L'olio Del Granduca, Le Galline Per Il Patriarca E L'ingenuo Polacco

L'olio Del Granduca, Le Galline Per Il Patriarca E L'ingenuo Polacco

02 41 L’olio del The analysis of several unpublished letters by or to Paolo Paruta (1540-1598) could be very useful to revalue this underrated Venetian Granduca, le political writer, author of the dialogue Perfettione della Vita Politica galline per ('About Perfection of Political Life’) and Ambassador for the Republic of Venice at the Papal Court (1592-1595). In fact, these letters shed il Patriarca some light on the daily life of Paruta’s political praxis: his travels, e l’ingenuo his duties as ambassador, his relationships with foreign sovereigns and with Venetian fellow citizens, his growing reputation; thanks to Polacco:nuove them, we could understand why Ugo Foscolo wanted Paruta to be lettere per studied in university courses as politico pratico. Some other letters (such as the one about the dedication of Discorsi Politici’s first l’epistolario di edition, 1599), written by Paruta’s brother and sons, proof the hard e su economical situation of the ambassador’s heirs after Paolo’s death. In the last part of the essay there’s an analysis of a passage of a letter Paolo Paruta by Polish political writer Krzysztof Warszewicki about the project of a (1595-1602) Latin translation of Paruta’s political work: then comes a comparison between Warszewicki’s and Paruta’s political thought. Marco Giani Ricercatore indipendente Dottore di ricerca Università Ca’ Foscari [email protected] Introduzione che giacciono spesso ancora inedi- Stilando nel 1817 una memoria te nelle biblioteche e negli archivi dal titolo Stato politico delle Isole della Penisola: in particolare, sono Jonie, Ugo Foscolo proponeva un da riscoprire la concreta biografia suo personale elenco degli autori politica di questo scrittore e i molte- più illustri che avrebbero dovuto plici rapporti che seppe intrecciare essere studiati in quella Universi- con potenti e letterati negli ultimi tà jonia che egli vagheggiava: fra vent’anni del Cinquecento. In que- i Politici pratici moderni di lingua sta direzione va l’edizione delle 17 italiana, l’autore dei Sepolcri indi- lettere poste in appendice al presen- cava Niccolò Machiavelli, France- te lavoro3. Solo in questo modo si sco Guicciardini, Paolo Sarpi e Pa- potrà finalmente togliere il Paruta olo Paruta1. dalla polvere del palchetto degli Se i primi tre nomi risultano statisti della biblioteca di don Fer- ancora oggi ben conosciuti dagli rante dove l’aveva collocato Man- studiosi di letteratura italiana, non zoni4, riportandolo al più adeguato così il quarto. Eppure Paolo Paruta luogo pensato per lui da Foscolo, (Venezia, 1540-1598), Storiografo che non a caso lo posizionava en- Pubblico della Repubblica di Ve- tro il gruppo dei Politici pratici, il nezia e suo Ambasciatore ordinario cui pensiero teorico cioè non era di- presso papa Clemente VIII dal 1592 staccato da una effettiva pratica (a al 15952, è figura da riscoprire sotto livelli diversi, e con modalità assai molteplici punti di vista, da quel- differenti fra di loro) della macchi- lo più propriamente politologico na statale. a quello linguistico. Tale riscoper- ta, tuttavia, non potrà che fondarsi Le lettere durante su uno studio più serio delle fonti, l’ambasciata romana Lettere e Linguistica 02 42 Apre il corpus dei testi presentati in ap- sta in realtà rassicurando un signore italiano pendice un gruppo di tre lettere del fratello circa la benevolenza di Venezia, all’interno di Paolo Paruta, Andrea, al conte veronese di una politica più ampia di concordia fra gli Antonio Serego. Già a fine Ottocento Giu- Stati italiani, al momento sotto il calcagno seppe Biadego aveva pubblicato il carteg- spagnolo15, così da «potere più facilmen- gio pluridecennale fra Paolo Paruta e i vari te camminare a questo rettissimo fine della componenti della famiglia Serego5, dando concordia e della pace»16. tuttavia l’impressione che il fondo tuttora La quinta e la sesta missiva sono invece conservato presso la Biblioteca Civica di Ve- da leggere internamente al mondo venezia- rona fosse limitato ai documenti del solo Pa- no. Scrivendo con molta probabilità a com- olo, per quanto riguardava la parte dei Paru- ponenti della famiglia Donà (se non proprio a ta. Esso è, al contrario, più ampio, visto che Leonardo Donà stesso17), Paruta risponde ad comprende per l’appunto queste lettere di una fra le moltissime richieste di intercessio- Andrea, di Giovanni (il primogenito di Pao- ne presso le autorità ecclesiastiche romane lo)6 e di Marietta (la moglie di Paolo, nonché che egli, in quanto rappresentante ufficiale madre di Giovanni)7. Al trasferimento di Pa- della Serenissima nella Città Eterna, doveva olo a Roma, per l’ambasceria presso la corte di continuo ricevere da parte dei propri con- pontificia, Andrea si pone come figura riferi- cittadini. In questo caso gli viene richiesto di mento per l’intera famiglia8. Le lettere danno intercedere presso il Cardinal Cusano (cioè conto della gestione della vendita di uno dei il milanese Agostino Cusani, all’epoca cardi- due cavalli corsieri, di razza frisona, che il nale protettore dei frati conventuali18) prima neo-eletto ambasciatore a Roma, trovandosi di tutto perché vada in buon porto l’apertura ancora capitano a Brescia9, voleva vendere, di una strada per Chiesa di San Nicolò del- per evitare di portarseli nella Città Eterna10. li Frari, ossia l’oggi demolita San Nicolò La lettura delle missive di Andrea, scritte della Lattuga (detta anche San Nicoletto dei nello stesso periodo e allo stesso destinatario Frari), situata nel sestiere di San Polo19, e in (Antonio Serego), ci permette di apprezzare secondo luogo perché il Guardianato di San per differenza la proprietà linguistica del fra- Nicolò stesso sia reso perpetuo. Nella sua tello letterato Paolo: se l’italiano di quest’ul- missiva Paruta cita un altro personaggio, che timo risulta impeccabile anche nelle lettere chiama il Generale, da identificare con Filip- private, non si può dir lo stesso per quelle di po Gesualdi, generale del ramo dei conven- Andrea, piene ad esempio di ipercorrettismi tuali dell’Ordine dei Frati Minori dal 1593 sull’uso delle doppie o sulla lettera <h>11. al 1602, voluto da Clemente VIII per portare La quarta missiva qui presentata è inve- ordine fra le fila dei Francescani20; in questa ce autografa dello stesso Paolo Paruta, che e nella missiva successiva Paruta dice che scrive direttamente al Duca di Parma e Pia- il Gesualdi si trova in visita a Venezia: cosa cenza, Ranuccio Farnese, per ringraziarlo non improbabile, visto che egli passò quegli della visita tributatagli da Renato Borromeo, anni a visitare i vari conventi sparsi lungo allora rappresentante dei Farnese alla corte la Penisola. Riguardo la prima richiesta, Pa- di Clemente VIII12. Sua missione principa- ruta risponde che il Cusano ha già ordinato le a Roma era assicurarsi circa la confer- al Gesualdi l’apertura della strada, mentre ma pontificia sia del ducato parmense13, sia per la seconda l’ambasciatore ha trovato una (come rivelatoci nella Relazione dallo stes- netta opposizione: per questo invita il suo in- so Paruta) della carica di Gonfaloniere della terlocutore a chiedere ai Procuratori di San Chiesa14. La visita viene interpretata come Marco affinché ordinino ufficialmente (e non ulteriore prova della benevolenza dei princi- privatamente, come per questo scambio epi- pi di Parma nei confronti della Serenissima: stolare) di parlarne con Clemente VIII. Non per questo Paruta rassicura il Farnese circa trovando alcun riferimento alla questione il fatto che Venezia contraccambi tale sen- nei dispacci della legazione parutiana (nei timento. La lettera non è tanto significativa quali, pure, il Cusano è citato), dobbiamo per i contenuti formali, quanto per l’azione presupporre che il negozio sia stato lascia- politica sottesa: vediamo un Paolo Paruta to successivamente cadere; ciò che rimane che, in azione, con una semplicissima lettera interessante, tuttavia, è il trovarsi di fronte Lettere e Linguistica 02 43 ad una prima attestazione di rapporti (finora te in quel momento in città, perché impegna- sconosciuti) fra Paruta e la famiglia Donà21. to in alcune battute di caccia presso la Villa Medicea dell’Ambrogiana28 in compagnia di due cardinali, Alessandro Damasceni Peret- Le lettere di ritorno ti (detto il Cardinal Montalto) e Francesco dall’ambasciata romana Maria Bourbon del Monte (detto il Cardinal Un secondo gruppo di missive ci testi- Del Monte) 29. Secondo Giacomo Gerardo monia, invece, il ritorno di Paruta a Vene- (residente veneto a Firenze), il Granduca zia dall’ambasciata romana, nel novembre avrebbe anche voluto ritornare a Firenze per 1595. Mentre sul viaggio di andata dell’au- salutare di persona il Paruta, ma era stato im- tunno 1592 siamo ampiamente informati pedito dalle inclementi piogge di quei giorni: (grazie alle lettere dello stesso Paruta ad An- per questo, gli viene mandato incontro il ca- tonio e Federico Serego22), non erano finora valiere Belisario Vinta30. Segue una lode del disponibili documenti sul tragitto di ritorno, Paruta da parte del Granduca, la quale, per tanto più importante perché svolto nel mo- quanto apparentemente affettata, colpisce mento più critico della carriera dell’amba- per la sua generosità, come nell’immagine di sciatore. Paruta, infatti, tornava fra il plauso quella teoria di cardinali e di prelati che, tor- generale di tutti gli osservatori internaziona- nando a Firenze da Roma, non fa che parlar li, in quanto era riuscito, attraverso un lento bene dell’ambasciatore veneto. lavorìo durato anni, a convincere Clemente Si è poi conservato il dispaccio dello stes- VIII a perdonare e dunque ricevere nel seno so Paruta31, scritto a Firenze il giorno stesso della Chiesa Cattolica il Re di Francia, En- di quello del Gerardo, che non aggiunge nes- rico IV; per farlo, tuttavia, aveva dovuto ce- sun’informazione di rilievo: piuttosto, l’am- dere in parte alle pretese pontificie riguardo basciatore riconduce esplicitamente tutti gli i diritti giurisdizionali sulla diocesi alpina di onori personali che ha ricevuto al suo status Ceneda, facendo infuriare una parte del pa- di rappresentante della Serenissima, come triziato veneziano23.

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