Ferdinando DE SIMONE LA DONNA E LA SCIENZA o LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA SOCIALE di SALVATORE MORELLI Due volte Consigliere Comunale del Municipio di Napoli e Deputato al Parlamento Italiano 3a Edizione, Napoli 1869 Da me interamente riveduta e corretta A Clara e Rebecca, le mie nipoti Carovigno 2019 Questo libro è di proprietà esclusiva delle mie nipoti, Clara e Rebecca Lotti, figlie di mia figlia Domenica. Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione. 2 3a ED. DE LA DONNA E LA SCIENZA (Napoli 1869) PREFAZIONE Napoli, Martedì 5 Ottobre 1869. Giorgio Asproni, come scrive nel suo DIARIO POLITICO 1855-1876, ritornando a casa sul tardi, incontra Salvatore Morelli che gli confida d'essere im- pegnato con la stesura della terza edizione de La donna e la scienza. (Vol. V: 1868-1870, p. 411) Lo stesso Asproni, Domenica 17 ottobre 1869, incontrava Azaele Ventrella ["Uomo politico pugliese vicino anche a Mazzini, membro onorario del Comitato Centrale dell'Alleanza Repubblicana Universale con sede a Napoli". in https://journals.openedition.org/laboratoireitalien/1283], che era rimasto scandaliz- zato della vanità che Morelli mostrava nel suo libro la Donna e la Scienza, mettendo nel titolo d'essere stato consigliere municipale di Napoli. (Ivi, p. 416) Negli ultimi 2 righi del testo morelliano, è precisato: "Scritto in Lecce il 1858", e "Rive- duto a Napoli il 1869." Si aggiunge che la 1a e 2a Edizione riportano entrambe: "Da Lecce il Settembre del 59". Ora che mi è caduto sotto la penna, per dirla alla Morelli, faccio presente che la 3a Ed. è differente dalle 2 precedenti in particolare per due motivi: - primo perché Dio viene sostituito con il genio della natura, il genio dell'universo, il genio dei secoli, il genio dei cristiani; suprema intelligenza; - secondo, perché ha in più La Pedagogia della Scuola Materna. E faccio altresì presente, quel che aveva scandalizzato il Ventrella, più che una vanità è un dato di fatto assai rilevante della vita di Morelli, perché non se ne può, a mio avviso, co- gliere appieno la straordinaria figura, negligendo l'essere stato uomo politico di rinomanza nazionale e internazionale. Penso sia utile mettere in luce altre particolarità della vita vissuta del Nostro. Una, ce la racconta egli stesso, allorché, riferendosi alle scientifiche discussioni avute con il comprovinciale Giuseppe Libertini, suo carissimo amico, dice che si era fissato sull'impor- tantissimo argomento della riflessione (sistema e/o metodo) e di avervi associato ancor più il pen- siero della donna, quando lo stesso Libertini annuncia che "la madre mia - sono le sue parole - se n'era già morta abbattuta dal dolore della mia condanna, dal seviziante sprezzo e dalle mi- serie che gli uomini del governo facevano pesare sull'intera mia famiglia!" (3a Ed., p. 6, Nota 1) Si rende noto che, il 17 Aprile 1849, Morelli fu condannato dalla Gran Corte Criminale di Lecce a 8 anni di relegazione per infrangimento, per solo disprezzo, delle immagini del Re e della Regina, situate nel corpo di Guardia di Carovigno, e per discorsi e fatti pubblici contro la persona del re allo scopo di spargere malcontento contro il Governo. Condanna, confer- mata il 17 Agosto 1849. Gli effetti sconvolgenti di questa sentenza di condanna si riversarono anche sulla sua famiglia, provocandone letteralmente la rovina economica. Come ho già scrit- to in altra opera, Morelli non era colpevole del crimine ascrittogli: assolutamente innocente, fu vittima sacrificale della reazione borbonica. Un'altra particolarità, la si rinviene nelle parole con le quali Morelli risponde agli aspri at- tacchi, mossigli dalla classe clericale romana: "Se i preti di Roma ed i fanatici loro seguaci pensassero, che anch'io fra tutti fui credente - se sapessero non essere rimasto alla mia famiglia impoverita dalle tirannidi che un solo fi- glio prete in sostegno dell'onorando mio vecchio Genitore, e che non pertanto convinto dei mali che questo stato di cose arreca all'umanità, desidero ardentemente una trasformazione sa- lutare, anche col sagrificio dei miei più intimi e di me stesso son certo che sapendo questo se- guirebbero il mio esempio, ed invece di maledirmi mi stenderebbero la mano, per uscire tutti dalla posizione umiliante ed incerta in cui l'organizzazione sociale fondata sopra un falso si- stema ci ha trascinati". (3a Ed., pp. 167-169) 3 Si nota che Morelli, nemico maledetto dal papato e dalla chiesa di Roma, nasce a Carovi- gno da famiglia religiosa, credente e praticante. E qui, nella Chiesa Madre, viene battezzato e cresimato, come del resto tutti i suoi fratelli (Salvatore Morelli, quartogenito di 15 figli). Si aggiunge che il fratello prete è Don Francesco Morelli (Carovigno, 4 Febbraio 1831 - Corato-Bari, 15 Aprile 1879), un valente sacro oratore. Un'altra infine attiene alla vita parlamentare: "Quando leggiamo che una libera assemblea derideva l'oratore che per la prima volta muoveva lamento sulla condizione oscura e miserevole della donna, allora ci è forza conchiu- dere che la rivoluzione dell'89, se contentò le passioni politiche, non soddisfece le promesse della scienza". (3a Ed., p. 274) Si osserva che la libera assemblea è il Parlamento Italiano, e l'oratore deriso è proprio Salvatore Morelli. [Si veda in proposito, il § 2.18. del 2° Volume de La vita documentata di Salvatore Mo- relli]. Riprendendo il discorso, si rappresenta che esattamente 150 anni dopo la pubblicazione a a della 3 Ed. dell'opera magna morelliana, mi trovo, sulla falsariga della 1 Edizione (da me ri- veduta e corretta nel Dicembre 2015), a riscriverla con lo scopo di renderla più fruibile, più com- prensibile e più semplice, arricchendola soprattutto di note esplicative, riferendo autori e fonti (titolo dell'opera, volume, pagina, luogo e data di edizione) da cui Morelli avrebbe ricavato le citazioni. I brani e le frasi citati dal Morelli, li traggo direttamente dagli originali rinvenuti on line o dai testi scritti, e vengono riportati nella lingua originale insieme con la mia traduzione, se in francese o in latino. Nel testo, il segno grafico (?), posto dopo una parola, un nome, una frase o periodo, se- gnala l'erroneità di quello che Morelli ha detto. In parentesi quadre, e con il corpo 10, seguono le correzioni. In parentesi graffe con numerazione progressiva da {1} a {64}, sono segnate le Note, inserite da Morelli a piè di pagina e da me invece, in ordine numerico progressivo, tutte alla fine, con la indicazione della pagina del testo e la corrispondente pagina dell'edizione digitalizzata: p.e.: {1}(p. 3 ==> 108/405). Il libro è così articolato: - CAPITOLO PRIMO. Introduzione. - CAPITOLO SECONDO. La donna, procreatrice dell'uomo. - CAPITOLO TERZO. La donna, educatrice dell'uomo. - CAPITOLO QUARTO. La donna, motore perpetuo dell'uomo. - NOTE. - ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE. - SITO-BIBLIOGRAFIA. In principio dei capitoli, è messo il SOMMARIO che sintetizza le argomentazioni morel- liane, a ciascuno di essi inerenti. N.B.: Le annotazioni aggiuntive, da me segnate nel testo con (n), da (1) a (42), da intender- si come una sorta di APPENDICE, sono semplici note esplicative all'opera morelliana. Ho tralasciato, perché a mio avviso non necessitante di annotazioni e chiarimenti, il CEN- NO CRITICO SULLA VITA DELL'AUTORE E DELL'OPERA del professore Virgilio Estival (Parigi, 1835 - Parigi, 18 Settembre 1870), che occupa le pagine V-XCIX di questa edizione. Invito pertan- to il benevolo lettore a fare riferimento al testo scaricabile on line al seguente indirizzo: https://books.google.it/books/about/La_donna_e_la_scienza_o_La_soluzione_del.html?id=KukxAQAAMAAJ&redir_esc=y * p. 1 ==> 106/405. Nella INTRODUZIONE, trattando della genesi del libro, Morelli formula la tesi secondo cui: la rigenerazione della società avviene tramite la rigenerazione della fami- glia; il mezzo idoneo per questo sublime scopo è la scienza; l'organo trasmissivo più efficace, 4 la donna. Il nesso donna e scienza si pone pertanto come la felice soluzione del problema so- ciale; e il sistema della riflessione come l'unico mezzo metodico spontaneo per insegnare la scienza alla donna e ai fanciulli. Viene così delineato il cammino virtuoso del pensiero morelliano ai fini della soluzione della questione delle questioni: sistema della riflessione => scienza => emancipazione della donna => rigenerazione della famiglia => rigenerazione della società. In altre parole, il sistema della riflessione produce la vera scienza; con la scienza si emancipa la donna; la donna emancipata rigenera la famiglia; la famiglia così rigenerata, rigenera, a sua volta, la società della quale è cellula vitale. Per Morelli, la donna è come l'ultima parola del genio della natura, l'ultimo atto delle sue creazioni, e in quanto tale è la sintassi che assomma in sé la completa armonia dei suoni articolati dalle labbra del creatore, l'indice del libro che sintetizza i concetti più marcati del suo autore. E i due sessi sono costituiti nell'identità duale della stessa natura: sono cioè simili ed eguali in tutto ciò che determina la personalità umana, che è unico e medesimo. L'unità origi- naria si mantiene nelle forme organiche, e varia soltanto nell'ordine sessuale. La scienza appartiene alla donna in quanto inalienabile diritto di natura, e in pari tempo per diritto di conquista. La scienza da dare alla donna e ai fanciulli non è però quella compli- cata e inaccessibile dei filosofi, la scienza delle astrazioni, bensì quella di tutti e di ciascuno, la scienza del senso comune che si acquista con la riflessione, cioè con il ripiegarsi dello spiri- to su se stesso, e sui propri fenomeni. La rovinosa condizione nella quale è oggidì la donna, caratterizzata da ignoranza e cecità, è solo il portato della irriflessione. Se i giovani d'oggi si disgustano della scuola, sì da frequentarla meccanicamente come il colpevole che va al patibolo, se si disamorano dell'insegnamento scolastico, è perché non ne ricavano alcun profitto: per il cattivo metodo, per le coercizioni dei regolamenti, per la con- dotta degenere dei professori, che ripetono alla lettera sempre le stesse cose senza distinzione né di luoghi né di tempi.
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