Maria Vittoria Brugnoli

Maria Vittoria Brugnoli

©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte MARIA VITTORIA BRUGNOLI UN PALAZZO ROMANO DEL TARDO t500 E LtOPERA . DI GIOVANNI E CHERUBINO ALBERTI A ROMA EDIFICIO contrassegnato dal numero civico eccentrico rispetto all' asse di simmetria: il davanzale 24 nel tratto del Corso Vittorio Emanuele che delle finestre al piano terra poggia su mensole raccor­ L va dalla Piazza del Gesù al Largo Argentina, ciate e sovrasta un vano aperto a livello della strada. attira oggi difficilmente l'attenzione, privo com' è nella Cornici marcapiano, che sottolineano con deciso risalto facciata di una definita e coerente fisionomia architet­ la proiezione in facciata di ciascun piano, accentuano tonica: ed è stata la segnalazione dell' esistenza di un l'andamento orizzontale dell'edificio e ne mettono in ciclo di affreschi negli ambienti al primo piano a solle­ evidenza le proporzioni. citare il mio interesse. I) Ricondotto così al suo stato originario, il palazzo mo­ Si tratta in effetti di uno di quei palazzi romani del stra agevolmente di appartenere a quel tipo di costru­ ' 500 cui successive mano missioni - in questo caso la zione civile che ebbe il primo modello nel sangallesco facciata è stata ampliata sulla destra per lo spazio di due palazzo Ricci- Sacchetti di via Giulia; e i più diretti pre­ finestre, distruggendo il bugnato angolare originario e cedenti sembrano essere il palazzo Longhi già Mattei alterando definitivamente le proporzioni del prospetto; di Paganica e il palazzo Mattei-Caetani alle Botteghe inoltre il pianterreno ha subìto una completa trasfor­ Oscure, il primo sorto, a quanto sembra, su disegno mazione mediante l'apertura di un mezzanino e di del Vignola, il secondo dovuto, stando alle antiche gui­ botteghe 2) - hanno mutato fisionomia e carattere, de, a Claudio Lippi, altrimenti ignoto, fratello di Anni­ se pure parzialmente tuttavia quanto basta a renderli bale e figlio di Nanni di Baccio Bigio. 6) Di quel Nanni difficilmente identificabili : anche se ad essi, per lunga Lippi cioè che aveva proseguito l'opera di Antonio da tradizione, vanno uniti i nomi di architetti celebrati. Sangallo il Giovane nel palazzo di via Giulia, allorchè È appunto il caso dell' edificio al numero 24 di Corso ne divenne propriet~rio il cardinale Ricci di Monte­ Vittorio Emanuele (fig. I), che solamente il K6rte, pulciano, e la cui presenza è riconoscibile almeno nel nel 1933, riconosceva per quel Palazzo Ruggieri asse­ cortile, così strettamente affine al cortile del palazzo gnato decisamente a Giacomo della Porta dal Baglio­ del cardinale Salviati alla Lungara. I modi san galleschi ne. 3) La scritta sul portale, "Pompeius Rogerius " , del padre sembrano trapassare nel figlio Claudio, se riapparsa di recente sotto l'intonaco, permette oggi di a lui si deve in effetti il palazzo di Via delle Bot­ . identificare l'edificio, senza più alcun dubbio, con teghe Oscure, e sono individuabili nella facciata o quel "Palazzo Boadile in Via dei Cesarini " disegnato ancor più nel cortile, ove il fregio dorico sovra ­ dal L étarouilly nei primi decenni dell' 800 (fig. 2) , stante l'ordine inferiore del loggiato rammenta da quando il piano terreno aveva già subìto l'attuale tra­ vicino quello del cortile di palazzo Farnese; mentre le sformazione; 4) mentre la superstite struttura della finestre incluse negli archi dell' ordine superiore, e facciata, qualora sia debitamente decurtata dell'arbi­ aperte sopra cartelle a forte risalto, non sono certo trario moderno ampliamento, offre elementi più che immemori della soluzione ideata da Michelangelo al sufficienti per riconoscerne l'aspetto primitivo nella secondo piano di quel medesimo cortile. incisione del Falda, tav. 104 dei suoi Nuovi disegni ... Un doppio ordine di loggia ti - rispettivamente do · di Palazzi di Roma (fig. 3), contrassegnata "Palazzo rico e ionico - si ritrova anche su di un lato del piccolo nella strada del Giesù ... archit. di Giacomo della cortile di palazzo Ruggieri (fig. 4), ma con uno sviluppo Porta II' 5) delle paraste assai più snello, di un' eleganza segnata Nel disegno del Falda il palazzo riassume quelle dallo intervento di modelli del Vignola: e la decorazione proporzioni e quel carattere che le successive deturpa­ nei pennacchi degli archi - nastri arricciati e scudi con zioni hanno irrimediabilmente distrutti e ci si rivela palmette e leonesse - così legata al gusto delle" grot­ opera di architettura, se non certo eccezionale, tuttavia tesche " del tardo ' 500 romano, fa pensare che il Della non priva di composta nobiltà, tale da giustificare il Porta abbia fatto ricorso, anche in questo particolare, Baglione quando la annovera tra le fabbriche civili del a disegni del maestro Vignola, il quale sembra ne for­ Della Porta. La facciata ha sviluppo longitudinale, a nisse per decorazioni di volte e soffitti. 7) L'attribu­ tre piani più un ammezzato, con sei finestre per piano zione a Giacomo Della Porta, assai ragionevolmente ed un portale - architravato su mensoloni laterali - proposta dal Baglione, viene convalidata dai raffronti 223 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte facilmente reperibili con altre fab ­ briche civili dello architetto: con le facciate ad esempio di palazzo Chigi su piazza Colonna e di palazzo Spi­ nola in piazza Campitelli; e, fatte le debite proporzioni da minore a maggiore, con il monumentale cor­ tile della Sapienza e più ancora con quello di palazzo Marescotti, nei due ordini di loggiati sul lato di ingresso. Esperienze architettoni­ che riprese in palazzo Ruggieri ap­ punto in scala ridotta, con un tono più dimesso e " borghese ", con un minore impegno, quasi fossero ridi­ mensionate sulla qualità medesima del committente: quel Pompeo Rug­ gieri che non apparteneva ad alcuna delle grandi famiglie romane nobili per tradizione o per censo, ma ad una borghese famiglia ancoratasi da più generazioni nel rione della Pigna e ascritta fra le nobili soltanto verso la fine del '500. Forse proprio nella persona di Pompeo, ultimo della stirpe, ricordato appunto in qualità di "nobilis Romanus" nel 1586 : 8) ed è pensa bile che la costruzione del palazzo - nella decorazione del sa­ FIG. I - ROMA, PALAZZO RUGGIERI - LA FACCIATA (Fot. G. F. N .) lone al primo piano si legge la data 1591 - sia stata decisa proprio in omaggio alla recente acquisizione del titolo nobiliare, quasi a sancire l'in­ gresso della famiglia tra quelle di ben maggiore risonanza ed antica nobiltà. Ciò indurrebbe a ritardare la datazio­ ne all' ottavo decennio, proposta dal Létarouilly e dal K6rte per il palazzo, agli anni dopo l" 80; nè con tale conclusione contrastano i particolari stilisti ci, comuni ad altre fabbriche del Della Porta nel nono decennio. Oltre alla già ricordata analogia dei loggiati del cortile con quelli di pa­ lazzo Marescotti - degli anni dopo l' '85 - , si noterà infatti come la spo­ glia incornicia tura delle finestre al pianoterra, su piccole mensole stiliz­ zate, trovi il suo più vicino raffronto ID nelle finestre a terreno di palazzo Ca­ pizucchi (c. 1585-90) piuttosto che in quelle di palazzo Spinola (1570-80), ove i mensoloni conservano l'opu­ on lento sviluppo sangallesco delle men­ FIG. 2 - LA FACCIATA DI PALAZZO RUGGIERI (dal L étarouilly) sole di palazzo Ricci- Sacchetti. 9) 224 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte A Pompeo Ruggieri, signore del palazzo, si deve cer,to anche la scel­ ta del tema proposto ai pittori che decorarono fastosamente il primo piano: nel salone centrale - che si sviluppa in altezza ad occupare an­ che lo spazio dell'ammezzato - ri­ suona infatti il nome di Pompeo; e cosÌ, nella loggia, sono le gesta di Pompeo, le virtù di Pompeo che ven­ gono narrate e celebrate nell'ininter­ rotta trama pittorica che riveste le tre piccole volte. Non avendo, ad evidenza, da rivendicare antenati glo­ riosi o fasti della casata, la sug­ gestione dell'omonimia potè indurre Pompeo Ruggieri ad esaltare le im­ prese che condussero il grande gene­ , rale ad un passo dal divenire padrone , assoluto dell'antica Roma: e nella scelta intervenne certo anche quella ammirazione incondizionata per il mondo antico che, tra favola e storia, tra riscoperte e rievocazioni, domi­ FIG. 3 - LA FACCIATA DI PALAZZO RUGGIERI (dal Falda) nava gli uomini della Roma del' 500 e sollecitava la fantasia degli artisti, intesi a rinno­ seconda, la guerra contro i Pirati e contro Mitridate; varne i fasti nelle architetture e nelle decorazioni dei sulla terza, l'intervento nel conflitto tra Ircano II ed palazzi e delle chiese, ove non si esita a paludare Aristobulo per il dominio della Giudea (figg. 13-1 5). all' antica gli episodi sacri. Di questo gusto per l'antico partecipano gli affreschi di palazzo Ruggieri: un alto fregio corre tutto attorno alle pareti del salone, e negli spazi suggeriti con sapiente illusione prospettica da cornici e membrature archi­ tettoniche' le allegorie della Gloria, della Concordia, della Fama, della Pace, della Virtù si dispongono, simboli di grandi gesta, a coro attorno alla rievocazione dei due momenti massimi della gloriosa carriera del proconsole Gneo Pompeo: la partenza per la guerra contro i Pirati e il trionfo celebrato ·a Roma dopo la vittoriosa guerra contro Mitridate re del Ponto (figg. 5-12). IO} Distesi a modo di arazzi al centro delle pareti lunghe del salone, i due episodi sono commentati dall'appros­ simativo latino delle epigrafi sotto stanti : e l'ispirazione all'antico interviene determinante nel 'Trionfo di Pompeo', ove il ricordo di gemme e rilievi romani appare elaborato, e mediato, sulle conclusioni già de­ dotte - in risultanze analoghe - da Giulio Romano, da Poli doro da Caravaggio e dal Salviati. E non più di rielaborazioni, ma piuttosto di fantasiose rievocazioni si deve parlare per le dodici storiette che sulle tre volticine della loggia esaltano le imprese terrestri e marittime del generale romano: sulla prima, entrando, la guerra di Spagna contro Sartorio e quella d'Africa contro Domizio Enobarbo e Iarba re di Numidia; sulla FIG.

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