Francesco Da Sangallo

Francesco Da Sangallo

Dario Donetti FRANCESCO DA SANGALLO e l’identità dell’architettura toscana FRANCESCO DA SANGALLO Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo del Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut e della University of Chicago. Dario Donetti ex ofcina libraria Jellinek et Gallerani FRANCESCO Direzione artistica Paola Gallerani DA SANGALLO Impaginazione Elisabetta Mancini e l’identità Redazione Arianna Ghilardotti dell’architettura Ufcio stampa Luana Solla toscana Fotolito Premani srl, Pantigliate (Milano) Stampa Monotipia Cremonese, Cremona Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. isbn: 978-88-3367-098-0 © Ofcina Libraria, Roma, 2020 Printed in Italy per rimanere aggiornati su libri in catalogo e novità, eventi, rassegna stampa, contenuti extra officinalibraria.net Officina.Libraria officinalibraria Sommario «Sono il Margollo» 1 I. «E io così in groppa a mio padre». Giuliano da Sangallo, il Libro dei Disegni, l’antico 14 II. Pratica del disegno e lasciti familiari, intorno al Codice Geymüller 33 III. Palazzo Alidosi a Castel del Rio e altre architetture nostalgiche 58 IV. «Hetruscos celebrate viros». Uomini illustri, medaglie e lettere 85 V. Nel nome di Michelangelo. Il classicismo forentino e il disegno dell’architettura 106 Firenze, 1550 128 Tavole 133 Bibliografa 213 Indice dei nomi 244 1 «Sono il Margollo» Negli stessi anni in cui Francesco da Sangallo partecipava al cantiere della Sagrestia Nuova, o forse poco oltre, cioè quando le prime sculture monumentali in marmo Abbreviazioni vedevano la luce, Anton Francesco Grazzini scriveva in suo nome un sonetto satirico, vividamente aperto da queste stanze: AB = Archivio Buonarroti (Fondazione), Firenze. ASR = Archivio di Stato di Roma. ACB = Archivio della Congregazione dei ASRa = Archivio di Stato di Ravenna. Altra ragia, bisogna, moccicone,/che scrivendo dir male di questo e quello,/se non ch’io Buonomini ASV = Archivio Segreto Vaticano. voglio adoprare il cervello/io ti farei vedere chi è Cecchone. di San Martino di Firenze. ASVe = Archivio di Stato di Venezia. Basta ch’io possa stare al paragone/di maneggiare, e la subia, e’l martello/e tu sei vera- AFH = Archivio della Fondazione Horne, ASVi = Archivio di Stato di Vicenza. 1 Firenze. mente di bordello/poeta in lingua d’oca anzi bufone . AVAr = Archivio Vasari, Arezzo. AII = Archivio Storico dell’Istituto degli Innocenti, Firenze. BAV = Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma. Destinatario delle rime era Michele Modesti, poeta burlesco a sua volta e spregiudi- AM = Archivio dell’Abbazia di Montecassino. BB = Biblioteca Civica Bertoliana, Vicenza. cato protagonista delle brigate forentine, ricordato dagli annali di storia per la puni- BCI = Biblioteca Comunale, Imola. AOSC = Archivio dell’Opera di Santa Croce, zione esemplare infittagli nei mesi dell’assedio. Accusato di bestemmia contro Dio Firenze. BCRa = Biblioteca Classense, Ravenna. BNCF = Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze. e contro il governo, la sua lingua venne inchiodata alla colonna dell’Abbondanza, AOSMF = Archivio dell’Opera di Santa Maria del 2 Fiore, Firenze. BM = British Museum, London. causandone la morte poco prima della caduta della Repubblica, nell’agosto del 1530 : ASCL = Archivio della Santa Casa di Loreto. BN = Biblothèque Nationale de France, Paris. ASFi = Archivio di Stato di Firenze. BR = Biblioteca Riccardiana, Firenze. Tu sei, Michel da Prato,/pescie di garza, ed io sono il Margollo,/amico vero d’Apelle, e ASGD = Archivio di San Giovanni Decollato, BP = Biblioteca Palatina, Parma. d’apollo3. Roma. BU = Biblioteca degli Ufzi, Firenze. ASI = Archivio di Stato di Bologna, Sezione di CB = Casa Buonarroti (Fondazione), Firenze. Francesco era dunque intorno ai trent’anni quando fu scritto il componimento, e Imola. GDSU = Gabinetto Disegni e Stampe degli Ufzi, ASNa = Archivio di Stato di Napoli. Firenze. propriamente vi è ritratto come un artista orgoglioso e vitale, al momento del suo ASPi = Archivio di Stato di Pisa. ML = The Morgan Library, New York. promettente ingresso sulla scena artistica cittadina con la virtuosistica Sant’Anna di 1. BNCF, Magliabechiano 179, VII, c. 115, pubblicato in Grazzini, ed. Moücke 1741-1742. 2. L’appellativo fnale riecheggia quello usato in anni prossimi da un altro poeta burlesco, Fran- cesco Berni, in un celebre sonetto pubblicato insieme alle sue Rime del 1534; cfr. Berni, ed. Romei, pp. 183-185. 3. Cfr. il commento in ivi, pp. 328-329. Secondo la ricostruzione romanzesca dell’assedio in Ademollo 1841, p. 841, è la fame a spingere Michele Modesti da Prato all’estremo gesto di protesta e la morte so- pravviene il giorno successivo alla punizione. Sulla sua attività di poeta e novelliere, cfr. Bogani 1992, pp. 74-79, dove è trascritto anche il sonetto di Anton Francesco Grazzini; per la produzione satirica di quest’ultimo, cfr. invece Rodini 1970, in particolare pp. 78-99. 2 Francesco da Sangallo «Sono il Margollo» 3 Orsanmichele o le frequenti prestazioni da ingegnere militare per i Dieci di Balia. An- fortuna nella letteratura novecentesca, ben sposandosi all’immagine dell’artista pro- che l’accrescitivo «Cecchone» che chiude la prima stanza non gli sarà più indirizzato posta da Vasari, di devoto conservatore delle fortune di famiglia, e lo stesso France- nella maturità, mentre lo si trova in una lettera del 1523 che lo introduce a Michelan- sco sembra impiegare fgurativamente tale allegoria in una delle proprie imprese, gelo come aspirante aiuto nell’impresa di San Lorenzo4. Il sonetto contro Michele facendovi germogliare un ramo di spine a fanco del motto8. Tuttavia, le intenzioni Modesti è inoltre la prima attestazione di un soprannome – «Margollo» – impiegato originali del soprannome erano forse più ironiche e giocavano su meccanismi anti- sporadicamente nei testi cinquecenteschi. Di nuovo entro il contesto di un agone frastici, attingendo all’immaginario vernacolare caro all’Accademia degli Umidi e poetico, esso compare in un sonetto derisorio di Alfonso de’ Pazzi signifcativamen- alle sue ruvidezze linguistiche9. Nella tradizione popolare toscana Margolla è una te rivolto contro Benedetto Varchi, con cui Francesco aveva intrattenuto una lunga capra mendace e malvagia, strumento del diavolo, e forse già allora egli portava la amicizia letteraria, intensifcata negli anni della sua ammissione da poeta dilettante barba caprina che compare in tutti i suoi ritratti e autoritratti a partire dagli anni all’Accademia Fiorentina e culminata nella partecipazione al testo della Lezzione sulla trenta. Soprattutto, la margolla è il primo orzo a essere seminato in marzo, dopo l’in- Magioranza delle arti del 15505. La sua terza e ultima ricorrenza si trova invece nell’au- verno: proprio in quel mese, nel suo primo giorno, era venuto al mondo Francesco tobiografa di Benvenuto Cellini – scritta tra il 1555 e il 1568 – che, descrivendo i lavori Giamberti da Sangallo10. di fortifcazione in vista della guerra contro Siena, include Francesco nella prima ge- nerazione di artisti stabilmente attivi presso la corte di Cosimo I: È nei Libri d’Età del Quartiere di San Giovanni a Firenze che «adì primo di marzo volendo’l Duca aforzifcare Firenze, distribuì le porte infra i sua scultori et architettori, 1493» – 1494, secondo lo stile forentino – viene registrata la nascita del solo fglio dove amme fu consegniato la porta al Prato et la porticciuola d’Arno, che è in sul prato maschio di Giuliano da Sangallo11: questi lo ebbe da Bartolomea Picconi quando era dove si va alle mulina; al Cavalieri Bandinello la porta a san Friano; a Pasqualino d’Anco- ormai giunto alla sua ultima maturità e, poco dopo la scomparsa di Lorenzo il Ma- na la porta a San Pier Gattolini; a Giulian di Baggio d’Agnolo, legnaiuolo, la porta a San gnifco, si apprestava a seguire il nuovo protettore Giuliano della Rovere a Savona, Giorgio; al Particino, legnaiuolo, la porta a Santo Nicc[olò]; a Francesco da Sangallo scultore, quindi nel sud della Francia e infne a Roma, dopo la sua elezione al papato con il detto il Margolla, fu dato la porta alla Crocie6. nome di Giulio II12. La successiva notizia biografca riguardante Francesco da San- gallo è per l’appunto il breve del 1505 che decreta il trasferimento del padre presso la Quale che fosse il signifcato della parola «Margollo», o «Margolla», nella lingua sati- corte pontifcia, accompagnato dalla famiglia: «Iulianus de Sancto Gallo architectus rica del Cinquecento, la trascrizione fatta nel 1902 da Gustave Clausse la interpreta forentinus familiaris noster e Florentia Romam uxorem et reliquam familiam suam come una metafora botanica, che alluderebbe al ruolo di legittimo erede e «germo- glio» della famiglia Sangallo7. Da lì in poi l’appellativo di «Margotta» avrà una discreta 8. In questo senso, per esempio, è interpretato il soprannome dalla voce biografca di Bellesi 2000, 4. AB, VIII, n. 251: Giovan Francesco Fattucci a Michelangelo Buonarroti, 17 aprile del 1524; cfr. cap. p. 292. Sul passo delle Vite (Vasari, ed. Bettarini, Barocchi 1966-, IV, p. 149) cfr. cap. IV: «Hetruscos II: Pratica del disegno e lasciti familiari, intorno al Codice Geymüller. celebrate viros». Uomini illustri, medaglie e lettere. 5. Il componimento, con incipit «Rocchio ha imparato a mente un’orazione», è pubblicato ne Il terzo 9. Illuminante, per comprendere i meccanismi di appropriazione del lemmario zoologico, alimenta- libro delle opere burlesche di

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