M-Sto/08 Indice

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA – DIP. ITALIANISTICA SCUOLA DI DOTTORATO INTERNAZIONALE IN CIVILTÀ DELL’UMANESIMO E RINASCIMENTO XXII ciclo Chiara Benzoni Lo studio e la catalogazione delle carte di Paolo e Vitellozzo Vitelli conservate all’Archivio di Stato di Firenze Coordinatore: Tutors: Prof. Mariangela Regoliosi Prof. Leandro Perini Prof. Paolo Viti M-STO/08 INDICE PREMESSA PARTE I. INTRODUZIONE 1. Le carte di Paolo e Vitellozzo Vitelli...……………………….............p. 1 2. I Vitelli ed il loro “stato territoriale”.....................................................p. 8 3. Le lettere dei Vitelli come fonti documentarie dell’organizzazione militare rinascimentale…………………………………………...........p. 20 4. Paolo Vitelli e il rapporto con l’arte, le lettere, l’astrologia.......……...p. 38 5. Il rapporto con la classe dirigente fiorentina………………………….p. 69 II. SCHEDE CATALOGRAFICHE 1. Archivio di Stato di Firenze, Lettere varie, 5 (1497) .……………..p. 1 2. Archivio di Stato di Firenze, Lettere varie, 13 (1497-1498)..……p. 144 3. Archivio di Stato di Firenze, Lettere varie, 9 (1497-1499)............p. 255 4. Archivio di Stato di Firenze, Lettere varie, 3 (1498)......................p. 313 5. Archivio di Stato di Firenze, Lettere varie, 6 (1499)......................p. 714 6. Bibliografia.....................................................................................p. 964 III. APPARATI 1. Tavole di concordanze.....…………………………………………p. 1 2. Indice cronologico delle lettere.......………………………………p. 2 3. Indice dei nomi……………………………………………………p. 62 4. Glossario…………………………………………………………...p. 428 Premessa Oggetto principale di questo lavoro di tesi è la catalogazione delle carte di Paolo e Vitellozzo Vitelli, conservate all’Archivio di Stato di Firenze, nella raccolta Lettere varie. Tali carte, costituite principalmente da lettere scritte dai due condottieri umbri al servizio della Repubblica fiorentina, datate tra il 1497 e il 1499, sono note agli storici che si occupano della famiglia più illustre di Città di Castello, quella appunto dei Vitelli, ma anche di Niccolò Machiavelli e della storia di Firenze nel periodo savonaroliano. Gli unici studi specifici su questi documenti risalgono, però, alla metà dell’Ottocento e ai primi del Novecento. Giuseppe Canestrini ne inserì otto nella sua raccolta intitolata Documenti per servire alla storia della milizia italiana dal XIII secolo al XVI, pubblicata nel 1851: una piccola selezione tra quelle carte che lo studioso considerò “esemplari” per la conoscenza dell’arte della guerra nel Rinascimento.1 Dopo di lui, Giuseppe Nicasi, membro della Reale Deputazione per la Storia Patria dell’Umbria, trascrisse circa duecento missive dei Vitelli nell’appendice documentaria del suo libro dal titolo La famiglia Vitelli di Città di Castello e la Repubblica fiorentina fino al 1504, utilizzandole, insieme a numerosi altri documenti d’archivio, per ricostruire le vicende che videro protagonisti Paolo e Vitellozzo Vitelli durante la loro attività a servizio dei Fiorentini.2 Rispetto a questi illustri precedenti, il presente lavoro di tesi è consistito in uno studio sistematico di tutti quanti i documenti della raccolta, secondo i moderni metodi di catalogazione: le carte sono state descritte nella loro forma esteriore, regestate e commentate; si sono inoltre indicizzati tutti i mittenti, i destinatari, i personaggi citati nelle singole lettere. Solo in questo modo è stato possibile far emergere la quantità incredibile di informazioni contenute nelle missive, afferenti a diversi ambiti disciplinari: notizie storico-erudite riguardanti il territorio umbro e toscano, storia del costume, storia dell’arte e, soprattutto, informazioni di carattere storico-politico e dati riguardanti l’attività militare rinascimentale. Le schede catalografiche, che ammontano in totale a 759, si trovano nella parte II della tesi, divise per filze, disposte in ordine cronologico, seguite dalla bibliografia. Per realizzarle si è utilizzato il programma Manus dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, già ampiamente sperimentato dal Centro di Studi sul Classicismo, che da anni è impegnato in progetti di catalogazione di manoscritti autografi; pertanto, nell’impostazione della scheda catalografica si sono seguite le linee guida sottese ai precedenti lavori del Centro Studi, dando particolare importanza alla realizzazione dei regesti, ospitati nel campo “Argomento”, e ai commenti storici inseriti nel campo “Osservazioni”.3 Le schede catalografiche saranno 1 Documenti per servire alla storia della milizia italiana dal XIII secolo al XVI, Raccolti negli archivi della Toscana e preceduti da un discorso di G. CANESTRINI, presentazione della ristampa di L. TANZINI, Reggello (Firenze), Firenze libri s.r.l., 2007 (ristampa anastatica dell’edizione: Firenze, G. P. Viesseux, 1851. Del giudizio dello storico si parlerà più approfonditamente nel primo capitolo dell’Introduzione. 2 G. NICASI, La famiglia Vitelli di Città di Castello e la Repubblica fiorentina fino al 1504, Perugia, Unione tipografica cooperativa, 1916. Sull’approccio dello storico allo studio delle carte dei Vitelli si discuterà nel primo capitolo dell’Introduzione. 3 Cfr. R. CARDINI – M. REGOLIOSI, Dieci anni di attività del Centro Studi sul Classicismo, Firenze, Polistampa, 2003, pp. 253-259. Ai progetti conclusi sono stati dedicati dei Seminari di Studio, i cui atti sono in corso di pubblicazione: L’Archivio Vasari di Arezzo. Una catalogazione promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Centro Studi sul Classicismo, Arezzo, 21 dicembre 2005; L’«Archivio Storico Italiano» di Giovan Pietro Vieusseux. Censimento e regesto delle lettere 1841-1863, Prato, 29 febbraio 2008; Tra Umanesimo e Illuminismo. Il carteggio e lo Zibaldone di Lorenzo Mehus, Prato, 11 dicembre 2009. Sul programma Manus cfr. ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO UNICO DELLE BIBLIOTECHE ITALIANE E PER LE INFORMAZIONI BIBLIOGRAFICHE, Guida al software Manus, a cura di L. MEROLLA I pubblicate sul sito di Manus on line, dove accanto ad ognuna comparirà anche la riproduzione digitale del documento cui si riferisce. Per questo motivo i regesti sono stati concepiti come una sorta di lettura guidata e critica del testo originale, presentando tutta una serie di integrazioni volte a rendere chiari e comprensibili tutti, o quasi, gli argomenti trattati nella lettera: identificazione e normalizzazione dei nomi propri e di luogo, rimandi ad altre lettere della raccolta e a documenti di altri fondi archivistici, scioglimento di parti oscure del testo, ecc.4 L’utilizzo di Manus ha permesso la creazione in automatico di numerosi indici, il più corposo dei quali è quello dei nomi citati nelle carte, presentati nella parte III della tesi (tavola delle concordanze – indice cronologico dei documenti – indice dei nomi), ai quali si è aggiunto un glossario dei termini propri del linguaggio militare quattrocentesco, usati più frequentemente nelle lettere. La necessità, da una parte, di sciogliere alcuni nodi interpretativi dei testi e, dall’altra, di approfondire la ricerca su argomenti di particolare rilevanza storica, trattati in una lettera o in un gruppo di lettere correlate fra loro, ha comportato lo svolgimento di alcune ricerche, sia di tipo bibliografico, sia di tipo archivistico, che hanno fornito nuovi spunti di riflessione sul ruolo svolto da Paolo e Vitellozzo Vitelli, restituendone un ritratto, non solo come abili condottieri militari, ma anche come potenziali “signori” che miravano a crearsi una vero e proprio stato territoriale, come personaggi di rilevanza politica, al centro di rapporti diplomatici con i principali potentati italiani e con il regno di Francia. Non sono le lettere di un “grande principe”, o di un importante “signore”, o di un diplomatico di una corte italiana del Quattrocento, ma possono ugualmente dare un apporto alla conoscenza di aspetti particolari della società quattrocentesca, contribuendo soprattutto a individuare un “modello” comportamentale del condottiero rinascimentale, applicabile anche ad altri casi particolari. Gli esiti di queste ricerche sono presentati nell’Introduzione, che occupa la parte I della tesi. Dopo la descrizione della raccolta documentaria (capitolo I) e dopo aver presentato brevemente Paolo e Vitellozzo Vitelli, il loro entourage, il contesto politico e territoriale nel quale si muovevano (capitolo II), sono illustrati i documenti più originali e gli elementi di novità emersi dalle ricerche svolte per chiarire e, in alcuni casi, approfondire gli argomenti in essi trattati. In particolare, nel capitolo III, si è messo in evidenza il valore di queste missive come fonti privilegiate per indagare e ricostruire l’attività militare nel Rinascimento: in molti casi restituiscono dei veri e propri “fotogrammi” di come si svolgeva la vita in un accampamento militare, di come avvenivano gli assalti alle città nemiche e le azioni di disturbo per rubare o distruggere i vettovagliamenti e i rifornimenti di armi e cavalli, di come il condottiero organizzava la propria compagnia militare con capacità imprenditoriale, districandosi tra numerose difficoltà, soprattutto di carattere economico. Nel capitolo IV, si è indagato il rapporto dei Vitelli con la cultura: è presentato un gruppo di sette lettere inedite che gettano nuova luce sui contatti intercorsi tra la famiglia tifernate e il pittore Luca Signorelli da Cortona; sono analizzati alcuni importanti missive che comprovano la fede nell’astrologia di Paolo

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