NUMERO/259 in edizione telematica 14 agosto 2018 DIRETTORE: GIORS ONETO e.mail: [email protected] C’è poco da dire; anzi, se non fosse che abbiamo che per un attimo ci è venuto il dubbio che a le spalle larghe, ci verrebbe addirittura da Berlino le cose sono andate ben diversamente di piangere viste le prodezze italiche in terra come pensavamo noi. A convincersi sono bastate teutonica per gli Europei di atletica. le sintetiche riflessioni del Presidente della E’ Vero , nemmeno alla vigilia della trasferta Federatletica: “Ho avuto la conferma che tanto berlinese ci aspettavamo cose eccelse (l’ottimismo azzurro è stato protagonista a questi Europei. Non costi quel che costi dei tanti interessati “addetti ai faccio il conto delle medaglie, ma la sensazione è lavori” non ci avevano infatti mai contagiati) ma lo che tanti ragazzi abbiano fatto vedere che ci spettacolo offerto dai dei sono". nostri invitti campioni e dai Il Presidente Giomi ha loro ineffabili dirigenti (non sottolineato soprattutto tutti per carità) è stato, tanto l'impegno dei giovani e per esser benevoli, scarso. le non indifferenti Ci avevano dato per scontato potenzialità evidenziate che la invitta armata azzurra da molti di loro. "Dopo con i suoi vecchi epigoni, questa settimana sono quelli di sempre, e la sua ancora più ottimista di falange di giovani avrebbe quanto lo fossi prima. sbaragliato raccogliendo Tanti giovani hanno allori e medaglie inserendosi dimostrato di poter fra gli europei più forti ai essere competivi a livello vertici della classifica per assoluto. Penso a Crippa, nazioni. Al calar della tela ci a Chiappinelli, alla siamo trovati al fondo della Osakue, a Stano, a classifica dietro a paesi che in Rachik e Faniel oggi, a passato ci vedevano da Desalu che fa 20.13 e lontano. arriva sesto. È il segno E gli esiti sarebbero stati del lavoro che sta dando anche peggiore se nella i suoi frutti e continuerà graduatoria non fosse stato formalmente e a darli”. “A settembre, come previsto, inserito (chissà mai perché) l’oro della cosiddetta analizzeremo tutto e prenderemo (con chi sarà di maratona a squadre. rimasto N.d.R.) le decisioni per il futuro. Quello che Sull’onda di questi risultati i nostri giudizi su tutta è certo, è che in questi mesi l’atletica italiana si è la spedizione non sono affatto lusinghieri e, come finalmente svegliata”. vedrete li manteniamo anche se non saranno Siamo a posto. condivisi (un po’ per convinzione e tanto per prudenza, spesso per convenienza) da tutti. Tanto Giors SPIRIDON/2 Mi stavo chiedendo quale fosse il segreto che fa permanere giovani le nostre speranze atletiche, tali e sempre comunque, anche con il passare del tempo, anno dopo anno. Un interrogativo costante rispetto alla speranza, all’idea che improvvisamente qualcosa prenda i colori dell’iride, che cambi come per un incanto, dall’oggi al domani. La risposta è arrivata anche grazie alle ultime battute degli Eurocampionati a Berlino, quando dopo un ulteriore “bronzo” , frutto dell’ottimismo della volontà, nella maratona, con Yassine Rachik, che è riuscito ad impegnare sino all’ultimo millesimo la sua energia, ho avuto la percezione di un atteggiamento diverso da parte di chi come Claudio Stecchi e il quartetto della staffetta veloce maschile si è disunito in vista del traguardo. Mi sento dire che sono giovani e che si faranno… Purtroppo, in certe occasioni, il risultato è quello che conta e lo spirito vincente è quello che fa la differenza rispetto alla statistica, al numero dei finalisti, al grado di competitività percepibile, quello che trasmette emozioni e coinvolge l’immaginario collettivo. Infatti, la vittoria a squadre nella speciale Coppa Europa di Maratona, a me cara per rinverdire gli anni condivisi con amatori e runners , con Oscar Barletta e Gianpaolo Lenzi , tra il 1974 e il 1988, non ha avuto la eco che meriterebbe , non è stata avvertita come fondamentale caratura di livello e di tono nella visione complessa, tecnica ma anche romantica, fatta di sentimenti, di coraggio e rabbia, di una realtà multidisciplinare com’è l’atletica. L’impressione è che manchi proprio quel quid che alla fine fa la differenza. Quel quid che si può manifestare anche sul campo, sempre chè ci sia un dio che ti aiuti, ovvero chi, come capita nel nuoto e non solo, trasmetta e formi l’atteggiamento mentale giusto, quello vincente e mi risulta che in questo abbiano avuto ed hanno un ruolo molto importante i rappresentanti dell’AIPS, ovvero i mental coach. In ogni caso, sono stato colpito dalla serenità con cui Gimbo Tamberi, Daisy Osakue e Yeman Crippa hanno commentato le loro performances europee a Berlino, sulle pedane e la pista di quello Stadio Olimpico, in cui ottantadue anni fa , nel 1936, in un clima un po’ diverso, Ondina Valla, prima aurea medaglia della storia atletica “azzurra” al femminile, trionfò negli ottanta ad ostacoli, beffando la valentissima Claudia Testoni, soltanto quarta. I bronzi della marciatrice Antonella Palmisano e dello stesso Crippa ebbero precedenti illustri in Giorgio Oberweger il “mago” , terzo dopo i colossi americani con un quarto di giro in più nel disco e in Mario Lanzi, argento negli ottocento, gara in cui il suo rivale storico, Rudolf Harbig fu addirittura eliminato in batteria, piuttosto che nella staffetta veloce con Mariani, Caldana, Ragni e Gonnelli , altro argento . La stessa celebrata “antenata” di Daisy, Gabre Gabric, fu lontana dalla finale, mentre Arturo Maffei, calciatore prestato all’atletica dal presidente “bilaterale” Luigi Ridolfi, fu protagonista di una finale simile a quella che ha visto giocato Gimbo, redivivo a 2,28 ma scavalcato da avversari “elettrici” tutti al primato personale o stagionale proprio con il 2,33 che lui aveva considerato strategico per vincere a sorpresa. Voglio ricordare che Arturo, ormai in Borea da anni e cui mi unisce ancora un rapporto di straordinaria empatia, condivise in pedana ma non sul podio, per appena un centimetro di differenza con il giapponese Naoto Tajima , lo straordinario paradosso del “fulmine nero” Jesse Owens , che schiantò il simbolo ariano Carl Ludwig Long, davanti allo sbigottito Adolf Hitler. Ecco, per concludere, che comunque sia andata, la seconda puntata italiana per un evento titolato all’Olympiastadion deve essere considerata la possibile premessa affinché qualcosa cambi e che i “giovani” maturino in funzione di un imprescindibile ritorno in auge dell’atletica nell’Italico Stivale. Per questo, occorrono adesso consapevolezza dello stato dell’arte, determinazione umiltà e voglia di vincere, promozione e organizzazione, autostima e capacità progettuale, motivazioni forti e condivisione degli obiettivi di valore sociale, come la salute e l’integrazione, che possono essere colti proprio con l’attività atletico motoria diffusa, dagli asili nido ai circoli per la quarta età. Ruggero Alcanterini SPIRIDON/3 Le staffette sono la metafora di una trasferta europea disastrosa Nel corso delle fluviali mezzo prima. Una volta di più l’ex cubana si è quanto interrotte telecronache di atletica al buon mostrata inadatta a guidare un quartetto che Dino Ponchio è scappata una laudatio non l’attendeva come risolutrice e punto di forza e in richiesta. “Il nostro grandissimo presidente….”. Si cui invece si mostrata anello debole. All’anno di riferiva a Alfio Giomi, capataz della più disastrosa semi-sabbatico la quattrocentista si è presa anche spedizione continentale dell’atletica azzurra dal un europeo di sabbatico. Ma ha sbagliato anche 1958 in avanti. chi, attorno a lei, non ha percepito questa Chi ha spirito di squadra (ma non cognizione snobistica rinuncia ad eccellere. La 4 X 400 tecnica) ha spinto l’Italia sedicesimo posto nel maschile era attesa al primato italiano che non c’è medagliere contando l’oro e l’argento delle prove stato come l’auspicato salto di qualità nonostante a squadra di maratona che non hanno alcuna un Galvan financo all’altezza. E la 4 x 100 validità tecnica. Il nostro bottino reale si sostanzia maschile? In finale si è confermato un Manenti da di un argento e quattro bronzi ottenuti con 20”81, protagonista in negativo di due cambi prestazioni che (Palmisano a parte) avrebbero balordi. In cambio della presunta sicurezza nei scarsa rilevanza tecnica in un mondiale. C’è chi cambi (che non c’è stata) si è rinunciato al ritiene incongruo il paragone delle quattro coraggio di buttare nella mischia Jacobs o Howe medagliette della parrocchietta nostrana consegnando il quartetto all’ignominiosa paragonandole alle 22 del nuoto per la presunta squalifica. Il 38”82 della semifinale non avrebbe maggiore universalità dell’atletica ma questa comunque assolto la squadra. Cinque sofferte sottolineatura addirittura sottintende la maggiore medagliette, nessun primattore, resettato responsabilità gestionale della disciplina regina e Donato, restituito Tamberi agli attuali limiti contro quindi, a mo’ di boomerang, aumenta il carico di il 3 1 3 (ori, argenti, bronzi) della Bielorussia o il 2 colpe di chi ha varato una spedizione così 3 5 della Spagna. scombicchierata. Senz’ entrare nel merito di Nel corso degli European Championship l’atletica questa valutazione, a livello selettivo il nuoto ha azzurra è stata l’insopportabile nota stonata in un proposto atleti che hanno superato il turno o ci coro di sport vincenti. Ora il presidente federale sono andati molto vicini. Giomi assicura: “Chi ha fallito qui non avrà altre Invece l’atletica agli europei dopo quattro chance”. Vorrà dire che più di metà squadra deve giornate aveva un tasso di eliminazioni al primo essere azzerata. Forse per molti azzurri la turno del 50 % (29 out su 58 impegnati). Il nuoto finalizzazione vera di stagione sono stati i Giochi ha invece contato alla fine su 37 presenze tra i del Mediterraneo più che gli Europei. E parliamo primi 8 per un universo di 45 atleti con 39 primati di una ribalta dove solo un paio di gare (i 200 del personali migliorati.
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