S t o r i a e c u l t u r a l o c a l e G e n i u s L o c i Miniere e società dall’Annuario 2004 di Consultacultura: : Tracce… Percorsi storici, culturali e ambientali per Santa Fiora 2004 Annuario di Consultacultura di Santa Fiora -Anno IX, 2004 Direttore (Coordinamento redazionale e direzione editoriale) Lucio Niccolai Piazza del Borgo 6, 58037 Santa Fiora, e-mail [email protected] Progetto grafico C&P Adver Effigi Impaginazione: Rossella Cascelli Stampa Tipografia Ceccarelli di Grotte di Castro, luglio 2004 I testi originali, le foto e le immagini sono di esclusiva proprietà degli autori. Ogni collaborazione è stata fornita a titolo gratuito. Redazione: Consultacultura , Via Marconi 93, 58037 Santa Fiora tel. 0564 977113, e-mail [email protected] Immagini e documenti : Lucio Niccolai, Consultacultura, C&P Adver, Pietro Cicaloni, Severino Meloni, Romano Micai e Lucia Durazzi Archivio foto ciacciaie : Lando Nistri Correzione bozze : Hardy Reichelt Sbobinatura e battitura testi : Maria Angela Iannelli Impaginazione Web: Sergio Menicucci (2006) Indice Renzo VERDI, Sindaco di Santa Fiora, Introduzione p. 5 CONSULTACULTURA, Guida alla lettura p. 6 Miniere e società: dal “memoriale unico” alla strage di Niccioleta 1. Pasquale IUSO, Miniere e società p. 9 2. Silvano POLVANI, Il “Memoriale unico” e la grande lotta sindacale del 1919 p. 13 3. Lucio NICCOLAI, Dal “memoriale unico” alla crisi mineraria degli anni ’30. p. 31 4. Adolfo TURBANTI, Resistenza e minatori. Il caso grossetano p. 41 5. Lucio NICCOLAI, Resistenza e guerra di liberazione sul Monte Amiata p. 53 6. Gastone PIZZETTI, Luciano MARTELLINI E Stelio OLIVELLI, Profilo di due protagonisti: Fausto Pizzetti e Guido Martellini p. 65 7. Mauro STAMPACCHIA, Il giovane Fernando Di Giulio tra Università, lotta partigiana, impegno politico p. 71 8. Bruno TRAVAGLINI, Dall’Amiata a Niccioleta… e ritorno p. 79 9. Ferruccio PALMIERI, Una testimonianza p. 84 10. Paolo PEZZINO, Il caso Niccioleta p. 87 11. Leoncarlo SETTIMELLI, Nella miniera è tutto un baglior di fiamme. La figura del minatore nella canzone popolare e d’autore p. 91 12. CONSULTACULTURA, I minatori (e le miniere!) nella poesia popolare santafiorese p. 119 Introduzione Renzo Verdi Sindaco di Santa Fiora Ho tenuto a battesimo, nove anni fa, come Assessore alla Cultura del Comune di Santa Fiora, il primo numero di Tracce … nato dalla fantasia e dalle capacità di elaborazione di Consultacultura che, allora, non era ancora un’associazione, ma uno strumento di consultazione e di supporto all’Assessorato che dirigevo. Tanta ne è passata di acqua sotto i ponti: Consultacultura è diventata un’associazione autonoma e questo le ha permesso, da una parte, di conservare i rapporti costruttivi e propositivi con l’Amministrazione comunale e con il mio Assessorato in particolare, dall’altra di avviare un proprio percorso che le ha consentito di attivare collaborazioni e rapporti con Enti e Associazioni, anche indipendentemente dall’Amministrazione, e di costruire con determinazione e caparbietà una propria specifica identità che è ormai una delle peculiarità santafioresi, apprezzata e riconosciuta da tutti, e che può vantare qualificate e sempre nuove collaborazioni (come dimostrano i numeri di Tracce … usciti in questi anni). Nel contempo, senza aver mai fatto mancare il mio apporto e la mia disponibilità al dialogo negli anni del mio assessorato, mi trovo oggi a introdurre questo nono annuario santafiorese, in qualità di Sindaco. Potrei dire che insieme, ognuno nel proprio ambito, siamo cresciuti, ci siamo assunti maggiori responsabilità. C’è da augurarsi che il percorso possa continuare e sicuramente il prossimo anno, che consacrerà il decimo appuntamento con l’annuario Tracce …, dovremo viverlo, sia l’Amministrazione comunale che la Consultacultura , nel migliore, più creativo e fattivo modo possibile. Per quanto riguarda questo numero di Tracce …, se ne può apprezzare, come il solito, la qualità, l’alto livello di ricerca e di impegno, l’attento lavoro redazionale che permettono di fotografare aspetti sconosciuti della nostra storia e della nostra cultura di documentare elementi importanti delle dinamiche economiche e territoriali, la capacità di riportare alla luce e far conoscere documenti altrimenti di difficile reperimento, come da sempre, tenendo fede agli obiettivi originari, nelle sue intenzioni. Di più si può dire che, nel corso degli anni, Tracce … è cresciuto, non solo come numero di pagine, ma anche come puntualità nella ricerca e nella corrispondenza con le aspettative del territorio e i suoi bisogni. Vorrei segnalare, a questo proposito ed in particolare, tutta la prima parte di questo volume che ci fornisce motivi di riflessione e di approfondimento sul rapporto tra miniere e società, perché testimonia anche di un metodo di lavoro (la condivisione degli obiettivi, la collaborazione tra enti e associazioni) che ci auguriamo possa continuare nei prossimi anni. In questa direzione potremo pensare, per il prossimo futuro, a molti positivi momenti di incontro, all’apertura di più percorsi che possano permetterci di fare luce su altri aspetti della nostra storia e della nostra cultura, che ci consentano di meglio capire le peculiarità dell’ambiente, ma sempre in un’ottica progettuale di crescita e di proposta utile anche a chi governa per meglio indirizzare e promuovere una adeguata valorizzazione e recupero delle risorse, in senso lato, del territorio. Renzo Verdi Sindaco di Santa Fiora Miniere e società Pasquale Iuso Fondazione Di Vittorio, Prof. Associato Storia Contemporanea, Università di Teramo, Facoltà di Scienze Politiche La domanda che viene da porsi in relazione alle due giornate amiatine di studio su “miniere e società” è in che modo la storia delle miniere e degli uomini che hanno lavorato in esse si allaccia e si intreccia con quella, ancor più ampia, della società italiana nel corso del ’900. Le risposte possono essere tante, ma un elemento sembra emergere con forza: gli interventi di queste giornate, così come di altri momenti di riflessione storica e storiografica dedicati al mondo delle miniere, hanno posto e pongono al centro il concetto di “lavoro”; un “lavoro” inteso in senso ampio con le sue tante sfaccettature, con lo sfruttamento, le lotte, la Resistenza al fascismo, le conquiste ma anche con il suo patrimonio di uomini, di culture, di tradizioni. Un’accezione del legame tra le miniere e la società che dobbiamo quindi collocare nella cosiddetta “Labour history”, una categoria interpretativa con la quale si intende non tanto e non solo il lavoro in senso industriale, quanto una storia del lavoro con elementi di analisi sociale, antropologica, politica che affronta i comportamenti dei gruppi di lavoratori nelle loro articolazioni comunitarie e microcomunitarie, abbracciando e legando conflittualità e strategie sindacali alla dimensione familiare/individuale, alla fabbrica (nel nostro caso alla miniera), alle relazioni sociali, ai grandi momenti di confronto e di scontro che ha vissuto la storia italiana e – più in particolare – quella del movimento sindacale e dei lavoratori, definendosi come elemento strutturale ed ineludibile delle vicende che hanno attraversato il Novecento. Un approccio, ribadito in modo differente nei riferimenti particolari e in quelli più ampi di profilo generale, attraverso il quale si colgono, si percepiscono, si intuiscono tanti elementi, decisivi per collocare correttamente il rapporto tra le miniere e la società italiana lungo il processo di industrializzazione e di fine dell’Italia fordista: la storia economica con le vicende legate allo sfruttamento industriale delle risorse minerarie; la storia sociale di una comunità formatasi nel lungo periodo, in cui le donne svolgevano un ruolo importante; la storia delle idee politiche che hanno scandito le vicende dei minatori; la storia sindacale della conquista e della difesa dei diritti e della rappresentanza, segnata da tragedie come Niccioleta e Ribolla, in cui le responsabilità sono legate allo sfruttamento indiscriminato del lavoro in miniera ed all’assenza di diritti; infine la storia del territorio della sua trasformazione e della sua distruzione, del nascere e sparire di frazioni e paesi, del suo recupero compatibile. Larga parte degli studiosi, sia in queste due giornate di studio, sia in ambiti di studi e ricerche, sono concordi nell’individuare alcuni tratti del processo di modernizzazione economica e sociale dell’Italia novecentesca in quel processo di sviluppo verticistico dell’economia, legato solo ad alcuni settori del mondo economico in grado, per la loro forza contrattuale, di imporre la loro visione il loro modello di sviluppo. Questa dinamica – che diviene evidente nel secondo dopoguerra e negli anni che conducono al boom economico – è già presente all’avvio del ’900 e, con essa, quei tratti di sfruttamento, di “non diritti”, di tragici incidenti sul lavoro, di altissimi costi sociali. I minatori, la loro storia, la loro comunità fanno parte di questo processo. I molti spunti che sono emersi nell’ultimo periodo riguardo ai minatori (dal convegno per i cento anni del sindacato minatori che si è svolto a Massa Marittima nel 2002, a queste giornate di studio, così come all’anniversario della tragedia di Ribolla), hanno confermato questa impostazione ed hanno permesso una lunga serie di approfondimenti. Riflessioni ed interventi che mi hanno convinto come l’elemento centrale sia, nei diversi periodi storici (dall’Italia giolittiana, al fascismo, all’Italia della ricostruzione postbellica a quella
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