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1 I 00 u u JAZZ A BERGAMO DAGLI ANNI TRENTA AGLI ANNI SETTANTA u w 2 ARCHIVIO STORICO BERGAMASCO Nuova Serie n. 2 Maggio-Agosto 1995 edizioni junior ARCHIVIO STORICO Rivista quadrimestrale BERGAMASCO del Centro Studi “Archivio Bergamasco ” Nuova Serie n. 2 via Antonio Locatelli 62 Maggio-Agostol995 24121 Bergamo telefono 035.270058 Direttore Direttore responsabile Giulio Orazio Bravi Susanna Pesenti Comitato di Redazione Autorizzazione del Tribunale di Bergamo Claudio Calzana n. 3 del 30.1.1981 Natale Carra Sergio Del Bello Cesare Giampietro Fenili Mauro Gelfì Questo numero ,£ 26.000. Paola Grillo L’abbonamento per l'anno 1995 (tre numeri) Fabio Luini è di £ 70.000 da versare con assegno non trasferibile Giorgio Mangini oppure sul ccp 11817244, intestato a: Paolo Oscar Edizioni Junior srl Antonino Piscitello indicando la causale: Matteo Rabaglio abbonamento 1995 a ' Archivio Storico Bergamasco '' Mario Suarcti Andrea Zonca A m m i n istruzione Progetto grafico Edizioni Junior srl Maria Rosa Arau via Pescaria 32 Revisione grafica, 24123 Bergamo impaginazione tei. 035.235581 - fax 035.236322 ed editing Serena De Santis Fotolito Fotoincisione 2000, Gode jMfc BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO Stampa DELLA PROVINCIA DI BERGAMO Corgraf, Gorle Si ringraziano le Edizioni Bolis Il Centro Studi “Archivio Bergamasco " per averci gentilmente concesso ringrazia le Banche di Credito Cooperativo la riproduzione gratuita della Provincia di Bergamo di alcune fotografie per il contributo a sostegno appartenenti al loro Archivio. delle proprie attività. s O M M A R I O LA RICERCA 4 Barbara Carissoni Il sistema carcerario a Bergamo IN ETÀ NAPOLEONICA 18 Riccardo Schwamenthal Jazz a Bergamo. Ricordi testimonianze documenti DAGLI ANNI TRENTA AGLI ANNI SETTANTA IL DOCUMENTO 59 Giosuè Bonetti La rivoluzione dall’alto NELLE NOTE DI MICHELE BlGONI LE FONTI 71 Fabio Luini e Nino Piscitello Le carte dell’assistenza. Documenti bergamaschi a Milano IMMAGINI E IMMAGINARIO 79 Giosuè Bonetti e Matteo Rabaglio Il teatro dell’aldilà. Le anime purganti DISCUSSIONI 96 a cura di Natale Carra e Mario Suardi . Istituzioni e Memoria. BILANCIO E PROSPETTIVE LOCALI L’EVENTO 105 Giulio Orazio Bravi Tesori miniati. Codici e incunaboli di Bergamo e Brescia ESPOSIZIONI & LETTURE 120 I Colombo: arte e tecnologia, due diversi incontri (Francesca Buonincontri) • Oltre il com­ passo. La geometria delle curve (G. M.) • Bergamo: piani e progetti (Carlo Salon) • Il Monastero di Pontida tra Medioevo e Rinascimento (A. Z.) • Ciserano: il paese, la sua gente, la sua stona (P. G.) • Boschi miniere forni. Culture del lavoro nelle valli bergama­ sche e bresciane (M.S.) • La Resistenza in valle Brembana (Alex Pirastu) C R O N A C A 125 a cura di Paolo Oscar, con la collaborazione di Sergio Del Bello, Daniele Pelandi, Monica Resmini L A RICERCA IL SISTEMA CARCERARIO A BERGAMO IN ETÀ NAPOLEONICA di Barbara Tra il 1797 e il 1813 l’ordinamento penitenziario di Bergamo Carissoni subisce notevoli mutamenti, sotto la spinta delle concezioni politiche e dei nuovi ordinamenti amministrativi della Rivolu­ zione. Il nuovo Stato centrale ha necessità di un più efficace controllo sociale. Cresce la popolazione carceraria, mutano le modalità dell’assistenza ai reclusi, si procurano nuovi spazi per le carceri ristrutturando gli edifici di conventi soppressi. Nel periodo della dominazione veneta a Bergamo, durato oltre tre secoli e mezzo, le prigioni della città, di proprietà comunale, erano situate in Piazza Vecchia al pianterreno di un fabbricato esistente nei pressi della Torre Civica (fig. 1), vicino al Palazzo della Ragione."’ In queste prigioni si rinchiudevano tutti i colpevoli di reati comuni, senza alcuna distinzione tra condannati e imputati in attesa di giudizio. I prigionieri politici, invece, venivano condotti nella cappella di Santa Maria Maddalena, nel forte di San Vigilio, e i contravventori agli ordini fiscali si mandavano nella torre di Cittadella, detta Torre Beccherina. Solo i colpevoli di alto tradimento o di gravi misfatti venivano trasportati direttamente alle carceri di Venezia.<2) Questa semplice articolazione del sistema carcerario venne messa in I. ’età napoleonica è discussione dalle vicende belliche della fine del XVIII secolo, che porta­ caratterizzata rono all’instaurarsi dei governi rivoluzionari e napoleonici. Infatti, in dall’aumento degli seguito al continuo aumento della criminalità, del vagabondaggio e della arresti, dovuto sia alla mendicità - aumento legato in parte alla diffusione del pauperismo e maggiore severità delle della disoccupazione tra le masse popolari - e per l’intransigenza delle nuove leggi penali, sia leggi penali napoleoniche, volte a prevenire e a reprimere ogni causa di alla crescita dei reati e disordine pubblico, il numero degli arresti crebbe notevolmente, al del vagabondaggio, punto che la capienza delle carceri cittadine divenne presto insufficiente. effetto di povertà e Il problema di ricercare nuovi locali in grado di accogliere la sovrabbon­ disoccupazione. dante popolazione carceraria potè risolversi allorché il processo di sop- 4 pressione delle corporazioni religiose, già in atto su tutto il territorio 1 - Bergamo: scorcio di nazionale a partire dalla seconda metà del XVII1 secolo, ma ampliatosi in Piazza Vecchia; sotto le scale che portano al salone età napoleonica, mise a disposizione dello Stato i beni appartenenti agli del Palazzo della Ragione vi (3) enti ecclesiastici, dichiarandoli “beni nazionali”. era l’ingresso alle carceri Tale eredità patrimoniale, che consisteva essenzialmente in antichi edifici antiche; è la prima apertura, ove è appoggiata allo stipite conventuali, fu infatti destinata ad usi civili dalla legge 15 messidoro una persona (inizio anno VI (3 luglio 1798), che ordinò di utilizzare i fabbricati per collocarvi Novecento, archivio "tutte le case di forza e custodia, i tribunali d’ogni classe, le pubbliche fotografico Domenico Lucchetti). autorità, i quartieri ed offici per la guardia nazionale, come pure tutti gli stabilimenti di pubblica istruzione e gli istitutori posti alla direzione delle scuole primarie».(4) Nel 179B per disposizione La separazione tra condannati di legge i detenuti e reclusi in attesa di giudizio condan nati vengono A Bergamo, fra i numerosi edifici sottratti agli ordini regolari, il Direttorio separati da quelli in esecutivo della Cisalpina stabili di destinare a carcere l’ex convento di attesa di giudizio. Sant’Agata (figg. 2 e 3, alla pagina che segue), che fino al 1797 era ap­ A Bergamo si destina ai partenuto alla Congregazione dei Chierici regolari detti Teatini. (5) Nel primi l’antica prigione 1799 la parrocchia annessa al convento, e fino a due anni prima gestita di Piazza Vecchia, ai dagli stessi Teatini, fu trasferita nella Chiesa del Carmine(6) e l’intero com­ secondi l’ex-convento di plesso monastico venne messo a disposizione dello Stato. Sant'Agata. 5 i ? ■ ' q ■ 1| | 2-3 — Bergamo: ex convento In adempimento della legge 5 fruttidoro anno VI (22 agosto 1798), che di Sant’Agata, fronti del cortile interno. Il complesso con l’intenzione di porre fine all’indistinta carcerazione dei prigionieri conventuale, eretto dai ritenne opportuno distinguere le case di semplice custodia ed arresto Teatini nella prima metà del degli inquisiti dalle case di detenzione dei condannati,(7) si stabili di uti­ Seicento, è stato adibito a carcere dal 1797 al 1977 lizzare le nuove carceri di Sant’Agata per collocarvi gli imputati in attesa (inizio Novecento, Archivio di giudizio. fotografico D. Lucchetti). Le antiche prigioni di Piazza Vecchia, invece, avrebbero d’ora in poi ospi­ tato solo i detenuti già condannati ad espiarvi la loro pena, o in attesa di essere trasferiti ad altro luogo di detenzione. Infatti, a partire dagli ultimi decenni del XVIII secolo, periodo in cui si accelerò il processo di transi­ zione verso una penalità incentrata unicamente sulla detenzione, vennero istituite su tutto il territorio nazionale apposite case di pena in cui i crimi­ nali avrebbero espiato specifiche condanne mediante la privazione della Oltre al carcere come libertà e l’imposizione della disciplina e del lavoro. Le carceri giudiziarie misura cautelare e dei dipartimenti italiani vennero invece destinate ai detenuti condannati a repressiva, si diffonde pene di breve durata, i quali, a loro volta, avrebbero dovuto essere sepa­ l’uso della carcerazione rati da coloro che attendevano il giudizio. come difesa preventiva Nella provincia orobica, oltre alle carceri cittadine di Sant’Agata, si scelse­ dagli emarginati: oziosi, ro alcuni locali in ogni Comune del Dipartimento del Serio che fosse mendicanti, vagabondi. sede di pretura e li si adattò a fungere da luogo di custodia provvisoria 6 L A RICERCA 4 COMUNE CELLE DESTINAZIONE CAPACITA DELLE MEDESIME Almenno 2 • a custodia, comuni • a carcere semplice • una larga braccia* 7 e lunga 8 • I’ altra più piccola Breno 7 • a custodia, 2 comuni e 5 segrete • quaranta detenuti a carcere semplice Caprino 2 •a custodia, comuni • lunghezza: braccia 8 2/4 • larghezza: braccia 6 2/4 • a carcere semplice • altezza: braccia 7 Clusone 2 • a custodia, comuni • a carcere semplice • dodici detenuti circa Edolo 4 • a custodia, 2 comuni e 2 segrete •tre detenuti in due di esse • rispettivamente quattro • a carcere semplice e otto detenuti nelle altre due Gandino 4 • a custodia, 2 a pianterreno e 2 superiori • tre detenuti per ogni segreta • 3 segrete e 1 comune • otto per la comune Martinengo 5 • 3 a custodia, 2 a pena • 3 a carcere • quattro-cinque detenuti in 4 di esse semplice
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