Exibart 78 / 3

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78 bimestrale - Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 Firenze Copia euro 0,0001 bimestrale - Sped. in A.P. FREE Ma New York Gli esami non Vivere in un museo ANNO UNDICESIMO funziona ancora? finiscono mai Quattro artisti sono in NUMERO SETTANTOTTO La Grande Mela va avanti. Corsi e master d’arte residenza al Macro. Siamo Almeno nell’arte, nascono contemporanea nascono entrati nei loro studi APRILE/MAGGIO nuovi spazi e nuove aree ovunque. Ma l’arte si impara per raccogliere le prime DUEMILADODICI creative. Anche se non davvero? E quanto costa impressioni su questa nuova sempre di qualità. Ma artisti studiarla? Per farci che cosa esperienza. A caldo, e con un WWW.EXIBART.COM e curatori continuano a poi? Viaggio-inchiesta nella po’ di sorprese. Ma anche per sceglierla. Abbiamo provato formazione più ricercata del capire come cambia il museo a capire perché. Parlando nuovo millennio direttamente con loro Ripensare la cultura Giovani artisti italiani Qual è la differenza tra Dante Mercato in ripresa C’è qualcosa che li e una salsiccia? Uno non si Quali sono le novità e gli differenzia dagli altri, una mangia e l’altra sì. artisti che tirano? Occhio specificità, un dna visivo? Tutto qui? Mentre a parlare alle ultime aste, ma anche E quanto guardano al di cultura sono sempre i ai nuovi investitori che passato? Opinioni a soliti noti. All’appello manca stanno cambiando la scena confronto, tra critici e chi qualcuno commerciale l’arte la fa direttamente EXIBART 78 / 3 EDITORIALE di Adriana Polveroni a vi pare possibi- vita pubblica. Perché altre sconiana, aggiungendo: “fac- anni fa quasi non c’erano, an- le che a solleva- nostre prestigiose istituzioni, ciamo come cazzo ci pare”. che se spesso nascono e chiu- M re la questione quali sono i musei, non pren- Eppure questo popolo allegra- dono per colpevole insipienza “cultura” siano dono coraggio e dicono la loro mente antistatale, svagatame- dei politici che ne decidono i cosiddetti “po- su come dovrebbero andare le ne anarchico perché infantile, le sorti. Ci deve colpire però teri forti”? Che cose in questo Paese? Chie- avrebbe poi paura delle istitu- questa loro percezione, il fat- a dire che le cose così come dendo per esempio a Mario zioni. Cercando di non andar- to che non si siano accorti, e vanno non possono continua- Monti un incontro che apra un ci mai contro ma, semmai, di non penso perché malamente re e che la crescita culturale tavolo di lavoro su detassazio- fregarle, evadendo tasse, riti- guidati, di queste strutture, di un Paese non è scindibile ne per le donazioni ai musei rando la mano se si è beccati lodando sperticatamente la dalla crescita economica e ci- - se ne avvantaggerebbero le nel barattolo della marmella- gioiosa capacità del fai-da- vile di quello stesso Paese? E scarne collezioni d’arte con- ta. Forse perché le istituzioni te italiana che, nella cultura, che anzi, se non si investe in temporanea - sgravi fiscali sono evanescenti, e, come i produce realtà indipendenti cultura si va poco lontano, se per chi investe in cultura e - fantasmi, fanno un gran pau- che senza la nostra proverbia- non altro perché viviamo in perché no? - visto il rapporto ra. Forse perché le avvertiamo le arte d’arrangiarsi andreb- un mondo fortemente com- sempre più stretto tra musei lontane e persecutorie, quan- bero poco lontano. petitivo e gli altri da sempre e mercato, farsi promotori di to meno se si pensa al livello fanno meglio e noi da molto una riduzione dell’Iva che pe- di tassazione ormai raggiunto Se le cose stanno così, vuol tempo facciamo male? nalizza il nostro commercio nel nostro Paese in cambio di dire che c’è qualcosa che non dell’arte? Perché università, uno Stato che rimane assente, va. Che i musei e le istituzioni Personalmente mi rincuora istituti di ricerca accettano e allora sviluppiamo un atteg- culturali sono troppo flebili. che “Il Sole 24 Ore”, il giorna- tutto, o quasi, senza levare o giamento ostile, ma prono. Ma Che non si può continuare a le di Confindustria, si sia fatto alzare, se necessario, la voce? poi ci complimentiamo con baloccarsi nella nostra abilità promotore di un “Manifesto” Protestano solo i precari e gli loro se hanno il volto della fi- acrobatica di tirarci fuori dal- che poi da via Monte Rosa si studenti. I vertici mai, o poco nanza e dell’economia. Un po’ le peste o almeno restare a è allargato come una macchia e timidamente. Forse perché odioso, ma volitivo. galla, ma che bisogna andar- d’olio, coinvolgendo ministri tutti tengono famiglia e in un ci giù più duri. Più decisi. Più importanti, come Corrado momento di penuria come Ci basta come atteggiamento, convinti a fare la nostra parte. Passera, Francesco Profumo l’attuale, è meglio tenersi il non dico diffuso nell’opinio- Senza che a rubare la scena, e Lorenzo Ornaghi. Già, Or- posto stretto? Non è l’esem- ne pubblica e nella “ggente”, la nostra scena culturale e naghi, che pur standosene il pio che ci si aspetterebbe da categoria trasversalmente soprattutto propositiva, siano più zitto possibile, paludato e chi sta in alto. anonima, che trova visibilità giornali e associazioni di in- mellifluo come si conviene ai quando funziona per riempire dustriali. Perché, e di nuovo migliori epigoni della tradizio- Possibile, insomma, che la cul- i chiassosi talk show televisi- non abbiamo avuto noi la luci- ne cattolica, si è velocemente tura interessi solo chi ha pote- vi, ma a quella parte di questa dità di dirlo, siamo a un punto guadagnato l’appellativo di re - e meno male che almeno opinione pubblica che si sup- che “o si salta o si cade”. “Ponzio Pilato”. Che si è fatto a loro sì - che promuove con- pone essere più avanzata, più subito sfilare i soldi dal por- vegni di tono quasi movimen- raffinata, più capace anche di tafoglio e ci ha messo un tot tista come “Cambia Italia” e parlare con il potere? Cioè gli di tempo per accettare una allora solo dopo che questo intellettuali. Noi, insomma. sponsorizzazione del nostro s’è fatto sentire, ci accodiamo monumento più prestigioso, tutti, già sollevati all’idea che Una pagina del giornale che non riuscendo a prendere una chi manovra la stanza dei bot- avete davanti riporta la crona- posizione netta verso chi cri- toni si accorge che “la cultura ca di un viaggio fatto in Italia tica, con ragioni pure sensate, fattura” (altra campagna del da due artisti olandesi invita- l’ingresso di un privato in una Sole 24 Ore) e ci si può man- ti dalla Nomas Foundation di faccenda così delicata. Ma giare dignitosamente? Roma. Hanno girato il Belpae- non avendo neanche la forza se in lungo e in largo per quat- di dire come si devono fare le In un recente articolo Tullio tro mesi. Si sono appassionati cose, e cioè sì a soldi priva- de Mauro ha denunciato una alle situazioni atipiche che ti, ma nel rispetto della cosa cosa che dovremmo sapere hanno scoperto, popolate di pubblica. Stilando un catalogo tutti, ma di cui facciamo fin- artisti, curatori legati a realtà di regole chiare, che dicano no ta di non accorgerci: il timore no profit. Poi hanno concluso a chi eventualmente sarebbe reverenziale, la paura delle che in Italia l’arte contempo- tentato di mettere un ingom- istituzioni. Siamo un popolo ranea è solo “all’inizio”. Fragi- brante cappello su un’impresa di fifoni, dice De Mauro, che di le. Che i musei non ci sono ed del genere. Compito che a un fronte il potente se la fa sotto. altre semplificazioni del gene- professore della sua fama non È un vizio atavico. Curioso, pe- re. Apprezziamo il loro entu- dovrebbe risultare difficile. raltro, per un popolo che non siasmo, l’ironia con cui hanno avverte particolarmente il intitolato il libro risultato del Ma non è solo Ornaghi a ta- senso dello Stato, che vive in viaggio: Art in the age of Ber- cere e a non fare particolare una nazione di nascita piut- lusconi, e sappiamo che l’Ita- bella figura in un silenzio, che tosto recente e dove ognuno lia non è un Paese facile da pure sarebbe apprezzabile fa tranquillamente come gli decodificare per gli stranieri. in un eventuale “premio per pare. Ricordate la “Casa del- Come sappiamo bene, noi che la condotta più elegante”, in le libertà”? C’era uno sketch ci viviamo, che per fortuna i mezzo al chiasso che fino a televisivo che continuava la musei d’arte contemporanea poco fa inquinava la nostra simpatica invenzione berlu- esistono, mentre fino a dieci EXIBART 78 / 5 speednews ANDRÀ ALL’ASTA L’AFFAIRE GRANDI LA COLLEZIONE TWOMBLY ARCHITETTURE DESIGN D’ARTE DI GUNTER BAGARRE SULL’EREDITÀ E GRANDI SACHS EX MARITO DEL PITTORE POLEMICHE DA VIVERE DI BRIGITTE TRA TASSE EVASE UNA MANIFESTAZIONE “MENO FIERA E LASCITI MILIONARI DI NUOVO SOTTO E PIÙ MUSEO”. ECCO COSA SARÀ BARDOT E GRANDE ACCUSA CALATRAVA IL TEMPORARY MUSEUM FOR NEW A VENEZIA FOTOGRAFO DESIGN DI MILANO Aveva inventato la Saint- Non ha pace il Ponte della ccellenza della Design Week milanese, torna la quarta Tropez degli anni sessanta, Costituzione a Venezia. E edizione del Temporary Museum for New Design al Antonioni si era ispirato al soprattutto il suo progettista, Superstudio di via Tortona, dal 17 al 21 aprile prossimi. suo abbigliamento quotidiano l’architetto Santiago Calatrava, Grandi brand ma anche giovani promesse nel progetto (mocassini neri, pantaloni stavolta direttamente nel di Gisella Borioli, con la direzione artistica di Giulio bianchi e camicia a righe mirino di Carmine Scarano, E Cappellini.

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