Via Dalla Sicilia, È Di Nuovo Tempo Di Emigrare Se Le Intelligenze Vanno Via Vito Lo Monaco

Via Dalla Sicilia, È Di Nuovo Tempo Di Emigrare Se Le Intelligenze Vanno Via Vito Lo Monaco

Settimanale di politica, cultura ed economia realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre”. Anno 1 - Numero 6- Palermo 5 novembre 2007 Via dalla Sicilia, è di nuovo tempo di emigrare Se le intelligenze vanno via Vito Lo Monaco uali sono le conseguenze immediate e nel lungo USA e l'Europa (prima verso il Belgio in cambio di carbone periodo dell'emigrazione delle intelligenze che ha , poi verso la Svizzera , la Germania ,il nord Italia , con un Qcaratterizzato la fine del secolo scorso e i primi anni picco nel 1963 in coincidenza del “miracolo economico”. del XX1° secolo? Ciò dimostra come tutti e due i dopoguerra sono stati Asudeuropa avvia una ricerca evidenziando i danni per la interessati da una ristrutturazione economica sfavorevole , società siciliana e meridionale - ma anche in tutta Italia- al Sud e alla Sicilia , la quale dapprima ha interessato le a livello macroeconomico e a quello più profondo. Nella masse rurali disperate e poi anche masse di operai qualifi- storia umana l'emigrazione è sempre esistita, sin dall'anti- cati,piccoli imprenditori dell'edilizia ,dei sevizi,diplomati e chità. Essa è stata generata dalla pressione demografica laureati. ,dai mutamenti climatici , dalle periodiche crisi economi- Oggi l'emigrazione non è più generata dalla crisi della che e dalle carestie. società rurale e dal dualismo dello sviluppo socioeconomi- Nell'epoca moderna capitalistica essa è diventata più fre- co del paese, ma dal processo di globalizzazione che ha quente , rapida e funzionale al rie- accelerato la mobilità del capitale e quilibrio economico mondiale. I del lavoro all'interno del pianeta. paesi interessati da un processo di Quanto è costato e quanto costerà espansione territoriale, economica, Dal 1946 al 2000 sono al sistema Italia e alla Sicilia? industriale hanno richiamato gran- L'emigrazione dal Sud non ha con- di masse soprattutto rurali alla emigrati 8 milioni di ita- tribuito alla distruzione dell'autono- ricerca di migliori condizioni. mia dell'intelligenza meridionale? Insieme alle masse rurali sono emi- Il grande dramma di una intera grati piccoli imprenditori avventu- liani prevalentemente generazione di giovani che entre- rosi , fuoriusciti politici,intellettuali ranno tardi , se entreranno , nel dissidenti. L'Italia ha contribuito meridionali, diretti verso sistema produttivo o che emigra notevolmente al processo emigra- dopo la laurea quanto costa ,non torio verso l'Europa più ricca, le solo in termini economici e sociali , Americhe, l'Australia. l'Europa, le Americhe e ma di indebolimento della capacità Ci sono più oriundi italiani che ita- innovativa del paese? Tutto ciò liani sul suolo italiano in conse- quanta incertezza e frustrazione guenza del fatto che ben 29 milio- l'Europa. Moltissimi genera favorendo così i processi ni di emigrati, tra il 1861 e il 1985 disgregativi della società e minac- hanno deciso di non ritornare nel erano siciliani . ciando la democrazia ? paese d'origine. La Sicilia ha dato il E' da tenere in conto che la prima suo significativo contributo assie- fase storica dell'emigrazione ha me alle altre regioni meridionali e alle regioni del Nord (v. contribuito ad arricchire con le rimesse degli emigrati il Veneto). paese e con i rientri la modernizzazione dello stesso. Oggi Grandi masse rurali si sono spostate in coincidenza delle la fuga dei cervelli senza ritorno degli ultimi decenni costi- grandi crisi economiche e politiche del paese. Ciò avvenne tuisce, invece, una perdita secca. alla fine dell'Ottocento, dopo la repressione dei Fasci Si potrà riparare a questo danno sociale ed economico Siciliani sorti a seguito della crisi agraria di quegli anni e solo con un progetto di sviluppo in cui la valorizzazione della presa di coscienza di classe dei contadini e dei picco- del capitale umano del Sud stia al centro delle politiche li produttori urbani. Emigrazione durata sino alla prima economiche, sociali , formative. Per fare ciò sicuramente guerra mondiale allorquando il Governo la bloccò per occorre ripensare un nuovo meridionalismo. E la sfida cui l'obbligo di leva. In quel periodo è stato calcolato un ritmo dovranno confrontarsi i governi , i partiti , le imprese , i emigratorio sino a 100.000 unità annue. Processo ripreso sindacati. dopo la prima guerra , interrotto dall'avvento del fascismo La società contemporanea sembra pervasa da fremiti di per la sua politica nazionalista , dal varo di misure di ribellione e al contempo di rassegnazione . Nostro compi- ingresso più severe decise dal governo USA e riavviato to è quello di alimentare il dibattito e di sostenere le spe- vorticosamente dopo la seconda guerra mondiale. Dal ranze e i propositi costruttivi di un sistema di valori positi- 1946 al 2000 sono emigrati 8 milioni di cittadini prevalen- vi per recuperare tutti gli investimenti materiali e morali temente meridionali,diretti verso l'Europa, le Americhe, gli fatti sulle giovani generazioni e dunque sul futuro. Gerenza A Sud d'Europa settimanale realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre”. Anno 1 - Numero 6 - Palermo 5 novembre 2007 Registrazione presso il Tribunale di Palermo 2615/07 - Stampa: in proprio Comitato Editoriale: Mario Azzolini, Mario Centorrino, Giovanni Fiandaca, Nino La Spina, Vito Lo Monaco, Franco Nicastro, Bianca Stancanelli, Vincenzo Vasile. Direttore responsabile Angelo Meli - Responsabile grafico Davide Martorana Redazione: via Remo Sandron 61 - 90143 Palermo - tel. 091348766 - email: [email protected]. Gli articoli sono disponibili anche sul sito internet: www.piolatorre.it La riproduzione dei testi è possibile solo se viene citata la fonte In questo numero articoli di: Claudia Bisconti, Dario Cirrincione, Giovanni Felice, Piero Franzone, Vito Lo Monaco, Giuseppe Lumia, Giuseppe Martorana, Antonio Ortoleva, Gilda Sciortino, Nino Valenza. I nuovi emigranti siciliani Non portano valigia ma la laurea Dario Cirrincione un esercito di 600 mila persone. E ogni anno che passa zione Migrantes, ha fatto il punto sugli italiani residenti all'este- diventa sempre più numeroso. «Arruolando» nelle pro- ro. Il quadro che emerge per la Sicilia è desolante. La regione Èprie file altre 25 mila unità. Il popolo dei migranti conti- occupa il primo posto per numero di espatri, con quasi 600 mila nua a crescere e dal 1990, anno in cui è ripreso in modo mas- siciliani che sono iscritti all'Aire (anagrafe degli italiani residenti siccio il fenomeno della mobilità, non accenna ad arrestarsi. I all'estero) e il flusso migratorio incide del 16,7% sugli oltre e nuovi emigranti sono giovani, ma qualcuno rasenta anche le 40 milioni di italiani che si sono trasferito oltre confine. La meta primavere. Diplomati; in molti casi laureati o addirittura specia- preferita resta la Germania, con 186.851 siciliani residenti; lizzati (che hanno conseguito master o corsi di formazione). seguono il Belgio (86.647) e la Svizzera (62.509). La maglia nera Uomini e donne che non si accontentano di fare i venditori, gli spetta ad Agrigento, con 119.392 iscritti all'Aire su 250 mila operatori al call-center o le commesse. residenti: praticamente un emigrato ogni due residenti. A Gente che decide di lasciare l'isola temporaneamente o in pian- Palermo i numeri si attestano a poco più di 95 mila casi, e a ta stabile. Catania rasentano i 93 mila. Poi ci sono i casi limite, come il Dalla Sicilia si parte prevalentemente per il nord-est del comune di Villarosa, in provincia di Enna, dove su 5.447 resi- Belpaese. Ma c'è chi si spinge anche oltre il confine, verso la denti ci sono 5.541 emigrati. Germania, il Belgio, l'Inghilterra e la Francia. Poi c'è chi si trasfe- A questi dati si aggiunge la maggiore tendenza alla «fuga dei risce nelle grandi città, come Roma o Milano. E chi sceglie i pic- cervelli». coli centri, magari sulla costa. Un fenomeno che la Svimez definisce «un'emorragia». Dal Ad alimentare il fenomeno migratorio è un sistema economico 1992 al 2001 l'80% dei meridionali ha scelto un ateneo del che non riesce a far fronte alla domanda di lavoro. La migrazio- centro-Nord e il 12% di questi, tre anni dopo la laurea, è rima- ne del 2000 è diversa rispetto a quella dei «nostri» nonni. Una sto nella città d'adozione. Quasi quadruplicata la quota di quel- volta, chi partiva, riusciva a risparmiare denaro e spedirlo ai li che dal 1992 al 2004 si sono trasferiti al Nord dopo aver con- parenti in Sicilia. Oggi è il contrario. Gli emigrati sono «mante- seguito la laurea al Sud (si è passati da 1.700 unità a 9.900). nuti» a distanza dai propri genitori, perché con quello che gua- Mancano quasi tre anni alla verifica dei parametri di Lisbona dagnano non riescono a far quadrare i conti alla fine del mese. (che ponevano come primo obiettivo il tasso di occupazione Ue I migranti di oggi sono di due tipi: chi decide di spostarsi e tra- al 70%) e il numero complessivo di occupati nel nostro Paese sferire anche la residenze (migrante in pianta stabile) e chi, raggiunge appena il 59%. Il divario è maggiore con la Sicilia, quando possibile, preferisce tornare a casa (pendolari). dove a fronte di una popolazione attiva che supera di poco i 4 L'ultimo rapporto «Italiani nel mondo», presentato dall'associa- milioni, gli occupati sono circa 1,5 milioni. asud’europa 3 Il fenomeno dei “pendolari” Ogni 15 giorni si torna a casa l posto della valigia di cartone chiusa con lo spago hanno moderni trolley con manico e ruote. Non viaggia- Ano più su vecchie corriere con pochi soldi avvolti in una busta, ma su moderni euro star o aerei low cost e con in tasca una giallissima “Postepay” (o qualsiasi altra carta di credito pre- pagata). I nuovi emigranti pendolari sono così. Sono quelli che hanno deciso o sono stati costretti a trasferirsi per lavoro, ma che restano molto attaccati alla propria terra d'origine.

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