Esamizdat 2010-2011 08 Txt.Pdf

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eSamizdat eSamizdat - (VIII) dicembre eSamizdat, Rivista di culture dei paesi slavi registrata presso la Sezione per la Stampa e l’Informazione del Tri- bunale civile di Roma. No 286/2003 del 18/06/2003, ISSN 1723-4042 Copyright eSamizdat - Alessandro Catalano e Simone Guagnelli DIRETTORE RESPONSABILE Simona Ragusa CURATORI Alessandro Catalano e Simone Guagnelli COMITATO SCIENTIFICO Giuseppe Dell’Agata, Nicoletta Marcialis, Paolo Nori, Jirˇ´ı Pelan,´ Gian Piero Piretto, Stanislav Savickij COPERTINA, IMPAGINAZIONE E PROGETTO GRAFICO Simone Guagnelli Indirizzo elettronico della rivista: http://www.esamizdat.it e-mail: [email protected] Sede: Via Principe Umberto, 18 – 00185 Roma Sono autorizzate la stampa e la copia purche´ riproducano fedelmente e in modo chiaro la fonte citata. Libri e materiale cartaceo possono essere inviati a Alessandro Catalano, Via Principe Umberto, 18 – 00185 Roma o a Simone Guagnelli, Via Carlo Denina, 22 – 00179 Roma. Articoli e altri contributi elettronici vanno inviati in formato word o LATEX all’indirizzo [email protected] I criteri redazionali sono scaricabili all’indirizzo: www.esamizdat.it/criteri redazionali.htm www.esamizdat.it SECOLO UNIONE SOVIETICA XX IL SAMIZDAT TRA MEMORIAL’ DITORIACLANDESTINAE E UTOPIAIN CECOSLOVACCHIANELLA E SECONDA METÀ DEL A cura di Alessandro Catalano e Simone Guagnelli Paolo Nori, Un intervento variopinto i-vii I NTRODUZIONE 2010-2011 (VIII) Alessandro Catalano, Simone Guagnelli, “La luce dell’est: il - samizdat come costruzione di una comunità parallela” A RCHEOLOGIA DEL SAMIZDAT Samizdat e Valentina Parisi, “Samizdat: problemi di definizione” - Tomáš Glanc, “Il samizdat come medium”, traduzione dal ceco - di Francesca Lazzarin Indice di Annalisa Cosentino, “Forme del samizdat” - Andrej Ju. Ar´ev, “Le preferenze estetiche del samizdat”, - traduzione dal russo di Maria Isola Jirinaˇ Šiklová, “Il samizdat come mezzo di stratificazione so- - ciale e possibilità di sopravvivenza della cultura di una na- zione. L’esempio della Cecoslovacchia negli anni 1969-1989”, traduzione dal ceco di Alessandro Catalano Stanislav A. Savickij, “Andergraund e andegraund: forme al- - ternative al sistema nella cultura non ufficiale di Mosca e Leningrado”, traduzione dal russo di Francesca Lazzarin I L SAMIZDAT CULTURALE RUSSO Massimo Maurizio, “Poesia non ufficiale del periodo stalinano: - le premesse del samizdat letterario in Unione sovietica” Michail N. Ajzenberg, “Il samizdat dagli anni Sessanta agli anni - Settanta (commento a due manufatti)”, traduzione dal russo di Claudia Criveller Alessandro Niero, “Né in samizdat né in tamizdat né altrove: il - ‘caso’ Zimnjaja poˇcta di Iosif Brodskij” Vladislav G. Kulakov, “Aleksandr Soprovskij e il suo ruolo nella - poesia samizdat degli anni Settanta e Ottanta”, traduzione dal russo di di Massimo Maurizio Claudia Criveller, “‘Io sono il padrone del mio sogno’. Evge- - nij Charitonov e la letteratura del sottosuolo come costruzione dell’io” Stefano Garzonio, “Arkadij Severnyj – il bardo del magnitizdat” - IL SAMIZDAT CULTURALE CECO Ji rˇí Gruntorád, “La letteratura samizdat in Cecoslovacchia ne- - gli anni Settanta e Ottanta”, traduzione dal ceco di Alessandro Catalano Sylvie Richterová, “Etica ed estetica del samizdat nel periodo - della ‘normalizzazione’ in Cecoslovacchia” 2010-2011 (VIII) Stefania Mella, “Le polemiche dei senza potere: la revisione del - ruolo del dissidente all’interno di Charta 77” Martin Machovec, “Ideological Orientation and Political Views - Samizdat and Standpoints of Representatives of Czech Underground e Culture, 1969-1989 (Underground and Dissidence – Allies or Enemies?)” C ASEEDITRICI, ALMANACCHI E RIVISTE Indice di Vja cˇeslav E. Dolinin, “Riviste di Leningrado non sottoposte a - censura dalla metà degli anni Cinquanta agli anni Ottanta”, traduzione dal russo di Simone Guagnelli Marco Sabbatini, “Il caso Ostrova (1982)” - Francesca Lazzarin, “Samizdat e traduzione letteraria a - Leningrado. Il caso di Predlog (1984-1989)” Zbynekˇ Fišer, “Samizdat journals published in Brno in the - 1980s”, translated from Czech by Pavla KopecnᡠAlena Pribᡠnová,ˇ Michal Pribᡠn,ˇ “I rapporti di Sixty-Eight Pu- - blishers con il samizdat cecoslovacco e la concorrenza con le altre case editrici dell’emigrazione”, traduzione dal ceco di Alessandro Catalano I L SAMIZDAT E LA REPRESSIONE Andrea Gullotta, “Il samizdat e il tema della repressione - sovietica: una ricostruzione storica tra criticità e punti di domanda” Petra Cáslavová,ˇ “Czechoslovak Prisoner Samizdat in - 1948–1989”, translated from Czech by Daniel Dolenský I L SAMIZDATEL’ITALIA Alessandro Catalano, “Il samizdat tra dialogo e monolo- - go. Le attività editoriali di Zdenekˇ Mlynárˇ e la scelta degli interlocutori” Francesco Caccamo, “Listy. Tra emigrazione, contestazione - interna e opinione pubblica internazionale” Valentine Lomellini, “Uno sguardo nuovo sul dissenso so- - vietico? La politica culturale del Pci tra gli anni Settanta e Ottanta” Antonín J. Liehm, “La biennale del dissenso culturale” - Simone Guagnelli, “Rane, elefanti e cavalli. Vittorio Strada e la - Biennale del 1977” I N PRESADIRETTA Václav Havel, “Una puntualizzazione sul samizdat. Qual- - 2010-2011 (VIII) che commento al telefono (1987)”, traduzione dal ceco di Alessandro Catalano Samizdat e Indice di www.esamizdat.it Un intervento variopinto Paolo Nori ♦ eSamizdat - (VIII), pp. i-vii ♦ UONGIORNO, grazie dell’invito, sono molto contento di poter essere qui a parlare del sa- Bmizdat, o meglio, di come sembra a me il samizdat, e sono molto contento di poterlo fare di fronte a dei russi, e a dei russi che hanno vissuto questo fenomeno, alcuni di loro, immagino, in prima persona, dal vero, come fenomeno che fa parte di una, non so come dire, atmosfera cultu- rale che loro hanno vissuto e comprendono, nel bene e nel male, mentre per me, che sono stato in Unione sovietica solo per pochi mesi, nel 1991 e nel 1993, quindi comunque dopo quell’evento storico che in Italia viene chiamato Crollo del muro di Berlino (c’è questo modo di dire che pra- ticamente è accettato da tutti ma non è che sia crollato, l’han tirato giù), be’, anche dopo il crollo del muro di Berlino, la Russia, a guardarla, nel 1991 e nel 1993, le prime volte che ci sono anda- to, a me sembrava proprio Unione sovietica Unione sovietica, aveva proprio il grigiore, l’odore, il calore, di quella che io mi immaginavo fosse l’Unione sovietica e anche il cielo, a me, sembrava sovietico, nel 1991 e nel 1993. Io mi ricordo una volta, ero a Mosca, in ulica Gor´kaja, davanti allo Central´nyj telegraf, e avevo guardato il cielo e mi era sembrato che dal cielo pendessero le braccia della macchina dello stato sovietico che cercava di guidarci tutti, di fare di noi delle marionettine, non so se si capisce, c’eran quelle braccia lì meccaniche che ti penzolavan davanti che però non è che ti vedevano bene, cioè le potevi schivare, nel ‘91, e nel ‘93, come le ho viste io, che poi chissà cos’ho visto, ma quello che volevo dire è che dopo, gli anni successivi, quando l’Unione sovietica è diventata la Russia, e ulica Gor´kaia è diventata ulica Tverskaja, e Leningrado è diventato San Pietroburgo, e la Sennaja Plošcad´,ˇ di Leningrado, che la prima volta che l’ho vista, nel ‘91, o nel ‘93, non mi ricordo, con quel cantiere che conteneva i materiali di risulta degli scavi della metro, e quel mercato informe, e mutevole, e vagamente minaccioso, e malfamato, che circondava il cantiere, a me la Sennaja Plošcad´ˇ di Leningrado, la prima volta che l’ho vista, era sembrata la Sennaja Plošcad´ˇ descritta da Dostoevskij in Delitto e Castigo, dopo, quando sono arrivati i soldi per i trecento anni della città di Pietroburgo, e la Sennaja Plošcad´ˇ di Leningrado è diventata la Sennaja Plošcad´ˇ di Pie- troburgo, ed è stato tolto il mercato, è stato tolto il cantiere, è stata messa una rotonda nel mezzo con sopra un monumento trasparente dono dei francesi e delle panchine con, al posto dei piedi normali delle panchine, delle ruote che richiamano le ruote dei carri del fieno, ecco, la Sennaja Plošcad´ˇ di Pietroburgo quando l’ho vista, nel 2003 o nel 2004, a me non ricordava più Dostoev- skij, mi ricordava una pizzeria, insomma, c’è stato un momento, come voi sapete meglio di me, che in Russia tutto ha cominciato a diventare un’altra cosa rispetto a quel che era prima e anche il fenomeno del samizdat, se non sbaglio, oggi è tutta un’altra cosa, ammesso che esista, ma io non voglio parlare di quello che è oggi, e non voglio neanche parlare di quello che è stato, perché quello che è stato, io, che sono stato in Russia con gli occhi di uno che poi comunque doveva tornare in Italia, non è che l’abbia visto tanto, ho visto quel che mi serviva per i miei ritorni in Italia perché, come dice il cantante bolognese Dino Sarti, la cosa più interessante, della Russia, è quando torni dalla Russia le domande che ti fanno, che una delle domande che gli han fatto lui è stata Di sò, Dino, com’êla la Róssija, e lui ha risposto La Rossija l’é granda. ii eSamizdat 2010-2011 (VIII) ♦ Il samizdat tra memoria e utopia ♦ Che è una cosa che io, che studio russo non da tanto tempo, e in modo intermittente, ma or- mai da più di vent’anni, dal 1988, cosa che a dirla mi fa anche abbastanza impressione, che l’anno scorso, quando mi è arrivato l’sms della compagnia telefonica con la quale ho il contratto che mi augurava buon compleanno il giorno che avevo compiuto 47 anni ho pensato che ormai avevo quasi cinquant’anni non è stato bello, ma lasciamo perdere, dico soltanto che secondo me,

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