Gestalt Mental Training Nel Tiro a Volo

Gestalt Mental Training Nel Tiro a Volo

Gestalt Mental Training nel Tiro a Volo L’ applicazione dei principi della Psicoterapia Gestalt nell’allenamento mentale con un atleta del tiro a volo A cura di Emiliano Bernardi Istituto Gestalt Firenze sede di Roma Anni Accademici 2009 – 2012 Capitolo 1 Storia e discipline del tiro a volo Le origini Nella seconda metà dell’ottocento, gli statunitensi attribuirono un impiego diverso alle palle di vetro ornamento degli abeti natalizi ideando un gioco di abilità che consisteva nel colpire queste palle che venivano lanciate in aria da apposite macchine chiamate balltraps. Questo "passatempo" divenne in breve un esercizio popolarissimo in America, mentre in Europa non trovò molto entusiasmo in quanto considerato divertente, ma poco impegnativo. Diversamente fu accolta nel 1880 la proposta, sempre di marca statunitense, di un bersaglio mobile in argilla a forma di disco. Il bersaglio si diffuse molto nei paesi anglosassoni con il nome di clay-bird (uccello d'argilla), quindi come pigeon d'argile (piccione d'argilla) in Francia ed infine in Italia e Spagna dove il dischetto fu ribattezzato piattello. L'effetto Olimpiadi (il tiro a piattello specialità Trap o Fossa Universale fu ammesso come sport facoltativo ai Giochi di Parigi del 1900) giovò senz'altro alla promozione internazionale della disciplina. Nel 1926 un appassionato industriale del settore, Ettore Stacchini, fondò la Federazione Italiana Tiro al Piccione d'Argilla (FITPA) che riuscì a riunire 30 società di tutte le regioni italiane. L'anno successivo la FITPA si trasformò in FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo) ed entrò a far parte del CONI con 151 società e 916 tiratori, sotto la guida del suo fondatore che ne divenne il primo Presidente. La diffusione non fu immediata, ed il problema dell'impiantistica rallentò l'espandersi della disciplina fino agli anni '30 quando Stacchini decise di far organizzare a Roma sia i Campionati Mondiali che gli Europei dell'unica specialità di tiro al piattello conosciuta, la Fossa Olimpica. Nella successiva edizione italiana degli Europei, nel 1940 sempre a Roma, l'Italia ottenne la prima affermazione internazionale con Giuseppe Melini, ma si dovettero attendere altri 10 anni per il primo titolo mondiale, la vittoria di Carlo Sala a Madrid nel 1950 con il punteggio record di 296/300. La prima spedizione 2 italiana alle Olimpiadi, nel 1952, ad Helsinki, non fu molto fortunata, infatti, Galliano Rossini giunse settimo e Italo Bellini finì ottavo. Ma l'appuntamento con la vittoria Olimpica fu solo rimandato; nel 1956 a Melbourne, ancora Rossini centrò l'oro Olimpico, mentre Sandro Ciceri si aggiudicò il bronzo e quattro anni più tardi, a Roma, sempre Rossini sfiorò un clamoroso bis ottenendo l'argento e nel 1964, alle Olimpiadi di Tokio Ennio Mattarelli vinse l'oro. L'altra specialità, lo skeet, fece il suo esordio alle Olimpiadi nel 1968, e l'argento di Romano Garagnani lasciò ben sperare per il futuro, ma l'esplosione in campo internazionale avvenne nel 1978 con il titolo mondiale di Luciano Brunetti e di Bianca Rose Hansberg, ed il titolo europeo nuovamente di Romano Garagnani. Nel 1972, alle Olimpiadi di Monaco di Baviera fu ancora protagonista la Fossa Olimpica con un altra medaglia d'oro che conquistò Angelo Scalzone, seguito al terzo posto da Silvano Basagni e nel 1976 a Montreal Ubaldesco Baldi portò a casa una medaglia di bronzo. Il 1980, alle Olimpiadi di Mosca, fu l'anno che incoronò per la prima volta campione olimpico, sempre nella Fossa Olimpica, Luciano Giovannetti che si riconfermò nel 1984 a Los Angeles e fu il primo a vincere due Olimpiadi consecutive. Sempre a Los Angeles Luca Scribani Rossi si aggiudicò il bronzo nello Skeet. Nel 1989 fece la sua prima comparsa in ambito internazionale l'attuale terza disciplina Olimpica, il Double Trap. Al termine dei Campionati Mondiali di Fossa Olimpica e Skeet di Montecatini Terme, la FITAV decise di organizzare, con il benestare dell'Unione Internazionale di Tiro, una competizione open di Double Trap. Alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 l'Italia del Trio a Volo vinse due medaglie di bronzo, una nella Fossa Olimpica con Marco Venturini ed una nello Skeet con Bruno Rossetti. Grazie all’ufficializzazione Olimpica della nuova specialità (dicembre 1991), ai giochi di Atlanta 1996 le gare di Tiro a Volo passarono da due a quattro (Trap e Skeet maschile, Double Trap maschile e femminile). E l’edizione del Centenario rilevò, peraltro, in assoluto l’Olimpiade più trionfale per il tiravolismo italiano: gli azzurri incamerarono infatti tre medaglie. Ennio Falco vinse l’oro nello Skeet e sul podio con il capuano salì anche Andrea Benelli, terzo classificato. Il quarantaseienne Albano Pera catturò invece la medaglia d’argento proprio nel Double Trap. 3 Nell' Olimpiade di Sydney 2000 Deborah Gelisio ha vinto l'argento nel Double Trap e Giovanni Pellielo il bronzo nella Fossa Olimpica. La storia del tiro a volo è quindi ricca di successi: in dodici edizioni dei giochi Olimpici il Tiro a Volo Italiano ha conquistato 6 medaglie d'oro, quattro d'argento e otto di bronzo, e numerosissimi tra Campionati del Mondo, Coppe del Mondo e Campionati Europei. L'ultima grande affermazione è avvenuta nel 2003 con la vittoria della Coppa del Mondo da Parte di Giovanni Pellielo nella Fossa Olimpica e di Ennio Falco nello Skeet. Nella stessa competizione Massimiliano Mola si è piazzato al terzo posto nella Fossa Olimpica. Nel 2004 ad Atene gli azzurri bissarono il successo del 2000 conquistando altre due medaglie. Il vercellese Giovanni Pellielo migliorò il risultato di Sydney conquistando un argento nella Fossa Olimpica ed il fiorentino Andrea Benelli arrivò all'oro e al titolo di Campione Olimpico nello Skeet Maschile. A Pechino 2008, hanno segnato un nuovo record per il Tiro a Volo azzurro. Il risultato quantitativo ha eguagliato quello dell''edizione del 1996 ma lo ha migliorato qualitativamente. L'oro della friulana Chiara Cainero nello Skeet Femminile, prima italiana a conquistare il titolo olimpico, e gli argenti conquistati da Giovanni Pellielo nella Fossa Olimpica Maschile e dal nettunense Francesco D'Aniello nel Double Trap hanno pareggiato il conto aperto con l'oriente nei Giochi di Seul 1988, unica edizione in cui gli azzurri tornarono senza medaglie. La storia del tiro a volo è quindi ricca di successi, in quattordici edizioni dei giochi Olimpici il Tiro a Volo Italiano ha conquistato 8 medaglie d'oro, sette d'argento e otto di bronzo, e numerosissimi tra Campionati del Mondo, Coppe del Mondo e Campionati Europei. A Londra 2012 abbiamo assistito al trionfo di Jessica Rossi (20 anni) e l’argento di Fabbrizi che tengono alto l’onore di questo sport, che si conferma tra i più vincenti del mondo. Intervista a J. Rossi (fonte: gazzetta.it) "Avevo preparato questa gara nei minimi particolari, sia dal punto di vista tecnico che psicologico, non ho lasciato nulla al caso - è stato il commento di Jessica subito dopo la gara - Non ho avuto emozioni, questo giorno lo avevo già vissuto tante volte 4 proprio così, dopo l'unico errore mi è venuto da sorridere. Dedico la vittoria a tutti i terremotati dell'Emilia". Specializzazioni del tiro a volo Fossa olimpica Nella specialità della "Fossa Olimpica", i tiratori sparano su una linea di tiro rettilinea posta parallelamente a quindici metri dietro la fossa in cui si trovano le macchine lanciapiattelli, alternandosi su cinque pedane diverse. Il piattello viene lanciato automaticamente appena arriva l'ordine del tiratore, che attende con il fucile imbracciato e caricato con due colpi. Ad ognuna delle cinque pedane corrispondono tre macchine lancia-piattelli (per un totale di quindici) ed una roulette automatica stabilisce la successione dei lanci. Questo elemento rappresenta la difficoltà per il tiratore che, pur conoscendo il tempo di uscita del piattello, deve intercettarne la direzione che può variare, sul piano orizzontale, di 90° e la sua altezza, a dieci metri di distanza dalla fossa, da un metro e mezzo fino ai tre metri e mezzo. Skeet Questa specialità, la più recente fra quelle olimpiche, ha origine da quella chiamata "Around the clock", di provenienza americana, in cui il tiratore sparava al bersaglio dalle dodici posizioni corrispondenti alle ore sul quadrante di un orologio. Oggi il percorso si è modificato; si spara, infatti, da otto pedane, situate lungo un semicerchio dal raggio di 19,20 metri, alle cui estremità sono collocate, in due cabine, le macchine lanciapiattelli, una situatata a sinistra, detta pull, ed una in basso a destra, detta mark. Il tiratore aspetta l'uscita del piattello con l'arma non ancora imbracciata, in posizione di attesa, ed ha a disposizione un solo colpo per ogni piattello (due in totale). In questo caso il tiratore conosce altezza e direzione dei piattelli, che vengono lanciati dalle macchine sempre nello stesso modo; l'elemento di difficoltà è rappresentato dalla 5 diversa posizione del tiratore rispetto alle macchine lanciapiattelli e dal tempo del lancio, che può variare da zero a tre secondi dalla chiamata del tiratore. Double Trap Ultima nata nella famiglia del piattello, questa specialità prevede che i tiratori, alternandosi su cinque pedane, intercettino due piattelli lanciati simultaneamente con traiettoria fissa. Il tiratore attende in posizione non predeterminata con due colpi in canna che devono essere usati per colpire i due piattelli. Anche in questo tipo di specialità il piattello si allontana dal tiratore che conosce, per ogni pedana di tiro, quale sarà la coppia di piattelli e la loro traiettoria. Le macchine lanciapiattelli sono tre per ogni campo, ed i loro abbinamenti di lancio sono predeterminati (1-2 oppure 1-3 oppure 2-3) a seconda del programma scelto. I lanci vengono prestabiliti in un raggio di trenta gradi sul piano orizzontale e la loro altezza varia, ad una distanza di dieci metri dalla fossa, da tre metri a tre metri e mezzo.

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