Altreitalie 38,39

Altreitalie 38,39

ALTREITALIE gennaio-dicembre 38-39/2009 Rivista internazionale di studi sulle migrazioni italiane nel mondo International journal of studies on Italian migrations in the world INDICE Editoriale Saggi Stefano Luconi From William C. Celentano to Barack Obama: Ethnic and Racial Identity in Italian-American Postwar Political Experience, 1945-2008 7 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 21 Robert Buranello Between Fact and Fiction: Italian Immigration to South Africa 23 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 45 Alessandro Arduino Giovani e mobilità in Estremo Oriente 47 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 59 Modelli di migrazioni femminili Oriana Bruno «Le navi delle mogli»: donne calabresi in Argentina 61 Susanna Scarparo Italian Proxy Brides in Australia 85 Silvia Cassamagnaghi Relax Girls, U.S. Will Treat You Right Le spose italiane dei GI della Seconda guerra mondiale 109 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 133 Canada Francesca L’Orfano The Overwhelming Albatross: Stereotypical Representations and Italian-Canadian Political and Cultural Life 137 Irene Poggi La comunità italiana a Montréal e la questione linguistica 158 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 187 Brasile Aurelia H. Castiglioni e Mauro Reginato Impatti socio demografici dell’immigrazione europea in Espirito Santo 190 Federico Croci Dal «pericolo giallo» a «l’invasione nipponica». L’impatto dell’immigrazione giapponese sulla comunità italiana di São Paulo: solidarietà, rifiuto e conflitto 222 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto | Resumo 250 Cinema e letteratura Mirco Melanco Appunti di viaggio dell’emigrato italiano nel cinema 253 Silvana Tuccio Giorgio Mangiamele’s The Spag 290 Fred Gradaphè Le ombre e la luce: la rinascita della cultura italoamericana attraverso i film di gangster 301 Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 312 John Calabro The Children of Immigrants; Who Speaks for Them? A glass of wine 315 Rassegna Convegni Italians in the Americas (Stefano Luconi) 325 Libri Anna Badino, Tutte a casa? Donne tra migrazioni e lavoro nella Torino degli anni Sessanta (Paola Corti) 328 Gaetano Cappelli, Parenti lontani (Arianna e Selena Mannella) 329 Guido Crainz, Raoul Pupo, Silvia Salvatici, a cura di, Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa (Patrizia Audenino) 331 Matteo Dominioni, Lo sfascio dell’Impero. Gli Italiani in Etiopia, 1936-1941 (Antonio M. Morone) 334 Mark Choate, Emigrant Nation. The Making of Italy Abroad (Teresa Fiore) 336 Ilaria Serra, The Value of Worthless Lives. Writing Italian American Immigrant Autobiographies (Stefano Luconi) 339 Nancy, C. Carnevale, A New Language, a New World. Italian Immigrants in the United States (Anna De Fina) 341 Carol Bonomo Albright and Joanna Clapps Herman, Wild Dreams: The Best of Italian Americana (John Gennari) 344 Sabine Haenni, The Immigrant Scene: Ethnic Amusements in New York 1880-1920 (Laura E. Ruberto) 346 Bettina Favero, Voces y memoria de la inmigración. Mar del Plata en el siglo XX (Alvise del Pra’) 349 Segnalazioni 352 Riviste 361 Film, video e musica 365 Tesi 367 Editoriale Questo numero di Altreitalie segna un momento importante nella storia della rivista. All’inizio di dicembre il Centro Altreitalie, nato all’interno della Fonda- zione Giovanni Agnelli, ha trovato nuova collocazione istituzionale in Globus et Locus, l’associazione culturale che è uno dei principali soggetti in Italia attivi nell’analisi delle problematiche legate alla dialettica tra globale e locale. Il tema principale sul quale Globus et Locus e il Centro intendono lavorare assieme è quello degli italici: quel concetto coniato da Piero Bassetti, che di Globus et Locus è fondatore e presidente, e che comprende gli italiani autoctoni, gli italiani all’estero, i discendenti dei migranti italiani, i ticinesi, i dalmati, sammarinesi, e, inoltre, quel non piccolo gruppo di non italiani interessati alla cultura italiana in tutte le sue espressioni che potremmo chiamare gli italofili. Si tratta di oltre 250 milioni di persone sparse nei cinque continenti, un’aggre- gazione transnazionale, unita da valori consolidati in secoli di civiltà italica, suscettibile di assumere un rilevante peso storico-culturale e di incidere sui futuri equilibri glocali, a servizio della quale ci proponiamo di diventare uno degli strumenti di una possibile community glocale. Accanto a questo tema, meriterà attenzione specifica la nuova mobilità internazionale e transnazionale nello scenario della globalizzazione. Piero Bassetti ha dichiarato: «Trovo molto significativo che, a dieci anni dalla nascita di Globus et Locus, la Fondazione Agnelli abbia scelto la nostra associazione per assicurare la continuazione di una dimensione, quella delle migrazioni italiane nel mondo, da lei coltivata in tutto questo tempo e rappre- sentata dal Centro Altreitalie. Per noi si tratta di un grande riconoscimento del lavoro svolto su questi temi». Nel passato, il Centro aveva avuto numerosi momenti di collaborazione con Globus et Locus, in particolare all’interno del progetto Italici dedicato allo studio delle identità glocali e transnazionali degli italiani e dei loro discendenti e alla promozione dell’aggregazione delle vaste comunità italiche nel mondo. Un membro designato da Globus et Locus già sedeva nel Comitato di indirizzo del Centro. 5 Altreitalie gennaio-dicembre 2009 Le tradizionali linee di lavoro del Centro sono confermate e continueranno nella nostra sede storica aprendosi alle nuove prospettive che scaturiranno da questa diversa collocazione. La rivista Altreitalie rimane il vettore principale, insieme al sito, del nostro sforzo di ricerca e di animazione culturale. Nel nuovo quadro, l’attività si rivela tanto più strategica in vista del 2011, anno in cui si celebrano i 150 anni dell’unità italiana. Sono questi anni im- portanti per chi si occupa di fenomeni migratori italiani, in cui intendiamo lavorare perché porti frutto il grande impegno di ricerca e riflessione sulla storia delle migrazioni italiane nel mondo e sulle loro conseguenze sulla storia nazionale di cui anche il Centro è stato artefice negli ultimi venti anni. Siamo attivamente coinvolti in varie iniziative tese a portare i risultati della ricerca nel discorso pubblico sulle migrazioni: collaboriamo con il Museo nazionale dell’Emigrazione Italiana MEI, inaugurato a Roma presso il Vittoriano lo scorso Ottobre, con il comitato Italia 150 per l’allestimento della grande mostra sulla storia italiana, con l’Ordine degli architetti di Torino per la realizzazione di un’altra mostra sulle capitali italiane nel mondo. È un programma di lavoro ambizioso, per il quale, come sempre, contiamo sull’appoggio dei nostri lettori, collaboratori, amici. Maddalena Tirabassi 6 Saggi From William C. Celentano to Barack Obama: Ethnic and Racial Identity in Italian-American Postwar Political Experience, 1945-2008 Stefano Luconi Università degli Studi di Roma «Tor Vergata» According to conventional wisdom, political science has generally overlooked an in-depth examination of Italian-American voting behavior and politics (Martellone, 1991; Cappelli, 2008). This contention, however, hardly depicts the state of the art in the 1960s. After the number of Italian-Americans serv- ing in the U.S. House of Representatives and state legislatures in Connecticut, Massachusetts, New Jersey, New York, Pennsylvania, and Rhode Island had roughly doubled during the previous decade, this ethnic minority seemed a ris- ing political group and consequently captured scholarly attention (Lubell, 1965, pp. 76-77). In particular, in the 1960s academicians drew upon the electoral history and events involving the Little Italy in the city of New Haven, Con- necticut, as a microcosm for case studies to analyze ethnic politics. Specifically, at the beginning of that decade, in a path-breaking research on the mechanics of municipal politics, Who Governs?, Robert A. Dahl (1961) used the example of Italian-American William C. Celentano’s 1945 rise to the mayoralty in New Haven in order to elaborate an influential three-stage theory for the political assimilation of immigrant groups in the United States. The local Republican organization slated Celentano, an undertaker by pro- fession, to lure his fellow ethnics into breaking away from the Irish-dominated Democratic Party. Defeated in 1939 and bypassed in the choice of candidates for the duration of World War II because his Italian descent made him a liability while his ancestral country was fighting against the United States, Celentano received again the Republican nomination in 1945 and, this time, managed to 7 Altreitalie gennaio-dicembre 2009 win election to City Hall. He served for eight years until he lost to Richard C. Lee in an unsuccessful 1953 bid for a fifth consecutive two-year term (Domhoff, 1978, pp. 86-90; Rae, 2003, pp. 83, 227-28, 292-302, 305-8, 326, 407-11). In Dahl’s view, Celentano’s experience was the epitome of the timing and mechanics for the accommodation not only of Italian-Americans but also of ethnic groups in general within U.S. politics. According to Who Governs?, while the great bulk of their own members are still in the working-class ranks, minorities rely on political brokers who belong to previously integrated groups – such as the Irish for New Haven’s Italian-Americans – and receive nominations only for lesser public offices that are mainly confined to the representation of the wards or districts where the single ethnic communities reside. Then, as the minorities become more heterogeneous in terms of economic and social

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