FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione e della Formazione Tesi di Laurea IL FONDO STORICO RAGAZZI DELLA BIBLIOTECA DI ORTONA Candidata: Relatore: Michela Theoni TSAMBLACOS Chiar.ma Prof.ssa Ilaria FILOGRASSO ANNO ACCADEMICO 2012-2013 “La novella vale per quel che su di essa tesse e ritesse ogni volta chi la racconta, per quel tanto di nuovo che ci s'aggiunge passando di bocca in bocca” Italo Calvino Alla mia famiglia Indice INTRODUZIONE CAPITOLO PRIMO FONDI RARI E DI PREGIO: IL FONDO STORICO 1 Fondo storico bibliografico 2 Il fondo storico ragazzi della Biblioteca di Ortona CAPITOLO SECONDO LETTERATURA PER L'INFANZIA NEL FONDO STORICO DI ORTONA 1 Opere per l'infanzia nel fondo storico di Ortona. 2 Analisi descrittiva e statistica di opere per l'infanzia presenti nel fondo storico: opere letterarie, opere didattiche, opere scientifiche. CAPITOLO TERZO LA FIABA, GENERE PRESENTE NEL FONDO STORICO DI ORTONA 1 Analisi e struttura del genere fiaba 1.1 Studi sulla fiaba 1.2 Il destinatario della fiaba 2 La sceneggiatura fiabesca 3 La fiaba moderna 4 Le fiabe del fondo storico di Ortona CAPITOLO QUARTO 1 Un personaggio da fiaba: H.C. Andersen. 2 Umanità dei personaggi di Andersen 3 Le fiabe più illustrate al mondo INTRODUZIONE Lo studio e gli approfondimenti svolti per la stesura di questo elaborato mirano all'analisi del Fondo Storico ragazzi della Biblioteca Comunale di Ortona. Questo elaborato ha come protagonista il libro, in particolare quello per ragazzi e l'analisi evolutiva della letteratura dell'infanzia lungo il corso del tempo attraverso le documentazioni conservate all'interno del Fondo storico di Ortona. Lo studio si è svolto partendo dal capire che cos'è un fondo storico e qual'è l'ordinamento legislativo alla base per la tutela di questo tesoro culturale. Entrando nel vivo dell'analisi, sono stati esaminati i libri raggruppandoli secondo le annate di pubblicazione e cercando di dare sia un ordine dei periodi e dei generi che di interpretare statisticamente gli elementi che risaltano, accomunano e che caratterizzano l'evoluzione del libro per fanciulli. Tra i vari generi che si sono evoluti e sono emersi dal Fondo Storico esaminato, si passa all'analisi del più antico e intramontabile genere letterario: la fiaba. Tutti gli aspetti e tutte le forme del genere letterario considerato vengono esaminati a partire dalla struttura, attraverso le riflessioni e gli studi di diversi autori, fino ad arrivare al modello fiabesco presente nella nostra letteratura contemporanea per ragazzi. Dall'analisi del Fondo Storico è emerso che la fiaba è tra i generi più fortemente presenti e che numerosi sono gli autori italiani che con le loro opere hanno contribuito ad arricchire questa categoria. Tra i tanti autori risalta però all'interno dello stesso, in modo marcato, il fiabista danese Hans Christian Andersen. Numerose sono le sue opere all'interno del Fondo Storico di Ortona ed è opportuno notare come in esso non troviamo solo le più famose e conosciute, (La sirenetta, Pollicina, La regina delle nevi), ma anche alcune più rare e meno note ai lettori non per questo meno degne di rilevanza (Gianni il babbeo, Lo scellino di bronzo). Osservando questa caratteristica è nato spontaneo il desiderio di concludere il mio percorso di studio con l'approfondimento e la conoscenza di questo famoso scrittore di fiabe la cui malinconica vita è risultata sorgente viva per la produzione delle innumerevoli fiabe e personaggi presenti in esse. Osservando anche come diversi illustratori nel corso del tempo hanno dato forma a personaggi anderseniani contribuendo, con le loro arti, ad arricchire l'immaginario dei grandi e dei più piccini. Durante lo svolgimento di questo mio studio sono emersi tanti spunti di riflessione che sono diventati guida per lo svolgimento della ricerca stessa. Nel seguente lavoro, si cerca di rispondere ad alcuni interrogativi: in un periodo come il nostro in cui sembra che il libro elettronico finisce per imporsi sempre di più a spese del libro stampato cos'è che fa muovere collezionisti, studiosi, bibliofili a preservare il libro tradizionale? L'attenzione verso un Fondo Storico, come quello della Biblioteca Comunale di Ortona, che utilità ha per le generazioni future? Capitolo primo FONDI RARI E DI PREGIO: IL FONDO STORICO 1 Fondo storico bibliografico Per rispondere in modo adeguato ed esauriente alla domanda che cos'è un fondo storico dobbiamo far riferimento al articolo 10 della legge del 6 Luglio 2002, n.137 nella quale vengono definiti in modo accurato ed esauriente i beni culturali e la loro disposizione in materia di tutela. Come beni culturali vengono considerate le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Nello specifico fanno parte della categoria, gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico1. Con la seguente legge il Ministero, con il concorso delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali, assicura la catalogazione dei beni culturali e coordina le relative attività, con la collaborazione delle università, concorrono alla definizione di programmi concernenti studi, ricerche ed iniziative scientifiche in tema di metodologie di catalogazione e inventariazione2. I beni culturali sono patrimonio dell'umanità ed è proprio per questo motivo che è importante garantire una idonea e adatta conservazione e catalogazione di questi beni rari e di pregio. Prendendo in esame nello specifico i fondi storici librari rari e di pregio, dobbiamo avere come punto di partenza il termine conservazione, riferito ai materiali di biblioteca, per capire bene tutte le attività gestionali, amministrative, finanziarie e di personale necessarie alla tutela delle raccolte di biblioteca. Il documento IFLA distingue i termini patrimonio culturale e conservazione, impiegando per il primo caso il termine restauro, mentre per il secondo preferisce utilizzare il termine conservazione3 Conservazione, significa predisposizione di un appropriato livello di sicurezza e di controllo ambientale, nonché di gestione dei depositi, di cura e di trattamento, che servirà a rallentare nel tempo il deterioramento4. 1 Si veda il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (decreto legislativo ai sensi dell'articolo10 della legge del 6 Luglio 2002 n 137 Art. 2. 2 Ibid. Art 17 3 Si veda Carlo Revelli, Prefazione: sui significati della conservazione, in Principi dell' IFLA per la cura e il trattamento dei materiali di biblioteca, a cura di Edward P. Adcock, Associazione Italiana Biblioteche, Roma, 2005, pp.17e s. 4 Ibidem. Per quanto riguarda il restauro è stato escluso dal documento IFLA, poiché mentre numerose operazioni di conservazione possono essere effettuate anche da personale non specializzato, il restauro è competenza solo di professionisti qualificati con materiali e attrezzature specifiche. Il tipo di biblioteca e l'uso che ne viene fatto influiscono sulle necessità di conservare le sue raccolte. Le esigenze di conservazione di una biblioteca locale di pubblica lettura sono diverse da quelle di una biblioteca nazionale, anche se entrambe sono tenute a conservare e rendere disponibili le proprie raccolte. Sul piano economico, le biblioteche non possono permettere in alcun modo che il proprio materiale si deteriori nel tempo. La sostituzione del materiale, anche se possibile, è costosa. Ma cosa conservare? Bisogna definire le priorità in ambito di conservazione. Tale selettività deve essere ben presente nella politica di una biblioteca, se si devono assumere in modo adeguato le responsabilità degli utenti futuri. Non tutto il materiale librario può giustificare specifiche attenzioni, nel senso di essere collocato in apposite custodie o immagazzinato in specifiche condizioni ambientali, ma tutto dovrebbe essere protetto contro danni di vario genere5. Abbiamo quindi bisogno di indicatori per la valutazione il materiale librario così da poterlo catalogare e conservare in modo quanto più adeguato e costituire un fondo storico. E' necessario poter distinguere: 1. le raccolte librarie prima del 1875, data convenzionale a cui si riferisce il regolamento per la tenuta di inventari topografici nelle biblioteche governative. L'analisi deve tener presente eventuali raccolte librarie o “pezzi” sottoposti a tutela, ritenuti rari e di pregio. 2. le raccolte librarie formatesi dopo il 1875, in questo caso la difficoltà di una valutazione unitaria è legata al diverso uso del materiale. In questo caso bisogna effettuare una valutazione del materiale con criteri di misurazione quantitativa lineare delle scaffalature, escludendo tutte quelle unità che, per ragioni bibliografiche particolari, è necessario considerare separatamente. La valenza culturale delle collezioni è data oltre che dalla legge n. 1089 del 1939, anche dagli elementi esplicitati nel D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei Beni culturali e del paesaggio, che reca la procedura per la verifica di un bene di carattere culturale. Possiamo riconoscere elementi che consentono di orientare il giudizio di valutazione di una biblioteca o raccolta o fondo, anche se è del tutto arbitrario ritenere di predisporre strumenti certi, adeguati e in grado di rilevare in modo univoco e comparabile il materiale librario interessato. Detto questo,
Details
-
File Typepdf
-
Upload Time-
-
Content LanguagesEnglish
-
Upload UserAnonymous/Not logged-in
-
File Pages229 Page
-
File Size-