MAFIE IN LAZIO Criminalità organizzata sul litorale romano M. Sestini/G.Neri Dividi e comanda L’esecuzione di Emidio Salomone, boss di Ostia, erede della banda della Ma- gliana, è il segno che gli equilibri nel litorale laziale si stanno ridefinendo. Mentre la maggioranza delle forze po- litiche e mediatiche continua a negare la presenza mafiosa nella Regione, i clan si impongono incontrastati sul territorio. Casalesi in testa Ostia, veduta aerea litorale di Stefania Bizzarri boss erede della banda della Maglia- di Maurizio Abbatino (“Freddo”, di- na. Uno degli ultimi ancora libero di venuto poi uno dei più importanti midio!». Qualcuno lo stava comandare e organizzare traffici il- collaboratori di giustizia). Entrambi «Echiamando. Si girò, pochi leciti sul litorale romano: usura, giustiziati a colpi sparati in volto. A istanti dopo era agonizzante a terra estorsioni, stupefacenti, racket dei Frau toccò il 18 ottobre del 2002 ad in una pozza di sangue. Sicari, due, videopoker. Sopravvissuto a un at- Ostia, dove viveva e “gestiva” il par- in moto; gli hanno sparato in faccia tentato nel cheggio di con una calibro 9, davanti alla sala ‘91, eclissato- una multisa- giochi, nel “suo” territorio: Acilia, si per anni e Salomone e soci avevano ridotto la. L’ennesi- alle porte di Roma. riapparso so- Ostia ad un inferno. Sparatorie, mo omicidio lo dopo un attentati, intimidazioni ad oggi inso- Un erede della Magliana. Emidio intervento di luto. Una fai- Salomone è morto in un’afosa serata chirurgia pla- da interna? lo scorso 4 giugno, in mezzo ai pas- stica, era stato “fratello di sangue” All’inizio si indagò in questo senso: santi terrorizzati. Un agguato che di Paolo Frau, ex luogotenente di fu Salomone a prenderne il testimo- nel codice mafioso ha un solo signi- “Renatino” De Pedis e “mente” della ne. Ma a volerlo morto erano in tanti ficato: «hai parlato, ora devi tacere». banda della Magliana. Entrambi era- e non solo tra la mala locale, era Un’esecuzione capitale contro un no stati membri del gruppo di fuoco detestato soprattutto dai clan cam- Giugno 2009 4 Tutte le strade portano all’Urbe Nel Lazio le mafie sono “impresa”, investono capitali provenienti da grandi traffici illeciti, si infiltrano nella realizzazione nelle grandi strutture commer- ciali o delle grandi opere finanziate da capitali pubblici e privati. Varcando facilmente i confini quando è il caso. Lo ha dimostrato la vicenda relativa al tentativo di alcuni faccendieri internazionali di infiltrarsi per conto delle più potenti cosche mafiose d’oltreoceano nel mega-appalto per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. «Gli investigatori italiani e canadesi riten- gono che i Cuntrera-Caruana e il ramo canadese della famiglia mafiosa dei Bonanno di New York, guidato da Nick e Vito Rizzuto, avessero progettato e attivato una serie di operazioni necessarie per far passare da Roma fiumi di soldi sporchi» (Direzione nazionale antimafia). Il 12 febbraio del 2005 emer- ge la notizia che 5 provvedimenti di custodia cautelare per associazione per delinquere di stampo mafioso sono notificati a Vito Rizzuto, a Giuseppe Zappia (un ingegnere ottantenne residente in Canada, domiciliato e arrestato a Roma), al broker Filippo Ranieri (originario di Lanciano in Abruzzo), all’im- prenditore cingalese Savilingam Sivabavanandan e all’algerino Hakim Ham- moudi. Come spiega l’avvocato Edoardo Levantini, componente dell’Osser- vatorio Sicurezza della Regione Lazio, l’inchiesta, ribattezzata “Brooklin”, coordinata dal capo della Dda di Roma Italo Ormanni e dal pm Adriano Iasillo, verteva su un’operazione concepita da Cosa nostra per riciclare 5 miliardi di euro provenienti dal traffico di droga nella realizzazione del Pon- te. Stando alle accuse dei magistrati romani, Vito Rizzuto si sarebbe avvalso di Zappia, come capo di una cordata che doveva partecipare alla gara preli- minare per il general contractor, avviata dalla Società Stretto di Messina il 14 aprile 2004. Sei mesi più tardi, tuttavia, la “cordata Zappia” e un non preci- sato raggruppamento di aziende meridionali venivano escluse nella fase di pre-qualifica, perché non in possesso dei requisiti richiesti. Zappia ha sem- pre negato i contatti con la criminalità italo-canadese. La vicenda è emble- matica e dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’establishment crimi- nale aveva colto la potenzialità dell’affare Ponte: finanziarne la costruzione significava ottenere legittimazione istituzionale e sociale. “Quando farò il ponte – dirà in una telefonata l’imprenditore Zappia – con il potere politico che avrò io in mano, l’amico (il boss Rizzuto ndr) lo faccio ritornare…”. Dal 19 marzo 2006 è in corso presso il Tribunale di Roma il processo contro i protagonisti dell’operazione Brooklin. Inspiegabilimente però la Società Stretto di Messina ha scelto di non costituirsi parte civile. pani, perché era considerato un gar- gire al blitz scattato con l’operazio- gliana, alleati in un consorzio cri- garozzone, che in gergo romanesco ne Anco Marzio, condotta dalla minale con il clan campano dei Se- significa ingordo. squadra mobile di Roma e coordi- nese e la cosca dei fratelli Vito e nata dal pm Adriano Iasillo. Inchie- Vincenzo Triassi. Mentre scattava- Un latitante “eccellente”. Salo- sta scaturita proprio a seguito no gli arresti (18, tra cui Pergola e mone ufficialmente (al contrario dell’omicidio di Frau e tesa a sgo- Crialesi), Salomone iniziava la sua di Frau) non ha mai goduto di una minare un latitanza. Fu grande reputazione: la vulgata lo triumvirato catturato pochi passa come un criminale di “mezzo composto da I referenti della mafia locale mesi dopo dalla livello”; recentemente come un de- Roberto Pergo- sarebbero entrati in rotta di Squadra mobile linquente in disarmo, un eroinoma- la, Luciano Cria- collisione con quelli della in Danimarca, ne. Un profilo sfocato. È definito lesi e Salomone, Camorra: casalesi in testa ma il giorno se- (forse) distrattamente, certo erro- in veste di capo guente l’estra- neamente, come l’ultimo boss del- fra i capi. dizione il Tribu- la Magliana (ci si dimentica di En- nale del Riesa- rico Nicolletti). Troppi chiaroscuri, Le mani su Ostia. L’operazione me di Roma revocò l’ordinanza di che non convincono tutti. Unica Anco Marzio riuscì a decapitare i custodia cautelare. Insufficienza di certezza: nel 2004 fu l’unico a sfug- “nuovi eredi” della banda della Ma- prove. Inefficaci le polemiche se- 5 Giugno 2009 guite. In quegli anni la banda aveva «Il loro ruolo conta molto, sia per la risce: «Il denaro è qui, a Roma, nel ridotto Ostia e i comuni del litorale continuità geografica, sia perché Lazio. Qui le mafie lo estorcono e un inferno. L’accusa parlerà di “so- considerano il Lazio “loro” dominio qui lo reinvestono, infiltrandosi dalizio di stampo mafioso” attuato per espandersi – chiarisce Enzo Ci- nell’economia legale. Lo dimostra- attraverso sparatorie, intimidazioni conte, uno dei massimi esperti di no i casi che abbiamo seguito come a funzionari comunali, attentati. dinamiche delle associazioni mafio- Sos impresa e i processi su Roma. se. – Si stanno riposizionando nel Nel Lazio più che ad un’estorsione Qualcosa è cambiato. Tornato nel Lazio, a Roma con un patto con la vera e propria (il classico “pizzo”) proprio feudo, Salomone aveva ri- ’ndrangheta: casalesi in periferia, che non rientra nella cultura del preso l’attività. Ma le cose stavano ’ndrangheta nel centro». luogo, assistiamo ad un fenomeno cambiando. sempre più preoccupante La leadership Triassi era in discus- Segnali di guerra. Se- di usura a scopo estorsi- sione. Nel maggio del 2006, neppu- condo alcuni osservatori, vo. Fenomeno che dai re gli stretti legami (anche di natura Salomone aveva pestato i centri noti, come le agen- parentale) che vedrebbero i due piedi a personaggi più in zie ippiche, i centri di fratelli siciliani legati ai Cuntrera- alto di lui; puntava a in- scommessa e il gioco Caruana, gli imperatori del narco- grandire il giro delle so- d’azzardo, si sta amplian- traffico su scala mondiale, impedi- stanze senza l’avvallo dei do alle piccole e medie scono una “lezione” costata la gam- soci, o meglio dei nuovi imprese e ai nuclei fami- bizzazione di Vito. Il controllo del padroni. «Certo i segnali gliari, favorito dalla crisi narcotraffico sul litorale non è più fanno pensare alla fine economica e dalla man- solo cosa loro. della pax mafiosa sul lito- Emidio Salomone canza di denaro liquido». E anche l’egemonia dei Senese vie- rale, così come si verificò Per lavorare bene, però, ne ridimensionata. Il “signore della dopo l’omicidio di Paolo Frau», bisogna accordarsi e trovare gli cocaina”, Michele Senese, è arre- spiega Antonio Turri, profondo co- equilibri giusti per spartirsi con or- stato lo scorso 21 gennaio dal co- noscitore del territorio laziale e dine geometrico la gestione del ter- mando del Ros durante l’operazio- referente di Libera Lazio, sostenito- ritorio e degli affari. Se l’accordo ne Orchidea. Catturato Senese, si re da tempo che nella sua regione non si trova? «Quando si decide un viene a create un vuoto importante sia «nato qualche cosa di diverso: omicidio è per ristabilire gli equili- da colmare. L’enfant prodige una quinta mafia, un mix di allean- bri», ricorda La Rocca. dell’omicidio ze tra differen- (il primo ti consorterie L’espansione al Centro nord. «Il all’età di 16 L’espansione delle mafie verso mafiose, mas- riflesso dell’attività investigativa di anni), è origi- il Centro nord è una realtà, an- soneria devia- questi ultimi anni nel Sud, caratte- nario di Afra- ta e politici rizzata da importati successi per gola (Na), ma che se spesso mistificata corrotti che va cui sono stati decapitati i vertici di dagli anni 80 oltre il radica- cosche e clan, ha indotto le mafie a si impone come referente del clan mento e l’infiltrazione».
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