Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 1 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 2 PIETRO MACCHIONE EDITORE Via Salvo d’Acquisto, 2 - 21100 Varese Tel. 0332.499070 - Cell. 338.5337641 - Fax 0332.834126 E-mail: [email protected] Sito: www.macchionepietroeditore.it ISBN 978-88-6570-150-8 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 3 Pietro Macchione STORIA DEL GIOVANE RODARI In collaborazione con Chiara Zangarini e Ambrogio Vaghi PIETRO MACCHIONE EDITORE Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 4 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 5 INDICE Pag. 11 LO STUPORE DELLA VITA 11 La nascita 12 Giuseppe Rodari 16 Maddalena Aricocchi 20 Omegna e il Lago d’Orta 23 Scolaro e poeta 24 Il trasferimento a Gavirate 31 DIO E GLI UOMINI 31 Il Seminario 34 Studente in seminario 35 Lilium 38 L’uscita dal seminario 39 Ritorno a Gavirate 42 Prove di giornalismo 44 Propagandista di plaga e presidente del circolo san Luigi 48 Il pericolo comunista 54 Di nuovo il seminario, di nuovo Lilium 64 Studente a Varese 70 Iscritto alla G.I.L. 73 IL TRAVAGLIO SPIRITUALE di Chiara Zangarini 73 Lo scrittore 78 I primi racconti 84 Il timbro dello scrittore: alcune valutazioni 5 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 6 Pag. 87 IL CAMBIAMENTO 87 Le amicizie dei sedici anni: una fucina di idee e cambiamenti 92 L’approssimarsi al comunismo 96 Mò a parlà in dialett 102 L’Università 104 Alfonso Gatto e Giorgio De Chirico 105 Il maestro 111 NUOVI STIMOLI di Chiara Zangarini 111 Breton e il Surrealismo 112 Gianni e la Fantastica 116 Il Quaderno di Fantastica 128 Ricetta per un racconto 129 La pianta delle pantofole 134 Alcune valutazioni 139 L’IMPEGNO IN PRIMA PERSONA 139 Prove di comunismo 142 Il partigiano 147 Impegno politico a Gavirate 148 “Cinque Punte” 151 Gavirate rimane centrale 151 Delegato al primo congresso varesino del PCI 152 Il Fronte della Gioventù 154 I lavori del congresso 154 Delegato al congresso nazionale 157 Membro della segreteria provinciale 158 “L’Ordine Nuovo” di Varese 159 Alfonso Gatto e Gianni a Varese 6 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 7 Pag. 163 LA SCELTA PROFESSIONALE I ricordi di Ambrogio Vaghi 163 Giornalista e direttore 165 In redazione 166 Politica e fantasia 169 Il compagno e l’amico 174 Gianni innamorato 177 UN’AUTENTICA VOCAZIONE di Chiara Zangarini 177 I racconti del 1946-47 189 Il giornalista 199 IDEALI E CONTRASTI 199 Il comunismo di Gianni 203 Verso la crisi politica 207 ROMA... ANZI MILANO 207 Orgoglio e speranze 219 L’APPRODO 219 Lino Picco 221 “Il Pioniere” 225 TRA DUE FUOCHI 225 Dal “Vittorioso” al “Pioniere” 227 A rischio di scomunica 229 Fuoco amico? 239 L’ESPERIENZA VARESINA DEL 1953 239 Di nuovo propagandista 7 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 8 Pag. 245 LA TRISTEZZA DEGLI ADDII 245 La politica oltre l’amicizia 251 IL PIACERE DEGLI INCONTRI 251 Vengo poco a Gavirate... ma ci penso sempre 256 Il Villaggio Cagnola 257 IL PIACERE DELLA MEMORIA 257 Sulle rive del lago di Varese 259 Sulle rive del lago d’Orta 263 Dunque... 265 NOTE 315 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 323 AUTOBIOGRAFIA 329 LETTERE A GIANNI 329 L’isola di corallo 332 Il chicco che muore 335 Quando s’agita la bufera 338 Ricorda di esser Re 340 Frangar non flectar 343 Riprendere 345 Il bacio del sole 347 L’occhio limpido 350 Il tocco umano-divino 353 Fatica assidua 356 Esto vir 359 ...Scegliendo fior da fiore 8 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 9 Pag. 363 LA TRAGEDIA DI LOANO 363 Il mare non doveva farlo 365 Lutto comune - La tragedia di Loano Tutte le mamme di Milano hanno pianto 367 Sono tornati dal mare crudele Commosso saluto di Milano alle piccole vittime di Albenga 371 INTERVENTO DI NILDE JOTTI 387 IL DIBATTITO SU “RINASCITA” 387 Nilde Jotti, La questione dei fumetti 396 Gianni Rodari, Lettera al Direttore 399 Postilla (di Palmiro Togliatti; ndr) 401 RICORDI E FANTASIE TRA NIGOGLIA E MOTTARONE 409 INDICE DEI NOMI 9 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 10 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 11 LO STUPORE DELLA VITA La nascita Gianni nacque a Omegna, sul lago d’Orta, il 23 ottobre 1920 1. Un lago, un piccolo e scenografico lago prealpino, vetusto di storia e leggende, fece da contrappunto ai suoi primi vagiti. Da quel giorno i laghi avrebbero sempre fatto da sfondo alla sua vita interiore e alla sua vena creativa. Un altro piccolo e scenografico lago prealpino, quello di Varese, nel quale si specchia in tutta la sua maestà il monte Rosa, e dei cui din- torni erano originari i suoi genitori ne avrebbe accompagnato l’ado- lescenza e la gioventù. Il padre, Giuseppe, nato a Caldana nel 1878, aveva lavorato a lungo come operaio-panettiere, prima a Intra sul Lago Maggiore, poi a Pie- dimulera, infine aveva aperto una panetteria nel centro storico di Omegna, in via Mazzini. Anche la madre, Maddalena Aricocchi, originaria di Gemonio, dov’era nata il 7 febbraio del 1882, non aveva avuto un’infanzia fa- cile. Una vita senza soste la sua. A sette anni era andata a lavorare in cartiera; a dieci era passata in filanda; a tredici anni aveva comin- ciato a servire in casa di signori, lavorando per più di vent’anni pres- so diverse famiglie, in Italia e in Francia. Poi all’età di 37 anni, il 24 aprile 1919 a Gemonio, nella suggestiva chiesa romanica di San Pie- tro, aveva sposato Giuseppe che nel frattempo, già padre di Mario, un ragazzo di 12 anni, era restato vedovo. 11 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 12 Quel matrimonio tra due persone non più giovanissime secondo i canoni del tempo, era stato fecondo di aspettative e aveva suscitato in entrambi l’aspirazione verso un definitivo cambio di vita. Scandito dalla nascita di due figli, Gianni e Cesare, quest’ultimo nato nel 1921, si era subito sviluppato in entrambi il coraggioso progetto di non lavorare più sotto padrone e di avviare un’attività autonoma. Grazie anche ai soldi portati in dote da Maddalena, la solida ed apprez- zata professionalità di Giuseppe avrebbe potuto trovare uno sbocco imprenditoriale più sicuro. Non si trattò di un impegno di poco conto poiché i due coniugi acquistarono un nuovo forno, al quale affiancaro- no un negozio ben fornito e misero a posto l’appartamento, nel quale sarebbero vissuti con Mario e i due figli nati dal loro matrimonio. I successivi anni, poco meno di dieci, diedero a Gianni alcune delle motivazioni più importanti della sua formazione umana e artistica. Giuseppe Rodari Grande fascino su di lui ebbero anzitutto il padre e la professione di panettiere: “Sono figlio d’un fornaio. Prestino e commestibili. La parola forno vuol dire, per me, uno stanzone ingombro di sac- chi, con un’impastatrice meccanica sulla sinistra, e di fronte le mat- tonelle bianche del forno, la sua bocca che si apre e chiude, mio padre che impasta, modella, inforna, sforna. Per me, per mio fra- tello, che ne eravamo ghiotti, egli curava ogni giorno in special modo una dozzina di panini di semola doppio zero, che dovevano essere molto abbrustoliti” 2. Nello stupore percettibile in questa breve descrizione, si può coglie- re la meraviglia che provava il giovanissimo Gianni, mentre osser- vava l’abilità manuale del padre e le materie prime trasformarsi in fragranti pani e profumati dolci, che colmavano l’insaziabile fame della fanciullezza. 12 Libro Rodari.qxd 09/05/2013 4.12 Pagina 13 Nelle stesse parole si può già scorgere lo stupore che lo scrittore susciterà nei suoi piccoli lettori descrivendo il magico potere di impastare, modellare, infornare, sfornare - alimenti come parole, oggetti come idee - dando nutrimento al corpo e alla mente. Per fare... ci vuole. È a partire dalla semplicità dei gesti e degli oggetti che comincia a manifestarsi quanto di straordinario c’è nella fanta- sia e nella vita. Quel forno, caldo e accogliente, era un luogo magico, ma il rap- porto di Gianni con il padre non poté svilupparsi pienamente, poiché nel 1929, nel pieno di un’età felice nella quale aveva anco- ra bisogno di protezione e affetto, suo padre morì a causa di una broncopolmonite. Fu il primo, terribile contatto con la morte, con l’inesorabilità delle tragedie della vita. Quel drammatico evento entrò come una bufera nella vita del fanciullo e scombinò tutte le sue certezze. L’amara ingiustizia di quella morte, inizio di lunghi anni difficili, avrebbe segnato l’anima di Gianni, novello Pascoli, e lo avrebbe messo precocemente al cospetto dei gesti e dei sacrifici con i quali gli uomini cercano di sconfiggere le sventure. Tuttavia, come si evince dallo stesso scritto, nella morte di suo padre c’era un che di sublime, qualcosa che ai suoi occhi lo ren- deva un autentico eroe: “L’ultima immagine che conservo di mio padre è quella di un uomo che tenta invano di scaldarsi la schie- na contro il suo forno. È fradicio e trema. È uscito sotto il tem- porale per aiutare un gattino rimasto isolato tra le pozzanghere. Morirà dopo sette giorni, di broncopolmonite. A quei tempi non c’era la penicillina. So di essere stato accompagnato a vederlo più tardi, morto, sul letto, con le mani in croce. Ricordo le mani ma non il volto. E an- che dell’uomo che si scalda contro le mattonelle tiepide non ricor- do il volto, ma le braccia: si abbruciacchiava i peli con un giornale acceso, perché non finissero nella pasta del pane.
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