune le loro esperienze culturali e un’articolata programmazione che coprirà tutto il 2011. Questa pubblicazione costituisce appunto la prima tappa di un più ampio progetto di valorizzazione dell’eredità Luciana Baratella culturale, storica, museale del Risorgimento a Verona e Presidente nella sua provincia; un progetto che culminerà nel corso Fondazione Fioroni dell’anno con la realizzazione del Museo diffuso del Risorgi- mento veronese , un web site con multiformi funzionalità in grado di “mappare” virtualmente luoghi, eventi, momenti e monumenti della memoria risorgimentale veronese at- traverso la realizzazione di schede, di percorsi, di raccolte di immagini. Il Museo diffuso del Risorgimento veronese si propone quindi come un motore culturale incentivan- te che, partendo da un’impostazione didattica rigorosa, quanto facilmente accessibile, permetta di sviluppare le potenzialità culturali del Risorgimento veronese, aprendo- Andrea Ferrarese Direttore le a nuove prospettive di fruizione, di valorizzazione (ad Fondazione Fioroni esempio turistica) e di conoscenza territoriale. IL RISORGIMENTO A V ERONA E NEL V ERONESE FEDERICO M ELOTTO Il fil rouge di un’idea e date, si sa, sono una debolezza dello storico. Dovessimo ridurre il Ri- Lsorgimento ad una pura e semplice questione cronologica dovremmo accettare il curioso paradosso di farlo durare nemmeno due anni. All’inizio dell’aprile 1859, infatti, la penisola italiana risultava ancora divisa in sette Stati principali, sei di questi erano Stati sovrani a tutti gli effetti, mentre il settimo, il Lombardo-Veneto, era parte dell’impero austriaco. Alla fine degli anni cinquanta dell’800 dunque l’Italia ancora non esisteva e lo stivale pre- sentava un assetto politico che non differiva di molto, nelle sue linee essen- ziali, da quello dei secoli precedenti. Eppure, il 17 marzo 1861 – nemmeno due anni dopo – Vittorio Emanuele II veniva proclamato dal nuovo parla - mento re d’Italia. Un risultato inaspettato e per nulla scontato, che sorprese anche molti osservatori stranieri e al raggiungimento del quale –continuan- do col paradosso – vi concorsero una breve guerra, una spedizione militare “clandestina” guidata da un condottiero entrato nel mito, una buona attività diplomatica e un destino sostanzialmente benevolo. La storia però è fatta anche, e forse soprattutto, di interstizi apparentemente secondari che nascondono quasi sempre una realtà più complessa di quella rivelata da poche date. Quelle segnalate poco sopra, come ricordato, rendo- no conto più di un paradosso che non della concretezza delle cose, ovvero – oltre a non prendere in considerazione l’annessione del Veneto che avverrà da lì a qualche anno nel 1866 – portano ad appiattire il Risorgimento ad una mera successione di battaglie, di spedizioni militari e di decisioni diploma- tiche, perdendo di vista il fil rouge creato da un’idea, quella nazional-patriot- tica, la cui genesi più lontana può essere addirittura ritrovata alla fine del diciottesimo secolo. Ecco perché in questo breve contributo, focalizzato in prevalenza sugli eventi locali e specificatamente veronesi, si è scelta, in linea con le tendenze attuali della storiografia, una datazione ampia dando vita ad un racconto che per quanto sintetico ed intento a fornire delle linee guida essenziali, prendesse le mosse proprio dalla fine del Settecento; quando cioè a causa, o per merito, delle armi francesi e di Napoleone Bonaparte (capace a distanza di due secoli di suscitare ancora entusiasmi e condanne) gli Italiani e gli stessi Veronesi conobbero la fine dell’ ancien régime e poterono sperimen- tare spazi nuovi di partecipazione politica. Napoleone: tiranno o liberatore? l 1796 fu un anno importante, non solo per la storia d’Italia ma anche per Ila storia del Veronese. Se fino ad allora gli avvenimenti d’oltralpe avevano infatti acceso gli animi soltanto di alcuni intellettuali traviati dal sogno rivo- 7 luzionario, mentre la maggior parte dei veronesi continuò a vivere tranquil- la sotto le insegne veneziane, le notizie che cominciarono ad arrivare dal Piemonte e dalla Lombardia che narravano delle grandi vittorie francesi e del mito di Bonaparte, nonché di un’armata vorace e razziatrice, iniziarono a preoccupare non poco anche i distratti abitanti di Verona. E la loro pre - occupazione aumentò ancora quando si seppe che Napoleone,

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