SERGIO M. PAGANO INEDITI SU CELEBRI «MODERNISTI» BARNABITI DALLA SEGRETARIOLA DI PIO X E DA ALTRE FONTI VATICANE I. Se mai qualche processo di conoscenza possa dirsi, nel corso della sua evoluzione, concluso, questo non potrà mai avvenire per la ricerca storico-archivistica, dato che essa, per sua natura, è così vasta da oltre- passare non soltanto il tempo della vita di un ricercatore, ma da sfuggire a qualsivoglia più scrupolosa indagine prolungata anche nel corso dei secoli. Gli scritti dispersi negli archivi sono numerosissimi e la loro indivi- duazione o la loro competente conoscenza non può mai dirsi esaustiva, dato che per un verso gli strumenti di ricerca che gli archivi offrono ai ri- cercatori sono sovente insufficienti o lacunosi, raramente precisi e com- pleti; per altro verso gli archivi stessi (almeno i grandi archivi storici, ere- di di una innumerevole quantità di carte) mantengono a lungo in «gia- cenza» (per così dire) fondi, spezzoni di serie, pacchi e buste di ogni ge- nere, sulle quali, di tanto in tanto, oltre l’ordinario lavoro, volge lo sguar- do e l’attenzione qualche solerte archivista. Senza contare che la periodi- ca «apertura» alla consultazione di interi fondi ai ricercatori, precedente- mente relegati nel cosiddetto «periodo chiuso» per giuste ragioni, con- sente evidentemente nuove acquisizioni. E non vogliamo parlare del fe- nomeno, niente affatto tramontato, del «revisionismo» storico, che da so- lo basterebbe a ritenere labile ogni traguardo di conoscenza del passato. Si ha ragione perciò di credere che malgrado le più vaste e le più di- ligenti ricerche, sempre si potrà parlare di «inediti», i quali, come fosse qualche volta uno scherzo della storia, che mai si lascia svelare del tutto, appaiono di punto in bianco dagli archivi o dalle biblioteche e finiscono per costituire la gioia (ma anch’essa passeggera e di breve durata) dello «scopritore», quanto forse cagionano la rabbia di chi li aveva ricercati in precedenza con ogni più estenuante fatica. 8 Sergio M. Pagano [2] Così capita anche per l’ambito barnabitico, tanto che — per fare un esempio — nello specifico del fenomeno modernista (che molto travagliò la Congregazione), nel breve volgere di poco più di un decennio noi tor- niamo a parlare per la quinta volta dalle pagine di questa rivista di ine- diti riguardanti taluni barnabiti travolti dalla «bufera modernistica». L’occasione ci è data, appunto, dal recente nuovo ordinamento dell’Archivio particolare di Pio X (la cosiddetta Segretariola) dell’Archi- vio Segreto Vaticano, condotto da Alejandro M. Dieguez, che nel 2003 pubblicava un ottimo inventario del fondo, vera chiave per la ricerca sto- rica fra quelle preziose buste 1. Fra le carte che sono affiorate alla luce (e che in precedenza erano come dimenticate in uno dei tanti meandri dei Palazzi vaticani) vi sono anche documenti di sicuro interesse che, come preziosi tasselli, vengono ad aggiungersi e a connettersi con altri scritti particolari che già cono- scevamo. Oltre al fondo della Segretariola di Pio X abbiamo trovato interes- santi documenti in alcune buste dello Spoglio del cardinale bergamasco Antonio Agliardi (1832-1915), versato all’Archivio Segreto Vaticano sol- tanto di recente 2. Daremo conto dello spoglio del cardinale Agliardi, ma prima di tut- to partiamo da una panoramica storica sulla segreteria particolare (molto particolare) di Pio X, chiamata (io non saprei dire se con accentuazione positiva o negativa) Segretariola o anche «Segreteria dall’alto», per di- stinguerla dalla «Segreteria dal basso», che era ovviamente la Segreteria di Stato vaticana 3, situata ai piani inferiori rispetto all’appartamento pon- tificio. La «Segretariola» di Pio X L’ultima vasta indagine delle fonti degli archivi vaticani relativi al pontificato di Pio X, condotta da Giovanni Vian, ha consentito allo Stu- dioso di rilevare talune lacune e «stranezze» nelle serie di scritture poste ———— 1 Alejandro M. DIEGUEZ, L’archivio particolare di Pio X. Cenni storici e inventario, Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano 2003 [Collectanea Archivi Vaticani, 51]. 2 Alle novità di questi due fondi si aggiungono numerosi documenti dell’ex Sant’Uf- ficio, il cui archivio, aperto alla consultazione il 22 gennaio 1998, conserva infatti diverse carte relative soprattutto ai barnabiti Ghignoni e Semeria; abbiamo già un nutrito elenco di segnature e ci ripromettiamo di preparare, a Dio piacendo, un nuovo saggio per que- sta rivista. 3 Una sommaria descrizione del fondo di cui ci occupiamo è stata da me pubblica- ta in L’Archivio particolare di Pio X all’Archivio Segreto Vaticano, in Pio X e il suo tempo, a cura di Gianni La Bella, Bologna, Il Mulino 2003, pp. 153-182; ormai però essa è sor- passata (o se si vuole integrata) dal recente volume curato dal Dieguez, già citato. [3] Inediti su celebri «modernisti» barnabiti 9 in essere durante il pontificato di papa Sarto 4. Ciò soprattutto riguarde- rebbe il fondo della Segreteria di Stato, per il quale Vian osserva giusta- mente la mancanza delle cosiddette «buste separate», di cui peraltro si conosce a grandi linee il contenuto a partire dalle rubricelle del medesi- mo fondo 5. Ma sono state segnalate parimenti illogiche sistemazioni di scritture nei fondi della Concistoriale e della Congregazione degli Studi, così come — anche qui — talune mancanze. Tali giusti rilievi, che valgono anche in riferimento ad altri pontifi- cati, riescono quantomai pertinenti per il pontificato di Pio X, che in ta- luni dicasteri curiali non nutriva affatto fiducia e per altri cercava, a suo modo, di sorpassarne le competenze, facendo periodiche eccezioni alla prassi con trattare egli personalmente gli affari o con derogare dalle re- gole invalse. Da ciò nasce buona parte del disordine in cui ancora oggi giace parte della documentazione di quel pontificato, divisa fra il grande fondo della Segreteria di Stato, lo Spoglio Pio X (Segr. Stato, Spoglio Pio X), il fondo Morte di Pontefici e Conclavi, gli spogli di diversi prelati e cardinali di curia vissuti sotto Pio X (Segr. Stato, Spogli di Cardinali e Of- ficiali di Curia), le stesse carte dell’Archivio Particolare di Benedetto XV e in altre serie documentarie dell’Archivio Pontificio, delle quali ha forni- to una buona illustrazione Josef Metzler, già Prefetto del medesimo Ar- chivio, nel 1987 6. Il fondo archivistico della Segretariola (diremo così per comodità), che, dopo il recente riordino, è stato posto a disposizione dei ricercatori, raccoglie il materiale documentario trattato dai segretari particolari di Pio X durante gli undici anni e sedici giorni del suo pontificato (9.VIII.1903 ~ 20.VIII.1914). Il fondo della Segretariola è formato da 235 buste e 13 volumi. Più in particolare si articola nelle seguenti serie: — Corrispondenza (1903-1914), 130 buste; è la serie più importante per consistenza e contenuto. All’interno sono conservati 10 voll. di Protocolli tenuti da mons. Gasoni per quasi tutto il pontificato (1905-1914) con 6 voll. di rubriche relative; — Benedizioni (1911-1914), 11 buste ca.; contiene documenti concer- nenti le richieste di benedizione (a volte di intercessione per ottene- re guarigioni) provenienti da ecclesiastici e laici; ———— 4 Cfr. Giovanni VIAN, La riforma della Chiesa per la restaurazione cristiana della so- cietà. Le visite apostoliche delle diocesi e dei seminari d’Italia promosse durante il pontifi- cato di Pio X (1903-1914), Roma, Herder 1998 [Italia Sacra, 58, 59]. 5 Ibid., I, pp. 24-25. 6 Cfr. Josef METZLER, Fonti nell’Archivio Vaticano per il pontificato di Pio X, in Pio X. Un papa e il suo tempo, a cura di Gianpaolo Romanato, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline 1987, pp. 291-294. 10 Sergio M. Pagano [4] — Prime comunioni (1910-1913), 2 buste; indirizzi di omaggio e ri- chieste della benedizione papale per le prime comunioni dei bambi- ni, caldeggiate dal decreto «Quam singulari» dell’8 agosto 1910; — Doni (1904-1914), 26 buste ca.; richieste di doni pontifici per lotte- rie di beneficenza e — dal 1908 (Giubileo sacerdotale del pontefi- ce) — di arredi sacri per chiese povere, anche di missione; — Messe (1904-1914), 12 buste ca.; si conserva soltanto una rubrica per gli anni 1910-1911; — Sussidi (1904-1914), 12 buste ca.; abbiamo 7 rubriche compilate da mons. Pescini, incaricato di tale corrispondenza; — Appendice (1908-1915), 11 buste; carte dell’avvocato Giuseppe Fornari, incaricato da Pio X di coordinare i soccorsi ai danneggiati del terremoto siculo del 1908 (7 buste) e confermato in tale incari- co da Benedetto XV per i disastrati del terremoto di Avezzano del 1915 (4 buste). Talune segnature poste sugli originali di questo fondo consentono di dichiarare, accanto alla Segretariola, l’esistenza di un «Archivio riserva- to», di cui però non ci sono giunte le carte, almeno fino ad oggi. È però da notare che talune pratiche registrate al protocollo come rimesse all’Ar- chivio riservato sono poi confluite nelle nostre buste. Struttura e funzionamento della «Segretariola» Se dobbiamo stare agli atti del processo di Beatificazione di Pio X (del resto confermati, almeno in gran parte, anche dai documenti del no- stro fondo) si deve ritenere che questi istituisse una modesta ma attivis- sima struttura, parallela alla secolare e ben nota grande Segreteria di Sta- to, più che altro per poter sbrigare talune pratiche in tempi più veloci e in maniera meno formale. Di tale avviso è mons. Giuseppe Pescini, uno dei principali reggitori della Segretariola, che al processo canonico di Beatificazione dichiarava: «Riguardo all’azione e al modo di procedere delle Congregazioni e degli altri Dicasteri ecclesiastici, egli già da vescovo aveva deplorato una ecces- siva lentezza. Perciò da Papa più volte impartì ordini e disposizioni ten- denti a snellire la burocrazia. Egli stesso poi cominciò a rispondere direttamente a lettere di Vescovi, usando talvolta aggiungere parole di commento a margine, oppure verga- re dei rescritti a calce della lettera stessa.
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