le Trachinie Una tragedia in quattro episodi di Sofocle (~ 440 a.C.) Λόγος μέν ἐστ’ ἀρχαῖος ἀνθρώπων φανείς, ὡς οὐκ ἂν αἰῶν’ ἐκμ!θοις #ροτ ν, πρὶν ἂν θ!ν% τις, ο&τ’ εἰ χρ'στ(ς οὔτ’ εἴ τ* κακός+ V’è fra gli uomini un detto antico molto, che di nessuno tu potrai la vita conoscer mai, se fu felice o trista, prima che muoia. Contesto Considerata immatura (Dissen, Berg!), decrepita ( ernhardy), persino indegna di Sofocle e si spera di falsa attribu$ione (Schlegel). %a maggior parte degli studiosi accetta tutta&ia il 440 a.C. come data della prima assoluta, nel periodo centrale della produzione sofoclea. parte ' Deianira Prologo Deianira è alla reggia di Ceice, a Trachis, Tessaglia. Ripercorre la sua vita dal matrimonio ad +cheloo alla sua li#era$ione a opera del marito. Eracle ha ucciso -.to, servito schia&o presso la regina Onfale come punizione, e in.ne assediato Èurito di Ecal1a, Eu#ea. Un2ancella suggerisce di inviare Illo alla ricerca del padre. (arodo (reghiera al sole che indichi a Illo la posizione esatta del padre. Primo episodio Deianira rivela alla Corifea del testamento di Eracle. Un vecchio porta notizie del ritorno del re che ha udito da Lica, e la corte eleva un canto cele#rati&o. Torna Lica con Iole e le altre prigioniere e racconta le peripezie di Eracle nell’ultimo anno e tre mesi. Una volta che egli è uscito, il vecchio rivela a Deianira che il marito ha attaccato Ecalia perch3 Eurito gli rifiuta&a la mano di Iole. Primo stasimo Inno alla for$a di Afrodite, che vince su Crono, Ade e (oseidone. Ritorna il tema del passaggio di Deianira da +cheloo a Eracle. Secondo episodio Deianira spiega al coro il suo piano per riconquistare l’amore di Eracle, mandare al marito una tunica intrisa del sangue di Nesso, che il centauro a&eva spacciato per un fitro d’amore. A5erma che anche se è un’a$ione scorretta .nché non la si scoprir6 non a&r6 da vergognarsi di nulla. Secondo stasimo 'l coro richiama tutti gli Elleni a celebrare gioiosamente il ritorno di Eracle. Terzo episodio Deianira si accorge che il fiocco di cotone che ha usato per intingere il peplo appena venuto a contatto con la luce e il calore solare si è s#riciolato, e intuisce l’inganno di Nesso e la fine a cui ha condannato Eracle. %a Corifea tenta di consolarla ricordandole che potreb#e s#agliarsi, ma Illo torna e conferma le sue preoccupazioni7 in preda al dolore Eracle ha ucciso Lica gettandolo su uno scoglio e ora è diretto a pala$zo. Illo accusa e maledice Deianira, che rientra a pala$zo piangente. Terzo stasimo 'l coro descrive l’effetto che il veleno sta a&endo sul corpo e sull’anima di Eracle, intra&edendo la conclusione tragica della situa$ione e riconoscendo l’azione di Afrodite. Quarto episodio Una nutrice torna dal coro e descrive il suicidio di Deianira, sopra al talamo, con una spada. Prima di morire la regina ha toccato tutti gli oggetti di sua appartenen$a. Illo, giunto poco dopo, si è steso accanto a lei. 8uarto stasimo %amenta$ione intorno all’altare di fronte alla fine di Eracle e annunciazione del corteo che lo trasporta. parte '' Eracle ,sodo Eracle, su una portantina diretta a pala$$o, si scaglia ver#almente contro gli Elleni «»empissimi che rifiutano di porre fine alle sue so5eren$e9 è questa l’unica occasione nella sua vita che sia stata in grado di piegarlo e diminuire la sua virilit6. 8uando Illo gli racconta ciò che è successo a pala$$o si dispera per non poter più &endicarsi sulla donna che l’ha ucciso. Eracle racconta al figlio di a&er ricevuto in profezia a Dodona che le sue so5eren$e sareb#ero finite da l1 a poco, e comprendendo che questo significa la morte chiede a Illo di sacri.carlo su una pira fune#re e di sposare Iole. 'l coro invita la fanciulla a tornare alla reggia, dopo a&er visto tutte queste s&enture. Deianira ● Sim#olo della femminilit6 greca ideale ● Sottomessa e costantemente indecisa, teme le conseguen$e delle proprie a$ioni ● +ssediata dal timore e dalla solitudine ● Cupa come in Euripide, «»paragona#ile per poten$a forse solo a Nausicaa ● (iù simpatica allo spettatore, con lei spendiamo quattro episodi e vediamo tutti i suoi dilemmi interiori; anche il suo suicidio risulta più virile di quello di Eracle Ποθουμέν γὰ# φ#%ν& 'υνθ(νομ)* XoichY nel desiderio, Deianira, l’assai contesa femmina. +"ν ,μ$*ν%*-. /0*(ν%*#)ν ἀ%1, [o so, come usignuolo geme\ondo pel duolo, mai non ο2( τ*ν3 4θλ*ον ὄρν*ν, placa la brama negli occhi sen]a lagrime^ ma ricordo ο7'ο+3 %8ν(9%*ν ἀ:)-#;+ων β5%$(#ων πόθον, ,553 ans_oso ` dell’errabondo sposo nel cuor suo sempre è %7μν)?+ον ἀν:#@A δ%Bμ) +#έ$ου?)ν C:οD desto^ e nel deserto talamo si strugge, e attende, grama, Eνθυμ1οιA %ὐν)BA ,ν)ν:#F+οι?* +#;G%?θ)*, κ)-"ν un destino funesto. :;?+)νον ἐ5'19ου?)ν αH?)ν. Πολ5" γὰ# ὥσ+3 ,-(μ)ν+ος ἢ ν>+ου J =ορέ) +*A XerchY, come molteplici di Noto, oppur di bora, -ύμ)+3 ἂν ε8#έL '>ν+ῳ =(ν+3 E'*όν+) +3 ἴδοι, infaticabili fdutti sul vasto pelago che giungon puoi veder, οO+ῶ δὲ +@ν R)δμογ%ν. ?+#έ$%*, τὸ δ᾽ α7S%*, che s’accavallanoe cosf, colma di pene la vita, ora travaglia =*>+ου πο5;'ονον I?'%# πέ5)!ος il fhgliuolo di iiove, or lo sostiene, come il mare di jreta. R#T?*ον. U55( +*A θ%ῶν )VQν ἀν)μ'5(-0+ον Ἅ*:) k alcun dei Dèmoni lungi l’uomo su cui biasmo non cade ?$% δόμων ἐ#;-%*. tien dalle case d’lde. < &&. 10>?=@= U!mν δQ μα#!n μὲν οἷα φ#(9<o τὸ δ3 ἀμ$*ν%1-0+ον ὄμμα ν;μφ)A E5%*νὸν ἀμμέν%*o -,πὸ μα+#@A ἄ$)# βέ=)-%ν, pI?+% πόρ+*A ἐ#ήμα. qo parlo si come io medesima veduta l’avessie la misera fanciulla, che fu del concditto la causa, attendeva; e poi, sr\ito lontan da sua madre movea, come tenera giovenca, a solingo tragitto. < &&. A@B?A30 Eracle ● Sim#olo dell’eroe greco classico, della virilit6 ideale ● Indipendente e impulsivo, agisce sottomettendosi al caso e al volere degli dei e di s#<A ● +ssediato dall’onore e dalla tensione tra passioni e do&ere ● Umano e tuttavia eroico come in Sofocle, «giganteggia nella seconda parte come il Farinata dantesco dalla sua tom#a di fiamme» ● Neutro o addirittura antipatico allo spettatore, riconosce lui stesso di temere l’effeminazione che Deianira gli ha perpetrato tόου δQ μη:Qν εV?1+< δ(-#υ, ,553 ἀ?τέν)-τος κ,:(-#υτος, εN'%# εH τοῦ:3 ἀν:#>A, ἔ#Sον· εἰ δQ μή, μ%νP σ3 ἐ!m -)ὶ νέ#θ%ν ὢν ἀ#)ῖος εV?)%ὶ βα#;A. k pianto esprimere né gemito non devi; ma senza ululi, sen]a lagrime, sia l’opera tua, se fhglio pur sei di quest’uomo. E se tu non farai cosf, fhn di sotterra m’avrai nemico, e ti maledirx. < &&. ==EE?=@@@ 'llo Iole ● Sim#olo del passaggio da gio&ent; a ● Sim#olo dell’a$ione di s#<A che maturit6 irrompe nella vita dei protagonisti ● Non si oppone ai requisiti di virilit6 ● (ersonaggio passi&o e non-parlante, del padre ma agisce da espressione costantemente addolorato e della legge tradizionale, paci.catore consolato nell’esodo dal Coro e poi da nuo&o leader Tematiche Fraintendimento s#<A *apporto umani-divinit6 e destino *apporto padre-.glio Fendetta Solitudine e a##andono Suicidio femminile Fraintendimento 'l tema portante della tragedia è il fraintendimento, l’inganna#ilit6 della realt6 che ci circonda, che non è mai come appare: ● Deianira crede alle parole di Nesso9 ● Illo ed Eracle, in un primo momento, sono con&inti della colpe&ole$$a di Deianira9 ● +n.#olie oracolari, in cui si im#attono tutti gli eroi tragici (4esso dice a Eracle che morir6 per mano di un morto e Dodona che le sue so5eren$e .niranno al sopraggiungere della dodicesima stagione dell’aratura). s#<A %a tensione illustrata da Platone nel Simposio è una delle forze pi; importanti che agisce nella vita umana e di&ina7 ● s#<A esercita il suo potere indistintamente su tutti gli esseri viventi, compresi gli dei e persino Geus (+frodite stessa ) a lui anteriore per nascita), e tutti non possono che essere passivi di fronte alla sua legge; ● In due inter&enti del Coro (primo e ter$o stasimo) si esalta la poten$a di Cipride, dea dell’amore, che si è rivelata autrice degli eventi che coin&olgono i due protagonisti. s#<+* μέν νυν ὅσ+*A ἀν+)ν1?+)+)* ';-+0A ὅπ<A ἐA χεB#)A, οὐ κ)5PA φ#ον%Bo οὗτος γ"# ἄ#G%ι κ)ὶ θ%Pν ὅπωA θέ5%*, -,μοῦ γ%· πῶA δ3 οὐ χ,τέ#)A οἵαA γ3 ἐμοῦ^ jhi contro Amore insorge, al par d’un pugile, per lottare con lui, folle èe perghno sui Numi, Amore a suo piacere dxmina, e su me, certo^ e sovra un’altra, a me simile, non dovre\\e| < &&. 44=-444 *apporto umani-di&init6 e destino Hli umani sono impotenti di fronte all’onnipoten$a degli dei, quindi #isogna accettare tutto ci: che consegue dalle loro a$ioni e dai loro &aticini, anche se tal&olta sem#rano incomprensibili. %’a$ione di&ina, in particolare di Geus, è dappertutto, e ad essa #isogna sottomettersi.
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