Comune di Montelupo Albese Provincia di Cuneo Archivio storico Inventario (1625-1960) Riordinamento e inventariazione a cura dell’archivista Roberta Audenino (2002) Integrazione e informatizzazione con l’uso dell’applicativo Guarini Archivi a cura delle archiviste Roberta Audenino e Wanda Gallo (2011) Alba, 30 ottobre 2011 Intervento eseguito con il contributo della Regione Piemonte - Settore Biblioteche, Archivi e Istituti Culturali nell’ambito del Progetto Sistema Bibliotecario e Archivistico delle Langhe coordinato dal Comune di Alba Indice generale pp. Premessa 4 Introduzione Introduzione di Roberta Audenino (ottobre 2002) 6-10 Appendice 1 Materiale in cattivo stato di conservazione per cui si consiglia il 11 restauro Descrizione dell’archivio 12 Descrizione dell’intervento del 2011 12-14 Inventario Nota alla lettura 16 Fondo Comune di Montelupo Albese (1625-1960) Indice delle categorie e classi 18-20 Inventario 21-104 Archivi aggregati Indice dei fondi e delle serie 106 Congregazione di Carità (1841-1937) Inventario 107-108 Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.) (1933-1980) Inventario 108-110 Patronato scolastico (1913-1980) Inventario 110-111 Comando Gioventù Italiana (1938-1943) Inventario 111-112 Fascio di Combattimento (1926-1943) Inventario 112 2 Consorzio Antigrandine (1951-1958) Inventario 113 Ufficio di Conciliazione (1868-1997) Inventario 113-115 3 Premessa Il presente lavoro si inserisce nell’ambito del progetto di Censimento degli archivi storici dei comuni che la Regione Piemonte e il Ministero per i beni e le attività culturali - Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta hanno avviato con l'obiettivo di promuovere la conoscenza della storia e della cultura del territorio tramite la messa in rete degli inventari degli archivi storici comunali o almeno delle informazioni minime relative ai fondi documentari più antichi sul portale “Guarini archivi web”. Il progetto è coordinato e sostenuto dalla Regione Piemonte, si avvale della partecipazione scientifica e organizzativa della Soprintendenza archivistica ed è attribuito ai Sistemi bibliotecari e archivistici del Piemonte per il territorio di rispettiva competenza. Il Comune di Alba, capofila del Sistema bibliotecario e archivistico delle Langhe, è impegnato a realizzare l’informatizzazione ex novo di inventari presenti in formato esclusivamente cartaceo e il riversamento dei dati di inventari informatizzati sul software Guarini Archivi. 4 Introduzione 5 Introduzione di Roberta Audenino (ottobre 2002) L’archivio L'archivio storico del Comune di Montelupo Albese è costituito da 273 unità archivistiche 1 che comprendono documenti dal 1625 al 1960. Quando ho iniziato il mio lavoro, ho dovuto innanzitutto reperire il materiale facente parte dell’archivio storico, che si trovava in diversi locali al primo piano della sede comunale. Era infatti in parte nella prima stanza a destra in cima alla scala, in parte nella stanza a sinistra, in parte nella stanza adiacente ai servizi. Non vi era una suddivisione fra archivio storico e di deposito. Tutti e tre i locali comprendevano documenti antichi, documenti più recenti, Gazzette Ufficiali, Bollettini della Prefettura e pubblicazioni varie. Al termine del lavoro i faldoni sono stati sistemati su scaffalatura metallica nella stanza in fondo al corridoio del primo piano dell’edificio comunale, dopo lavori di manutenzione. All’inizio non si sapeva dell’esistenza di inventari, né l’esame della documentazione dava l’idea di riordini precedenti. Durante la schedatura ho poi reperito un “Inventario generale degli Atti, Titoli e Carte depositate negli Archivi della Comune di Montelupo” datato 2 luglio 1841, suddiviso nelle tre serie classiche, e un “Supplemento d’Inventario” per gli anni 1843-1844. In una lettera alla Croce Rossa datata 22 dicembre 1932 si legge che essendo l’archivio di deposito in via di riordinamento, si richiede di far trasmettere quattro sacchi per la raccolta degli scarti, compresi i rifiuti del cestino. Nella deliberazione consigliare n. 35 del 18 agosto 1948 si dice che visto il verbale del vice prefetto ispettore in data 4 agosto 1948 con cui faceva presente che l’archivio di deposito si trovava in stato di grave abbandono e che nell’archivio corrente non era stato effettuato lo scarto delle annate scadute, constatato che il compito sarebbe spettato al segretario comunale, che però era troppo gravato dal lavoro essendo il servizio di segreteria consorziato con Rodello, e che pertanto il segretario avrebbe potuto dedicarsi a tale lavoro fuori dal normale orario d’ufficio, con lavoro straordinario retribuito, si deliberava “di non disporre sul momento l’organizzazione dell’archivio di deposito e di quello corrente, cercando di provvederci nella prima riunione totale del Consiglio Comunale, e di togliere ogni responsabilità al segretario Nicola Carmelo”. Queste le scarne notizie relative all’archivio che ho reperito durante il lavoro. 1 Per unità archivistica si intende qui il faldone 6 I faldoni avevano sul dorso un’etichetta che riportava la categoria, l’oggetto e gli estremi cronologici. Non sempre però il contenuto dei faldoni corrispondeva a quello che era segnato sul dorso. Il materiale era tutto classificato in categorie, secondo l’Astengo, senza cesure fra il materiale pre e post 1897. Anche le serie tipologiche (ad esempio quelle amministrative – deliberazioni - e contabili - conti e bilanci -), erano inserite nelle categorie. Pochi erano i fascicoli contenenti vere e proprie pratiche. Per la maggior parte i documenti erano inseriti nella corrispondenza. Questo è d’altronde il metodo tuttora usato nella classificazione degli atti. Si possono distinguere diversi periodi all’interno della documentazione. Il materiale più vecchio fino al 1925 era inserito nel primo faldone di ciascuna categoria senza suddivisioni in classi, né in ordine cronologico. Dal 1925 al 1931 la corrispondenza di ciascuna categoria era divisa in classi e compresa in un fascicolo per ciascun anno. Dal 1932 al 1948-1950 gli atti erano classificati con uno schema che è conservato nel fascicolo archivio (categoria I /classe 2) del 1942. Dal 1951 al 1960 la corrispondenza era nuovamente divisa in classi e compresa in un fascicolo per ciascun anno. Siccome il Titolario degli anni Cinquanta è identico a quello tuttora usato 2, ho uniformato la classificazione, anche perché comunque per il periodo precedente non era ben rispettata e c’erano spessissimo errori di classificazione o di collocazione dei documenti all’interno delle classi. Ad esempio siccome i permessi di costruzione di case e altro materiale dell’edilizia degli anni Trenta erano inseriti nella categoria III, li ho spostati nella Categoria X – Classe 10. Ho poi ricostruito i fascicoli della corrispondenza per ciascun anno ogni qual volta non esistevano. Ricapitolando, il mio inventario rispetta la situazione preesistente e consta di un’unica sezione. La mia descrizione inventariale risulta così compilata: il primo numero a sinistra corrisponde al numero del faldone, il secondo al numero del fascicolo, nella colonna centrale si trova la descrizione del fascicolo e infine nella colonna di destra gli estremi cronologici della documentazione. Al di sotto della descrizione del fascicolo si trovano le eventuali note e al di sotto degli estremi cronologici le eventuali note cronologiche. I titoli dei fascicoli sono fra virgolette se titoli originali del documento e senza virgolette se il titolo è stato attribuito da me. 2 “Prontuario per la classificazione e la fascicolazione dell’archivio comunale (per categorie e alfabetico)”, undicesima edizione 1995, riveduta dal rag. O. Scardellato Segretario Comunale. 7 In Appendice 1 vengono segnalati i documenti o volumi in cattivo stato di conservazione. Si consiglia il restauro dei volumi e dei documenti più antichi. Il mio inventario e il Prontuario di classificazione sono stati inseriti nella categoria I, classe 2, faldone 3, fascicoli 2 e 3. I documenti sono stati inseriti in cartelline di cartoncino, all’interno dei faldoni. Ad ogni faldone è stato assegnato un numero di corda progressivo e ciascun archivio aggregato ha una numerazione propria. Su ciascuna cartellina in alto a sinistra si trova il numero di faldone / numero di fascicolo, il che facilita il reperimento delle pratiche. Tutti i dati relativi ai fascicoli sono stati inseriti in un semplice database (formato Access) che faciliterà le ricerche mediante l’uso di stringhe di testo. La maschera del database contiene i seguenti campi: un numero identificativo della scheda (id), il numero di faldone, il numero di fascicolo, l’archivio di appartenenza di ciascun fascicolo, il vecchio numero di faldone, il vecchio numero di fascicolo, la serie, la serie di secondo livello (per i casi in cui si debba mantenere memoria di più classificazioni precedenti), la categoria, la classe, la segnatura presente sul faldone originale, la segnatura di secondo livello (per i casi in cui vi siano più segnature), l’oggetto del fascicolo, l’ordine dell’oggetto (un numero utile all’ordinamento), le note, anni da e anni a (gli estremi cronologici), le note cronologiche, la collocazione (per il materiale conservato fuori dall’archivio), la data di compilazione, il compilatore della scheda. Per la redazione dell’inventario ho, invece, utilizzato il formato Word. Sfogliando l’inventario balzano immediatamente agli occhi le lacune esistenti nella documentazione. Una parte delle perdite si può ricondurre all’incendio delle carte d’archivio provocato dai Repubblichini durante la
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