La letteratura francese e provenzale nell’Italia medievale L’Italia letteraria di espressione volgare, in origine, fu in zionale, considerato come una risorsa espressiva inscindibil- buona parte una provincia della cultura transalpina. A dimo- mente legata ai diversi generi letterari: in particolare, il pro- strarlo sono la capillarità della diffusione nella nostra peniso- venzale per la lirica e il francese per la narrativa e la lettera- la delle due letterature medievali d’oltralpe – in lingua d’oc tura didattica. (provenzale) e d’oïl (antico-francese), entrambe fiorite e già Le prime testimonianze, sia pure indirette, della diffusio- mature nel xii secolo – e il loro consistente e per molti versi ne della letteratura francese in Italia risalgono già al xii seco- decisivo influsso sulla nascente letteratura italiana (cfr. fig.1). lo, durante il quale cominciò ad affermarsi la moda di impor- Il fenomeno, nel suo complesso, toccò gran parte delle re- re ai figli i nomi dei principali eroi del ciclo carolingio (a que- gioni italiane (cfr. fig. 2) e interessò tutti i generi letterari: l’e- sto proposito sono particolarmente significativi i casi di fra- pica delle gesta di Carlo Magno e dei paladini di Francia; il telli chiamati Orlando e Olivieri) e di quello arturiano (cfr. fig. romanzo, con le storie dei cavalieri della Tavola Rotonda e 3). Un’altra prova della precoce conoscenza delle leggende epi- con la materia antica, in particolare troiana; la lirica dei tro- che e romanzesche francesi al di qua delle Alpi è fornita da al- vatori provenzali e, sia pure in misura nettamente minore, dei cuni reperti epigrafici e soprattutto iconografici, disseminati trovieri francesi; il racconto, la storiografia, la letteratura re- lungo tutta la penisola – spesso non lontano dal percorso del- ligiosa, la trattatistica didattica e persino i volgarizzamenti dal la via Francigena – e progressivamente più frequenti nei seco- latino, talora usati come intermediari per il passaggio in italia- li successivi (cfr. fig. 4). no ma in certi casi composti direttamente in francese da ita- La lirica trobadorica si diffuse in Italia a partire dalla se- liani, così come avvenne anche per gli altri generi. La singo- conda metà e soprattutto dagli ultimi decenni del xii secolo, larità del fenomeno, rispetto ad altre aree pure soggette al- cui risalgono le prime attestazioni tanto della presenza in Ita- l’irradiazione delle due letterature di Francia, sta proprio nel lia di trovatori provenzali – in particolare di due tra i più ce- fatto che in Italia esso non si ridusse al mero consumo dei ma- lebri, Raimbaut de Vaqueiras e Peire Vidal, il primo alla cor- teriali letterari provenienti d’oltralpe, ma comportò la loro rie- te di Malaspina (1185-90) e di Monferrato (1197-1201), il se- laborazione. Questa assunse talvolta le forme della produzio- condo tra quest’ultima e quella di Saluzzo (1195 circa) – quan- ne originale mantenendo a lungo il mezzo linguistico tradi- to dell’attività poetica in lingua d’oc da parte di autori italiani, 11201140 1160 1180 1200 1220 1240 1260 1280 1300 1320 1340 1360 1380 1400 1420 Attività e produzione letteraria provenzale Tradizione manoscritta provenzale Tracce indirette francesi Attività e produzione letteraria francese Tradizione manoscritta francese Figura 1. Cronologia della letteratura francese e provenzale in Italia. Savoia Aquileia Treviso Verona Milano Padova Biandrate Venezia Pavia Mantova Calaone Monferrato Este Saluzzo Oramala Ferrara Genova Bologna Carretto Lunigiana Pistoia Lucca Firenze Pisa Arezzo Siena Napoli Messina Principali centri della letteratura francese provenzale in Italia. Dimensioni proporzionali all’importanza Figura 2. I principali centri della letteratura francese e provenzale in Italia. La letteratura francese e provenzale nell’Italia medievale 29 quali il veilletz lombardtz («vecchietto lombardo») di nome fig. 7). La poesia trobadorica in Italia non attecchì comunque Cossezen deriso nella satira letteraria di Peire d’Alvernhe soltanto nelle corti, ma anche in alcuni centri urbani. Il più (1161) e Peire de la Cavarana (o Caravana), autore di un sir- duraturo e fecondo cenacolo trobadorico italiano fu infatti ventese d’intonazione patriottica antitedesca (1194 o forse già quello di Genova: i trovatori italiani furono per la gran parte 1157; cfr. figg. 5 e 6). Un ulteriore indizio della precoce co- genovesi (tra i maggiori Lanfranco Cigala, Bonifacio Calvo, noscenza della poesia trobadorica in Italia sembra provenire, Simone Doria, Luchetto Gattilusio, Percivalle Doria), quasi per via indiretta, dai recenti affioramenti di una tradizione li- tutti uomini di legge. A Genova inoltre, e in particolare nelle rica di area italiano-settentrionale antecedente alla fioritura carceri cittadine, tra il 1266 e il 1273 si svolse una parte del- della Scuola siciliana. l’attività letteraria di uno dei principali trovatori italiani, il ve- La prossimità all’Occitania fece sì che il canto dei trova- neziano Bartolomeo Zorzi: l’unico a cimentarsi, e con succes- tori e dei giullari risuonasse in Italia inizialmente nella regio- so, nell’ardua prova poetica della canzone sestina (cfr. fig. 8). ne ligure-piemontese, fra le corti già nominate e quelle di Sa- Tra le corti e le città dell’Italia settentrionale si istituiro- voia, di Biandrate e del Carretto; ben presto però l’itineran- no per giunta, sin dagli inizi del Duecento, scambi proficui za costitutiva della loro professione, la fama da essi raggiun- per la diffusione e la tradizione della poesia in lingua d’oc, co- ta o più semplicemente agognata, e la reciproca concorrenza, me dimostrano le vicende biografiche del trovatore bologne- favorirono il loro spostamento anche verso est: in particolare se Rambertino Buvalelli, che celebrò Beatrice d’Este e fu po- nel Veneto, presso le accoglienti dimore dei marchesi d’Este destà a Brescia, Milano, Parma, Mantova, Modena e Genova e poi dei signori da Romano, celebrati in modo particolare ri- nei primi due decenni del Duecento. Ma si dovrà ricordare an- spettivamente da Aimeric de Peguilhan e Uc de Saint Circ (cfr. che l’intensa e ricercata attività di ordinamento e compilazio- 1177, 1192 1114, 1132, 1145, 1148 la coppia Orlando-Olivieri Treviso Artù Biandrate (1138) (1167) Vicenza Novara (1181) (1161) Padova Vercelli (1157) Este (1182) Venezia Monselice Pavia Rovero Cremona 1127, 1178, 1183, 1192 (1122) Tortona Ferrara 1183 Parma (1176) 1167 Genova (1174) 1145 (?) Ravenna 1136, 1151, 1157, (1183) 1178, 1187 Lucca 1181 Pisa 1114, 1169 (Liber Maiorichinus) 1170, 1197 1115-35 1150, 1172 Capua (1131) Figura 3. Onomastica carolingia e arturiana in Italia. Le attestazioni più antiche e significative (xii sec.): la coppia Orlando-Olivieri (O); Artù (A). Architrave della collegiata dei Palazzo Nero. Ciclo di affreschi di materia carolingia, xv sec. Ciclo di affreschi di materia arturiana, 1388 Santi Gervasio e Protasio. Bassorilievi con episodi tratti dalla Ciclo di affreschi con scene dall’ Iwein Palazzo Ricchieri. Ciclo di affreschi con storie Chanson de Roland, fine del xii sec. di Hartmann von Aue, inizi del xiii sec. di Tristano e Isotta, e altri temi di soggetto cavalleresco e allegorico, inizio del xv sec. Loggia comunale. Ciclo di affreschi con scene Castel dal Roman de Troie , 1360 circa Roncolo Castel Rodengo Coredo Pordenone Udine Domodossola Bassano del Sesto al Reghena Abbazia di Santa Maria in Sylvis. Ciclo di affreschi Grappa con scene dalla Chanson d’Otinel, inizio del xiv sec. Verona Treviso Dimora ezzeliniana. Affresco cortese di soggetto trobadorico, 1240-60 Mantova Loggia dei Cavalieri. Ciclo di affreschi con episodi dal Roman Frugarolo Fidenza de Troie e scene di vita cortese, 1276-77. Palazzo Collalto (ora Museo civico). Ciclo di affreschi con Manta scene dalla Chanson d’Otinel, ultimo quarto del xiv sec. Modena Portale di San Zeno. Bassorilievi di Orlando e Ferraguto, 1138 Portale del Duomo. Bassorilievi di Orlando e Olivieri, 1139 Palazzo dei Gonzaga. Pisanello, ciclo di affreschi di materia arturiana, 1447-55 Duomo. Portale della Pescheria: arco e architrave. Bassorilievi con Artù e Galvano e con episodi dal Roman de Renart, 1130 circa Torre Ghirlandina. Bassorilievo di Orlando, 1169-79. Atrio della Cattedrale. Iscrizione lapidea che riporta il giuramento civico del 1131: per i trasgressori si prevede la pena comminata a Torre di destra della facciata della Gano di Maganza, il traditore di Orlando Cattedrale. Bassorilievi con storie di Nepi Berta, Milone e Rolandino, 1230-40 Torre di Pio V. Ciclo di affreschi con scene dal Lancelot du Lac , Roma fine del xiv sec. Mosaico pavimentale della Cattedrale. Scene della battaglia di Roncisvalle, 1178 Castello. Ciclo di affreschi con la Fontana della giovinezza, tema ripreso dalla narrativa francese medievale, e personaggi ispirati dallo Chevalier Errant di Tommaso III di Saluzzo, Casaluce tra i quali Carlo Magno e re Artù, post 1420 Brindisi Abbazia di San Paolo alle Tre Fontane. Ciclo di affreschi di Carlo Magno, 1152-61 circa Otranto Castello. Affreschi con imprese di Guillaume d’Orange, xiv sec. Palazzo Chiaramonte. Affreschi con episodi di materia carolingia e arturiana, 1377-80 Palermo Mosaico pavimentale della Cattedrale. Scena con re Artù a cavallo di un ariete, 1163 I modelli di queste testimonianze sono costituiti dalle versioni medio-altotedesche degli originali francesi Figura 4. Iconografia ed epigrafia cortese e cavalleresca in Italia. La letteratura francese e provenzale nell’Italia medievale 31 ne dei testi trobadorici in una serie di
Details
-
File Typepdf
-
Upload Time-
-
Content LanguagesEnglish
-
Upload UserAnonymous/Not logged-in
-
File Pages14 Page
-
File Size-