Gli Ordini Militari Di Savoia E D'italia

Gli Ordini Militari Di Savoia E D'italia

I Quaderni dell’Associazione Nazionale Alpini GLI ORDINI MILITARI DI SAVOIA E D’ITALIA Vol. 3 EDIZIONI A.N.A. © 2012 Associazione Nazionale Alpini www.ana.it ISBN 978-88-902153-3-9 E-book, I edizione, settembre 2012 I quaderni dell’Associazione Nazionale Alpini 3 GLI ORDINI MILITARI DI SAVOIA E D’ITALIA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI EDIZIONI A.N.A. Ricerche curate da Andrea Bianchi 2 OMS - OMI Premessa Nella Sede Nazionale dell’A.N.A. sono conservate, in un apposito quadro, le copie delle Onorificenze che, insieme alle Medaglie d’Oro del Labaro e del Medagliere, rappresentano il simbolo del massimo Valore Alpino. Questo ultimo volume ha richiesto un maggior lavoro di ricerca poiché le biografie di alcuni personaggi qui riportati sono quasi del tutto sconosciu- te. Il quadro appeso nella Sala del Consiglio nazionale di via Marsala a Milano, conserva 73 Croci che non riportano alcun nominativo, a differen- za delle Medaglie d’Oro conservate di Labaro e Medagliere. Ben più di 73 sono, tuttavia, gli alpini insigniti dell’Ordine Militare di Savoia e di Italia: da qui, dunque, è partito il lavoro di ricerca, lungo ed accurato, che nonostante gli sforzi, presenta ancora molte lacune dovute alla carenza di informazioni. Il punto di partenza è stato l’elenco nominativo degli Insigniti, suddiviso per periodo storico e per qualifica (Alpini/Artiglieri alpini insigniti in qua- lità di Comandanti Truppe Alpine – Alpini/Artiglieri alpini insigniti in qualità di Comandanti di altri Corpi. In pratica, l’analoga differenza fra le Medaglie d’Oro apposte sul Labaro e sul Medagliere), riportato nel libro Storia delle Truppe Alpine (III volume. Il Gruppo Decorati dell’Ordine Militare d’Italia a Roma ha fornito la fon- damentale documentazione: l’edizione completa ed aggiornata con le mo- tivazioni fino ai giorni nostri del Libro d’Oro, che con criteri scientifici e imprescindibili informazioni legislative e storiche, ha permesso di soddi- sfare pienamente le gravi mancanze. Non solo: si è potuto anche corregge- re e aggiornare l’elenco poco sopra citato, ammettendo che potrebbe esser- ci ancora qualche nominativo a noi sconosciuto. Ecco perché i curatori sono particolarmente grati al Gruppo Decorati dell’Ordine Militare d’Italia e al Gruppo delle Medaglie d’Oro d’Italia, già citato nei precedenti volu- mi. Si noti, inoltre, che in questo volume sono riportate solo le Decorazioni individuali e concesse in tempo di guerra, tralasciando le successive del periodo di pace. Questo poiché il carattere stesso dell’Onorificenza è per- 3 lopiù considerato come un “premio alla carriera militare”. I personaggi insigniti e qui descritti sono uomini “di un certo spessore storico” degni di essere ricordati (nel bene e nel male, compresi coloro i quali compirono certe azioni oggi quasi incomprensibili ai nostri occhi, soprattutto alla fine della Seconda Guerra Mondiale!). Alcuni sono fin troppo noti nella storiografia alpina e non solo, ma altri, purtroppo, sono stati totalmente dimenticati nel corso degli anni. Sfogliando “L’Alpino” delle annate ’60-’70, nella rubrica “Figure stori- che che scompaiono” generalmente curate dall’allora Direttore Aldo Rase- ro, abbiamo ritrovato molte delle biografie qui riportate, seppur succinte. Tuttavia in alcuni casi “L’Alpino” ha operato forme di censura (volute o no, è difficile dirlo), ora celando alcuni aspetti biografici, ora enfatizzan- done altri… fatto è che, nonostante l’impegno, di 25 personaggi (su circa 150) non si è riusciti a trovar notizie sufficienti a dare una completa bio- grafia, peccato! La speranza dei curatori è che le biografie di quei personaggi sommaria- mente delineati, vengano ampliate anche grazie alle segnalazioni dei letto- ri. Cenni Storici dell’Onorificenza e sua “attualità” Vittorio Emanuele I (1759 - 1824) istituì l'Ordine Militare di Savoia il 1 aprile 1815 con l'intento di creare un'onorificenza da conferire in sostitu- zione a coloro che, combattenti nelle armate italiane di Napoleone, avesse- ro ottenuta la Legion d'Onore oppure l'Ordine della Corona di Ferro per meriti militari. L’Onorificenza era legata ad alti meriti militari e conferita a soldati sem- plici o graduati che si fossero distinti "in battaglia, o in altro fatto di guer- ra" inizialmente suddivisi in: Milite, Cavaliere, Commendatore e Cavalie- re di Gran Croce. L'insegna consisteva in una croce sabauda, in argento per i Militi e d'oro per gli altri gradi, smaltata di rosso e bianco, contornata da un serto d'allo- ro smaltato di verde, sormontata dalla corona reale, e veniva conferita per- 4 sonalmente dal Sovrano alla presenza delle trup- pe schierate a rendere gli onori militari. I Militi la indossavano infilata in un nastro tur- chino ed appuntata sul petto, come i Cavalieri il cui nastro era caricato da una rosetta; i Commen- datori portavano la croce intorno al collo, mentre i Cavalieri di Gran Croce la indossavano penden- te da una sciarpa turchina portata a tracolla da destra a sinistra assieme ad una placca pettorale in argento con al centro uno scudo azzurro circo- lare sormontato dalla cifra aurea V.E. e circonda- to dalla dicitura Al Merito ed al Valore. Le concessioni dell'Ordine non si escludevano fra loro, ed era così possibile ottenere due Croci da Cavaliere o usare congiuntamente l'insegna di una classe con quella di grado superiore. Gli insigniti di medaglie al valore militare veni- vano d'ufficio iscritti nell'albo dell'Ordine e colo- ro i quali erano stati decorati dell'Ordine dei San- ti Maurizio e Lazzaro per azioni militari, poteva- no, a semplice domanda, essere autorizzati a portare anche la nuova insegna. Tale facoltà era inoltre prevista anche per gli insigniti della Le- Croce dell’OMS del 1815 gion d'Onore o dell'Ordine napoleonico della Corona di Ferro che fossero successivamente divenuti sudditi sabaudi ed avessero prestato servizio attivo nell'Armata Sarda. Nel 1833 il Re Carlo Alberto (1798 – 1849), riconosciuto che i titoli ri- chiesti per la concessione dell'Ordine Militare erano troppo severi, ristabilì di concedere Medaglie al Valore (Oro e Argento) in premio a generosi atti compiuti in guerra ed in pace da militari, cosicché l'Ordine cadde in disu- so, mentre agli ufficiali si continuò a concedere l'Ordine dei Santi Mauri- zio e Lazzaro. Nel 1855 Vittorio Emanuele II (1820 - 1878) decise di riprendere l'Ordine Militare di Savoia, quale massima ricompensa al merito da attribuire a coloro che al comando di qualsiasi unità operativa, si distinguessero per spirito d'iniziativa, perizia e valore. Con R.D. in data 28 settembre 1855 per i motivi esposti nella Relazione che accompagnò la proposta dello stesso decreto, si decise di ripristinare l’Ordine con una nuova riforma: «(..) Ma se le medaglie d'Oro e d'Argento al valor militare ripristinate da Carlo Alberto nel 1833 sono invidiato compenso agli atti di personale coraggio, non sembrano adeguato guider- 5 done alle ardite ed importanti azioni di guerra condotte nell'esercizio di alcun comando militare con forza più o meno grande. (...) Per altra parte non solo l'Ordine Militare di Savoia è caduto in dissuetudine, ma, come è costituito, offre difficoltà sovente insuperabili per ricompensare a tempo, né serve a premiare quei servizi, quantunque distintissimi, che un militare può rendere anche in tempo di pace". L'incarico di studiare una riforma dell'Ordine, su basi sostanzialmente nuove, fu affidato al Generale Giacomo Durando (1807 – 1894) che previ- de la concessione dell'Onorificenza a italiani e stranieri, per fatti di guerra, per azioni di carattere bellico del tempo di pace e per particolari beneme- renze o servizi resi all'Amministrazione militare. La scala gerarchica fu suddivisa nei gradi di Cavaliere, Ufficiale (per gli ufficiali generali e superiori), Commendatore di seconda classe (per i gradi superiori, a colonnelli e capitani di vascello), Commendatore di prima classe (poi in forza del decreto 28 marzo 1857 rinominato Grande Ufficia- le, genericamente destinato ad ufficiali generali ed ammiragli) e Cavaliere di Gran Croce (ad ufficiali generali e ammiragli comandanti in capo o di armate, in guerra). A partire dal 1859, poi, fu stabilito che il grado supe- riore sostituisse quello infe- riore. Anche l'insegna fu variata: la croce patente di smalto bianco con punte triangola- ri, filettata d'oro, ebbe al centro uno scudo rosso con il monogramma reale V.E. in oro, due sciabole incrociate e la stessa data del 1855; sul retro lo stemma sabaudo cir- condando dalla dicitura Al Merito Militare. La stessa croce, contornata da un serto di quercia e alloro, venne infi- lata in un nastro turchino con banda rossa centrale. La prima concessione delle croci al merito militare coincise con l'intervento piemon- Commendatore dell’OMS, fronte tese nella guerra di Crimea (1853 – 1856): in quell'occasione la Gran Croce fu concessa all'Imperatore Napoleone 6 III (1808 – 1873), al Generale Alfonso La Marmora (1804 1878, in qualità di capo del corpo di spedizione piemonte- se), al Maresciallo di Francia Aimable Jean Jean Jacques Pélissier (1794 – 1864) ed al Generale Giacomo Simpson (1792 – 1868, comandanti d'armata allea- ti). L'onorificenza poteva anche essere conferita "sul campo" dal Comandante superiore sia al militare proposto sia alla Bandiera di reparti distintisi nel corso di azioni collettive, in forze non inferiori al reggimento. Un caso a parte riguarda la concessione, nel 1877, della Croce di Ufficiale per militari benemerenze nella campagna d'Italia meridionale al Deputato France- sco Crispi (1819 – 1901) unico civile ad esserne stato Decorato. Dopo la Prima Guerra Mondiale furono decorati interi reparti di truppe combat- tenti. L'Arma di Fanteria ebbe la Croce di Cavaliere con decreto del 5 giugno 1920, ed in conseguenza furono autoriz- zate a fregiarsi dell'insegna le Bandiere Ufficiale dell’OMS, recto di 237 Reggimenti di Fanteria, 21 Reggi- menti Bersaglieri e 9 Reggimenti di Alpini.

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