La Storia del Calcio Napoli diventa un’opera d’Arte. Un Club e una città unite da un legame indissolubile e da una simbiosi eterna. Nasce così “Il Napoli nel Mito – Storie, Campioni e Trofei mai visti, in mostra al Mann” un evento unico e senza precedenti che porterà l’epopea della squadra azzurra in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, custode e depositario delle più alte espressioni di opere, sculture e bellezze architettoniche del nostro territorio, testimonianza dell’assoluto splendore artistico che risiede nel cuore di Napoli. Novantuno anni di una delle squadra più amate del mondo che si intrecciano in maniera itinerante con il panorama storico e culturale, scanditi all’evolversi epocale della nostra città. La storia del Club raccontata parallelamente al contesto sociale, in un percorso che rivela l’osmosi tra un popolo, la propria squadra e la propria terra. “Il calcio a Napoli rappresenta lo stato d’animo di un’intera città”. E questo stato d’animo viene rappresentato attraverso la narrazione dei campioni azzurri, dei Trofei, dei cimeli, delle vittorie, dei momenti sportivi più salienti ed emozionanti, ma anche declinato dallo sguardo disincantato di un osservatorio scientifico, accademico e letterario che definisce i contorni didattici e divulgativi dello sport, impreziosendo il patrimonio evocativo e culturale del nostro mondo morale e sociale. Il Napoli nel Mito, questo il titolo Andrea Mandara, con consulenza della mostra nelle sale del MANN, grafica di Francesca Pavese e testi dal 21 dicembre al 28 febbraio 2018, di Serena Venditto, propone ideata e progettata da Alessandro un percorso dall’età pionieristica Formisano, Head of Operations, del calcio a Napoli ai giorni nostri. Marketing and Sales; una mostra della SSC Napoli fortemente La storia del club viene ricostruita desiderata, per mostrare ai tifosi e raccontata attraverso i materiali azzurri “memorie mai viste” e i cimeli di Momenti Azzurri: nel solco di una consolidata strategia un’associazione nata nel luglio 2007 di marketing che da oltre dieci anni da un’idea di Dino Alinei e Giuseppe distingue il Napoli nel panorama Montanino. I due professionisti, competitivo del calcio europeo. medico radiologo e ingegnere, Un primo appuntamento appassionati tifosi e storici di un percorso espositivo dello sport napoletano e del calcio in evoluzione che racconta alcuni in particolare, aprono alla città personaggi e tappe fondamentali e agli sportivi il meraviglioso mondo nella storia del club, ma che delle loro collezioni private ricche non esaurisce l’intero bagaglio di testimonianze di oltre un secolo di calciatori, campioni ed eventi di sport a Napoli e in Campania. che caratterizzano il Calcio Napoli, costituendo solo l’inizio di una La Mostra si avvale anche narrazione che proseguirà in futuro. delle preziosissime collaborazioni Un progetto appassionante, testardo, del mondo editoriale e giornalistico. determinato a nascere a dispetto La Rai, partner televisivo unico di ogni difficoltà, realizzato anche della mostra, ha fornito video grazie alla capacità, alla sensibilità e filmati storici che animano e alla lungimiranza “dell’illuminato” il percorso espositivo; Paolo Giulierini, Direttore del MANN, a cui si deve l’enorme impulso che il prestigioso museo napoletano ha ricevuto in questi anni.” La mostra progettata dall’architetto il Corriere dello Sport, con Alessandro Vocalelli, Direttore Responsabile, Sergio Acciarino, Direttore Commerciale, e Antonio Giordano, giornalista, che ha fornito esclusivo materiale fotografico sulla squadra nel corso di tutta la sua storia e l’Archivio fotografico Carbone, che ha messo a disposizione il suo patrimonio di immagini storiche della città e della squadra. Il Napoli Uno sguardo periferico ma profondo quello del Professor Guido Trombetti nel Mito. già Rettore dell’Università degli Dal 22 dicembre al MANN. studi di Napoli Federico II, eminente Novantuno anni di vita matematico, gran tifoso del Napoli di una squadra e della propria città che ha dato un contributo sulle uniti da un filo emotivo indissolubile. capacità didattiche della mostra Un evento senza precedenti e un verso un pubblico trasversale appuntamento imperdibile per chi dai tifosi storici alle nuove ogni giorno vive con Napoli nel cuore. generazioni che si affacciano con passione al mondo azzurro. Storie, campioni e Trofei in una Mostra inedita e mai vista Vittorio Dini, filosofo, Università prima, nel contesto suggestivo degli studi di Salerno e Oscar e pregno di leggenda del Museo Nicolaus, psicologo, Università Archeologico Nazionale di Napoli. degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, hanno collaborato alle Un Club, una squadra, una città, qualità narrative del percorso storico che intrecciano amore, cultura della mostra e alla raccolta di alcune e passione in un abbraccio unico citazioni significative riferite al calcio. e universale. Perché il Mito di Napoli è la più grande opera d’arte che la nostra Storia possa regalare… La casa dei sogni di Antonio Giordano Chissà com’erano i campi, all’epoca, va attraversata ripercorrendo, se sapevano di polvere e caos, magicamente, un tragitto come ce li raccontavano i nonni, immaginifico che conduce dal o rappresentavano (semplicemente) Mandracchio al San Paolo l’impasto del sogno? E certo che e poi, lasciatevi andare, semmai a guardarli nelle foto, o intrufolandosi nell’ignota galassia che apparterrà con lo sguardo in quelle immagini alle generazioni che verranno. bianco & nero che racchiudono Mandracchio è un suono buffo, il fascino nostalgico del vissuto, sa d’epica o d’ironia, forse d’iperbole c’è il sospetto, neanche tanto vago, cinematografica, ma è stata un’arena, che nulla sia cambiato, un anfiteatro di quel calcio rugoso che la distanza con il resto ch’è andato in scena (praticamente) dell’universo calcistico sia rimasta tra via Cristoforo Colombo, via De immutata, forse persino dilatata: Pretis e via De Gasperi, un pallone perché in quei giorni di tanti e tanti ch’è rotolato poi nel traffico.... anni fa, c’era ben altro a cui pensare, Ma prima che s’arrivasse al tra gli echi delle guerre e gli effetti San Paolo, imponente e cattedratico, d’una crisi, tra la miseria post-bellica un santuario moderno (nel 59’) e la ricerca d’un futuro da scorgere poi sfregiato del suo passato, il calcio tra le macerie e il rumore sordo s’è lasciato andare dolcemente, di pallottole vaganti nella memoria. od ossessivamente, tra Agnano Però, che tenerezza: uomini e Bagnoli Ilva, l’Open Air e l’Ascarelli, accatastati ad inseguire una favola, il Littorio, l’Arenaccia e l’Orto Botanico a disegnarsi un microcosmo nel e ancora il Vomero, come se fosse quale restare dentro, aggrappati stampato nei versi di Starnone alla dimensione onirica (ed a volte o facesse da sfondo appassionato anestetizzante) del calcio, cappelli all’universo di un’amica geniale, lanciati al vento e braccia agitate il Napoli, ch’è una squadra, una dolce, al cielo, in un intreccio che sa di vecchia donzella che ha bisogno magia. Ma certo, sono i luoghi della d’una casa, d’uno stadio che non la memoria, rappresentano la storia, facesse sentire distante dal Mondo. e graffiano sulle pareti dell’anima Chissà come sarà il San Paolo che d’una città baciata dagli dei che verrà, semmai verrà? La sfida infinita tra rivalità e affari di Mimmo Malfitano La suggestione del tifo tocca l’apice Nonostante la storica rivalità, Napoli quando c’è di mezzo la Juventus. e Juventus hanno concluso diversi La rivalità è storica, in parte affari. Nell’estate 1965, alla stazione è calcistica, in altra parte è politica, di Mergellina, 5.000 napoletani sociale. Napoli l’ha sempre vissuto accolsero Omar Sivori che lasciò la come momento di rivalsa, società bianconera per problemi questo confronto. Negli anni d’incompatibilità con l’allora di Diego Maradona, quelli allenatore, Heriberto Herrera. dei due scudetti e della coppa Uefa, Con lui, arrivò anche José Altafini, l’esaltazione ha raggiunto livelli dal Milan, nel suo momento migliore. intensi, è stato il trionfo del sud I due hanno infiammato la passione contro il nord, del meridione pigro, napoletana, ma lo scudetto è arrivato socialmente disagiato, contro soltanto 22 anni dopo. il settentrione impegnato Sull’asse Napoli-Torino, invece, nel produrre e nel tenere alta le operazioni concluse sono state l’economia del Paese. In quegli anni, dettate dalla necessità di fare cassa. il napoletano s’è sentito importante, Corrado Ferlaino, il presidente talvolta al centro del mondo. di quegli affari, dovette cedere E per una volta non per questioni Dino Zoff e José Altafini alla Juventus, di cronaca nera, ma soltanto per uno nell’estate 1972, per sistemare i conti, scudetto, il primo, vinto dopo stagioni così come fu necessario vendere di attese e umiliazioni. Ciro Ferrara, in anni diversi, per Trent’anni dopo, nulla è cambiato lo stesso motivo. L’ultimo passaggio, sul piano della rivalità, ma in ordine di tempo, è stato quello della competizione si. Il progetto di Gonzalo Higuain, imposto dalla di Aurelio De Laurentiis è in continuo clausola rescissoria. Un affare progresso e, oggi, Napoli è una delle da 90 milioni di euro che realtà del calcio europeo insieme ha riempito le casse del club, ma alla Juventus. Una crescita costante, ha deluso i milioni di tifosi nel mondo che l’ha reso esempio da seguire che avevano trovato nel Pipita sia come gestione societaria sia come il campione che avrebbe potuto questione tecnica. interrompere l’egemonia bianconera. I Presidenti di Francesco De Luca Il papà del Napoli moderno, nato Questa operazione avrebbe aperto il 1° agosto 1926, fu un trentaduenne la strada ai due scudetti e alla imprenditore mecenate, amante Coppa Uefa. Vittorie con Maradona, delle arti e del calcio. non solo di Maradona, perché Grande e sfortunato, Giorgio c’era una squadra forte, che però Ascarelli morì per peritonite sette nel tempo sarebbe stata schiacciata mesi dopo aver regalato dalla crisi economica, culminata alla città lo stadio Vesuvio, edificato nel fallimento del 2004.
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