Dieci Film Sul Risorgimento

Dieci Film Sul Risorgimento

Il Tempietto 189 avventurose, romantiche e Dieci film sul patriottiche, mentre il secondo filone Risorgimento si nutre di queste tematiche trasportandole nei territori legati alla Giancarlo Giraud propaganda politica, fatto che, naturalmente, diventa più marcato ueste note su Cinema e durante il ventennio fascista. Risorgimento partono dalla Ad esempio un film come Il grido Qricerca effettuata in occasione dell'aquila di Mario Volpe (1923), della rassegna cinematografica “Addio anche se ambientato alla fine della mia bella addio” (1 dicembre 2005/28 Prima guerra mondiale, mostra nel luglio 2006) promossa dalla Provincia finale un ex-garibaldino che partecipa di Genova per celebrare il assieme alle camicie nere alla marcia bicentenario della morte di Giuseppe su Roma. In maniera rozza una Mazzini; un ulteriore spunto è stato conclusione del genere serve ad fornito da “Sguardi sul Risorgimento”, evidenziare la continuità tra ideali un’antologia del cinema italiano a cura risorgimentali e "rivoluzione" fascista. di Marco Salotti per il Comune di E ancora, in 1860 di Alessandro Genova e l’Istituto Mazziniano. Blasetti (1934) accade qualcosa uguale e contrario al film di Volpe. La Parlare di "Cinema e Risorgimento" pellicola, a partire dal dopoguerra, vuol dire parlare di un cinema che non viene presentata in versione amputata, si fa più. I titoli della rassegna "Addio cercando di far dimenticare che nella mia bella addio", fatta eccezione per i versione originale il film si concludeva due lavori di Luigi Magni In nome del con una pomposa visione delle falangi popolo sovrano (1990) e La carbonara fasciste che sfilavano davanti ai reduci (1998), e per I Viceré di Roberto garibaldini sullo sfondo del Foro Faenza (2007) sono stati realizzati negli Mussolini. anni ’30, ’40, ’60, '70. C'è un vuoto di Di fianco a pellicole oggetto di trent'anni che forse ci dice che il strumentalizzazione si possono trovare periodo della lotta per l’unità nazionale titoli come Piccolo mondo antico di non interessa più di tanto alla Mario Soldati (1941), che pur essendo produzione cinematografica italiana. caratterizzato da un certo preziosismo I film presi in esame ripercorrono gli calligrafico riesce a restituire in anni del Risorgimento, raccontando in maniera autentica il clima e l'aura qualche modo la storia di una certa dell'epoca rievocata, mettendo in cultura cinematografica italiana. Si risalto gli echi, anche se in secondo può dire che nella filmografia italiana piano rispetto alla vicenda principale, d'argomento risorgimentale si possono delle delusioni prodotte dalla individuare due principali linee di conquistata unità e dalla tendenza: la prima è caratterizzata da mortificazione degli ideali più un ventaglio di tematiche epiche, progressisti. 190 Il Tempietto Nella prefazione al dépliant della soffrono nel distacco. Restano a rassegna, scritta da Maria Cristina piangere. Temono per i loro uomini. Ed Castellani Assessore alla Cultura della ecco che il titolo si snoda in altre Provincia di Genova, la scelta del titolo storie. Quella del contorno siciliano ed “Addio mia bella addio” è motivata aristocratico di Tancredi, eroe dalla tendenza del ciclo a porre romantico, che parte per la guerra, nel l’attenzione non solo alla storia degli film Il Gattopardo , tratto dall'omonimo évènements e specialmente dei grandi romanzo di Tomasi di Lampedusa. Una eventi, ma anche a quella di scenari partenza per una nuova dimensione. meno guerrieri. Più intimi. Più dalla Per un nuovo mondo. Ma di un mondo parte di chi non combatteva. Le donne che deve cambiare perché tutto resti in primo luogo. Nel film Piccolo uguale... Dove il pessimismo del Mondo Antico c'è una scena di Principe di Salina ed il relativo distacco, in cui Luisa vede allontanarsi cinismo patriottico del giovane con gli altri Franco, in partenza come Falconieri sono il contrappunto agli volontario. E i soldati cantano appunto entusiasmi più o meno sinceri di chi Addio mia bella Addio. E la frase «ti inneggiava alla nuova Unità italiana. lascio un figlio ancor» sembra Dove il colloquio fra il Principe e riecheggiare nel cuore, nel corpo stesso Aimone di Chevalley costituisce una di Luisa, che è incinta di Ombretta. pagina di storia fra le più belle e più Una presenza piccola piccola nel suo profonde della Letteratura Italiana. Un grembo che si rispecchia in quelle messaggio politico fra i più alti e lucidi parole. Perché il film di Soldati, tratto portati ad immagine in un film, grazie dall'omonimo romanzo di Fogazzaro, alla accurata e fedele rilettura di vive dentro a un Risorgimento che è Visconti. Dove il Risorgimento viene scenario di una storia borghese. Una visto da un aristocratico siciliano storia di cattiverie famigliari. Un lago intelligente, lucidissimo che prevede i che fa da malinconico contorno alle futuri mali e non ha ricette per guarirli. vicende di quel piccolo mondo antico. O non vuole trovarle queste ricette Un dramma terribile per la morte di proprio per quella autodenunciata una bambina, ma anche il rullare tendenza alla stanchezza e al fatalismo lontano di tamburi e la condizione della storia dell'isola. italiana del Lombardo-Veneto e le L’assenza del tema risorgimentale a aspirazioni patriottiche e libertarie di cui si accennava a proposito del quel piccolo mondo. Ma quel canto e cinema si nota anche sul versante quelle parole mi sono rimaste televisivo, dove le produzioni sono impresse. Una rivendicazione della poco numerose e in genere non presenza femminile. Della sensibilità e significative (con la lodevole eccezione della preveggenza della protagonista di I Viceré di Roberto Faenza, donna in un mondo di uomini che progetto già sognato peraltro da vanno alla guerra. Dove –- come hanno maestri come Rossellini e Visconti). fatto in tutte le guerre – le donne Vale la pena a questo proposito di Il Tempietto 191 citare il commento di Stefano Malatesta contrapposizione mai risolta tra unità e allo sceneggiato su Garibaldi Eravamo federalismo, ma anche il dibattito solo mille trasmesso da Rai Uno nel tuttora in corso per una visione laica gennaio 2007 («la Repubblica» 16-01- dello stato e i tormentati rapporti 2007): sciatteria, superficialità e Stato/Chiesa. incongruenze storiche che – anche Concludiamo questa breve riflessione senza voler ricorrere a paragoni sul Cinema e la storia del improponibili con i capolavori di Risorgimento con le parole di Antonio Visconti, Rossellini o Blasetti – Costa che a proposito de Il Gattopardo rivelano come i realizzatori siano i di Luchino Visconti e di Bronte di primi «a non credere alla storia che Florestano Vancini, scrive di questi hanno davanti». Come invece ha due titoli come «l'esempio più maturo dimostrato il film di Faenza, presentato e coerente di lettura del tema sia in versione cinematografica sia in risorgimentale, occasione pienamente versione televisiva più lunga, le storie riuscita di un cinema di impegno legate al Risorgimento e all’Unità civile volto, attraverso l'interpretazione d’Italia possono rimandare a temi di o meglio la riappropriazione di una stretta attualità: non solo l’immutabile memoria storica manipolata trasformismo del potere, sempre teso dall'ideologia dominante, ad una all’opera di perpetuare se stesso, o la riappropriazione del presente». SCHEDE FILM E FILMOGRAFIA 1860 - I Mille di Garibaldi di Alessandro Blasetti Soggetto: da un racconto di Gino Mazzzucchi; sceneggiatura: Alessandro Blasetti, Gino Maz- zuccchi; fotografia: Anchise Brizzi; scenografia: Vittorio Cafiero, Angelo Canevari; costumi: Vittorio Nino Novarese; musica: Nino Medin; suono: Vittorio Trentino; montaggio: Ignazio Ferronetti, Alessandro Blasetti; interpreti: Giuseppe Gulino, Maria Denis, Otello Toso; pro- duzione: Cines; distribuzione: Pittaluga; Italia, 1934. Gli irredentisti siciliani, i "picciotti" si sono ritirati sugli aspri monti dell'isola, in attesa dell'ar- rivo del liberatore Garibaldi, dato per imminente. L'attesa si fa drammatica poiché i soldati bor- bonici, forti della loro superiorità numerica e d'armamento, non danno requie agli insorti. Un loro emissario riesce a raggiungere il continente per sollecitare la progettata spedizione: ma non pochi né lievi sono gli ostacoli che si oppongono all'iniziativa di Garibaldi. Sembra, per un mo- mento, che essa debba essere accantonata, e ciò segnerebbe la fine degli animosi ribelli isolani. Ma il generale rompe finalmente ogni indugio e con i suoi "mille" si imbarca a Quarto. Lo sbarco a Marsala e la vittoriosa, rapida avanzata del corpo di volontari conclude il film. «Assai apprezzato dalla critica (ma non dal pubblico) dell'epoca, considerato dopo la guerra uno degli incunaboli del neorealismo, oggetto poi di una lunga polemica di carattere storici- stico, messo in croce per le sue consonanze palesi o implicite con la propaganda del regime fascista (i 5 minuti che mancano dall'edizione originale ne contenevano i segni più grosso- lani), oggi il film conta per la sua severa asciuttezza stilistica (non senza influenze del cinema 192 Il Tempietto sovietico), la scoperta del paesaggio, la coraggiosa scelta di tipi e personaggi popolari, l'effi- cacia del montaggio, l'incombenza come eroe e demiurgo di Garibaldi che pur vi appare fi- sicamente soltanto in sei veloci inquadrature». (Morando Morandini, Il Morandini) Piccolo mondo antico di Mario Soldati Soggetto: dal romanzo omonimo di Antonio Fogazzaro; sceneggiatura: Mario Bonfantini, Emi- lio Cecchi, Alberto Lattuada, Mario Soldati; fotografia: Carlo Montuori, Arturo Gallea; sce- nografia: Ascanio Coccé; costumi: Maria

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