Corso Di Laurea Magistrale in Storia Delle Arti E Conservazione Dei Beni Artistici

Corso Di Laurea Magistrale in Storia Delle Arti E Conservazione Dei Beni Artistici

Corso di Laurea magistrale in Storia delle arti e conservazione dei beni artistici Tesi di Laurea ―IL CONTRARIO‖ LA MOSTRA DI CA‘ PESARO DEL 1913 E IL CONTESTO ITALIANO Relatore Prof. Nico Stringa Correlatore Professoressa Stefania Portinari Laureando Viviana Pongan Matricola 831805 Anno Accademico 2014 / 2015 ―IL CONTRARIO‖ LA MOSTRA DI CA‘ PESARO DEL 1913 IL CONTESTO ITALIANO INDICE Introduzione p. 6 -1- La Mostra di Ca’ Pesaro 1908-1913 p. 10 Il lascito di Felicita Bevilacqua La Masa e la precedente donazione Querini Stampalia p. 10 La Galleria Internazionale e l‘Opera Bevilacqua La Masa p. 12 -2- Mostre giovanili in Italia all’inizio del 900 p. 24 a) La ―secessione romana‖: il travagliato itinerario di una politica espositiva p. 24 b) I movimenti artistici a Napoli tra ‗800 e ‗900 p. 33 c) La Prima Esposizione Giovanile Napoletana del 1909 p. 35 d) Le Esposizioni del Comitato nazionale artistico giovanile - 1912 – 1913- p. 41 e) La prima Mostra Giovanile del 1912 a Napoli p. 48 f) I futuristi e la secessione romana p. 62 g) Il Futurismo a Napoli nei primi anni del ‗900. p. 75 -3- La Mostra di Cà Pesaro del 1913 p. 94 -4- Lido di Venezia – La Mostra dei rifiutati 1914 p. 114 -5- La stampa e la critica d’arte: p. 126 -6- Il Contrario p. 152 Breve cronistoria del ritrovamento -7- Conclusioni p. 170 Appendice p. 176 Arturo Malossi : intervista al nipote Eraldo Malossi p. 176 In La Nuova di Venezia e Mestre p. 180 Tabelle riassuntive artisti espositori/opere p. 181 Bibliografia p. 189 Sitografia p. 193 INTRODUZIONE Il foglio unico ―Il Contrario‖1 fu stampato, come spiegherò in seguito nella presente trattazione, in un anno, il 1913, cruciale e molto importante, come risaputo, naturalmente per l‘arte europea ma anche e soprattutto veneta e veneziana; fu anche l‘anno in cui ebbe luogo l‘ottava ed ultima mostra, dei giovani artisti di Cà Pesaro, prima della Grande Guerra. Questo foglio da un secolo era scomparso; il suo ritrovamento, opera della scrivente, risale al 27 gennaio 2014 ed ebbe luogo presso l‘archivio della Fondazione Giuseppe Mazzotti di Treviso; da qui nasce la ricerca, fatta sulla mostra sopra indicata, su altre due importanti mostre coeve tenutesi a Roma e Napoli, con riferimento al movimento futurista, ed alla Mostra dei rifiutati dalla Biennale di Venezia che si tenne nel 1914 al Lido di Venezia; mostra di cui giusto lo scorso anno si è celebrato, con un convegno, il centenario, appunto, nello stesso hotel in cui ebbe luogo l‘esposizione 100 anni fa. Come risaputo, su gran parte di questi eventi artistici esiste una nutrita bibliografia, si è quindi deciso di approfondire questi argomenti attraverso la consultazione dei giornali e delle pubblicazioni coevi alle manifestazioni prese in considerazione. Ne seguì una selezione ragionata atta a circoscrivere l‘area di ricerca restringendola agli argomenti che, oltre al foglio unico ―Il Contrario‖, rappresentano il focus di questo lavoro, ossia, la mostra dei giovani artisti di Cà Pesaro del 1913, e la Mostra dei rifiutati dalla Biennale veneziana del 1914. Pubblicazioni come: La Riscossa, Il Gazzettino, la Gazzetta di Venezia, La Difesa, reperite presso l‘archivio Comunale della Celestia a Venezia, ed Emporium, si sono rivelate essere fonti preziose; ricche di notizie, commenti, e polemiche, come, appunto, quelle sorte intorno alla Mostra capesarina del 1913. 1 Gli artisti ribelli di Ca' Pesaro in "Il Contrario"- Da ―La Nuova di Venezia e Mestre‖, 11.02.2014, pag. 37- ―A seguito della giornata di studi che nel dicembre scorso è stata dedicata, dall'Università Ca' Foscari, alla Mostra di Ca' Pesaro del 1913, una laureanda in Storia dell'Arte Contemporanea, Viviana Pongan, ha rinvenuto tra le carte del critico e saggista Giuseppe Mazzotti a Treviso l'unico esemplare finora noto della rivista letteraria "Il contrario", un numero unico del quale si conosceva l'esistenza ma che nessuno a memoria d'uomo aveva potuto consultare, dedicato da un anonimo estensore agli artisti di Ca' Pesaro. È una piccola-grande scoperta, che getta nuova luce su un momento cruciale dell'arte d'avanguardia veneziana e che consente di conoscere meglio quel frangente ricco di promesse e anche di polemiche, quando si arrivò ad uno scontro aspro anche con l'Amministrazione Comunale che decise di chiudere provvisoriamente le mostre dirette da Nino Barbantini. Una mostra che fa scalpore perché artisti che figurano nella Biennale "chiedono di poter esporre d'allora in poi tra i vivi di Ca' Pesaro invece che tra i morti dei Giardini". Leggere oggi "Il contrario" ci riporta indietro di un secolo e rende possibile spingere in avanti gli studi e le ricerche che un gruppo di giovani studiosi, coordinati dal professor Nico Stringa, renderà pubblici prossimamente con la pubblicazione degli atti del convegno cafoscarino del 2013. La stagione migliore di Gino Rossi, di Tullio Garbari, di Ubaldo Oppi, di Arturo Martini (del quale è pubblicata una incisione inedita) e di tanti altri giovani come Ascanio Pavan, Arturo Malossi e Luigi Scopinich, torna a parlarci da un documento che ha tutta la freschezza dell'arte nuova che quegli artisti stavano sperimentando un secolo fa. «Il pubblico intelligente e avido sensazioni nuove - esordisce infatti l'articolo di apertura della rivista, offerta all'epoca al costo di due soldi - si fermerà senza dubbio intorno ad alcuni artisti, i quali in questa mostra di Ca' Pesaro, per il numero delle opere e per il loro significato vengono a dimostrare che esiste in Italia una nuova corrente d'arte, e sopra tutto una nuova orientazione dello spirito in alcuni giovani artisti». E più avanti descrive una delle sculture di Arturo Martini esposta nell'occasione, che «ha guancie liscie, occhi grandi, bocca piccola e provocanti i baci». 1 6 Si sono rivelate inoltre fondamentali, come fonti per la presente trattazione, le pubblicazioni di Nico Stringa citate nella bibliografia del presente lavoro; in modo particolare, a proposito della ―Secessione Romana‖, il catalogo della Mostra tenutasi a Roma nel 20142. E‘ noto, inoltre, che le manifestazioni capesarine ebbero luogo grazie alla lungimiranza, alla generosità, ed all‘intelligenza della nobildonna Felicita Bevilacqua La Masa che, con il suo sostanzioso lascito e le sue espresse volontà testamentarie, ha aperto un universo di opportunità ai giovani artisti veneziani, e non solo, che altrimenti ne sarebbero rimasti esclusi. Una donna che, in un‘epoca in cui alle donne era riservato ben altro destino, si è imposta in un ambito prettamente maschile che ha dovuto chinare il capo di fronte a tanta determinazione, forza d‘animo e amore per l‘arte e per i giovani artisti. Un‘intelligenza che ha saputo guardare lontano, oltre la miopia di molti, troppi, che faticavano ad uscire dal pantano dell‘immobilismo ottocentesco. Ingessati in un abito mentale rigido e supponente, si opponevano al cambiamento dell‘arte, a quel vento di cambiamento che stava da tempo spazzando la vecchia Europa; le secessioni premevano alle porte, rifiutarle non fu produttivo, e presto divenne chiaro ai più anche nell‘ambiente veneto e veneziano. Il futurismo, fenomeno artistico, letterario e culturale, aveva contribuito ad aprire le porte al nuovo; ed aveva sollevato un acceso dibattito nel mondo dell‘arte, scuotendo così dal torpore quanti si erano sopiti nella beata convinzione di ―gattopardesca‖ memoria che recita più o meno così: lasciare che tutto cambi in modo che tutto rimanga com‘era. Nulla fu più come prima, infatti, non solo il futurismo ma l‘eco delle avanguardie artistiche che da tempo si andavano imponendo a soprattutto a livello europeo, Francia, Germania e Austria su tutte, furono per i giovani di Cà Pesaro la fonte nuova cui attingere e lo specchio in cui vedere riflesse le loro aspirazioni ed il loro desiderio di esprimersi fuori dagli schemi, nella sperimentazione di un mondo che aveva il sapore dolce della libertà. Molti di loro quindi andarono all‘estero per toccare con mano quello stile nuovo che aveva come punto di riferimento principale i linguaggi modernisti che si andavano diffondendo, appunto, e presentati alle grandi manifestazioni come ad esempio i Salon di Parigi o le esposizioni delle secessioni di Monaco e Vienna e, pur se più di rado, anche nelle Biennali a Venezia. Rossi e Martini, ad esempio, furono presenti al Salon d‟Automne di Parigi del 1912, motivo per cui non presenziarono all‘edizione dello stesso anno della Mostra di Cà Pesaro. In riferimento al numero unico ―Il Contrario‖, si rammenta che, per ovvi motivi, non vi è bibliografia in proposito; quanto riportato nel presente lavoro, nasce dall‘attenta lettura ed esamina dello stesso foglio; analisi che porta a rilevare che l‘estensore del foglio, fino ad oggi rimasto anonimo, fu uno solo, e non pare che vi abbiano contribuito i vari artisti. In secondo luogo si rileva che ―Il Contrario‖, più 2 Secessione e Avanguardia l‟arte in Italia prima della Grande Guerra 1905-1915, Catalogo della mostra, Mondadori Electa Spa, Milano 2014. 7 che ideato dal gruppo degli artisti trevigiani, sia il frutto delle riflessioni del nostro ―anonimo‖ sull‘attività dei giovani artisti di Cà Pesaro ed in particolare sulla loro posizione di ―dissidenti‖ nei confronti dell‘ufficialità ed autorità della Biennale veneziana. Torna utile sottolineare anche che, ―Il Contrario‖, viene dato alle stampe nel 1913 esattamente in concomitanza con la famosa e ―scandalosa‖ Mostra di Cà Pesaro che, come quelle che la precedettero fin dal 1908 e che poi la seguirono, suscitò grandi polemiche. Come già ampiamente detto, la Mostra del 1913 si distinse per lo scalpore suscitato, per il ―sapore di secessione‖ che portava con sé tanto che fu, tra l‘altro, tacciata di futurismo. Gli anni ai quali si è rivolta l‘attenzione nel presente lavoro sono, in particolare, il 1912-1913-1914, ricchi di fermenti da un punto di vista artistico in tutta Italia e non solo; si è focalizzato l‘attenzione sulle mostre d‘arte che si sono svolte appunto in quegli anni in Italia.

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