S. Croce Camerina (Rg) Saggi Di Scavo Nel Casale

S. Croce Camerina (Rg) Saggi Di Scavo Nel Casale

S. CROCE CAMERINA (RG) Rasacambra citata nella conferma dei beni del 1158 da par- SAGGI DI SCAVO NEL CASALE MEDIEVALE te di Papa Adriano IV all’abbazia S. Maria Latina di Geru- RELAZIONE PRELIMINARE salemme. Il casale è attestato poco più tardi nel 1173 nella conferma dei beni del conte Guglielmo all’abbazia di S. di Filippo d’Agira come casale et ecclesia Sanctae Crucis de Rasacambri (WHITE 1938, pp. 351). Ancora nel 1194 il ca- GIOVANNI DI STEFANO, SALVINA FIORILLA sale e la chiesa sono tra i beni confermati da Enrico VI di Hoenstaufen a S. Filippo d’Agira e cinque anni dopo com- paiono nel documento con il quale Costanza e il figlio Fe- INTRODUZIONE derico confermano i beni all’abbazia (PIRRI 1733, II, p. 1250). Nel 1303 in una bolla di Benedetto XII in cui sono Le ricerche archeologiche finora condotte nella pro- enumerati i beni di S. Maria Latina di Gerusalemme il casale e vincia di Ragusa hanno evidenziato una diffusa presenza di la chiesa Sanctae Crucis de Rosacambra sono menzionati abitati d’età bizantina tuttora in corso di studio (DI STEFANO come dipendenti dal Convento dei Santi Lorenzo e Filippo OLARINO 1975; MESSINA-DI STEFANO 1997; PELLAGATTI-DI STEFANO di Scicli a sua volta suffraganeo di S. Filippo d’Agira (S 1999). In particolare alla periferia di S. Croce Camerina, in 1901, p. 215). Il casale e la chiesa Sanctae Crucis de contrada Mirio, a quattro Km dalla costa, nell’area che gra- Rosacambra sono attestati ancora da una serie di altri docu- vita intorno al “Vallone Fontana” ed alla sorgente Paradiso, menti fino al 1450 quando il complesso venne concesso a Pie- tra il 1989 ed il 1992 con successive campagne di scavo tro Celestri nobile messinese (PIRRI 1733, I, p. 684) i cui eredi (Figg. 1-2) eseguite alla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di avrebbero poi ottenuto dal re di Spagna la rifondazione del- Ragusa, sono stati messi in luce i resti di un insediamento l’abitato di Santa Croce nel 1598 nell’ambito delle nuove rurale aperto e di una piccola basilica, parte di una necro- fondazioni in atto in quel periodo (CASCONE 1987, p. 9). poli e quanto resta di una struttura che potrebbe essere una Dall’esame dei dati documentari è evidente che una chie- fornace (DI STEFANO 1993-95; 1995). sa con funzioni di prioria di S. Filippo d’Agira e il relativo Nell’area del “Vallone Fontana” erano già noti la chie- casale esistevano già nella prima metà del XII secolo. La sa o terma bizantina di Mezzagnone e lembi di una necro- chiesa era forse dedicata all’esaltazione della Croce una poli a fossa (DI STEFANO 1982; DI STEFANO 1997), in prossi- reliquia della quale era venerata a S. Filippo d’Agira fino al mità della fonte Paradiso. La recente individuazione del- XVII secolo (PIRRI 1733, II, p. 1255); il casale traeva il nome l’abitato consente di rileggere in maniera più articolata l’in- dalla chiesa e dal toponimo locale di Rasacambra o tero complesso che si distingue nel contesto del territorio Rasacarami (ras karam) di origine araba attestato anche per ragusano per la presenza di una sequenza insediativa che spa- l’approdo e corrispondente forse all’attuale capo Scaramia. zia dal V secolo d.C. al XIV-XV d.C. seppure con fasi di ab- Se si tiene conto dell’ecclesia et villa Sancti Petri de bandono e ripresa. L’abitato individuato nell’area dove ancora Rasacambri si può ipotizzare che un piccolo abitato ed una nella prima metà del ’900 si trovavano i ruderi attribuiti al chiesa dedicata a S. Pietro esistessero già quando sorse il “Papallossu di Santa Lena” può essere identificato con il ca- casale Sanctae Crucis con la sua chiesa e la prioria; in tal sale Sanctae Crucis de Rasacambra citato dalle fonti docu- caso si comprenderebbe come mai nel documento romano mentarie e noto alla storiografia siciliana e pare costituire il si parla di Chiesa di S. Pietro tenendo conto di uno status precedente e in quello redatto in Sicilia di Chiesa della S. raccordo con il centro moderno di Santa Croce Camerina. Croce prendendo atto delle trasformazioni recenti d’età normanna. Per altro sembrerebbe orientare in questa dire- zione la definizione di tenimentum Rogon in capite cambri LE FONTI DOCUMENTARIE del 1151 che fa riferimento ad un abitato sparso. Dunque se ne potrebbe dedurre che tra la fine dell’XI e gli inizi del XII L’identificazione del moderno abitato di Santa Croce secolo un piccolo abitato preesistente abbia subito una tra- Camerina con il casale Sanctae Crucis de Rasacambri è già sformazione e forse una crescita. del XVII secolo; Santa Croce dovrebbe il suo nome al di- Nell’attesa che nuovi dati emergano con la pubblica- pinto che rappresentava i Santi Elena e Costantino con la zione integrale del cartulario di S. Filippo d’Agira e sulla croce ed era conservato in pervetusto castello (PIRRI 1733, base delle fonti del XVI secolo (supra FAZELLO), per altro I, pp. 683-684). In precedenza già nel XVI secolo, in pros- indirettamente confermate da quelle più tarde (PIRRI 1733; simità delle costruzioni note come “vagni” (bagni) una del- I, AMICO 1855), si può ritenere che il casale fosse presidiato le quali sopravvive nell’edificio del “Mezzagnone”, lo sto- da un edificio fortificato con funzione protettiva (Steri da rico Fazello ricordava una chiesa su alte colonne costruita Hosterium) che ospitava la prioria e inglobando forse la chie- con pietre ben squadrate nota agli abitanti del posto come sa conservava il dipinto, da cui l’espressione “Steripinto”. “Steripinto” (FAZELLO 1817, I, p. 311). Ancora agli inizi del La memoria di quest’edificio sembra essersi conservata nella nostro secolo era visibile un rudere localmente noto come tradizione locale che indicava l’area come “piano del ca- “Papallossu di Santa Lena” (MICCICHÉ 1968, pp. 11-16). stello” e i ruderi esistenti fino a qualche decennio fa come Nella narrazione dei cronisti normanni Rasacrambam “Papallossu di Santa Lena (corruzione di Sant’Elena)” era l’approdo presso il quale si riunì la flotta normanna in (MICCICHÉ 1968, p. 11). partenza per Malta (MALATERRA 1928, IV, p. 94). Il casale È probabile che il casale accogliesse i contadini del ter- denominato Sanctae Crucis de Rasacambra è citato invece ritorio reso fertile da due o tre sorgenti e nella prioria si per la prima volta in un documento del 1151 con il quale re raccogliessero e conservassero i prodotti agricoli nell’atte- Ruggero conferma con altri beni il possesso del casale, ubi- sa che venissero imbarcati per l’Oriente. L’insediamento cato nel territorio di Ragusa, all’abbazia di S. Filippo d’Agira potrebbe aver costituito una sorta di avamposto dell’abba- suffraganea di S. Maria la Latina di Gerusalemme (PIRRI zia di S. Filippo d’Agira messo in ombra quando si svilup- 1733, I, pp. 683-684). In quel documento si accenna ad una pò la dipendenza di Messina (WHITE 1938, pp. 352-355) e visita effettuata da funzionari reali nel tenimentum Rogon si cominciò ad imbarcare i prodotti dalla punta nordorien- in capite cambri per verificare i confini monasterii Sanctae tale dell’isola. Crucis (WHITE 1938, p. 351). Sempre nel 1151 con un altro documento la Prioria de Rasacambri viene donata con al- tre terre da Silvestro conte di Marsico feudatario del terri- LO SCAVO torio di Ragusa (WHITE 1938, p. 351) a S. Maria Latina di Gerusalemme. È probabile che sia da identificare con lo Nel corso di tre diverse campagne di scavo condotte stesso casale anche l’ecclesia et villa Sancti Petri de nel 1990 (aprile-luglio), nel 1992 (marzo-aprile) e nel 1993 ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 1 Fig. 1 – Entroterra di Kaukana con l’ubicazione dei quartieri ad ovest di Punta Secca (S. Nicola, Torre di Pietro), della chiesa e dei cimiteri vicini a S. Croce Camerina (Vigna di mare, Pirrera e Mezzagnone). Fig. 2a – S. Croce Camerina. Planimetria generale della dislocazione delle necropoli. ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 2 Fig. 2b – S. Croce Camerina. Particolare dello scavo del 1989-1992 con l’abitato, la necropoli e la fornace. (aprile) sono venuti alla luce alcuni lembi di abitato ed un La necropoli tardo bizantina gruppo di sepolture lungo il vallone Fontana (Fig. 2a), un I recenti scavi (1990-1993), che hanno permesso di vero e proprio wadi alimentato da una sorgente senza sboc- individuare i resti del casale altomedievale, sono stati ese- co sulla costa, completamente asciutto nei mesi estivi. guiti nel leggero declivio localmente denominato In epoca tardo-romana e bizantina tra l’ancoraggio di “Papallossu di Santa Lena”, per l’esistenza di un rudere Kaukana, vissuto fino al VII secolo, e l’entroterra si adden- monumentale noto alla storiografia antica ed oggi perdu- sano piccoli abitati con edifici religiosi monumentali come to. La necropoli è formata da 56 tombe a fossa scavate nel quello della Pirrera, di Bagno di Mare e di Mezzagnone banco roccioso. Essa faceva forse parte di una chiesetta (Fig. 1). In particolare sul margine destro del “Vallone Fon- cimiteriale di cui si sono rinvenuti i tagli di fondazione. La tana” in contrada Mirio nei pressi dell’edificio di età bizan- distribuzione delle sepolture non obbedisce a nessuna re- tina di Mezzagnone si concentra un consistente abitato di gola (Fig. 3). La tipologia delle tombe è abbastanza uni- cui è nota anche una piccola necropoli utilizzata fino al VI forme; si tratta di fosse di forma rettangolare: alcune di sec.

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