Notizie Storiche Estratto Dalla Relazione Generale Del Prg – Architetto Giovanni Barsacchi

Notizie Storiche Estratto Dalla Relazione Generale Del Prg – Architetto Giovanni Barsacchi

COMUNE DI RAPOLANO TERME U. T. C. AREA URBANISTICA UFFICIO DEL PIANO STRUTTURALE PPIANO RREGOLATORE GGENERALE PP..SS.. (PRG - art. 24 LR n. /95) NOTIZIE STORICHE ESTRATTO DALLA RELAZIONE GENERALE DEL PRG – ARCHITETTO GIOVANNI BARSACCHI EEllaabb.. BB22..22..33 luglio 2003 GRUPPO DI LAVORO: DOTT. ARCH. MASSIMO VENTANI PROGETTISTA RESPONSABILE COORDINATORE GRUPPO DOTT. MICHELE BOCCI PROGETTO INFORMATICO E SISTEMI GEOGRAFICI GIS DOTT. ARCH. ANDREA ENSOLI COMPETENZA SISTEMI INSEDIATIVI DOTT. ARCH. RICCARDO STOLZUOLI COMPETENZA CENTRI STORICI DOTT.SSA MONICA COLETTA COMPETENZA AGRONOMO-FORESTALE DOTT. AVV. FERDINANDO BIONDI COMPETENZA GIURIDICA DOTT. ANTONIO MARIA BALDI COMPETENZA GEOLOGICA ED IDROGEOLOGICA DOTT. FRANCESCO VENTANI CONSULENZA GIS E CARTOGRAFA STORICA RAG. ANDREA MARCHINI RICERCA ED ELABORAZIONE DATI STATISTICI GEOM. MAURIZIO BROGI CONSULENTE UTC AREA EDILIZIA ASSETTO TERRITORIO GEOM. GRAZIANO PASQUI CONSULENTE UTC AREA LAVORI PUBBLICI (IMPIANTI TECNOLOGICI) P.S. B2.2.32 - Notizie Storiche Arch. Giovanni Barsacchi RAPOLANO – Campo Muri - Campagna di scavo 1987 La campagna scavi effettuatasi nel periodo Settembre-Ottobre 1987, in località Campo Muri, presso il Comune di Rapolano Terme, grazie all'interessamento dell'Amministrazione Comunale di Rapolano Terme e dell'Impresa di proprietà dell'Ing. Dei, ha permesso di accertare l'esistenza, su di un'area di circa 120O mq. di estensione, immediatamente a Nord del fronte della cava di travertino ivi presente, di un numero considerevole di strutture, a conferma dei ritrovamenti di superficie effettuati negli anni passati dal locale Gruppo Archeologico e delle indicazioni, seppure generiche, che ci provenivano dal toponimo. Dopo l'asportazione con mezzi meccanici, messi a disposizione dal Comune e dall'Impresa Dei, degli strati superficiali (terreno agricolo) e la divisione della zona in due saggi (saggio A ad Est, saggio B ad Ovest), è stata delimitata, nella zona Ovest del saggio B, un'area di circa 8O mq. dove si sono concentrati i lavori durante la campagna scavi di quest'anno. Nella restante parte del saggio B e nel saggio A si è proceduto, con la collaborazione degli operai forniti dal Comune e dall'Impresa Dei, alla semplice asportazione dello strato di terreno agricolo residuo onde poter avere una visione globale dell'estensione delle strutture esistenti. L'edificio che in antico sorgeva in località Campo Muri, di cui non stati ancora completamente individuati i muri perimetrali, sembra essere costituito da una serie di ambienti rettangolari, alcuni dei quali con pavimentazione in cocciopesto, che si aprono su un lungo corridoio orientato secondo l’asse Est-Ovest. Sono riconoscibili almeno tre fasi di vita testimoniate da importanti ristrutturazioni e riutilizzazioni, collocabili tra il III sec. A. C. ed il IV d. C. Non è possibile affermare con assoluta certezza la destinazione d’uso delle strutture finora venute in luce: tuttavia i dati ricavati dallo scavo assieme a quelli derivanti da un’analisi della situazione geomorfologica del territorio circostante e dai reperti fino ad ora recuperati, ci consentono di ipotizzare un primario impianto relativo ad un edificio pubblico, forse sorto in prossimità di un’area sacra legata all’abbondanza di acque termali presenti nella zona, successivamente trasformato, in epoca romana, in complesso termale pubblico o inserito in una villa di notevole importanza viste le dimensioni delle emergenze. L’ipotesi che vede la presenza di un’area sacra in epoca ellenistica scaturisce non solo dall’esistenza della vasche in cocciopesto riferibili alla fase più antica e collegabile all’utilizzazione delle acque termali, tutt’oggi sfruttate nel vicino complesso delle terme di San Giovanni, ma anche dalla presenza di una cavità nota come “buca delle fate”, posta a nord-ovest della cabina Enel, dalla quale, proverrebbero alcuni bronzetti (forse indicanti la presenza di una stipe votiva), oltre che dall’esistenza, nelle vicinanze, di una “mofeta” (serie di depressioni nel terreno ove si raccoglie anidride carbonica in forma gassosa) che già in antico doveva aver conferito alla zona un aspetto del tutto particolare. Le grosse ristrutturazioni individuate nella II fase di vita dell’edificio confermano l’ipotesi di una sua trasformazione; più difficile è ad oggi stabilire se la nuova struttura è interpretabile come un impianto termale pubblico oppure se ha luogo una trasformazione totale che porta alla fondazione di un grosso complesso privato con edifici termali annessi. Sembra però improbabile che su una struttura in qualche modo legata alla sacralità dell’area, si possa essere impiantato, con uno scarto cronologico relativamente breve, un edificio privato. Comune di Rapolano Terme P.S. Relazione generale del Piano Regolatore Generale . 1 Arch. Giovanni Barsacchi L'importanza e la monumentalità delle strutture sono indirettamente confermate anche dai loro lungo periodo d'uso testimoniato dalle numerose ristrutturazioni che proseguono fino al IV sec. d. C. In generale si può comunque affermare che l'area interessata dai resti archeologici è sicuramente molto più ampia di quella fino ad oggi indagata (area A a Nord del fronte della Cava, 1200 mq. ca.; area B, boschetto, 3600 mq. ca.; area C, ultimi sbancamenti, 600 mq. ca.). Lo testimoniano le strutture con intonaci dipinti già individuate dal Gruppo Archeologico nella zona del “boschetto" e le recenti emergenze, forse riferibili ad epoca ellenistica, venute alla luce nella zona Nord. Sarebbe pertanto necessario programmare un intervento su larga scala; che portasse a delimitare con maggiore precisione l'estensione dell’impianto, per poi ricostruire attraverso lo scavo l’evoluzione dell’insediamento. L'esigenza di un intervento con maggiore impiego di mezzi (meccanici e operai) scaturisce anche dalla necessità di restauro delle strutture che, attualmente ben conservate, richiedono però immediati interventi di consolidamento che potranno essere effettuati solo quando interi settori dell'impianto saranno completamente in luce. A scavo ultimato l’intero impianto, che tra l’altro come struttura termale documenta una continuità di utilizzazione delle risorse naturali della zona, potrebbe costituire, con opportuni interventi di supporto (recinzione, pannelli didattici esplicativi), un'area di interesse archeologico da rendere visitabile. NOTA I – CRISI DEL FEUDALISMO E NASCITA DEL COMUNE Comune di Rapolano Terme P.S. Relazione generale del Piano Regolatore Generale . 2 Arch. Giovanni Barsacchi Troviamo ricordato il Ns. Comune per la prima volta il 15 Aprile 1107 (E. Casanova – Cartulario della Berardenga – Siena 1927 – pag.38) dove si legge: “…che Albertino del Fu Ugo Longobardo col consenso di suo fratello Bonifazio, vende al Monastero di S. Salvatore a Fontebona (Badia Berardenga) pel prezzo di sodi dodici la metà di un pezzo di terra al Prato Tezzi, in Valle d’Ombrone… Actum Saene in Castello de Rapolano.” La successiva notizia è del 1 maggio 1123 (E. Casanova – op. cit. pag. 422) dove: “…Bertulotto e Capinsacco del Fu Azzo vendono per venti soldi a Guido Abbate di S. Salvatore (Monastero d’Ombrone)? Due pezzi di terra prope Reginam et prope Ombronem… Acta sunt hec in comitatu Senensi infra plebe Sancti Victoris scito (presso) Rapulano.” La terza del 27 Ottobre 1154 (E. Casanova – op. cit. pag. 429 - 430) dove: “Paganello del Fu Bernardo suo nipote Ranuccio vendono per tre lire di buoni denari all’Abbate Niccolò di S. Salvatore a Monistero (Monastero d’Ombrone) i lori beni in plano de Ombrone… Acta sunt hec in castello de Rapolano.” Importantissima del 1175 (Cecchini – Caleffo Vecchio – Vol I, pag. 45 – Lazzeri – Siena 1921) a proposito della sottomissione dei Cacciaconti, Feudatari della Zona, alla Repubblica di Siena, definitivamente poi avvenuta nel 1198 allorchè il Comune Senese aveva ottenuto il riconoscimento legale dall’Impero, con solenne diploma a “bolla d’oro” dato in Cesena il 26 Novembre 1186 dal re dei Romani e poi l’Imperatore Arrigo VI. Interessante e curiosa la notizia dell’Aprile 1189 che riportiamo integralmente (E. Casanova – op. cit. pag. 636): “Gli arbitri nominati dal vescovo di Arezzo a definire la controversia insorta fra il monastero Berardingo e il Pievano di Rapolano per la sepoltura, avvenuta in quella Pieve del cadaveredel Sacerdote Pietro da Santa Lucia che aveva scelto il Monastero per luogo della propria sepoltura Troviamo ricordato il Ns. Comune per la prima volta il 15 Aprile 1107 (E. Casanova - Cartulario della Berardenga - Siena 1927 – pag. 38) dove si legge: “…Che Albertino del Fu Ugo Longobardo col consenso di suo fratello Bonifazio, vende al Monastero di S. Salvatore a Fonte Bona un pezzo di terra al Prato Tezzi, in valle D'Ombrone .... Actum Saene in Castello de Rapulano." La successiva notizia è del 1 Maggio 1123 (E. Casanova – op. cit. pag. 422) dove: "... Bertulotto e Capinsacco del Fu Azzo vendono per venti soldi a Guido Abbate di San Salvatore (Monastero d'Ombrone) ? due pezzi di terra prope Reginam et prope Ombronem… Acta sunt hec in comitatu Senensi infra plebe Sancti Victoris scito (presso) Rapulano." La terza del 27 ottobre 1154 (E. Casanova – op. cit. pag. 429-430) dove: “Paganello del Fu Bernardo suo nipote Ranuccio vendono per tre lire di buoni denari all’Abbate Niccolò di San Salvatore a Monistero (Monastero d’Ombrone) i loro beni in plano de Ombrone… Acta sunt hec in castello de Rapulano.” Importantissima del 1175 (Cecchini – Caleffo Vecchio – vol I, pag. 45 – Lazzeri Siena 1921) a proposito della sottomissione dei Cacciaconti, Feudatari

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