Nightwatching

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venerdì 8 maggio sabato 9 maggio domenica 10 maggio 14.00 » Sala conferenze del Mart 10.30 » Sala conferenze del Mart FILM FILM 10.30 » Sala conferenze del Mart I MISTERI L’ACCORDATORE FILM DEL GIARDINO DI DI TERREMOTI SANS SOLEIL COMPTON HOUSE Stephen e Timothy Quay Chris Marker Peter Greenaway 14.00 » Sala conferenze del Mart 14.00 » Sala conferenze del Mart FILM FILM 16.30 » Sala conferenze del Mart giovedì 7 maggio FILM NIGHTWATCHING CORTOMETRAGGI WAKING LIFE Peter Greenaway Jan Švankmajer Richard Linklater 16.00 » Sala conferenze del Mart 16.30 » Sala conferenze del Mart 16.30 » Sala conferenze del Mart FILM FILM FILM 18.00 » Sala conferenze del Mart L’ULTIMA TEMPESTA INCONTRI GOODBYE REMBRANDT’S Peter Greenaway LA NARRAZIONE DRAGON INN J’ACCUSE Tsai Ming-Liang Peter Greenaway 18.00 » Sala conferenze del Mart CINEMatograFIca INCONTRI NELLA HOLLywood 18.00 » Sala conferenze del Mart 18.00 » Sala conferenze del Mart IL FUTURO CONTEMPORANEA INCONTRI INCONTRI È NEL DIGITALE tra cinema, IL CINEMA 2.0 LA MIA MUSICA DOMENICO DE GAETANO NUOVI LUOGHI E PER IL CINEMA piccOLO scHermO MICHAEL NYMAN E PC NUOVE ESPERIENZE 21.00 » Auditorium Melotti LEONARDO GANDINI DI VISIONE PETER FRANCESCO CASETTI 21.00 » Auditorium Melotti CONcerto GREENAWAY 21.00 » Auditorium Melotti CONFERENZA spettacoLO MICHAEL VJ PERFORMANCE 21.00 » Auditorium Melotti IL CINEMA È MORTO, LUNGA CONcerto NYMAN BAND Vita ALLO SCHERMO PETER MUSIC FOR FILMS FILM GREENAWAY GIOVANNI MAN WITH A MOVIE ROSA TULSE LUPER SOLLIMA CAMERA Il cinema ha aperto fin dalle sue che appariva sempre più fragile e origini – indipendentemente dagli inconsistente. L’attesa finalmente si intenti dei suoi inventori e di chi era conclusa. Il cinema diveniva al lo ha frequentato a partire dalla contempo l’arte di tutte le arti e il fine dell’Ottocento considerandolo creatore di una cultura per tutti che opportunità avventurosa per tutti potevano comprendere. navigare nei territori magmatici Come sappiamo questa convinzione e instabili della modernità – il ricca di ottimismo (come tante altre lungo tormentato percorso che lungo il secolo breve) si è dimostrata ha segnato la scomparsa di quella semplicistica e fallace. Anche a che è stata definita la galassia causa dell’affermarsi di nuovi media Gutenberg. Fino a quel momento i linguaggi si sono moltiplicati (i dintorni del primo Novecento) e differenziati. La ricerca di la stampa aveva rappresentato il sintesi diverse ha evidenziato primo sistema comunicativo della l’impossibilità di giungere a società industriale, sviluppatasi un’arte delle arti e a un linguaggio producendo profondi cambiamenti di tutti. Eppure gli intrecci e le sul versante culturale ed economico, contaminazioni continuano ad sociale e personale. Un sistema essere praticate, sperimentate, che il dinamismo crescente che abbandonate, riesumate e stava caratterizzando la nuova rielaborate. Sono anzi divenute il epoca del progresso trascinato dalla modo di essere dell’estetica e delle scienza e dalla tecnica rendeva culture delle contemporaneità. È sempre più insufficiente. Le una ricerca perenne al contempo masse metropolitane che avevano influenzata dagli umori del abbandonato le campagne e che momento; finalizzata a individuare spesso migravano lasciandosi alle qualche strumento efficace per spalle antiche identità regionali districarsi in un presente complesso, e nazionali necessitavano di una labile e confuso, che di continuo cultura e di forme di comunicazione esorcizza le prevedibili delusioni a adeguate alle mutate condizioni, più cui andrà incontro quando si sforza in sintonia con le peculiarità della di decifrare gli orizzonti del futuro: società che si stava configurando. Il Futuro Presente. Festival delle arti cinema parve rispondere a questa contemporanee è sempre stato esigenza e nello schermo le masse si sostanzialmente un’affascinante riconobbero immediatamente, con esplorazione degli esiti di alcune di le loro aspirazioni e i loro sogni. I queste ricerche. teorici di quella che venne celebrata Il cinema lungo la sua storia ha come la settima arte ragionarono in dovuto riconsiderare le proprie maniera lineare (erano tempi in cui ambizioni. Quando si è dovuto si pensava al futuro come insieme ammettere che era uno dei tanti di innovazioni che avrebbero possibili media della società ineluttabilmente riscattato gli esseri moderna e che lo schermo della umani da tutte le miserie delle televisione lo avrebbe sostituito epoche precedenti) lungo varie in alcune sue funzioni si è direzioni. incominciato a parlare di crisi e Il cinema poteva essere la sintesi poi, con l’affermarsi dell’elettronica linguistica ed estetica di tutte le e della telefonia per e con le forme artistiche con cui le civiltà immagini dei loro schermi, di morte. si erano fino a allora espresse, Non solo, è parso a molti che le ma al contempo poteva indagare nuove tecnologie delle immagini e documentare fisicamente la avrebbero divorato il cinema e con realtà con un occhio oggettivo, esso i linguaggi che aveva cercato scientificamente più accurato e di fare propri offrendo loro una efficace. Il cinema era finalmente nuova possibilità. Ed invece per il mezzo tecnico che poteva l’ennesima volta sta sviluppando pragmaticamente dare unità a una originale mutazione verso un quanto era nato nella pittura e futuro dai molteplici schermi di cui nella letteratura, nella danza e nella rappresenterà solo una parte. Con musica, nell’architettura e nella SCREEN. Gli schermi del futuro, con scultura con specifiche differenti il lavoro a tutto campo (o meglio, a identità, che si erano consolidate tutti schermi) di Greenaway, con il nei secoli e che si erano frantumate contributo di molti altri (cineasti, nell’impatto con le ricorrenti sfide musicisti, studiosi) ci potremo della contemporaneità. Sfide che avventurare in questo universo avevano sconvolto le specificità sicuramente ricco di sorprese, tappa delle singole forme d’arte e inaridito successiva di un percorso iniziato la loro capacità di proporre percorsi cinque anni fa. vitali di senso in base ai quali orientarsi nei territori di un presente Gianluigi Bozza Figura di spicco del cosiddetto “rinascimento” del cinema inglese, Peter Greenaway è un regista prolifico che in oltre venticinque anni di attività, sedici lungometraggi e uno sterminato numero di cortometraggi, ha tracciato un percorso artistico esemplare nel quale sono confluiti non solo il suo straordinario eclettismo e i suoi interessi ma anche una naturale predisposizione ad avventurarsi Il cinema è morto, lunga vita allo schermo verso nuove frontiere. conferenza spettacolo Amante ed esperto di pittura, concepisce il cinema come arte Rosa film figurativa. Il suo sguardo si volge all’indietro, ai suoi pittori preferiti giovedì 7 maggio – Tiepolo, Veronese, Bronzino e Rovereto » Auditorium Melotti » ore 21 più in generale tutto il barocco e il manierismo – ma la sua creatività riesce a dare nuova vita a quei capolavori trasformandoli in scenari Tulse Luper VJ performance naturali o riferimenti per le storie raccontate dal suo cinema. venerdì 8 maggio Basta percorrere sommariamente Rovereto » Auditorium Melotti » ore 21 la sua grande produzione per cogliere, accanto alla centralità dell’elemento iconografico, anche un confronto continuo con il concetto di sperimentazione. Da I misteri del giardino di Compton House (1982) a Lo zoo di Venere (1985), da Il ventre dell’architetto (1987) a Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989) passando poi per L’ultima tempesta (1991), I racconti del cuscino (1995), Le valige di Tulse Luper (2003) o Nightwatching (2007) e Rembrandt’s J’accuse (2008), Greenaway cerca di superare i limiti del cinema tradizionale. Una tensione, questa, che lo spinge anche a ricorrere alla tecnologia digitale nell’intenzione di dare forma a un genere di opera cinematografica non vincolata a un solo punto di vista, ma fruibile in maniera multidimensionale. Sono i nuovi orizzonti della settima arte e di questi il regista inglese parla nell’incontro dal titolo Il cinema è morto, lunga vita allo schermo – durante il quale viene proiettato anche il cortometraggio Rosa realizzato assieme alla coreografa Anne Teresa de Keersmaeker della compagnia belga Rosas – e ne fornisce anche un esempio concreto nella VJ performance Tulse Luper. Un progetto multimediale, quest’ultimo, messo in scena per la prima volta nel 2005 durante una serata al Club 11 di Amsterdam, dedicata alle arti visive. Grazie a un particolare sistema composto da uno schermo touchscreen, Greenaway seleziona e mixa in diretta le immagini tratte dalle 92 storie di Tulse Luper che vengono proiettate su maxischermi accompagnate dalle musiche del dj Serge Dodwell, più noto col nome d’arte di Radar. È il nuovo cinema – o almeno una delle sue declinazioni – capace di creare e raccontare storie in tempo reale, di sondare e percorrere in continuazione nuove traiettorie, di liberarsi dalla narrazione predefinita. Peter Greenaway VJ Radar (a.k.a. Serge Dodwell) DJ Photo by www.notv.com Ascoltando Giovanni Sollima si di Stoccarda con Antonio Janigro capisce che la musica, quando e Milko Kelemen, il musicista passa per le sue mani, è sempre siciliano collabora fin da giovane qualcos’altro da quello che fino a con musicisti del calibro di Giuseppe prima si è conosciuto. Questo perché Sinopoli, Bruno Canino, Jorg Demus è un violoncellista e compositore di e Martha Argerich. Accanto a questa fama internazionale che ha saputo attività di solista, Sollima esplora fondere, in una particolare identità, continuamente nuove direzioni, una

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