Nicolo Ghetta mone critica a cura ai Giuseppina Cerniglia Palermo 2008 Albanica 28 Collana di albanistica fondata da Antonino Gux/'ctta diretta da Manco Mandala Nicolo Ghetta Leksiko liti kthiellè arbèrisht Kclixione critica a cura di Giuscppina Ccrniglia Prehi/ionc di i\latteo Mandala Palermo 2008 200S <D i'ninne dei Comuni Ijtlhki e Bashkivc CHI-ITA, \kolo Lcksiko lili klhìcllcarberisht / Nicolo dietta. ni. critica a cura di (imscppin; Ccrni^lia ; prcfiixiniic di Matici) Mandala . - Palermo : s.n.| , 200H. -!()J p.; 11 cui. - (Alhanica / collana di aibanistica fondata da Antonino (iu/ycna direna da Matteo Mandala ; 2Hj I. CIIK'ITA, Nicolo- [.ck.siko liti kthiclle arbciishi 1. Al.lìAM-lSl DI SICILIA - Lingua - Di/ionari I. CHKNIGLIA, Giuscppina IL MANDALA, Manco Prefazione Nella stia opera \ e <ynl>cs slxfifìf (Tirane, 2002) (ani Thomai ba proposto ili suddivìdere la storia della lessicografia albanese in due wth-n,-periodi sturici: il primo, che inixia col dixionario di Franco Bardili, abbraccia ben ire secoli e si spinge sino alla seconda metà del secolo scor- so; il secondo, comprende i decenni che dalla hnc del Nove-cento fungo- no ai nostri giorni. 1 crileri adottati per delineare questa pcriodi/xaxione, ben argomen- tata da Thomai, sono oggetti vi e incontestabili: il metodo della raccolta sul campo, le motiva/ioni prevalentemente ex tralinguistiche, dei primi rac cogli'ori, il predominio del dixionario di tipo c/cm»/osso — in genere bilin- gue, incile se non mancano esempi di dixionari tri- e persìno quadrilingui -, inrìnc, la varietà tipologica dei dixionari medesimi (regionali, dialettali, etimologici, fraseologici, ecc.). Nella sua rapida ma cfhcace sintesi Thomai non trascura di annotare che una dìstmxione radicale tra il primo e Ìl secondo periodo della ricerca lessicografica e data dalla natura pn'scicn- tificii della ricerca lessicografica elei primo perìodo, i cui limiti sono stati individuati nello scarso o, addirittura, nullo sviluppo dei problemi teorici, nella mancanxa di una norma letteraria naxionale di riferimento e, infine, m riterimento alle esperienxe lessicogratichc più recenti del primo perio- do, rclla scarsa rilcvanxa accordata ai principi lessìcograttcì contempora nei i quindi ai dati della scienxa lessicografica e lessicologica. Si tratta di una suddivisione che, nelle sue linee generali, è picnanicn te o indivisibile nonostante siano numerose e piuttosto importanti le caratteristiche che permettono non solo di distinguere tasi diverse all'in terno di entrambi i macro periodi, ma anche di individuare gli elementi di continuità e, soprattutto, ili cogliere in diacronia revoluxione della teoria r tic* la prassi della lessicografia dai suoi esordi f)rcsc/t'ii/il/ct alla sua cosiitu- xione in scienxa vera e propria. Lo studioso albanese, non a caso, si è pre- murato dì avvenire che «entrambi i periodi sono partì indivisibili dì una medesima storia, pur mostrando ditfcrenxe. importanti tra loro, tanto nella teoria che nella pratica lessicografica albanese1». Al riguardo, tuttavia, è sempre valido segnalare che i limili teorici e metodologici rilevati nelle compila/ioni dei dixionari del primo periodo sono in realtà i limili di cui soffriva la lessicografia coeva e che i numerosi lavori pervenutici sono decisamente ispirati alla prassi lessicografica in voga nel momenio stori- co dato in cui viveva il compilatore. Questa è urfavvcrtenxa preliminare Prcta/jonc e decisiva che aiuta sia a contestualizzare e storicizzare i dixionari risalen- ti al primo periodo sia a fugare la tenni/ione di relegarli al ruolo di mera testimonianxa di una scienxa che, come ci dimostra l'ausilio dell'informa- tica, e ancora oggi impegnata a definire Ì suoi metodi e i suoi principi. L'introduzione di procedimenti meccanografici in Italia è legata al patire gesuita Roberto Busa, che peraltro guida il gruppo di ricerca (ÌIRC- SI;, che in Albania ha fondato una sua sexione staccata. Per quanto riguar- da l'ambito arberesh, è merito esclusivo del prof. Lrancesco .\hiniari non solo l'avvio deciso e fruttuoso di progetti di ricerca che prevedono l'uti- lixxaxione delle potenti risorse informatiche che le tecnologie moderne mettono a disposixione delTindagine scientifica, ma anche la straordina- ria visione epistemologie;» e tmilridìsciplinare che sovrintende quella che senxa tema di smentita oso definire la più avanzata tcndenxa dcll'albano- logia contemporanea. Il Progetto BhT\a Klcklronike me Tcksfe Arbcreshc/Shqipe), che Altimari ha elaborato circa un decennio or sono, e intatti il più ambizioso tra quelli attualmente m fase di realixxaxione e costituisce, come lascia felicemente intuire il lavoro finora svolto, la spe- ranxa più realistica di pervenire alla coditìcaxione elettronica di un di/io- nario storico delle parlate arbercshe d'Italia. Questo impegno è stato itile ramcnte sostenuto nel corso dell'ultimo decennio dalle Cattedre di lingua e letteratura albanese delle Università della Calabria e di Palermo, che non a caso hanno concentrato le loro attività di ricerca nei due ambiti discipli- nari più immediatamente interessati dal sullodato progetto: quello della filologia albanese nel duplice scopo, da un lato, di pubblicare in edizioni critiche le opere edite e inedite degli scrittori arbercshe e, dall'altro, di sot toporre i lesti di codcste opere a un trattamento informatico al fine di pervenire alla compila/ione di un dizionario dcH'arberesh storicamente documentato dalla tradizione letteraria italo-albanese; quello della lessico- grafia, che attraverso i metodi e le teorie che le sono proprie, potrà con tribuirc alla codificazione dell'immenso materiale lessicale tornitole dallo spoglio elettronico di un vasto e completo corpus ili testi Icttcran. Il Progetto ItKTA richiederà indubbiamente tempi piuttosto lunghi per la sua completa realizzazione. Se, tuttavia, si considera il numero delle pubblicazioni tino ad oggi venute alla luce e dei lavori che, compiuti dagli studenti laureatisi presso le menzionate Cattedre universitarie, attendono di essere editi, si può attenuare che il progetto ha raggiunto una fase molto avanzala e che sono più che lusinghieri i risultati ottenuti, tra i quali spiccano quelli riguardami la letteratura italo-albanese antica e, in partico- lare, le opere di Luca Matranga, di Nicolo Brancato e di Nicolo biglia, di (iiulio Vari boba, di Nicolo Cheti a, di Ciarlo Dolce, nonché i testi della let- teratura popolare traditi da una serie cospicua di documenti a slampa o Prefazione manoscritti e le edixioni, infine, delle opere' degli autori più prestigiosi della letterarura romantica arbcreshc — da (ìirolamo Oc Rada a Giuseppe Scrernbe a Giuseppe Schirò. Di alcune di queste opere - tra le quali la /: mbsittiwe e k.rt'sh/cri\l C/W/.v (.'.hit'iithio, i cui testi pure erano stati editi in prcccdenxa benché senxa il contorto di un rigoroso e valido metodo ecdotieo —, si è resa necessaria una più allenta riedizione critica non solo per porre rimedio agli •ritortimi e ai difetti, talora anche gravi, che caratterìxxano le prime edizioni di quei testi, ma anche per disegnare una nuova e più solida prò speriva agli sfinii di filologìa testuale albanese, che non a caso proprio l'rar.cesco Altimari ha rilanciato dando loro un torte impulso all'ammo- dernamento teorico e pratico, una prospettiva profondamente innovama e in Brucio di garantire al "trattamento'1 lessicografico stabilità metodolo- gica e coerenza testuale. Il che è realmente e puntualmente avvenuto con gli originali apporti dì questi ultimi decenni i quali non solo hanno avuto il grande merito di istituire uno statuto metodologico della prassi filologi- ca e di rivendicare e costruire per essa una nuova identità cpisrcmologica - dalla delimitazione dei suoi ambiti alla definizione elei rapporti che essa è venuta a maturare CIMI altre discipline albanologiche affini (dalla crìtica alla storia letteraria, dall'indagine dìalettologica alla storia della lingua e, per l'appunto, alla lessicografia computerizzata) —, ma il non comune coraggio intellettuale di non disdegnare di ispirarsi ai modelli e alle espe- rienze di lavoro tli altre e più illustri tradizioni di studi. Nel quadro tli quest'impegno di ricerca sono stati inclusi, direi obbli- gati riamente, i manoscritti dei dizionari compilati in ambito siculo alba- nesi, e ancora oggi inediti, quali quelli dì Nicolo Cheli a. And rea e Gabriele Darà iunior, Demetrio e Giuseppe Camarda, Giuseppe Schirò, l'Yancesco Oispi Glaviano, l'Vancesca lìidera Opingarì, Paolo Schirò, Marco La Piana, Gactano Petroli a. Si tratta di un numero assai elevato dì maroscriui che rivela chiaramente il notevole contributo assicurato dagli arlx reshe di Sicilia alla lessicograha e alla sua stona. Tanto quelli apparre neiv.i nel primo periodo, quanto quelli che compilali nel secondo, sono la prova tangibile tli una attivila di ricerca che, nonostante le numerose dit" terenze relative alle metodologie, alle teorie e alle prassi seguite, ha dato risultati apprezzabili e degni di considerazione. Anche se non potranno essere messi sullo stesso piano, non v'c dubbio intatti che le prime ricer- che lessicografìche, al pari di quelle che competono ad altri ambiti scìen- litici dell'albanologia, costituiscono una significativa testimonianza che oggi assume una notevole importanza sia per il suo valore documentario — si traila pur di tonti assai preziose — sia per l'implicita esperienza di lavo- ro che ha saputo tramandare. In fin dei conti se è ancora valido l'assunto Pivta/ione melatorico tlcllo scientismo illuministico secondo cui i! nano ha una visione e una conoscenza dei problemi molto più ampie, solide e lungi- miranti del gigante del quale cavalca le spalle, la nostra attuale e privilegia- la condixionc di "nanismo" è in gran parte dovuta proprio ai giganteschi sforxi compilili nel passato da più genera/ioni di studiosi, i quali — a volte in modo pionieristico e spesso senxa l'ausìlio di metodi efficaci, ma pur sempre dando prova di grande versatilità intellettuale —, hanno saputo costituire, come ha ben chiosato 'l'homai, «una ricca tradì/ione di grande valore, che la lessicografia odierna albanese non solo non trascura, ma la assume e la utilixxa in tutte le dire/ioni».
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