Tesi Di Michele Coin Integrale

Tesi Di Michele Coin Integrale

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE GEOGRAFICHE E DELL’ANTICHITA’ DiSSGeA Corso di Laurea Magistrale in SCIENZE STORICHE LA DISGREGAZIONE DELL’OPPOSIZIONE AL FASCISMO VIOLENZE FASCISTE A PADOVA E NELLA SUA PROVINCIA DAL 1920 AL 1926 Relatrice : Ch.ma Prof.ssa GIULIA ALBANESE Laureando Michele Coin Matricola n. 1084400 A.A. 2015 - 2016 Capitolo introduttivo. Introduzione. La violenza fascista mirata alla disintegrazione dell’espressione dell’antifascismo nella provincia di Padova (e nel resto d’Italia) pagina 5 Capitolo 1. Le violenze e le intimidazioni fasciste nella provincia di Padova Paragrafo 1. Una sorpresa elettorale: la vittoria del Blocco popolare a Padova nel gennaio 1900 pagina 18 Paragrafo 2. Analisi dei movimenti politici padovani all’inizio del 1900 pagina 19 Paragrafo 2.1. Il partito radicale: la città laica e democratica di Giulio Alessio pagina 19 Paragrafo 2.2. Il partito cattolico senza autonomia pagina 21 Paragrafo 2.3. I socialisti e il Blocco popolare pagina 23 Paragrafo 2.4. La guerra di Libia e la riscossa clerico-moderata pagina 25 Paragrafo 2.5. Il nazionalismo di Rocco e l’interventismo democratico pagina 27 Paragrafo 3. La prima guerra mondiale e il dopoguerra in Italia pagina 30 Paragrafo 3.1. La prima guerra mondiale. Lo scoppio pagina 30 Paragrafo 3.2. La prima guerra mondiale e l’impatto su Padova pagina 31 Paragrafo 3.3. La conclusione della prima guerra mondiale a livello internazionale. La firma dei Trattati di pace pagina 33 Paragrafo 3.4. Il dopoguerra in Italia. Tensioni ed elezioni politiche pagina 35 Paragrafo 4. La crescita del movimento fascista a livello nazionale e a livello provinciale pagina 36 Paragrafo 4.1. La nascita dei “Fasci di combattimento” a Milano pagina 36 Paragrafo 4.2. Fascismo urbano, fascismo agrario. Il dualismo a livello nazionale delle due anime del movimento fascista pagina 40 Paragrafo 4.3. La diffusione del fascismo nella provincia di Padova pagina 42 Paragrafo 4.4. Le lotte sociali, i “Fasci agrari” e l’inizio delle violenze fasciste nella provincia di Padova pagina 45 Paragrafo 5. Le intimidazioni dell’Associazione agraria contro i sindacati di sinistra e contro quelli popolari tra il 1920 e il 1922 pagina 48 Paragrafo 6. La trasformazione del movimento dei Fasci in partito politico pagina 56 Paragrafo 6.1. L’importanza del combattentismo per lo sviluppo del fascismo a livello nazionale pagina 56 Paragrafo 6.2. La nascita del Pnf nazionale pagina 59 Capitolo 2. Violenze fasciste nella provincia di Padova dal 1921 al 1923 Paragrafo 1. L’ascesa al potere del Fascio padovano tra la fine del 1922 e le elezioni del 1924 pagina 65 Paragrafo 2. Marcia su Roma e dintorni. pagina 65 Paragrafo 2.1. Le fasi iniziali della Marcia pagina 65 Paragrafo 2.2. La mobilitazione fascista pagina 69 Paragrafo 2.3. La revoca dello Stato d’assedio pagina 76 Paragrafo 2.4. La presa del potere del Pnf a Padova pagina 82 Paragrafo 3. La legalizzazione del sistema squadristico in seguito alla salita al potere del Pnf pagina 84 Paragrafo 3.1. Amnistia e formazione della Mvsn pagina 84 Paragrafo 3.2. Il “Governo confuso col partito” pagina 88 Paragrafo 3.3. Fenomenologia della violenza post-marcia pagina 90 Paragrafo 4. La vita politica a Padova dopo l’ottobre 1922: lotta tra il Fascio cittadino e l’Associazione Agraria pagina 92 2 Paragrafo 5. Descrizione delle violenze fasciste compiute nella provincia di Padova tra il 1921 e il 1923, basato sui documenti tratti dall’Archivio di Stato di Padova pagina 94 Paragrafo 6. Confronto tra le violenze fasciste nella provincia di Padova e nel resto d’Italia pagina 113 Paragrafo 6.1. La conquista delle città: Torino e La Spezia pagina 114 Paragrafo 6.2. La conquista delle campagne: Molinella pagina 116 Paragrafo 7. Ritorno alla storia politica di Padova e della sua provincia: questioni amministrative nel Pnf cittadino pagina 118 Paragrafo 7.1 Cariche fasciste locali e amministrazioni comunali nel padovano pagina 118 Paragrafo 7.2. Lo sviluppo del Fascio ad Abano Terme pagina 120 Capitolo 3. Il consolidamento del potere del Pnf a Padova e nella sua provincia tra il 1924 e il 1926 Paragrafo 1. Il Pnf a livello locale dal 1924 al 1926 pagina 125 Paragrafo 1.1. Padova e le elezioni del 1924 pagina 125 Paragrafo 1.2. Il Fascio a Padova pagina 125 Paragrafo 1.3. La segreteria Alezzini pagina 129 Paragrafo 1.4. L’attentato Zamboni e le sue conseguenze pagina 133 Paragrafo 2. Il Pnf a livello nazionale dal 1924 al 1926 pagina 135 Paragrafo 2.1. Le elezioni politiche dell’aprile 1924 e il caso Matteotti pagina 135 Paragrafo 2.2. Farinacci segretario pagina 139 Paragrafo 2.3. Istituzioni e classe dirigente pagina 143 Paragrafo 3. Violenze fasciste a Padova tra il 1924 e il 1926. Dallo scemarsi delle violenze squadristiche all’inizio della repressione statale pagina 144 Paragrafo 4. Correlazioni e differenze tra le violenze fasciste a Padova e provincia tra il 1924 e il 1926 e quella nel resto d’Italia pagina 155 Paragrafo 4.1. La conquista delle città: Firenze pagina 156 Paragrafo 5. La situazione politica in alcune città italiane pagina 160 Paragrafo 5.1. Milano tra il 1924 e il 1926 pagina 160 Paragrafo 5.2. Il “grande bastonatore”: Tamburini, il ras di Firenze pagina 165 Paragrafo 6. L’attentato a Mussolini dell’ottobre 1926 e la nascita del regime totalitario pagina 169 Capitolo 4. Il fascismo a Padova tra il 1927 e il 1929 Paragrafo 1. La situazione politica a Padova a partire dal 1927 pagina 172 Paragrafo 1.1. L’allontanamento del prefetto Cianciolo pagina 172 Paragrafo 1.2. Battaglie demografiche pagina 174 Paragrafo 1.3. La conciliazione con la Chiesa pagina 177 Paragrafo 1.4. Le elezioni del 1929 pagina 179 Paragrafo 1.5. Il ruolo del clero nell’opposizione al fascismo pagina 186 Paragrafo 2. Il fascismo a livello nazionale tra il 1927 e il 1930 pagina 186 Paragrafo 2.1. Le difficili relazioni tra Turati e Farinacci pagina 186 Paragrafo 2.2. La questione dei ras locali fascisti pagina 189 Paragrafo 2.2.1. Il primo caso: Genova pagina 190 Paragrafo 2.2.2. La fine del “sistema Giampaoli” a Milano pagina 192 Paragrafo 2.3. La fine della segreteria Turati pagina 194 Appendice della Tesi pagina 197 Paragrafo 1. Citazione integrale dei documenti ricavati dall’Archivio di Stato di Padova e analizzati nel primo capitolo pagina 197 3 Paragrafo 2. Citazione integrale dei documenti ricavati dall’Archivio di Stato di Padova riguardo le violenze fasciste nella provincia di Padova dal 1921 al 1923 pagina 209 Paragrafo 3. Allegati tratti dal terzo capitolo pagina 225 Paragrafo 3.1. Citazione integrale dei documenti ricavati dall’Archivio di Stato di Padova riguardo violenze e repressioni fasciste nella provincia di Padova dal 1924 al 1926 pagina 225 Paragrafo 3.2. Citazione integrale dei documenti ricavati dall’Archivio di Stato di Padova, ma non direttamente analizzati pagina 232 Paragrafo 4. Citazione integrale dei documenti ricavati dall’Archivio di Stato di Padova e inseriti nel quarto capitolo, ma non direttamente analizzati pagina 235 Bibliografia della Tesi pagina 237 4 Introduzione. La violenza fascista mirata alla disintegrazione dell’espressione dell’antifascismo nella provincia di Padova (e nel resto d’Italia). La tesi qui costruita ha il compito di mostrare l’importanza della violenza squadrista nella provincia di Padova, Padova compresa, in un periodo ben definito: tra il 1920 e il 1926. Questo lasso di tempo pare necessario per capire come sia stato possibile che il notevole consenso che accompagnava due partiti molto radicati nel territorio patavino, ossia il Partito socialista e quello popolare, sia svanito nel giro di pochi anni, a causa dell’azione violenta e illegale delle squadre armate fasciste, che hanno condotto i loro raid nella provincia di Padova, e nel resto d’Italia, per abbattere tale radicamento popolare. Grazie all’analisi dei documenti ricavabili dagli schedari dell’Archivio di Stato di Padova si è arrivato a scoprire che la violenza fascista nella provincia di Padova esisteva ancora prima che il Fascio cittadino di Padova nascesse e si sviluppasse. Come ci ricorda il professore universitario Angelo Ventura, autore del testo Padova , fin dal 1917 era l’Associazione agraria, organizzazione sindacale proto-fascista guidata dal discendente di grandi proprietari terrieri di Maserà, Augusto Calore, a far nascere le prime squadre armate fasciste, che avevano il nome di “Fasci agrari”. Questo succedeva il 15 ottobre 1920, mentre solo nel gennaio 1921 tali squadre armate si sarebbero unite con le neonate squadre armate riconducibili al Fascio di combattimento della provincia di Padova 1. La funzione di tali violenze era indirizzata, inizialmente, alla disgregazione del radicamento agricolo dei vari sindacati di sinistra, ossia la Camera del lavoro, e di quelli di ispirazione cattolica, ossia l’Unione del lavoro, a tal punto che dal 1920 in poi le spedizioni punitive fasciste avrebbero cercato con le “cattive maniere” di limitare l’influenza contrattuale dei sindacati non fascisti. Già analizzando i primi documenti tratti dall’Archivio di Stato si potrebbe enfatizzare l’intimidazione delle squadre armate fasciste ma anche, in maniera collegata, la collusione delle forze dell’ordine di fronte alle azioni violente e illegali degli squadristi. Secondo il documento del 15 febbraio 1922 il questore di Padova informava il prefetto di Padova sull’agitazione agraria di Montemerlo, nei colli Euganei, in quanto l’incontro di una trentina di leghisti bianchi, o cattolici, provenienti dai paesi limitrofi come Montegaldella e Cervarese Santa Croce, veniva improvvisamente disturbato dall’arrivo di 60 fascisti facinorosi, i quali intendevano tenere un comizio di risposta. Ma alla fine le stesse forze dell’ordine, in questo caso i carabinieri, intervenivano per bloccare ogni forma di violenza, dato che “la presenza dei fascisti avrebbe certamente dato luogo a seri incidenti”.

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