Dottorato Di Ricerca in Storia

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DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA CICLO XXVIII COORDINATORE Prof. ANDREA ZORZI IL CAMPO LESSICALE DEI VERBI INDICANTI “PREGARE” IN EBRAICO ANTICO: RIFLESSIONI LINGUISTICHE E IMPLICAZIONI STORICO CULTURALI Settore Scientifico Disciplinare L-OR/08 EBRAICO Dottorando Tutore Dott. FUNELLI ALESSANDRA Prof. ZATELLI IDA Coordinatore Prof. ZORZI ANDREA Anni 2012/2016 INDICE Premessa 3 Abbreviazioni e sigle 5 INTRODUZIONE: QUESTIONI PRELIMINARI E METODOLOGICHE 0.1 Analisi componenziale e paradigmatica e le lingue funzionali nell’ebraico antico 9 PARTE PRIMA: ANALISI DISTRIBUZIONALE, SINTAGMATICA E CLASSEMATICA 1.1 hll 17 1.2 zmr 69 1.3 z’q 88 1.4 ¼nn 121 1.5 ydh 136 1.6 kbd 186 1.7 ‘tr 197 1.8 pll 208 1.9 #‘q 243 1.10 qr’ 263 1.11 rw‘ 307 1.12 rnn 318 1.13 ^’l 351 1.14 ^w‘ 364 PARTE SECONDA: ANALISI COMPONENZIALE E PARADIGMATICA 2.1 hll 377 2.2 zmr 385 2.3 z’q 389 2.4 ¼nn 397 2.5 ydh 404 2.6 kbd 414 2.7 ‘tr 418 2.8 pll 422 2.9 #‘q 431 1 2.10 qr’ 437 2.11 rw‘ 447 2.12 rnn 452 2.13 ^’l 461 2.14 ^w‘ 465 PARTE TERZA: LE STRUTTURE PARADIGMATICHE DEL CAMPO LESSICALE NELLE LINGUE FUNZIONALI: UN CONFRONTO 2.1 Il CL in EBA 473 2.2 Il CL in EB1 474 2.3 Il CL in EB2 482 2.4 Il CL in EB3 488 2.5 Il CL in EB4 489 2.6 Il CL in TEB1 491 2.7 Il CL in TEB2 497 2.8 Il CL in TEB3 499 2.9 Il CL in EBS 503 2.10 Il CL in EQ1 506 2.11 Il CL in EQ2 508 2.12 Il CL in EQ3 512 GLOSSARIO DIASISTEMATICO E STORICO 517 CONCLUSIONI LINGUISTICHE 559 CONCLUSIONI STORICO-CULTURALI 563 BIBLIOGRAFIA 579 2 PREMESSA Tale studio ha come oggetto un’indagine strutturale lessematica tesa ad esaminare il contenuto semantico del campo lessicale1 dei verbi della preghiera in ebraico antico e la sua organizzazione in unità stanti tra loro in reciproca opposizione, al fine di raggiungere una comprensione più adeguata di uno dei fenomeni particolarmente rilevanti della storia della cultura e della religione, ovvero la storia della visione del culto e della sua evoluzione nell’Antico Israele. Il CL scelto, quello della preghiera, ci consente di accostarci ad una serie di istituzioni e riti cruciali nella comprensione del mondo biblico; in particolare nella dialettica sacrificio- preghiera possiamo individuare il superamento di una fase religiosa, quella del sacrificio cruento, mediante rituali che si sono protratti fino al giorno d’oggi in una nuova economia storico-religiosa. L’analisi linguistica, com’è stato ormai dimostrato in ampie ricerche, “è uno strumento efficace e insostituibile per conferire spessore storico ai testi e definire i dati che da essi si desumono”.2 Tale analisi è inoltre in grado di fornire elementi molto solidi, in molti casi gli unici elementi o punti di riferimento a nostra disposizione, per la datazione e la collocazione storica di corpora antichi, e per l’individuazione del Sitz im Leben non solo di narrazioni letterarie ma di eventi storici di fondamentale importanza. E’ proprio della natura delle fonti antiche di non riportare dati oggettivi, ma di raccontare eventi ricorrendo a generi letterari specifici, formulari e stilemi prefissati, retorical devices, che vanno decodificati al fine di restituirci il nucleo storico oggetto dell’indagine. Per quanto concerne la metodologia usata, essa si fonda su una ricostruzione rigorosa dei CL, di cui un antesignano è il grande linguista Coseriu. E’ un tipo di analisi alquanto complessa, che riguarda più fasi di ricerca. Tali metodi e argomenti di studio si scontrano spesso con la critica sulla limitatezza del vocabolario da analizzare. Ma come ha messo in rilievo Barr,3 la validità di tale argomento dipende dal CL dei termini da analizzare. Nell’ambito dei CL più ricorrenti nell’ebraico antico (religione, culto, rapporti dell’uomo con il sacro) è assai probabile che sia stato sfruttato quasi tutto il lessico disponibile, e ciò è provato dal gran numero di lessemi e di conseguenti attestazioni da analizzare. 1 D’ora in poi CL, sia al singolare sia al plurale. 2 I. Zatelli, L’analisi linguistica come presupposto dell’interpretazione testuale. Considerazioni sull’ebraico biblico, in Il mio cuore è a Oriente, Studi di linguistica storica, filologia e cultura ebraica dedicati a Maria Luisa Mayer Modena, a cura di Francesco Aspesi, Vermondo Brugnatelli, Anna Linda Callow, Claudia Rosenzweig, Milano, 2008, pp. 377-387. 3 J. Barr, Comparative Philology and the Text of the Old Testament, Oxford, 1968. 3 Una tale metodologia di studio, pertanto, ci permette di meglio definire fattori di ordine storico, culturale e religioso, altrimenti soggetti nella trattatistica più diffusa, ad un’investigazione molto spesso superficiale, non in grado di comprendere adeguatamente le fonti. L’aspetto diacronico è, inoltre, da un punto di vista storico, di particolare importanza. L’uso di un termine che ha significanti diversi tra l’ebraico standard e l’ebraico tardo ci aiuta a definire, ad esempio, l’epoca di composizione di un testo, soprattutto ove manchi ogni menzione diretta o indiretta di avvenimenti captabili sul piano storico, mentre le eventuali differenze dialettali, inoltre, ove riscontrabili, potrebbero aiutarci a stabilire il luogo di composizione, ove manchino nel testo in questione riferimenti più propriamente geografici. Tali studi possono quindi trovare applicazione in vari modi: ci danno la possibilità di arrivare ad una migliore comprensione dei testi in esame ed è possibile, pertanto, approntare migliori traduzioni degli stessi, possono chiarire la genesi letteraria della produzione dei testi, ed è opinione comune, nell’ambito di tali ricerche, che i risultati raggiunti debbano essere utilizzati e diventare l’indispensabile premessa per gli studi storici, di storia della cultura e di storia delle religioni. 4 ABBREVIAZIONI E SIGLE AB= The Ancor Bible, Garden City-New York 1964-1995. BDB= F. Brown, S.R. Driver e C.A. Briggs, Hebrew and English Lexicon of the Old Testament, Oxford 1907¹, 1953. BZAW= Beihefte zur Zeitschrift für die alttestamentliche Wissenschaft, Berlin. CL= campo lessicale Col. (coll.) = colonna (colonne) DJD= J. T. Milik et a. (a cura di) Discoveries in the Judean Desert, Oxford, 1955-2009. DTAT= E. Jenni, C. Westermann, Dizionario Teologico dell’Antico Testamento (trad. dal ted. Theologisches Handwörterbuch zum Alten Testament, 2 voll., München, Zürich, 1971-76, ed. it. a cura di G. L. Prato, 2 voll. Torino, 1978 – Casale Monferrato, 1982). EBA= ebraico biblico arcaico EB1= lingua storico-narrativa standard EB2= lingua poetica standard EB3= lingua poetico-dialettale di Ho^ea‘ EB4= lingua giuridico-cultuale standard EBS= lingua poetica tarda di Ben Sira’ EQ1= lingua della letteratura esegetica e parabiblica di Qumran EQ2= lingua poetica di Qumran EQ3= lingua giuridico-cultuale di Qumran EJ= C. Roth et al. (a cura di), Encyclopedia Judaica, 16 voll., Jerusalem-New York 1974. GLAT= G. J. Botterweck, H. Ringgren, Grande Lessico dell’Antico Testamento, (trad. dal ted. Theologisches Wörterbuch zum Alten Testament, 8 voll., Stuttgart-Berlin-Köln-Mainz, 1973-1995, ed it. a cura di A. Catastini, R. Contini, P. G. Borbone, 7 voll., Brescia, 1988- 2007). HUCA= Hebrew Union College Annual ICC= International Critical Commentary, Edinburgh 1895-1995. it= italiano JBL= Journal of Biblical Literature KUSATU= Kleine Untersuchungen zur Sprache des Alten Testaments und seiner Umwelt, Waltrop. JSS= Journal of Semitic Studies. OTL= Old Testament Library, London-Philadelphia-Louisville. 5 TEB1= lingua storico-narrativa tarda TEB2= lingua poetica tarda TEB3= lingua poetico-dialettale di Giobbe ted.= tedesco THAT= E. Jenni, C. Westermann, Theologisches Handwörterbuch zum Alten Testament, 2 voll., München-Zürich 1971-76. trad.= tradotto TWAT= G.J. Botterweck, H. Ringreen, Theologisches Wörterbuch zum Alten Testament, 8 voll., Stuttgart-Berlin-Köln-Mainz 1973-1995. vol. (voll.)= volume (volumi) VT= Vetus Testamentum. ZAH= Zeitschrift für Althebraistik. ZAW= Zeitschrift für di alttestamentliche Wissenschaft. Abbreviazioni dei testi biblici Gn Es Lv Nm Dt Gs Gd 1S 2S 1R 2R Is Gr Ez Os Gl Am Abd Gio Mic Nh Ab Sf Ag Zc Ml Sl Prv Gb Ct Rt Lm Qoh Est Esr Ne 1Cr 2Cr 6 INTRODUZIONE QUESTIONI PRELIMINARI E METODOLOGICHE 7 8 Capitolo 1 L’analisi componenziale e paradigmatica e le lingue funzionali nell’ebraico antico Si espongono qui di seguito i principi teorici e metodologici1 che sono alla base di questa indagine strutturale lessematica condotta sul campo dei verbi della preghiera in ebraico antico. 1. Il campo lessicale e le lingue funzionali L’oggetto di un’analisi semantica strutturale è quella parte del lessico che non ha un referente extralinguistico preciso e definito, ma si presenta come un continuum lessicale senza limiti definiti. In questo caso il lessico tende a strutturarsi linguisticamente, permettendo un’analisi dei significati e non dei referenti. Il campo lessicale è quindi un paradigma lessicale che si forma attraverso la suddivisione di un continuum lessicale in unità distinte, date nella lingua come parole, le quali si oppongono in forza di tratti distintivi diversi.2 Per un’analisi semantica strutturale è necessario delimitare una struttura linguistica unitaria dal punto di vista cronologico, geografico, sociale e stilistico. Secondo Coseriu “ogni studio strutturale non sarebbe possibile se non in rapporto a quella che diciamo lingua funzionale, cioè la lingua come ‘sistema’, lingua più o meno unitaria all’interno di una lingua storica, e non in rapporto a una lingua storica presa nel suo insieme, che normalmente comprende tutta una serie di ‘lingue funzionali’ talvolta notevolmente diverse”.3 La lingua funzionale, pertanto, essendo sincronica e sintopica (ovvero delimitata da un punto di vista sia temporale sia geografico), nonché sintratica e sinfasica (delimitata, cioè, nelle unità socio-culturali ed 1 Per la metodologia semantico-strutturale si vedano: E.

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